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NEWSLETTER #5 - 2017
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Newsletter del Movimento Giotto
Numero 6 - Anno 2017

Cari soci e simpatizzanti,

Molte sono le novità di questo mese. Il Movimento Giotto è tornato dalla Conferenza Internazionale di Lecce rafforzato e pieno di energie che sta spendendo con molti eventi satellite e nello sviluppo dei gruppi di lavoro.

Ma questo è anche il momento per attivarvi all'interno del Movimento Giotto. Stiamo stringendo accordi con realtà importanti del panorama nazionale con cui condividiamo principi e valori ed i gruppi di lavoro stanno presentando numerosi progetti. Quindi è il momento giusto per iscrivervi e dare il vostro contributo.


Vi ricordo che l'iscrizione, anche qualora effettuata entro il 31 dicembre 2017, sarà valida anche per tutto l'anno 2018.

Attivati anche tu per una nuova medicina generale, iscriviti al Movimento Giotto e contribuisci al cambiamento.

E’ necessario il riconoscimento delle competenze specifiche della Medicina Generale/Medicina di Famiglia: servono investimenti nella qualità delle Cure Primarie

(di: Movimento Giotto)



















Cari amici e colleghi del Movimento Giotto,

Abbiamo appreso con preoccupazione e sconcerto che è stato presentato, tra gli emendamenti di commissione relativi al DDL 2942 - «Conversione del decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili», l’emendamento 16.0.1 a primo nome Angioni.
Tale emendamento, qualora fossse passato, avrebbe concesso il riconoscimento del titolo di formazione equipollente in Medicina Generale ai medici iscritti al corso in Medicina e Chirurgia prima del 31 dicembre 1991 e abilitati all'esercizio professionale dopo il 31 dicembre 1994. Ciò avrebbe implicato che i suddetti colleghi, che già ora hanno la possibilità di accedere in soprannumero (ossia in deroga e senza un concorso di selezione) ai Corsi di Formazione Specifica in Medicina Generale, possano accedere alle Graduatorie Regionali per la Medicina Generale senza una specifica formazione nella disciplina.
Fortunatamente, ma anche ragionevolmente, l'emendamento è stato precluso (ossia non votato perchè in contrasto con precedenti emendamenti presentati) ma questo passaggio non cancella la gravità del gesto. Un tale proposta, infatti, sottintende che la Medicina Generale non necessiti di una formazione specifica. Alla Medicina Generale/Medicina di Famiglia, riconosciuta come specialità nella quasi totalità dei Paesi europei ma esclusa dall’ambiente accademico italiano, sarebbe tolto ulteriore valore, privandola del riconoscimento delle sue competenze specifiche (sintetizzate, in modo molto schematico, dall'Albero di WONCA che vedete nell'immagine), contrariamente a quanto specificato dalla Direttiva 86/457/CEE.
In un periodo di cambiamento in cui si stanno verificando il Silver Tsunami, l’aumento delle patologie croniche e delle polimorbilità, della non autosufficienza, della complessità delle cure ed una contestuale riduzione delle risorse economiche a disposizione, nelle Cure Primarie, di cui il Medico di Medicina Generale/Medico di Famiglia è parte integrante e fondamentale, sono necessari investimenti mirati ad aumentarne la qualità al fine di garantire la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale ed un universale accesso alle cure. L’emendamento in questione si è mosso in direzione diametralmente opposta, svilendo il ruolo della formazione specifica, proponendo un aumento della manodopera (peraltro neanche di quella giovanile, vista l'età dei medici coinvolti) a scapito della qualità, ponendo il Medico di Famiglia alla posizione di "ultima ruota del carro".
Pertanto è necessario che si ponga in atto una rivoluzione culturale, nel mondo medico come in quello della popolazione generale, evidenziando il ruolo fondamentale del Medico di Medicina Generale/Medico di Famiglia nell'ambito del Sistema Sanitario Nazionale e che si effettuino investimenti economici e culturali al fine di valorizzare la Medicina di Famiglia, a partire dal suo riconoscimento come disciplina accademica, pena un’accentuazione della crisi di un sistema delle Cure Primarie già allo stremo delle forze ed una riduzione della qualità dell’assistenza fornita ai cittadini.

