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Archeide Magazine #13/2017:
“Bitcoin ed affini
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Magazine n.13
del 21 settembre 2017

“Bitcoin ed affini"
L’andamento delle Cripto-valute in generale e dei Bitcoin in particolare, sta incuriosendo ed appassionando molti investitori ed osservatori dei mercati finanziari in questi mesi. Le cripto-valute sono monete digitali, decentralizzate, basate e gestite su dei codici di testo crittografati, ognuno dei quali può essere collegato univocamente ad una transazione tra due soggetti.
 
Non avete capito di cosa si tratta? Non preoccupatevi, non siete i soli. Anche noi, nonostante stiamo da tempo studiando e monitorando il fenomeno (ricorderete una nostra passata newsletter sull’argomento datata ancora 2016 LINK), non abbiamo capito bene tutte le implicazioni, i pro ed i contro di questa rivoluzione monetaria.
 
Tuttavia, possiamo e vogliamo darvi una breve e semplificata interpretazione del fenomeno, per come noi l’abbiamo inteso. In sostanza i Bitcoin e le altre cripto-valute, sono dei soldi elettronici senza giurisdizione, nei quali, per il momento, la gente crede perché si è diffusa la convinzione che siano mezzi sicuri di pagamento. Tre parole chiave quindi: senza giurisdizione, credenza e sicurezza.
 
I Bitcoin non hanno nessuna istituzione pubblica e centralizzata che ne gestisce le quantità e ne monitora i flussi. Gli Euro in circolazione (cartacei ed elettronici) sono creati e gestiti dalla Banca Centrale Europea tramite il sistema bancario tradizionale; la BCE aumenta e diminuisce la quantità di moneta presente nel sistema a suo piacimento e le banche commerciali monitorano e tengono traccia dei flussi di denaro tra un soggetto e l’altro. Al contrario non c’è nessuna Banca centrale dei Bitcoin, ma solamente delle “regole del gioco” che fanno si che la moneta possa essere scambiata in rete in modo sicuro ed anonimo, tra le persone che hanno un account Bitcoin. Inoltre le transazioni sono verificate ed avvallate dai soggetti partecipanti alla rete stessa, e non da banche regolamentate e vigilate. Il numero di Bitcoin in circolazione viene aumentato solamente per finanziare questi soggetti che partecipano al funzionamento della rete, ma la quantità di Bitcoin esistente nel sistema tenderà a smettere di crescere man mano che passa il tempo ed il sistema va a regime.
 
Niente banche quindi, niente sorveglianza e quantità limitata di moneta in circolazione. Tutto ciò fa del Bitcoin una potenziale moneta molto efficiente per molti soggetti.
Ci sono coloro che non hanno fiducia nel sistema monetario attuale e che pensano che le politiche hardcore delle banche centrali (tassi di interesse negativi ed iniezioni illimitate di moneta nel sistema) porteranno ad una elevata inflazione del prezzo dei beni e servizi espresso in Euro, Dollari e valute tradizionali. Questi individui cercano quindi una moneta alternativa che preservi il potere d’acquisto dei loro portafogli nel caso in cui le monete tradizionali vengano “annacquate” dalle banche centrali.
Il concetto è semplice: se oggi esistono 1000 Euro e 1 Bitcoin in circolazione e queste due quantità di moneta hanno lo stesso potere d’acquisto, quando domani la banca centrale immette 1000 Euro dal nulla e la quantità di Bitcoin rimane invariata, è ragionevole pensare che il suo prezzo possa raddoppiare e preservare il potere d’acquisto di coloro che li detengono.
 
La mancanza di controllo e giurisdizione attrae anche un’altra serie di soggetti, quelli che vogliono scambiare beni e servizi mantenendo il completo anonimato. Qui dobbiamo essere onesti, non ci è ancora chiaro se effettivamente sia possibile riciclare tramite le cripto-valute denaro “sporco” o se i Bitcoin possano alimentare pratiche illegali quali lo spaccio di droga o di armi. Tuttavia non dubitiamo a credere che per molti individui la bassissima regolamentazione del comparto e la sua estrema opacità possano essere un framework ideale per fare i propri interessi.
 
