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Ideaitalia 2017/15
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Notizie e comunicazioni dall’Alleanza Evangelica Italiana
Nuova serie, Anno I · n° 15 · 31 ottobre 2017


Mission-net: già numerose le adesioni

Possibilità di viaggio in pullman
 
Roma (AEI), 27 ottobre 2017 – Il Congresso Mission-Net, il congresso missionario di fine anno, è alle porte e siamo grati al Signore di vedere come tanti giovani si stiano organizzando per venire in Olanda dal 28 Dicembre al 2 Gennaio 2018 per trascorrere un fine anno alla presenza di Dio insieme a centinaia di giovani da tutta Europa.
 
Per aiutare i ragazzi a venire a questo appuntamento, abbiamo organizzato dei pullman che attraverseranno l'Italia (lato Adriatico e lato Tirreno) per raggiungere Venray!!! Ci saranno varie fermate lungo il percorso per raccogliere i vari partecipanti da tutto lo stivale (Salerno, Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Milano, Ancona, Rimini....sono solo alcuni esempi) e il costo è di 119,00 € (andata e ritorno).
 
Sicuramente sarà una bellissima occasione per iniziare il congresso in allegria con l'opportunità di conoscerci meglio già dai primi momenti insieme.
 
Per prenotare il pullman scrivete a:  italy@mission-net.org 
Oggetto: PRENOTAZIONE PULLMAN
 
Visitate sempre il sito www.mission-net.org  e  fb https://www.facebook.com/MissionNet.Italia/
per essere aggiornati. Vi aspettiamo!!
www.mission-net.org/register
National Motivator: Carine Francq (334 8226667)
 
 
Sola grazia: come Dio salva i peccatori?
Un dibattito sull’eredità della Riforma
 
Roma (AEI), 26 ottobre 2017 – Il significato del “sola grazia”, caposaldo della fede evangelica riscoperta dalla Riforma protestante, è stato al centro di un interessante dibattito. Mercoledì 24 ottobre, presso l’American Palace Hotel di Roma, nell’ambito della celebrazione del cinquecentenario della Riforma, è continuata la serie di dialoghi sui cinque “sola” della fede evangelica. Dopo gli eventi su “Sola Scrittura” (8/4/2017) e “Solo Cristo” (16/6/2017)  è stata la volta del “Sola Grazia. Come Dio salva i peccatori?”.  Per presentare il tema sono intervenuti Emanuele Rimoli (Pontificia Facoltà teologica “San Bonaventura” Seraphicum) e Leonardo De Chirico (Istituto di formazione evangelica e documentazione). La serie di eventi sono stati promossi da chiese evangeliche romane e dall’Associazione Missione Tabita di Roma e l’ICED, con il patrocinio del Distretto centro dell’Alleanza Evangelica Italiana.
 
Come ha ben ricordato il moderatore Oreste Ponticello, guardare agli eventi di mezzo millennio fa è un’occasione per trovare la carica e rilanciarsi verso il futuro pregni di quel messaggio che riformò la fede riportando al centro della vita dei credenti la Scrittura e la figura di Cristo. Rimoli ha riproposto la dottrina cattolica della grazia battesimale (quindi sacramentale, quindi mediata dalla chiesa) che infonde la grazia nella vita del battezzato. De Chirico ha ribadito l’alternativa tra la concezione sacerdotalista della grazia (così come insegnata e praticata dalla chiesa di Roma) e quella evangelica (riscoperta da Lutero) secondo cui la grazia del Padre è mediata dal Figlio e resa efficace dallo Spirito Santo. Quindi “sola grazia”, dall’inizio alla fine.
 
Nonostante il tentativo di spostare il tema della grazia dall’ambito della dottrina della salvezza, la sintesi del dialogo è riducibile al riconoscimento che non ci sono opere alternative che l’uomo o qualsiasi istituzione mediatrice possano compiere per la salvezza. Tutto è per grazia e a chi la riceve non resta che rispondere con fede. Quello che Lutero riscoperse è più attuale che mai.
 
