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Archeide Magazine #11/2017:
Tesla e le due anime del mercato
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Magazine n.11
del 09 agosto 2017

“Tesla e le due anime del mercato"
La settimana scorsa Tesla ha pubblicato i risultati relativi al secondo trimestre 2017, annunciando un fatturato in forte crescita a 2,8 miliardi di USD, ma allo stesso tempo una perdita d’esercizio trimestrale di oltre 330 milioni di USD.
 
Nel complesso i dati hanno sorpreso positivamente Wall Street e nei giorni successivi alla trimestrale il prezzo delle azioni Tesla è salito e, dopo un luglio disastroso, sta ora testando i massimi storici in area 400 USD.   
Quotazione Tesla – ultimi due anni (fonte Nasdaq.com)
 
Il forte aumento del fatturato, unito ad una perdita d’esercizio molto elevata, sta creando però reazioni contrapposte tra gli operatori di mercato. Questa estrema dicotomia di visioni sul futuro di Tesla, può a nostro avviso, ben rappresentare l’attuale congiuntura dei mercati azionari nel senso più ampio del termine.
 
Leggendo i pareri di analisti e commentatori, ci appare chiaro come il mondo finanziario sia diviso tra due schieramenti opposti, con visioni estreme e tra loro inconciliabili. Ci sono coloro che pensano che le azioni Tesla siano da acquistare a qualsiasi prezzo perchè la società è destinata a soppiantare i big player del mercato automobilistico mondiale (Generl Motors, Fiat Crysler, “le tedesche”, Toyota), guidando una rivoluzione “elettrica” che parte dall’auto e che si svilupperà nella casa. Dall’altra parte invece, ci sono coloro che non toccherebbero le azioni Tesla nemmeno sotto tortura, perché credono che siano prezzate a livelli folli per una società che, per quanto rivoluzionaria, perde più di 330 milioni di USD ogni tre mesi.
 
Questa situazione ci ha così incuriosito che abbiamo deciso di inventarci una breve discussione tra due amici, professionisti di finanza ed appassionati d’auto, che si trovano al bar e parlano di Tesla. Gianni Futurin, un analista che si basa sul “momentum” (investe in azioni con trend positivo), che è sempre alla ricerca delle nuove mode e basa spesso i suoi investimenti su società leader di mercato con tassi di crescita del fatturato elevati; e Beppe Conserva,  un analista che ha un approccio più “value” (investe in azioni che hanno una capitalizzazione bassa se relazionata ai fondamentali), che tende ad investire in aziende con margini elevati, utili corposi e stabili, che ha un approccio difensivo e che non rincorre con piacere mode troppo pubblicizzate da media e commentatori di mercato.
Gianni Futurin e Beppe Conserva si trovano al bar domenica mattina e la conversazione ha finalmente inizio.
 
Gianni: “Oh Beppe, ma che caldo fa!? Dio benedica la Tesla e l’opzione di accendere l’aria condizionata in macchina con lo smartphone da dentro casa. Sono salito in Tesla e c’erano 20 gradi anche se era al sole. Sono arrivato qui fresco come una rosa. Non capisco come si faccia a non volere un’auto così”.
 
Beppe: “Eheh, comodo è comodo, ma stai attento che se consumi troppa elettricità non hai più autonomia per tornare a casa e non ci sono distributori in zona. Voglio vederti inneggiare a Tesla se devi farti 15km a piedi sotto il sole cocente. A parte gli scherzi hai visto l’ultima trimestrale, cosa ne pensi?”
 
Gianni: “Si l’ho vista, ottima. Il fatturato è salito a 2,8 miliardi di USD rispetto ai 1.3 miliardi dello stesso periodo del 2016 e questo non tiene in considerazione l’enorme potenziale per l’inizio della commercializzazione della Model 3 nella seconda parte del 2017. La Model 3 è la prima Tesla con un prezzo competitivo (da 30.000 €) e può rubare enormi quote nella fascia media del mercato. Pensa che da un recente sondaggio, citato anche da Elon Mask durante la presentazione dei risultati, l’80% dei giornalisti che hanno effettuato un test drive hanno dichiarato che se la compreranno; e come dargli torto, è una rivoluzione ad un prezzo raggiungibile, è l’iPhone delle auto. Il fatturato può solo che aumentare drasticamente, io comprerei le azioni”.
 
