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NEWSLETTER N. 13 - MARZO 2013
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Benvenuti al tredicesimo numero della Newsletter di Koryu Uchinadi Italia!
Iniziamo ricordando ai nostri lettori che Renshi Olaf Krey condurrà un seminario internazionale di Koryu Uchinadi a Cesena il 4 e 5 maggio 2013 [approfittatene, i posti sono limitati!!!]
Proseguiamo quindi con la seconda parte di un articolo molto interessante di Hanshi McCarthy sulla teoria del Matsuyama Koen.
Buona lettura!

Koryu Uchinadi Seminar 2013

diretto da Renshi Olaf Krey
5° Dan - Shibuchō IRKRS per la Germania

 
Renshi Olaf Krey - cintura nera 5° Dan e Shibuchō IRKRS per la Germania - condurrà un seminario internazionale a Cesena (FC) il 4 e 5 maggio 2013.
Il seminario è aperto a tutti i praticanti di Koryu Uchinadi e alle cinture marroni e nere di altri stili di Karate, con età minima di 16 anni.
Tutte le informazioni sullo stage, sui costi e sulle modalità di iscrizione sono riportate nel sito dedicato, consultabile cliccando qui!
Il programma del primo giorno - sabato 4 maggio - prevede lo studio del Kata Chōkyū e delle relative applicazioni difensive. Il secondo giorno - domenica 5 maggio - sarà interamente dedicato all'approfondimento dei Koryu Uchinadi Nyumon Mokuroku hitori e futari-geiko (pratiche a solo e con avversario tratte dal curriculum di base del Koryu Uchinadi).

La teoria del Matsuyama Koen

di Patrick McCarthy
Karate-Do Hanshi, 9° Dan

Traduzione di Marco Forti


SECONDA PARTE

L'antica comunità cinese di Okinawa
Durante buona parte del periodo dell'antico Regno delle Ryukyu (1392-1879) la maggior parte della comunità cinese risiedeva nel distretto di Kumemura (conosciuto anche come Kuninda) a Naha. In quei giorni c'era un immenso parco, ora conosciuto come Matsuyama Koen, tra la spiaggia Naminoue e quello che ora è conosciuto come giardino Fukushu. Molti componenti della comunità cinese si incontravano lì per godere di diverse attività culturali durante l'anno. Tra queste vi era la pratica del Taiji e del Quanfa da parte di appassionati locali. Poiché la maggior parte della comunità cinese era originaria della provincia del Fujian, non sorprende il fatto che il Quanfa praticato localmente fosse prevalentemente quello della Cina del Sud, in particolare quello del Fujian.
Poiché il Quanfa non era originario di Okinawa i Cinesi locali studiavano, praticavano ed insegnavano quello che veniva trasmesso all'interno delle loro famiglie o comunità da generazioni. Esperti che viaggiavano periodicamente tra la Cina e il piccolo Regno delle Ryukyu influenzavano le fonti locali e le pratiche esistenti. Ufficiali militari in visita, o posti alla guardia del Castello di Shuri o dell'Ambasciata Cinese, guardie del corpo e personale di sicurezza, tutti ispiravano gli appassionati.
Anche se il Regno delle Ryukyu venne abolito nel 1879 e gli ufficiali, burocrati e diplomatici cinesi tornarono in Cina negli anni precedenti l'annessione al Giappone, l'abitudine di incontrarsi per allenarsi nel parco continuò anche tra gli esperti della generazione successiva; nonostante il sentimento anticinese crescente che caratterizzava quell'epoca. Tali incontri richiamavano diversi appassionati che non erano solo interessati a condividere la loro conoscenza del Quanfa ma anche a sperimentare diverse pratiche nello sforzo di mantenere viva l'arte e migliorarne la conoscenza.
Per quanto fermamente basato sullo stile del sud del Quanfa, gradualmente emerse un approccio innovativo ed eclettico di praticare l'arte, che conferiva una caratteristica e un ritmo unico al Matsuyama Koen. Credo che queste circostanze embrionali diedero i natali a Kata quali Suparinpei, Sanseru, Seisan, Kururunfa, Seipai, ecc… Nonostante le pratiche simili al Sanchin, che si trovano comunemente in molti stili del Quanfa del Sud e a dispetto di differenti Kata (型/ 形 – Xing) che usano nomi identici (ad esempio Seisan/13, Seipai/18 e Suparinpei/108, ecc…), detti kata non sono praticati o insegnati in tutti gli stili di Quanfa né nessuno è stato in grado, ad oggi, di identificare tali pratiche! Comunque, il non essere in grado di localizzare tali Kata in Cina non significa che non sia possibile trovare modelli identici(1) in molti stili di Quanfa del Sud (ad esempio Yongchun, Mantide Religiosa del Sud, Pugno del Monaco, ecc…). In effetti è possibile e verosimile. Alcuni di quei Cinesi del Fujian, dell'ultima parte del 19° secolo, le cui impronte sono più profondamente collegate a questa eredità culturale, furono Ason, Wai Xinxian e Iwah insieme a Wu Xianhui e Tang Daiji, che li seguirono all'inizio del ventesimo secolo. Alcuni dei nomi locali più familiari includono Aragaki Seisho, Kojo Taitei, Higaonna Kanryo, Maezato Ranpo, Matsuda Tokusaburo, Norisato Nakaima, Sakiyama Kitoku, ecc…