 
La Riforma, 500 anni dopo
Talk show con tre istituti evangelici italiani

Roma (AEI), 27 ottobre 2017 – La Riforma 500 anni dopo. Questo è il tema di un incontro originale che si terrà sabato 11 novembre presso la chiesa evangelica Sorgente di Vita, Via Pisa 200 a Sesto San Giovanni (MI), dalle ore 14.30 alle 17.30. La particolarità di questo evento è che è stato organizzato in collaborazione da tre Istituti Evangelici italiani (la Shepherd International University di lingua italiana, la Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose  e l’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione.  Si tratta di una sinergia non trascurabile. Otto esponenti del mondo evangelico italiano (Pietro Bolognesi, Leonardo De Chirico, Paolo De Petris, Gianni Di Giandomemico, Lucio Malan, Carmine Napolitano, Giancarlo RInaldi, Massimo Rubboli) saranno al centro di un dibattito “leggero” nella forma (talk show) ma importante nella sostanza. Il talk show sarà coordinato da Paolo Jugovac. 
 

Servire bene, sino alla fine
Il primo convegno YLG Europeo a Budapest
 
Budapest (Ungheria), 26 ottobre 2017 – Finire bene marciando bene ora, questo è stato il leitmotiv che ha caratterizzato il primo incontro europeo del Younger Leaders Generation, organizzato per conto del comitato europeo del Movimento di Losanna e tenutosi dal 19 al 22 ottobre 2017. Finire bene, perché mentre tutti affrontano crisi e difficoltà, il 50-60% di leader crolla, mollando la propria missione, schiacciato da pressioni, isolamento e peccato. La seconda lettera di Paolo a Timoteo è stato il testo guida.
 
Orientati da questo i 60 presenti da 23 Paesi d’Europa, Italia inclusa (con Sarah Breuel e Alessandro Piccirillo), hanno fatto uso del convegno per fare rete, ricevere mentoring e lavorare in gruppi ai temi della crescita della leadership, della ricerca di fondi, dell’evangelizzazione e dell’identità sessuale. A oltre un anno di distanza dal congresso YLG tenuto a Jakarta, questa edizione si è presentata come punto iniziale per il progetto decennale di trasmissione intergenerazionale del bagaglio del Movimento di Losanna, ma anche per attivare reti di collaborazioni in alcune delle piste promosse dal Congresso di Città del Capo (2010) accanto a nuovi focus.
 
Lo scopo è sempre quello di equipaggiare la chiesa a una maggiore interconnessione globale e a una più estesa evangelizzazione. Come sempre anche in questi incontri generalmente sani e fondati sulla comunione, è opportuno esercitare discernimento per non scambiare l'unità evangelica tra i credenti in Cristo Gesù con un’indistinta unità ecumenica. In preparazione c’è il prossimo convegno YLG europeo nel 2018 e uno del Movimento di Losanna – Regione Europa nel 2019.

 
 
SPECIALE
 Giornata Internazionale di preghiera per la chiesa perseguitata (IDOP)
 
Dalla cenere alla gloria
 
La persecuzione è una realtà per milioni di cristiani nel mondo. Ogni giorno c’è chi viene molestato, picchiato, discriminato, imprigionato ed anche ucciso. Qual è la colpa che scatena simili giudizi su di loro? La loro fede sincera nel Signore Gesù Cristo.I cristiani perseguitati sono deboli e spesso invisibili. Non hanno concrete possibilità per far sentire la propria voce al mondo cosiddetto libero. Loro soffrono in silenzio e noi abbiamo la responsabilità di interrogarci se da qui è possibile aiutarli. La Bibbia (Ebrei 13,3) indica ai cristiani di identificarsi con coloro che soffrono, pregando come se fossero essi stessi a subire la persecuzione. È una sollecitazione a combattere e resistere insieme a loro. Preghiamo quindi, come se fossimo là con loro!Ricordiamoci di chi è perseguitato e nel bisogno! Difendiamo la causa dell’oppresso. Mobilitiamoci, come se fossimo là con loro.
 
La vita è dura per i nostri fratelli e sorelle perseguitati e non siamo in grado di comprendere fino in fondo la loro sofferenza. Sappiamo però che è reale. Siamo anche consapevoli con loro che, nella sofferenza, nella paura, nella fame, rimangono ferme le promesse di Dio. La vita cristiana è un viaggio “dalla cenere alla gloria”, durante il quale Dio non ci abbandona e continua a far avanzare il Suo Regno.
 