Beppe: “Ho capito che è una bella macchina e il software sta cambiando il modo di concepire l’auto: pensa solo al pilota automatico, all’aggiornamento in remoto del software, all’interazione con gli altri dispositivi elettronici di casa e personali. Ho anche capito che l’esperienza di guida è fantastica, e ti dirò di più, me la comprerei anche io, ma resta il fatto che l’azienda perde 330 milioni di USD ogni tre mesi ed ha bruciato cassa per quasi 1 miliardo di USD negli ultimi 3 mesi. Gianni, vuol dire che se dividiamo la perdita per le 22.000 macchine che Tesla ha consegnato nel secondo trimestre 2017, la società perde 15.000 € a macchina e questo vendendo solo modelli a prezzo circa doppio rispetto a quello proposto per la Model 3. Il fatturato aumenterà, ma i margini non è detto si alzino. Inoltre, alle attuali quotazioni, Tesla ha una capitalizzazione di Borsa vicina ai 50 miliardi di USD, più o meno come General Motor, eppure GM ha venduto 10 milioni di auto nel 2016, mentre se tutto va bene Tesla ne venderà circa 150.000 nel 2017. Non dico che le valutazioni debbano scendere ai livelli di GM (che comporterebbe una discesa dei prezzi di oltre il 90%), ma a questi valori le azioni di Tesla non hanno senso”.
Gianni: “Certo, hai ragione se guardi alla situazione attuale, ma Tesla è un investimento nel futuro. Elon Mask ha detto nella conference call di essere al 100% sicuro che riusciranno ad arrivare a 10.000 auto prodotte alla settimana entro fine 2018, inoltre questo numero può aumentare esponenzialmente con la messa a regime della Gigafactory in Nevada e l’apertura di altre Gigafactory in Europa e Cina. Oggi come nell’immediato futuro non è un problema di domanda, ma un problema d’offerta: Tesla sta raccogliendo sempre più ordinativi, con prevista consegna a fine 2018, con un mercato dell’auto a crescita praticamente nulla. Fino a quando la domanda c’è io continuo a comprare le azioni”.
 
Beppe: “Tieni presente che per arrivare ad un livello di produzione ragguardevole, diciamo 1 milione di auto all’anno, Tesla deve investire miliardi di dollari in nuove strutture e deve farlo con un conto economico in perdita. Ben che vada dovranno effettuare enormi emissioni di obbligazioni (ne hanno annunciata una da 1,5 miliardi di USD questa settimana), mal che vada dovranno fare ripetuti ed ingenti aumenti di capitale, in entrambi i casi gli attuali azionisti o sottoscriveranno le operazioni o verranno via via annacquati dal nuovo capitale in ingresso. Sono d’accordo che sia potenzialmente un’ottima azienda, ma io starò pronto ad investirvi solamente quando le azioni saranno molto più basse, diciamo attorno ai 150 USD (2,5 volte gli attuali fatturati)”.
 
Gianni: “Guarda, io continuo a pensare che fino a quando il trend sarà positivo, il titolo è da tenere, piuttosto lo venderò nel caso vi siano brutte notizie nei media e rompa la media a 200 giorni in area 275 USD”.
 
Questa breve storiella non vuole essere ovviamente un incentivo a comprare Tesla e nemmeno un consiglio di venderla o puntare al ribasso sul titolo. E' solamente un esempio su come gli operatori di mercato e gli investitori in generale possano affrontare uno stesso titolo con approcci diametralmente opposti.  L’aspetto interessante è che sia il futuristico “trend follower” Futurin, che il conservativo “value investor” Conserva, hanno dei validi e razionali motivi per sostenere la propria tesi.
 
Attenzione tuttavia perché il mercato, essendo formato da molti Futurin, da altrettanti Conserva ma da nessun “democristiano”,  può improvvisamente creare un vuoto, una terra di nessuno, dove Futurin vende perchè il trend è cambiato ma Conserva non è disposto a comprare perchè le valutazioni sono ancora troppo elevate.
Questo vuoto, che in Tesla diversi analisti hanno individuato nell’area che va dai 275 USD ai 150 USD, tende a crescere man mano che i prezzi si staccano dai fondamentali.
 
La più importante osservazione di questa scherzosa storiella è rivolta a prendere coscienza che i mercati di oggi ed in particolar modo i titoli che vanno molto di moda, sono a valutazioni tali per cui, quando il trend rialzista si interromperà, vi potrebbero essere pochi compratori e molti venditori, fino a quando i prezzi non correggeranno a livelli dove anche i vari signori Conserva saranno disposti nuovamente a comprare.
 
Nulla di male quindi ad essere trend follower, nulla di male ad essere value investor, ma attenzione a mediare troppo presto in mercati con valutazioni “stellari”.
Buone vacanze
Ufficio Studi Finanziari
Archeide SCF Srl

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