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Newsletter luglio 2016

Proiezione
"Il Risarcimento; mons. Romero, il suo popolo e papa Francesco"
Giovedì 4 agosto 2016 alle ore 18.00

Cinema Otello, via Papio 6, Ascona
Documentario di Gianni Beretta e Patrik Soergel (produzione RSI - Storie 2016)

Il 23 maggio 2015 mons. Oscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo di San Salvador assassinato dagli squadroni della morte nel 1980 mentre celebrava messa, è stato dichiarato beato. Un evento storico per l’America Latina e il mondo intero, per una figura universale che travalica i confini di credenti e non credenti.

Il documentario, con la testimonianza dei suoi più stretti collaboratori, ne ripercorre la vita dall’infanzia, la sua evoluzione interiore, fino al giorno del suo sacrificio. Con sullo sfondo il minuscolo formicaio di El Salvador..

Con gli interventi di Michele Beltrami (produttore Storie – RSI), Franco Cavalli e Beat Schmid (AMCA)
Saranno presenti gli autori.

Maggiori informazioni sulla nostra pagina web.
Scarica la locandina.

Vi attendiamo numerosi!

Brigata commemorativa svizzera

Tra il 18 e il 28 di luglio, una  cinquantina di persone, in maggior parte militanti di associazioni e sindacati svizzeri, saranno in Nicaragua, con l’obiettivo di rendere omaggio sul luogo ai cooperanti internazionalisti svizzeri e europei assassinati 30 anni fa in questo paese del Centro America.

Febbraio 1986: una mina antiuomo collocata da un gruppo “contra”, uccide un cooperante svizzero, Maurice Demierre, cinque contadine e due bambini a Somotillo, nel nordest del Nicaragua, vicino alla frontiera con l’Honduras. Cinque mesi più tardi alla Zompopera, a nord nel dipartimento di Matagalpa, in un’imboscata vengono assassinati gli internazionalisti Yvan Leyvraz (svizzero), Joël Fieux (francese) e Berndt Koberstein (tedesco) assieme a due tecnici della zona.
 
Con il motto «30 anni, omaggio e solidarietà » i partecipanti alla brigata commemorativa – tra i quali molti hanno vissuto in Nicaragua negli anni 80 – vogliono nel contempo esprimere la loro riconoscenza alle migliaia di vittime nicaraguensi, cadute durante la guerra di aggressione di cui è stato vittima il Nicaragua negli anni ottanta. Un omaggio particolare sarà reso anche alle 16 vittime della cooperativa di Yale, nella regione di Matagalpa. Questa cooperativa, sostenuta dalla solidarietà svizzera, è stata attaccata e distrutta dai controrivoluzionari il 31 maggio 1986.
Durante gli anni 80, dopo la vittoria popolare del 19 luglio 1979 sulla dittatura famigliare dei Somoza, il Fronte Sandinista di Liberazione Popolare (FSLN) lanciò una politica di ricostruzione nazionale, aggredita in seguito dal governo repubblicano deli USA. Questa aggressione ha provocato più di 40'000 vittime e la perdita, stimata dal Tribunale di giustizia dell’Aia, di 17 miliardi di dollari. Un’intensa solidarietà internazionale si mobilitò in quel periodo, compresi migliaia di brigatisti e cooperanti dal mondo intero che si recarono in Nicaragua.

Tra questi molti ticinesi e svizzeri, che operarono nelle zone di guerra, aiutando la popolazione e la ricostruzione. L’Associazione per l’aiuto medico al Centro America AMCA nasceva proprio in quegli anni, con l’obiettivo di sostenere attivamente il sistema sanitario pubblico che si trovava senza più risorse per assicurare il servizio alla popolazione.
Nel libro « AMCA – 30 anni di solidarietà con il Centro America » pubblicato nel 2015 per i 30 anni dell’Associazione, sono raccolte alcune testimonianze di cooperanti ticinesi che in quel momento parteciparono a questa iniziativa internazionale.

Nicaragua 19 luglio 2016 - 37° anniversario della rivoluzione

 

Per le centinaia di migliaia di persone riunite nella Piazza della Fede di Managua, e per molti, molti di più che hanno seguito la celebrazione dai loro televisori, si tratta di un processo di cambiamento vivo che oggi sta materializzando le promesse dell’insurrezione del 1979.
In conclusione, la storia matura i popoli. Non è una questione di economie, istituzioni o sistemi educativi più o meno sviluppati, bensì di vivide esperienze di milioni di persone, che in un modo o nell’altro sono trasmesse attraverso le generazioni e lasciano un’impronta, di modo che questi grandi gruppi umani si vedono in loro stessi, vedono il mondo, la vita. Quando si visitano paesi come Cuba, il sud del Libano, Ramallah, il Vietnam o qualsiasi città del Nicaragua, è impossibile non notare la traccia dell’esperienza di lotta dei sogni contro l’impero nella signora che vende pane all’angolo, nel tassista che maledice il traffico impazzito, o anche nei giovani che si chiedono perché il mondo dove sono arrivati è dominato da immagini seduttrici e onnipresenti che vociferano di una libertà che non non avranno mai sufficiente denaro per comprare. [...]
In questo 19 luglio la Rivoluzione Popolare Sandinistra compie 37 anni. Per certa gente che si definisce di sinistra in Occidente, si tratta di una rivoluzione fallita, addirittura tradita. Per le centinaia di migliaia, riuniti nella Piazza della Fede di Managua, e per molti, molti di più che hanno seguito la celebrazione dai loro televisori, si tratta di un processo di cambiamento vivo che oggi sta materializzando le promesse dell’insurrezione del 1979: pace, democrazia politica, giustizia sociale, solidarietà e costruzione di un paese che le élites, dipendenti dall'intervento statunitense, si erano impegnate a distruggere da 200 anni. [..]
In conclusione, la storia ha fatto maturare il popolo nicaraguense, ma come sempre la vita, le esperienze passate sono essenzialmente ciò che riusciamo a farne nei confronti del futuro, così in un certo senso si può dire che tutto è ancora da fare, e che fortunatamente il Nicaragua ha ancora molti 19 di luglio da celebrare davanti a sé”.
Leggi tutto l'articolo di TeleSur.

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