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NEWSLETTER N. 26 - APRILE 2014
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Benvenuti al ventiseiesimo numero della Newsletter Koryu Uchinadi Italia!

Apriamo questo numero riproponendo le informazioni sul seminario diretto da Hanshi Patrick McCarthy, in programma a Cesena il 14 e 15 giugno 2014 e aperto ai karateka di tutti gli stili con grado minimo di cintura marrone ed età minima di 16 anni. Ricordiamo a tutti che i posti disponibili sono limitati e che è prevista una quota agevolata per chi procede all'iscrizione entro il 10 maggio.

Procediamo poi proponendovi la prima parte della traduzione di un articolo di Hanshi Patrick McCarthy sui tegumi.

Buona lettura!!
   

Masterclass Seminar 2014

diretto da Hanshi Patrick McCarthy

CESENA (FC) - 14-15 GIUGNO 2014

Hanshi Patrick McCarthy – cintura nera 9° Dan e Direttore dell’International Ryukyu Karate Research Society – condurrà un seminario internazionale a Cesena il 14 e 15 giugno 2014.

Il Seminario, già inserito nell’elenco ufficiale IRKRS, è aperto a tutti i praticanti di Koryu Uchinadi e alle cinture marroni e nere di altri stili di Karate, con età minima di 16 anni.

Tutte le informazioni sul seminario e le modalità di iscrizione sono riportate sul sito dedicato, raggiungibile cliccando qui, oppure sul documento informativo che è possibile scaricare in formato pdf cliccando sull'immagine a destra.

Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 7 giugno 2014 (è prevista una quota agevolata per chi si iscrive entro il 10 maggio).

ATTENZIONE: per motivi organizzativi non saranno accettate iscrizioni sul posto.  
 
 

Tegumi

di Patrick McCarthy

Traduzione di Marco Forti

- PARTE PRIMA -

Tegumi è un termine nativo di Okinawa, un tempo utilizzato per identificare una forma plebea di lotta, presumibilmente tramandata fin dal dodicesimo secolo. Il termine è composto da due caratteri cinesi (kanji): 1. /te (mano/mani ma anche tecnica o arte marziale) e 2. 組/kumi (ideogramma con diversi significati, in questo caso utilizzato nella sua accezione di incontro/lotta).
 
Secondo la leggenda questa forma di combattimento era diffusa nella società isolana fin dai tempi antichi e si trasformò in pratica ritualizzata dedicata agli dei del cielo e della terra per chiedere raccolti e pesca abbondanti, in modo simile a quanto accadde al sumo giapponese. Il tegumi, con la sua natura di pratica brutale era un rito culturale, una vera e propria prova di coraggio che, ai suoi albori, segnava il passaggio dei giovani all’età adulta.
 
In origine erano poche le regole di quel che oggi è chiamato sumo di Okinawa. Si utilizzavano scambi feroci di colpi con mani e piedi, tecniche di strangolamento, controlli articolari e lotta a terra.

Per rendere la sua pratica più sicura vennero gradualmente inserite regole e, nel 1956, anche le ultime regole fissate prima della guerra vennero ulteriormente emendate al fine di fissare gli standard tuttora in vigore.

Per intere generazioni i festival di Naminoue, Makishiugan, Obon, Kensha, e Shokon all’Onoyama Park richiamarono migliaia di spettatori impazienti di assistere alle competizioni brutali che vedevano protagonisti i giovani atleti desiderosi di ricevere le più alte onorificenze nel tegumi. Esso rimase tradizione popolare ad Okinawa fino al periodo Taisho (1912-26). Tra i karateka locali che parteciparono attivamente nel tegumi si ricordano Yabu Kentsu (1863-1937), Hanashiro Chomo (1869-1945), Kyan Chotoku (1870-1945) e Aragaki Ankichi (1899-1929) (Nagamine, 1991).
 
Il tegumi venne integrato anche nell’interpretazione locale (toudi-jutsu) del gongfu cinese, vigorosamente praticato ad Okinawa nel periodo dell’antico Regno delle Ryukyu.

Per quanto sia difficile da immaginare oggi, l’Uchinadi del diciannovesimo secolo, cioè il karate prima della suddivisione in stili, rappresentava il processo attraverso il quale venivano realizzati e messi in pratica i principi difensivi reali, piuttosto che l’insieme di pratiche ritualizzate e regolamentate che caratterizzano l’attuale karate-do.