Anche per questi motivi ti invitiamo ad unirti a noi il 12 ed il 19 novembre, per pregare insieme a milioni di altri cristiani nel mondo, alzando la voce a favore di chi soffre per la propria fede in Gesù Cristo e ringraziano Dio per la sua fedeltà

 La Commissione per la libertà religiosa
dell’Alleanza Evangelica Mondiale
 
 

In diverse città italiane l’Alleanza Evangelica Italiana si unirà alla voce di milioni di cristiani in tutto il mondo. Ti invitiamo a consultare le pagine del nostro sito (www.alleanzaevangelica.org) per sapere qual è il posto più vicino a te per partecipare a questa grande occasione per manifestare l’unità e la solidarietà cristiana.
 

Iran
 
Le comunità cristiane
La popolazione iraniana si aggira attorno agli 80 milioni di abitanti, dei quali il 90% sono sciiti ed il 9% sunniti. Il restante 1% è composto da cristiani armeni e siriaci. Si tratta di comunità cristiane cosiddette indigene che tendono a preservare le proprie tradizioni culturali e linguistiche, ma che negli ultimi anni sono diminuite a causa dell’emigrazione. Gli altri cristiani non hanno uno status ufficiale. In genere si tratta di persiani provenienti dalla fede musulmana, il cui numero cresce considerevolmente. Stime approssimative, ma verosimili indicano un incremento in termini di centinaia di migliaia in pochi anni.
 
Il contesto giuridico
La costituzione definisce l’Iran come uno stato islamico e stabilisce la legge islamica come base di qualsiasi legislazione. Solo alcune delle altre religioni, come il cristianesimo, il giudaismo e lo zoroastrismo, sono riconosciute come minoranze, godendo quindi del diritto formale di essere rispettate se non agiscono contro l’Islam o la Repubblica Islamica dell’Iran. Esse possono avere propri rappresentanti in parlamento e praticare i propri riti in forma privata.
 
I punti critici
Dal 2011, le chiese riconosciute ufficialmente sono sottoposte a crescenti controlli e restrizioni.Si cerca di evitare soprattutto il passaggio di persiani dall’Islam al Cristianesimo. Per esercitare un controllo più efficace si impedisce l’utilizzo della lingua farsi nelle attività della chiesa. Le chiese domestiche sono ritenute pericolose e dannose per la società e per questo motivo molti cristiani vengono arrestati con imputazioni di tipo politico, anche se è evidente la matrice religiosa della repressione.
Le restrizioni della libertà religiosa non si limitano alle tre religioni ufficialmente tollerate, ma si estendono in maniera ancora più oppressiva al qualsiasi minoranza ritenuta pericolosa per gli equilibri politici e religiosi della nazione.
Chiunque scelga di lasciare l’Islam va incontro a forti pressioni da parte della società ed anche della stessa famiglia di appartenenza. Per questa ragione molti iraniani tendono a lasciare la nazione.
 
Preghiamo per
  • Le autorità affinché governino con giustizia e saggezza
  • La testimonianza dei cristiani nell’annunciare la buona notizia di Gesù
  • Forza e protezione per il crescente movimento delle chiese domestiche
  • Giustizia e libertà per i cristiani accusati ingiustamente ed imprigionati
  • Crescita della libertà religiosa
 
 
Siria
 
Le comunità cristiane
Nel 2011, prima dell’inizio del conflitto, la popolazione della Siria era stimata intorno ai 23 milioni. Etnicamente e religiosamente è molto varia essendo composta per il 74% da Sunniti, 13% da Alawiti ed altri gruppi musulmani, 3% da Drusi e circa 10% da cristiani. Una piccola parte delle chiese ortodosse, cattoliche e protestanti sono riconosciute ufficialmente. Lo spostamento massiccio dei siriani a causa del conflitto, ha colpito tutte le comunità religiose, compresa quella cristiana.
 
Il contesto giuridico
Il conflitto in corso ha causato un evidente deterioramento del ruolo della legge in tutto il paese. La costituzione del 2012 stabilisce la legge islamica come fonte principale di legislazione. Essa inoltre afferma il principio di non-discriminazione, incluso quello per motivi religiosi, ed obbliga lo Stato al rispetto di tutte le religioni garantendo la libertà religiosa.
Le organizzazioni religiose devono registrarsi ufficialmente e sono controllate dal governo. I gruppi religiosi riconosciuti dal governo beneficiano di facilitazioni di diverso tipo, compresa l’esenzione dal pagamento delle tasse. Il proselitismo e la promozione di idee religiose sono fortemente limitati, così come la possibilità di abbandonare l’Islam per altre religioni ed i matrimoni di donne musulmane con uomini di altre fedi.
 
