Copy
Archeide Magazine #02/2017:
ORIZZONTI ALLARGATI CERCASI
Visualizza il contenuto nel browser.
Magazine n.2
del 08 febbraio 2017

 
ORIZZONTI ALLARGATI CERCASI
Troppo spesso quando si parla di investimenti si tende a limitare il campo all’attività di compravendita di azioni ed obbligazioni. Tuttavia, mai come in questo contesto di estrema incertezza e di stretta correlazione tra classi di attivi, vi è la necessità di allargare gli orizzonti e riprogrammare diversamente la propria pianificazione finanziaria.
Sentiamo questa necessità perché principalmente ci troviamo in mezzo ad un guado, senza sapere se e quanto profondo sia il fiume che stiamo attraversando. Un fiume pieno di insidie, rappresentate da tassi d'interesse negativi sulle obbligazioni Risk Free, da un Bull Market azionario ormai "anziano", da una globalizzazione dirompente, da una robotizzazione della manifattura e dei servizi, da nuovi trend demografici, da politiche estreme delle banche centrali e da un elevatissimo stock di debito presente nel sistema.
Tutte variabili importantissime che dobbiamo provare a stimare prima di decidere se proseguire a guadare il fiume o se fare una prudente marcia indietro. Variabili importantissime perché incidono sul nostro reddito, sul valore delle nostre case, sul costo della nostra vita (tramite svalutazione della valuta ed inflazione), sui progetti futuri; di conseguenza, limitare l'analisi di queste variabili esclusivamente rispetto alle conseguenze che potrebbero portare ai portafogli azionari od obbligazionari, potrebbe rivelarsi una scelta decisamente miope, in quanto tende a sottostimare drasticamente il rischio e la volatilità sul patrimonio complessivo. 
Il piano di azione lo dobbiamo quindi prevedere attraverso l’attuazione di una politica d'investimento del patrimonio personale che sia adeguata alle dinamiche progettuali della persona e "resistente" ai potenziali shock esterni. Ecco la necessità di proporre questa ampia analisi, che abbatte i confini, limitati ed asettici, del solo mercato mobiliare e apre gli orizzonti ampi della quotidianità dell'individuo e dell'economia in cui esso opera,  in cui viene data un importanza strategica al processo d'investimento che ingloba al proprio interno diverse asset class.
Per cercare di semplificare una questione complessa, proponiamo la nostra analisi adatta a sviluppare il concetto di pianificazione, partendo dal profilo rischio-rendimento atteso del mercato azionario ed obbligazionario in questo determinato periodo storico, mettendolo in relazione con quello delle altre classi d'attivi più comuni. Ovviamente, nell’interpretazione dei dati che seguono, in parte, c'è la nostra soggettività (e di conseguenza opinabilità) nella stima del rischio e del rendimento atteso delle classi di attivi, ma ciò che importa, è rendere l'idea di cosa intendiamo quando parliamo di processo d'investimento integrato.
Investimento Azionario: l'andamento dei mercati azionari dipende in ultima analisi da crescita economica reale, inflazione e variazione dei multipli di mercato (quante volte devo moltiplicare l’Utile per Azione o Il Fatturato per Azione per ottenere il prezzo a cui l’Azione stessa è quotata nel mercato). Secondo molti autorevoli osservatori, l'elevato stock di debito e le dinamiche demografiche, entrambe situazioni di difficile risoluzione sia nei paesi sviluppati che in Cina, porteranno ad una crescita reale bassa nei prossimi anni. Anche i multipli di mercato sono a livelli estremamente elevati in USA (il rapporto Prezzo rispetto agli Utili di Shiller è oltre ai massimi del 2007, il rapporto Prezzo rispetto alle Vendite è ai massimi di sempre) e mediamente cari negli altri mercati internazionali. Dall'altro lato invece, notiamo che l'inflazione attesa è oggi molto bassa e potrebbe salire anche significativamente nei prossimi anni.
In questo contesto, un'attesa base del rendimento nominale a 10 anni dell'azionario internazionale potrebbe essere la seguente: crescita reale +1,5% all'anno, inflazione +3% all'anno, multipli -1% all'anno, per un ritorno complessivo del 3.5% all'anno che, storicamente, è da considerarsi mediocre.
Per quanto riguarda il rischio, siamo in una situazione in cui questo risulta essere abbastanza elevato. Il mercato potrebbe crollare sia per una forte riduzione dei multipli (avversione al rischio) sia per una crescita ed un'inflazione più bassa delle attese. In caso di recessione e ritorno alla deflazione, che solitamente sono accompagnate da una diminuzione della propensione al rischio, l'azionario potrebbe scendere anche più del 50% dagli attuali livelli (simile correzione rispetto al 2000 e al 2007 visto anche che i multipli sono simili e la crescita e l'inflazione è più bassa). Seppur non sia la visione base, è ragionevole pensare che nei prossimi 10 anni, potremmo assistere ad almeno un evento simile.
Su queste basi, il "rischio atteso" dell'azionario deve essere almeno pari al -50%. Aggregando i risultati e volendo fare il rapporto tra rendimento di periodo atteso e rischio assunto con un investimento nel segmento sui 10 anni, avremmo un indice pari a 0.82 (3.5% capitalizzato in 10 anni diviso 50%). Tale indice, in fin dei conti, ci dice che abbiamo un ritorno prospettico di circa lo 0.82% per ogni punto percentuale di rischio assunto nel mercato azionario il che significa, ottenere un profilo rischio rendimento alquanto mediocre. Ovviamente le azioni sono un investimento che deve essere presente nel portafoglio di un investitore, sia per la loro capacità di proteggere il potere d’acquisto da inattesi aumenti dell’inflazione, sia perché sono un valido metodo per scommettere sulla crescita economica e sull’inventiva dell’uomo; tuttavia a questi livelli di valutazione, esistono dei rischi da non sottovalutare.
 