Gli esercizi che integravano azioni volte ad intrappolare, urtare, afferrare e deflettere, usate per stabilire prese e posizioni nel tegumi di vecchia scuola divennero pratica di moda tra i giovani praticanti dell’uchinadi del 19° secolo che cercavano di migliorare le loro abilità nelle sfide kakedamashi.

Sintetizzati con pratiche a due persone dell’uchinadi e continuamente migliorati da esercizi correlati introdotti dalla provincia cinese del Fujian e da Sud Est Asiatico, i tegumi renzokugeiko (esercizi fluenti) divennero un collegamento indispensabile nella catena perpetua di apprendimento finalizzata ad applicare i principi trasmessi attraverso i kata.

Il famoso storico del karate e illustre maestro Kinjo Hiroshi sottolineava come tali esercizi fossero praticamente sconosciuti nella pratica sportivizzata caratteristica del moderno karate-do giapponese e che solo alcuni frammenti fossero tramandati nelle attuali scuole di Okinawa. Tra i pochissimi innovatori del karate ad eccellere nel tegumi spicca la figura di Motobu Choki (1871-1944). Mentre lavoravo alla traduzione del libro di Nagamine Shoshin, I grandi maestri del karate di Okinawa, mi rimase impressa l’affermazione dell’autore secondo cui Motobu praticava pochissimi kata non perché nessuno volesse insegnargli ma semplicemente perché non era necessario studiarne tanti, esattamente il contrario dell’attuale insensata tendenza all’accumulo di moltissimi kata [Nagamine 1990].
Iwae Tsukuo nota che “Motobu era fortemente convinto che nel momento in cui si comprendevano i principi difensivi fondamentali, tutto ciò che era necessario erano i tegumi che ne supportavano le applicazioni” [1989]. Numerosi artisti marziali di vecchia scuola di Okinawa, notavano che già nel periodo in cui visse Motobu Choki, la conoscenza dei tegumi stava lentamente dissolvendosi.

Motobu era solito affermare dei suoi contemporanei: «se non comprendono i tegumi come possono comprendere i kata?»
 
Kinjo Hiroshi mi ha insegnato molti dei tegumi preferiti da Motobu. Quest’ultimo affermava che uomini come Kojo Taite (1837-1917), Aragaki Seisho (1840-1920), Xie Zhongxiang (1852-1930, conosciuto anche come Ryu Ru Ko), Zhou Zihe (1874-1926), Miao Xing (1881-1939), Wu Xianhui (1886-1940, conosciuto anche come Gokenki), Tang Daiji (1887-1937), Higashionna Kanryo (1853-1917), Kiyoda Juhatsu (1886-1967) e Uechi Kambun (1877-1948) insegnavano esercizi a due persone basati su tecniche di aggancio, spinta, urto, intrappolamento e deviazione che compongono i tegumi. Inoltre egli descrisse questi esercizi come parte integrante di un tutto più ampio, sicuramente doloroso nella pratica ma che oltre a ferite superficiali porta alla comprensione dei segreti meglio protetti e più ignorati dal karate moderno.

Dieci anni di ricerche intensive in Giappone, Cina e Sud Est Asiatico mi hanno permesso di sperimentare miriadi di esercizi a due persone, finalizzati allo sviluppo e alla comprensione delle applicazioni delle tecniche difensive. Basandomi sui risultati di questa ricerca comparativa e combinandoli con la mancanza di pratiche correlate ad Okinawa, ho formulato diverse importanti deduzioni sul perché si sia verificata una graduale perdita della pratica dei tegumi nel karate-do. In particolare i tre principali motivi per cui la loro conoscenza si è dispersa sono:
  1. passaggio da istruzione privata ad insegnamento alle masse;
  2. esponenziale crescita militarista nel Giappone dell’epoca;
  3. esigenza di creare un’arte moderna per le nuove generazioni.
 

 
- fine prima parte -
 
 

SCELTI PER TE

 
Bubishi. La bibbia del Karate Karate di Okinawa Storia del Karate
Hojo Undo Karate di Okinawa Storia del Karate
 
 

PILLOLE DI SAGGEZZA

花鳥風月 /Kachou Fūgetsu
«Sperimenta la bellezza della natura e, così facendo, conosci te stesso (letteralmente: fiori, uccelli, vento, luna)» - Proverbio giapponese
 

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