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Archeide Magazine #07/2017:
“Viziati dall’alta pressione
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Magazine n.7
del 29 maggio 2017

“Viziati dall'alta pressione
I mercati finanziari ci stanno viziando!  Come succede durante l’estate, quando Caronte rende calde e soleggiate le nostre giornate estive, anche la persistente alta pressione che si è stabilizzata da tempo sul mercato azionario, ci fa credere che questa sia la regola che accompagna i nostri destini finanziari.  Succede quindi che, crescita delle quotazioni senza volatilità, dove ogni correzione dura al massimo una settimana e poi viene velocemente colmata, venga percepita come una condizione di assoluta normalità. Ci siamo ormai assuefatti ad obbligazioni ad alto rendimento che offrono copiose cedole senza avere particolare volatilità di prezzo. Ci vogliono far credere che i tassi d’interesse sulle obbligazioni governative ad alto rating e di lunga durata, rimarranno bassi per sempre.  Ci dicono che possiamo tranquillamente mantenere in portafoglio bond con importanti plusvalenze (quotati 130, 140 centesimi) senza temere correzioni significative e che tutti i guadagni accumulati negli anni scorsi e mai portati a casa, non verranno più “restituiti” al mercato. Ci hanno quasi convinto che stare sui mercati non sia poi così rischioso perché pare che non ci siano elementi così forti da rendere instabile un ciclo di crescita iniziato 9 anni fa. Ci siamo abituati, soprattutto noi Europei, ad un Euro tendenzialmente debole che ci permetteva di avere posizioni rialziste in USD, beneficiando sia di più elevate cedole che di copiosi capital gain. Purtroppo le abitudini nascondono il vero aspetto delle cose e come scriveva Proust, la costanza di un’abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.
 
Tutte queste “coccole” e “concessioni” ricevute dai mercati finanziari hanno fatto in modo che i classici portafogli flessibili e bilanciati di un investitore europeo, fatti di un mix di azionario, USD, Bond HY e Governativi a media e lunga scadenza abbiano avuto in questi ultimi anni rendimenti molto positivi, ma soprattutto abbiano avuto nel corso dell’ultimo anno e mezzo (da Febbraio 2017) una volatilità molto bassa e negli ultimi 6 mesi una volatilità praticamente … inesistente.
 
È vero che il 2016 è stato un anno di shock macroeconomici (Trump, Brexit, Referendum italiano), ma è altresì vero che i mercati hanno reagito meglio del previsto ed i portafogli non ne hanno risentito né in termini di ritorno né in termini di volatilità. Quando le azioni temporaneamente scendevano, salivano i dollari ed i bond, quando poi le azioni recuperavano i dollari ed i bond rimanevano stazionari ed il portafoglio continuava a salire stabilmente.
Da qualche tempo quindi l’investitore medio non sa più cosa siano le correzioni, non intese come diminuzioni del valore delle azioni, bensì quelle oscillazioni naturali e fisiologiche del valore complessivo del portafoglio, dovute all’interazione aggregata dell’andamento dei prezzi delle varie classi di attivi (azioni, bond, valute, …).
 
Se la storia insegna e rappresenta la guida per il futuro, abbiamo il dovere di avvertire che nei prossimi mesi non sarà sempre tutto così facile. L’investitore europeo tipo deve “rizzare le antenne” e prepararsi a gestire un periodo di maggiore turbolenza. Questo Nirvana infatti non può durare per sempre, la coperta è corta, la volatilità tornerà e gli investitori dovranno imparare a conviverci.
Non sappiamo con certezza se le azioni scenderanno, se gli spread creditizi si alzeranno, se i tassi sui bond governativi torneranno alla media storica o se l’Euro diventerà più forte rispetto alle altre principali valute mondiali, ma siamo piuttosto sicuri che questa situazione idilliaca di bassi tassi, bassi spread, borse in rialzo e Euro debole sia vicina ad un importante punto di svolta. 
 
Già in queste ultime settimane abbiamo visto che l’Euro è salito fortemente nei confronti del dollaro USA ed ha in parte vanificato i potenziali guadagni dell’azionario in valuta. Questo lo vediamo per esempio dall’andamento dell’ETF sul S&P500 quotato a Milano esposto al cambio (linea nera del grafico) che è sceso nonostante l’indice S&P500 espresso in USD (linea rosa) sia a nuovi massimi.
 
S&P 500 – Coperto dal cambio ed esposto al cambio (fonte Borsa Italiana)
Nei prossimi mesi potrebbero muoversi in direzione opposta i bond, le azioni e le valute rompendo l’attuale incantesimo in cui sono immersi i mercati. 
Se le borse scendono, la FED potrebbe diventare più espansiva, indebolendo l’USD. Se le borse salgono la BCE potrebbe essere più restrittiva e potrebbe iniziare ad alzare i tassi a breve, rivalutando l’Euro e facendo schizzare al rialzo i tassi sui Governativi Europei a medio termine. Se la crisi d’identità dell’Europa dovesse risolversi, anche temporaneamente, e dare nuovo rilancio al progetto d’integrazione politica, allora l’Euro potrebbe salire fortemente e rendere tutte le operazioni di carry trade con USD e valute dei mercati emergenti, sconvenienti. Se il prezzo del petrolio dovesse rompere i massimi di periodo in area 55 USD, vi potrebbe essere un nuovo rally delle borse, ma anche un crollo delle obbligazioni a medio termine per un innalzamento delle tensioni inflazionistiche.
In tutti questi casi, ed in molti altri non menzionati, risulta evidente che la salita contemporanea di tutte le asset class sarà estremamente difficile, motivo per cui la volatilità dei portafogli complessivi sarà destinata ad aumentare.
 
Attenzione tuttavia a non scambiare la volatilità con il rendimento: la prima sarà destinata ad aumentare i secondi potrebbero anche scendere. Riteniamo tuttavia che se si vuole ottenere un discreto rendimento nel medio periodo gli investitori dovranno essere disposti a sopportare una maggiore volatilità; per questo quindi sarà di fondamentale importanza aumentare il più possibile l’orizzonte temporale dell’investimento e lasciarsi della liquidità disponibile per accumulare nelle fasi di oscillazione delle varie classi di attivi.
 
Dopo un periodo di rilassamento e dolce torpore, l’investitore dovrà iniziare a monitorare con attenzione la relazione tra le varie parti del suo portafoglio con un occhio particolarmente attento ai tassi di interesse sul Bund e all’EUR/USD. Mentre per l’EUR/USD il primo livello da difendere rimane 1,08 ed il target al rialzo di 1,20, il Bund ha già “flirtato” due volte con il livello di 0,50%, una rottura di questa importantissima resistenza potrebbe essere estremamente negativa per il mercato obbligazionario europeo.
Rendimento sul Bund a 10 anni (Tesoro Tedesco)
Caro amico lettore, ci stiamo avvicinando all’estate e alle vacanze e solitamente è il periodo nel quale non si vorrebbero avere pensieri se non quelli di trovare la giornata di sole, un buon ristorantino in riva al mare e tuffarsi nella lettura di un bel libro. I mercati tuttavia non hanno stagione pertanto questi potenziali cambiamenti arrivano quando meno te lo aspetti perché sono molto meno prevedibili di un temporale. Nulla di nuovo intendiamoci se non che andrà a spezzare una abitudine che a molti porterà preoccupazione e ansia e che invece rientra in un contesto di assoluta normalità dei mercati finanziari.
Ufficio Studi Finanziari
Archeide SCF Srl

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