Investimento in Bond a lungo come "bene rifugio": la prima diversificazione per proteggere il potenziale rischio dell'azionario, sono senza dubbio i Bond a lungo termine di America e Germania (i due paesi secondo la teoria privi di rischio). Se ci sarà una crisi economica, la deflazione e l'avversione al rischio, i tassi a lungo termine sui bond risk free scenderanno ed i prezzi saliranno, perchè questi titoli saranno comprati in massa da investitori in cerca di un bene rifugio contro l'incertezza. Tuttavia oggi, come ben sappiamo, nell'area Euro i tassi sul Bund a 10 anni sono allo 0,4% ed il costo opportunità di detenerli come bene rifugio è estremamente sfavorevole: se ci sarà una recessione infatti i tassi sono limitati al ribasso, mentre se c'è un aumento dell'inflazione (scenario base) possono salire anche molto velocemente, facendo crollare i prezzi.
Il rapporto tra rendimento di periodo atteso e rischio assunto del Bund è oggi a nostro avviso molto basso e pari a 0.15 (0.4% capitalizzato e -27% di perdita max in caso di tassi al 3%), rendendo di fatto i bond in Euro a lungo termine una protezione inefficiente ed un investimento non conveniente.
Al contrario i Treasury americani rendono il 2,50% e il loro downside potrebbe essere limitato al 5%, offrendo un rapporto tra rendimento di periodo atteso e rischio assunto elevato se calcolato in USD (1.25 dato dal 2.5% capitalizzato e dal 22.5% di perdita in caso di tassi al 5%). Unico aspetto da non sottovalutare è il cambio EUR/USD, che più si avvicina alla parità più risulta storicamente caro.
Escludendo casi estremi di EUR/USD sotto la parità, i titoli a lungo USA in USD sono quindi un'ottima diversificazione per un portafoglio azionario in Euro e offrono un rapporto tra rendimento di periodo atteso e rischio assunto decisamente buono.

Investimento in Oro: è il bene rifugio per eccellenza e protegge da eventi estremi, siano essi deflattivi o inflattivi. La protezione è diversa rispetto a quella offerta dai Treasury, l'oro infatti ha la sua massima utilità quando l'avversione al rischio arriva a livelli patologici.
Inoltre da millenni l'oro è considerata la vera moneta mondiale e, in caso di cambiamento di regime monetario (ogni 30/40 anni circa ne abbiamo uno significativo), sarà sempre il punto di riferimento di partenza per il nuovo regime, proteggendo il potere d'acquisto dell'investitore durante la transizione.
Riteniamo che questo tipo di protezione sia di incredibile importanza nel contesto attuale dove il regime monetario (moneta non contro-garantita da nulla, stampabile all'infinito dalle banche centrali) è stato portato all'eccesso. L'oro è inoltre un'ottima protezione per un investitore Europeo che temesse il ritorno alle monete nazionali e una valida protezione in caso di aumento inatteso dell'inflazione.
Calcolare un rapporto tra rendimento di periodo atteso e rischio assunto dell'oro è molto difficile, poiché esso dipende molto dallo scenario che si vuole ipotizzare. Tuttavia ci sembra ragionevole pensare che ad oggi il suo downside risk è del 50%, ma il suo upside in caso di cambio di regime monetario potrebbe essere estremamente elevato e conservativamente pari al 200%, facendo uscire un rapporto tra rendimento di periodo atteso e rischio assunto di 4 punti.
Con questo tipo di Upside e con la sua caratteristica di essere decorrelato a tutte le altre asset class, l'oro è uno degli investimenti alternativi più preziosi, in regime di pianificazione a lungo termine. Questa sua utilità potrebbe essere massimizzata anche andando a comprare direttamente i lingotti fisici e detenendoli in apposite cassette di sicurezza, anche al di fuori del sistema bancario nazionale (Svizzera, Londra, Singapore).
 