Conoscenza comune … un mistero?
Mentre leggo e rilego le mie risposte a questa intervista, ce n'è una che continua a ronzarmi in testa: "Quello che qualcuno da per scontato, è un mistero per altri". A rischio di dare troppo per scontato, ho deciso di includere alcune informazioni addizionali sperando che possano supportare la comprensione generale di questa presentazione, cercando allo stesso tempo di non annoiare a morte chi ha già familiarità con la "conoscenza comune".

Le 3K del Karate moderno: Kihon, Kumite e Kata
Nonostante a parole si faccia riferimento all'autodifesa pratica, molto di quello che il Karate moderno rappresenta in questi giorni riguarda tre temi principali:

  • Per prima cosa troviamo i Kihon-waza (基本技/tecniche di base) che ne costituiscono i pilastri fondamentali e risalgono agli anni venti e trenta del secolo scorso. Il concetto di tecniche di base come lo conosciamo oggi non esisteva in precedenza.
  • In seguito troviamo il tipo di combattimento agonistico chiamato Kumite (組手); uno sport risalente al periodo immediatamente precedente la Seconda Guerra Mondiale, creato in Giappone e largamente basato su vittoria a punti dettata da tecniche ad impatto percussivo.
  • Infine troviamo le pratiche a solo stilizzate, chiamate "Kata" (型/ 形), molte delle quali risalgono all'Okinawa del periodo precedente al 1900.

Nonostante abbiano prodotto atleti agonisti meravigliosamente dotati, i tre temi fondamentali del Karate moderno (Kihon, Kumite e Kata) non mancano di evidenziare i propri difetti quando indirizzati all'ottenimento dei risultati difensivi attesi dall'arte originaria, questo in quanto sono limitati da regole! Quando ci si riferisce all'autodifesa realistica, non ci si può dimenticare che la vera violenza fisica è brutale, terribile, imprevedibile e non governata da alcun tipo di regola. Inoltre essa implica ogni tipo di aspetto applicativo (suolo, corpo a corpo, placcaggi, ecc…) che, semplicemente, non sono presi in considerazione nel Karate tradizionale. Tristemente, molte delle pratiche di autodifesa trasmesse nell'ambito del Karate tradizionale riflettono un atteggiamento mentale dominato da scenari di attacco irrealistici, da regolamenti e da partner di allenamento compiacenti. Tutto ciò, unito alla mancanza di resistenza aggressiva, rende tali pratiche di autodifesa completamente assurde.

______________________

(1) Parte della mia teoria degli HAPV (atti abituali di violenza fisica) / esercizi a due persone presuppone che i Kata siano il risultato dell'unione, da parte dei pionieri dell'arte, di concetti applicativi prestabiliti ("modelli") in sequenze a solo quali meccanismi creativi attraverso i quali esprimere la propria prodezza individuale mentre si rafforzava il condizionamento mentale, fisico e olistico.
 

FINE SECONDA PARTE
 

Pillole di saggezza

«Quando il tuo temperamento sale, abbassa i tuoi pugni - quando i tuoi pugni si alzano, abbassa il tuo temperamento.» - Chojun Miyagi

 

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