I punti critici
Le comunità cristiane affrontano molteplici sfide a causa del conflitto in corso. Nelle aree del paese maggiormente controllate dal governo, i cristiani godono di uno status relativamente positivo, pur essendo limitati dalle leggi che vietano il proselitismo. Il fatto che i cristiani siano considerati come un gruppo favorevole al regime, pur non essendo sempre vero, causa problemi e pericoli nelle aree controllate dai gruppi di opposizione. Spesso essi subiscono attacchi, rapimenti con richieste di riscatto, appropriazione di beni e minacce di morte. La costrizione a diventare musulmani e l’imposizione di tasse ingiuste, provoca spesso la fuga dei cristiani siriani verso l’Europa.
 
Preghiamo per
  • Pace, giustizia, ristabilimento della legalità e garanzie di pluralismo
  • Una soluzione sostenibile per i milioni di profughi fuggiti dalla Siria
  • Sapienza e coraggio per le guide delle chiese nel contrastare l’ingiustizia ed il male
  • Fedeltà nell’annuncio della buona notizia di Gesù da parte dei cristiani
  • La capacità dei cristiani di essere agenti di pace e riconciliazione
 
 
Sudan
 
Le comunità cristiane
La popolazione del Sudan è di circa 36 milioni. Approssimativamente il 97% è musulmano sunnita ed il restante 3% è cristiano. Le chiese riconosciute ufficialmente sono composte da denominazioni ortodosse, cattoliche e protestanti. Le comunità cristiane sono diminuite significativamente nel 2013, dopo la divisione della nazione in Nord e Sud Sudan, quando molti abitanti cristiani del nord furono costretti per legge a trasferirsi nel sud.
 
Il contesto giuridico
La costituzione provvisoria del Sudan stabilisce la legge islamica ed il consenso popolare come fonte del diritto. È riconosciuto il principio della libertà religiosa, ma nella pratica non è rispettato. La blasfemia, la diffamazione religiosa ed il proselitismo cristiano sono strettamente proibiti
L’apostasia è ritenuta un crimine grave e viene punita con la prigione o con la morte, in caso mancata abiura. Nel 2013 il ministro per gli affari religiosi ha confermato la validità delle restrizioni, avendo considerato la loro efficacia per la diminuzione di cristiani nella nazione.
 
I punti critici
I cristiani sudanesi affrontano continuamente forti pressioni. Le comunità cristiane riconosciute ufficialmente, sono state gradualmente marginalizzate e la loro libertà di culto è fortemente ostacolata, soprattutto negli ultimi anni, tramite la confisca o la distruzione di edifici, la chiusura forzata di istituzioni, l’espulsione di immigrati cristiani, l’imprigionamento di pastori. Dal 2016 ad oggi, il governo ha programmato la demolizione di 27 edifici appartenenti a comunità cristiane, lasciando numerosi cristiani senza luoghi di culto. Il semplice sospetto di colpevolezza è un elemento sufficiente per procedere all’arresto. I sudanesi che lasciano l’Islam devono affrontare pesanti sanzioni, che vanno dalla confisca dei beni fino alla pena di morte.
 
Preghiamo per
  • le autorità. Che governino con saggezza e giustizia, per promuovere la pace;
  • i cristiani. Che, nonostante le pressioni, restino forti nella fede e nella testimonianza;
  • i leader delle chiese. che resistano alle opposizioni con pazienza
  • la fine delle confische e delle demolizioni da parte del governo, affinché i cristiani sudanesi abbiano accesso a luoghi di culto sicuri
  • i responsabili delle campagne di odio contro i cristiani. Che si pentano e rinuncino alle proprie azioni
  • il popolo sudanese. Che ascolti la buona notizia di Gesù Cristo
 
 
Yemen
 
Le comunità cristiane
La popolazione dello Yemen è stimata attorno ai 26 milioni di abitanti, per il 99% di religione musulmana. Le piccolissime comunità cristiane sono composte soprattutto da lavoratori immigrati, provenienti dall’occidente. Gli unici edifici cristiani sono anglicani e cattolici nella zona di Aden. In altre aree del paese le attività di culto diverse da quelle islamiche hanno luogo in case private, ma le stesse comunità che le svolgono stanno sensibilmente diminuendo negli ultimi anni, a causa del protrarsi di un lungo conflitto. Esiste un piccolo movimento di comunità cristiane composte da yemeniti ex-musulmani, ma non è riconosciuto ufficialmente .
 