Investimento in Private Equity: è lo strumento ibrido tra azioni e strumenti alternativi. Il suo beneficio all'interno di un portafoglio, dove sono già presenti le azioni quotate, è di due tipi: il primo è una potenziale crescita esponenziale dell'investimento, il secondo è la possibilità di conoscere di persona il management della compagnia. Questi due aspetti rendono il Private Equity un investimento unico e decisamente allettante. Questo è vero tanto più oggi, dove i mercati finanziari sono inondati di liquidità e le azioni quotate sono pompate a livelli decisamente elevati. Nel Private Equity la liquidità ha più difficoltà a raggiungere l'azienda target e quindi le valutazioni ed i rendimenti prospettici sono sicuramente migliori.
Per contro, evidenziamo che il Private Equity nasconde dei rischi anche ben più elevati rispetto a quelli legati all’investimento in azioni quotate: solitamente le aziende private essendo più piccole e più fragili, rappresentando sia un rischio di liquidità elevato sia un rischio specifico elevato. (Esistono però fondi che mitigano molto quest’ultimo rischio)
A nostro avviso il rapporto tra rendimento di periodo atteso e rischio assunto a 10 anni per un investimento in Private Equity deve essere almeno pari a 3, ciò implica che il ROE (Return on Equity) minimo per un'operazione di Private Equity deve essere superiore al 9.5% all'anno per i progetti mediamente rischiosi (downside massimo 50%) e oltre il 15% all'anno per i progetti rischiosi (downside 100%).
Osserviamo inoltre che molti progetti di Private Equity hanno una stretta correlazione con il ciclo economico e quindi con l'andamento del mercato azionario tradizionale. Questi progetti quindi hanno un'utilità decisamente minore in ottica di portafoglio aggregato rispetto ad operazioni di Private Equity che sono per loro natura poco correlate con il ciclo economico. Per questo è consigliabile trovare delle operazioni in società come l'alimentare, la sanità (ecc..) che tendono ad avere un ciclo diverso rispetto ai settori tradizionali dell'economia.
Investimento Immobiliare: è lo strumento che l'imprenditore Veneto ha usato molto per allocare buona parte della sua ricchezza negli anni '90 e '00, ma che oggi, in seguito alla crisi del mercato, sta passando un momento buio. L'immobile è un ibrido tra bene di consumo e bene d'investimento e proprio per questo, è molto difficile analizzarlo quantitativamente. Se si chiede il prezzo di un immobile a tre persone differenti, è assai probabile che le tre stime differiscano sensibilmente l'una dall'altra, proprio perchè il valore del bene spesso è legato a delle percezioni soggettive dell'architettura, del contesto, della location e delle finiture.
La teoria finanziaria propone vari metodi per calcolare il fair value di un immobile e ognuno di questi metodi può essere considerato corretto a seconda della situazione d'analisi. Tuttavia per semplificare potremmo usare due metodi estremamente semplici.
Il primo si focalizza sul tasso di rendimento che un determinato immobile può generare e da quello ne calcola il valore. Si può osservare che i rendimenti lordi (senza tasse, senza manutenzioni straordinarie, ma al netto delle spese correnti di gestione) ottenibili affittando un'immobile variano in un range che va dal 3.5% al 4.5% all’anno, di conseguenza quando si deve decidere se comprare o meno un immobile si può calcolare il valore capitalizzando perpetuamente l'affitto stimato in Euro ed il tasso di rendimento atteso. Per esempio se un immobile genera 10.000 Euro all'anno il suo valore può variare da 285.000 Euro (10.000 diviso 3.5%) a 222.000 Euro (10.000 diviso 4.5%). Questo approccio permette all'investitore di focalizzarsi sulla gestione dell'immobile e sulla sua capacità di generare denaro, assottigliando di molto la sovra o sotto stima del valore finale.
Il secondo metodo non è altro che un filtro che tende ad escludere determinate proprietà o zone abitative non adeguate. Per prima cosa si devono concentrare gli acquisti sulle zone che minimizzano la vacancy dell'immobile: se la probabilità d'affittare è bassa allora la stima del rendimento atteso annuale è troppo aleatoria. Per fare questo può essere consigliabile concentrarsi sui centri città e sulle località di vacanza, ma un ulteriore aiuto lo si può trovare analizzando i flussi informativi dei siti d'affittanze come Airbnb o dei siti di prenotazione online come Booking. Inoltre è sempre molto utile chiedersi qual è il valore di sostituzione di una determinata casa: quanto costa costruire una casa simile partendo dal terreno o da un'immobile vecchio. Questo tende a farci sapere qual è il potenziale downside dell'operazione nel lungo termine.
In Italia riteniamo che il downside risk del mercato immobiliare sia attualmente basso se rapportato alla media storica e che il rapporto rischio rendimento sia decisamente favorevole. Un'immobile comprato "bene" oggi potrebbe avere un downside risk inferiore al 20% e, al 4% di rendimento atteso, abbia un rapporto tra rendimento di periodo atteso e rischio assunto al 2.4 sui 10 anni. Questi valori non sono affatto male se pensiamo che alla fine gli immobili sono anche una protezione contro l'inflazione e possono a volte rivalutarsi, anche sensibilmente.

