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Molto si è parlato dell’addio di Elisabetta Sgarbi, che lascia Bompiani dopo quasi venticinque anni di onorato servizio. Alcuni sottolineano il coraggio dell’ex direttore editoriale che – insieme a un nutrito gruppo di redattori, scrittori e imprenditori – ha fondato La Nave di Teseo, casa editrice che esordirà in tempo per il Salone del Libro di Torino nella primavera del 2016. Altri ne commentano il nome, insieme a coloro che elogiano l’iniziativa perché, apparentemente, in contrasto con il monopolio editoriale di Segrate.
Tuttavia Elisabetta Sgarbi, come conferma anche Marina Berlusconi, ha dato le dimissioni perché non è riuscita a rendere indipendente Bompiani (acquistandola dal gruppo Mondadori) e non per l’incompatibilità con le politiche editoriali della nuova direzione. Inoltre questo “addio”, seguito a pochi giorni di distanza da quello di Giulia Ichino, editor Mondadori dal 2002, e prima ancora da quello di Antonio Franchini, non giunge inaspettato per chi ha seguito l’affaire Mondazzoli.
Il timore, molto fondato, è che Mondadori, dopo aver acquistato la divisione libri di RCS lo scorso ottobre (ancora si attende il responso dell’Antitrust), abbia intenzione di vendere il settore librario all’estero, forse a Bertelsmann, multinazionale tedesca. Date le circostanze, dunque, e sapendo che una vendita comporta spesso tagli al personale, non stupisce che molti addetti ai lavori stiano decidendo di lasciare Mondadori per approdare a lidi, si spera, più favorevoli.
Se vuoi approfondire, leggi l’articolo di Valeria David che riassume tutte le novità del settore editoriale: le dimissioni di Elisabetta Sgarbi; la nascita di Atlantide, la casa editrice di Simone Caltabellota; il nuovo accordo tra Amazon e Giunti Editore.
Alessandra
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