Il contesto giuridico
Anche prima del conflitto attualmente in corso, il ruolo della legge era molto debole e soggetto a differenti interpretazioni a causa delle varie tradizioni tribali presenti nella nazione. La costituzione del 1994 stabilisce l’Islam come religione di stato, quindi la legge islamica è ritenuta l’unica fonte per qualsiasi tipo di legiferazione.
La costituzione tutela il principio di non-discriminazione, protegge la libertà di pensiero e di espressione, stabilisce l’inviolabilità dei luoghi di culto. Sono proibite sia la diffamazione religiosa, sia la bestemmia, ma anche qualsiasi forma di proselitismo diverso da quello islamico. L’apostasia è un reato criminale, punibile con la morte dell’apostata che rifiuta di ritrattare. Sono assolutamente proibiti i matrimoni tra donne musulmane e fedeli di altre religioni. Gli immigrati sono generalmente liberi di praticare culti non islamici, ma solo in privato.
 
I punti critici
I cristiani fanno fronte a pressioni molto forti soprattutto a causa dell’instabilità politica e della scarsa applicazione delle leggi. Chi tenta di lasciare l’Islam deve affrontare forti pressioni sociali, che in alcuni casi includono reazioni violente da parte dei familiari. Sebbene negli ultimi anni non si registrino casi di esecuzioni capitali per apostasia, secondo il codice criminale, quest’ultimo reato meriterebbe la morte. Le azioni di repressione, condotte soprattutto dai gruppi estremisti come al-Qaeda e Daesh, sono orientate soprattutto contro gli yemeniti che abbandonano l’Islam e non contro i cristiani immigrati per lavoro. A questi ultimi è assolutamente impedito di svolgere attività di proselitismo.
Dal rapporto di un inviato speciale dell’ONU, stilato nel luglio di quest’anno, si legge: “La situazione umanitaria nello Yemen è spaventosa. Le persone soffrono a causa della guerra, della fame e del colera. Non c’è una sola emergenza ma una serie di situazioni complesse che colpiscono più di 20 milioni di persone ed i cui effetti si sentiranno a lungo dopo la fine della guerra”
Un credente yemenita ha scritto questa testimonianza: “Prima di questa guerra molte chiese domestiche dipendevano dai cristiani stranieri. I cristiani locali non potevano accedere ad una formazione teologica e difficilmente crescevano in capacità ed assunzione di responsabilità. Ora che gli stranieri sono andati via, dobbiamo fare da soli. All’inizio sembrava che tutto sarebbe finito, ma successivamente alcuni hanno assunto delle responsabilità ed ora guidano con coraggio e fedeltà la chiesa del Signore”
 
Preghiamo per:
  • La pace, la giustizia e lo stato di diritto da stabilire in tutto lo Yemen
  • L’aiuto umanitario ed il supporto per raggiungere tutti coloro che ne hanno bisogno
  • La soppressione di gruppi ed ideologie estremiste che danneggiano tutto il popolo dello Yemen
  • La forza e la protezione per i movimenti crescenti delle chiese domestiche
  • La saggezza e la guida per i cristiani in tutti gli aspetti della loro vita e testimonianza
  • La possibilità per molti yemeniti di ascoltare e rispondere alla buona notizia dell’Evangelo
 
 
 
Alcuni brevi aggiornamenti su situazioni per cui abbiamo pregato durante questo anno
 
Nigeria. Dal gennaio di quest’anno, uomini armati nascosti nelle campagne, hanno ucciso più di 200 persone e ferito oltre 500 nelle aree a maggioranza cristiana di Narasawa.
 
Turchia. Il cittadino statunitense Andrew Brunson continua ad essere imprigionato con l’accusa ingiusta di terrorismo.
 
Sri Lanka. Dal 2015 sono stati registrati circa 200 casi di persecuzione, incluse le costrizioni a chiudere 49 locali di culto cristiani
 
Malesia. Il pastore Raymond Koh è scomparso all’inizio di febbraio. Insieme a lui, molti altri pastori sono introvabili da mesi
 
Egitto. Molti cristiani sono stati uccisi, compresi i 7 nella città di al-Arish, nel febbraio scorso, di cui si sono occupati i media internazionali.
 
Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui (1 Corinzi 12,26).

 

A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
Tel. redazione: (+39) 333 8558174
e-mail: ufficio.stampa@alleanzaevangelica.org
www.alleanzaevangelica.org
Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.

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