A seguito di queste analisi, in base al rapporto rendimento atteso/rischio prospettico ed alla correlazione incrociata tra le varie classi di attivi, possiamo comprendere come ogni tipologia di investimento abbia delle caratteristiche particolari, che devono essere attentamente misurate per ottenere un beneficio dal processo d’investimento, sia in termini di rendimento che in termini di diversificazione.
 
Oggi più che mai, la volontà di limitare gli investimenti ai soli beni mobiliari tradizionali (azioni ed obbligazioni), potrebbe portare all’impossibilità di preservarne il suo potere d’acquisto nel tempo.
L’orizzonte non lo si raggiunge mai, lo si può solamente vedere più ampio da una migliore visuale, quella della pianificazione finanziaria integrata ed indipendente.
Ufficio Studi Finanziari
Archeide SCF Srl

Ti è piaciuto questo articolo? Se già non lo hai fatto, iscriviti alla nostra newsletter: riceverai aggiornamenti, informazioni utili e tutte le novità dal mondo della Consulenza Finanziaria Indipendente.

ISCRIVITI

Nel nostro blog EXTRA è online un nuovo articolo "La strana fine di Vine", per scoprire qualcosa in più rispetto allo spesso inconprensibile mondo dei Social Network e alla marea di soldi che vi girano intorno.
 



Archeide fa parte del Consorzio "Universo Treviso".

Copyright © 2017 Archeide SCF srl, TUTTI I CONTENUTI DI QUESTA NEWSLETTER SONO COPYRIGHT DI ARCHEIDE SRL ALL CONTENTS OF THIS EMAIL ARE COPYRIGHT BY ARCHEIDE SRL. ALL RIGHTS RESERVED.

E' PROIBITO SENZA L'ESPRESSO CONSENSO SCRITTO DI ARCHEIDE SRL RIPUBBLICARE PER USO COMMERCIALE TUTTO O PARTE DI QUESTO DOCUMENTO. REPUBLISHING FOR COMMERCIAL PURPOSES ANY PART OF THIS DOCUMENT IS PROHIBITED WITHOUT THE EXPRESS WRITTEN CONSENT OF ARCHEIDE SRL.

 
Il presente documento è stato preparato da Archeide srl, sede legale Viale Felissent 42, 31100 Treviso, in completa autonomia e riflette quindi esclusivamente le opinioni e le valutazioni di Archeide srl stessa. Qualsiasi informazione, opinione, valutazione e previsione contenute nella presente pubblicazione sono state ottenute da fonti che Archeide srl ritiene attendibili; le presenti informazioni sono state redatte con la massima perizia possibile in ragione dello stato dell’arte delle conoscenze e delle tecnologie. Il presente documento non è da considerarsi esaustivo ma ha solo scopi informativi. Archeide srl non assume né eventuali responsabilità sull’accuratezza e precisione delle suddette fonti e informazioni né sulle conseguenze finanziarie, fiscali o di altra natura che potrebbero derivare dall’utilizzazione delle informazioni stesse. Le informazioni fornite attraverso questa Newsletter non intendono costituire in alcun modo suggerimenti o sollecitazioni del pubblico risparmio e non intendono promuovere alcuna forma di investimento o speculazione. La portata degli elaborati e delle informazioni in essa contenuto, è esclusivamente di stampo informativo e in nessun caso Archeide srl, i suoi soci, e le persone che vi lavorano o collaborano per la preparazione del presente documento, potranno mai e in nessuna forma essere ritenuti responsabili delle conseguenze derivanti dall'uso che l'utente, in totale indipendenza ed autonomia, potrà fare dei dati ottenuti mediante la lettura del materiale.
 
Il nostro indirizzo di spedizione è:
Archeide SCF srl Viale Felissent 40/42 Treviso, Italy 31100 Italy

 
Email Marketing Powered by Mailchimp