In principio, si riteneva che il mercato dei Bitcoin fosse dominato da soggetti molto evoluti e finanziariamente preparati. Il che apre un importantissimo interrogativo che ci aiuta a mettere ulteriormente a fuoco il fenomeno. Com’è possibile che soggetti così evoluti si fidassero a transare anche consistenti somme di denaro senza la garanzia di nessuna istituzione centralizzata? Chi faceva da garante per la sicurezza delle transazioni?
 
Proprio qui sta la rivoluzione: l’invenzione di questa “sicurezza e garanzia” risiede nel metodo di validazione delle transazioni. In sostanza, nella rete Bitcoin, ogni quantità di moneta nasce con un numero pubblico univoco che identifica il suo possessore; quando questa moneta passa di mano, al numero identificativo di partenza si aggiunge quello del destinatario del pagamento e così via per tutte le varie transazioni. In ogni transazione, chi paga deve avvallare il pagamento aggiungendo al numero identificativo della transazione anche un ulteriore numero, la sua “password” privata. Ogni Bitcoin quindi è collegabile ad una stringa di numeri che rappresentano la sua storia.
Inoltre gli stessi utenti della rete (o meglio coloro che lo fanno per lavoro) devono controllare ed avvallare che tutti i numeri legati a quel Bitcoin siano corretti e solo allora colui che ha ricevuto i Bitcoin per ultimo, potrà utilizzarli per un’altra transazione. Questa tecnologia che in gergo si chiama Blockchain, mantiene quindi una serie crescente di coppie di numeri identificativi e password che permette di risalire a ritroso a qualsiasi transazione in Bitcoin fatta in passato. La facile verificabilità, l’infinita storicità e l’immutabilità ex-post delle transazioni, ha fornito quella sicurezza che i privati chiedevano per aver fiducia nella valuta ed alimentarne il successo.
 
Riteniamo quindi che la vera rivoluzione sia nell’apparato tecnologico di monitoraggio e di validazione e non tanto nella valuta stessa. L’implicazione è enorme, ma il futuro quanto mai vario ed incerto: la tecnologia Blockchain ci ha dimostrato che chiunque oggi può potenzialmente creare una valuta decentralizzata in cui il pubblico, crede ed è disposto a transare. Ma proprio questa “democratizzazione della politica monetaria” può potenzialmente distruggere la funzione principale che ogni moneta deve avere, quella di preservare il potere d’acquisto di chi la detiene.
 
A ben vedere infatti in un mondo dove ognuno può teoricamente creare una moneta credibile, la quantità di moneta può essere infinita come in un mondo dove le banche centrali gestiscono lascivamente la quantità di denaro nel sistema. E’ vero che i Bitcoin saranno limitati nel tempo, ma chiunque per assurdo può creare un “Bitcoin parallelo” che sia con esso convertibile.
 
A testimonianza di ciò basti pensare che in meno di un anno sono state create più di 1.000 cripto-valute (vedi sito http://www.coinmarketcap.com), molte delle quali poco serie e completamente prive di qualsivoglia valore aggiunto.
 
Per questo motivo, salvo il caso in cui venga palesemente ed indissolubilmente sancita la supremazia di una cripto-valuta rispetto alle altre (magari tramite avvallo pubblico nazionale o sovranazionale), nessuna cripto-valuta avrà a nostro avviso la capacità di proteggere l’investitore dalla perdita di potere d’acquisto come, agli albori del Bitcoin, si pensava. Chiaramente l’investitore potrà guadagnare, ma lo farà solo se riuscirà a vendere nel momento giusto, come in ogni bolla finanziaria tradizionale. Perché di fatto di bolla stiamo parlando.
Il focus degli investitori prudenti e lungimiranti non dovrà quindi essere sulle cripto-valute, ma sugli possibili sviluppi alternativi della tecnologia del Blockchain: li sta la rivoluzione, li devono andare i soldi.
Ufficio Studi Finanziari
Archeide SCF Srl

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