Back to the Future: Il 5° Vasco da Gama Movement Forum a Porto

(di Matteo Ballesio)
 
Dopo 12 anni dalla sua prima riunione, avvenuta a Lisbona nel 2005, il Movimento Vasco da Gama torna alle origini nella bellissima città di Porto!
Il Forum si terrà tra il 26 e il 27 gennaio 2018, ma molti colleghi saranno presenti dal 25/1 (giovedì) fino al 28/1 (domenica). La sede è la prestigiosa Secção Regional do Norte Ordem dos Médicos, raggiungibile comodamente con la Metro linea D (fermata Polo Universitario).
Come Movimento Giotto abbiamo intenzione di rafforzare la presenza italiana a questi eventi europei per far conoscere ai colleghi italiani le diverse impostazioni che la Medicina Generale ha in ambito europeo, così come le sue sfumature e peculiarità; per poi riconoscere che i pazienti e i loro problemi, alla fine, sono completamente “transnazionali”.
Continueremo quindi con l’organizzazione di “Casa Italia”, usanza cominciata alla Conferenza Wonca di Praga, che consiste nell’organizzare il pernottamento in modo da raccogliere tutti i colleghi italiani nella stessa zona della città. Per questo Forum, abbiamo deciso di pernottare tutti quanti nelle vicinanze della Stazione Metro Combatantes (Linea D, gialla), a poca distanza dalla sede dell’evento.
Al Forum, verrà ufficialmente presentata la sede del Sesto Vasco da Gama Forum: Torino 2019!
Vi aspettiamo numerosi!

La cura spirituale nella pratica clinica delle cure palliative

(di: Simone Cernesi)

Carissimi Colleghi e Amici del Movimento Giotto,

Sono a scrivere una breve sintesi per informarvi di un evento molto significativo a cui ho avuto l'onore di partecipare.
Ad Agosto, presso la sede della Pontificia Accademia Pro Vita ho partecipato al seminario La cura spirituale nella pratica clinica delle cure palliative”, relatrice è stata Prof.ssa Christina Puchalski, fondatrice e direttrice del “George Washington University's Institute for Spirituality and Health (GWish)”.
Vorrei condividere alcuni messaggi che mi sono parsi particolarmente significativi.
E' stata discussa la famosa quarta dimensione delle cure palliative, quella spirituale.
Per approfondire le 4-Dimensioni divulgate dal prof. Murray sul BMJ https://www.youtube.com/watch?v=vS7ueV0ui5U)
Questa dimensione è quella talvolta più negletta, spesso l’ultimo capitolo in molti manuali e sottovalutata perché non fa parte della nostra formazione medica tradizionale.
E’ una dimensione a cui viene prestata attenzione solo negli ultimissimi giorni di vita quando l’unico intervento possibile è il sacramento della Unzione degli Infermi. Per questo motivo, in questa neonata newsletter, desideriamo iniziare a scardinare questo ordine tassonomico obsoleto.
Christina Puchalsckj, ricercatrice e Professoressa di fama, ci invita a riflettere sul senso del termine Spiritualità che, per definizione, è qualcosa di intimo e personale, a volte può essere divisivo ma più spesso è un tramite, una porticina che ci mette “in contatto” profondo col malato.
Quante volte siamo noi, medici, famigliari, caregiver e società ad avere paura di creare un contatto così profondo e intimo? Così diverso tra i rapporti effimeri si consumano virtualmente sui social media a cui siamo abituati. Abbiamo bisogno di recuperare tempo per discutere della Vita e delle problematiche che si potranno incontrare ad ogni età in modo che i futuri trattamenti sanitari rispettino il più possibile le volontà e dignità della persona.
Perchè si rimane persone fino all'ultimo respiro, teniamone sempre conto.
Questo approccio multidimensionale è spesso oggetto di discussione nell'ambito delle cure palliative, ma deve esere un tema anche della Medicina Generale. Pensiamo alle malattie croniche e a come la spiritualità possa cambiare, dalla diagnosi alle fase complicanze.
Chi se ne occupa? Siamo tutti in grado? Quali le competenze e quali gli strumenti condivisi?
Nella Medicina Generale. Nelle Cure Palliative, Nei setting delle Cure Intermedie non possiamo più aspettare che avvenga un processo di umanizzazione delle cure che tenga conto della dimensione psicologica e spirituale.
 
Solo così seguiremo l'insegnamento di San Martino e di Dame Cicely Saunders, per una medicina migliore, dobbiamo includere il paziente nelle decisioni End Of life; questo deve essere il nostro prossimo traguardo.
Soprattutto noi giovani MMG dovremmo essere più attivi su questi aspetti, da taluni ritenuti ancillari, in realtà sono fondanti la nostra professione.
Facciamoci promotori della discussione sul fine vita e sulla spiritualità che dovrà far parte delle conversazioni con tutti nostri pazienti, meglio se all'inizio della percorso diagnostico-terapeutico, ricavandosi nel tempo un momento di confronto sugli obiettivi di cura
Puntualizzo che la spiritualità può essere identificata col sentimento religioso oppure no.
Nel suo intervento Christina disamina i possibili triggers di crescita spirituale e ci fornisce preziosi suggerimenti sugli elementi di “diagnosi spirituale” ad esempio che domande fare, come aiutare a nominare le emozioni,  comprenderle e darne legittimazione.
Come take home message dovremmo imparare a raccogliere la storia spirituale utilizzando l'approccio narrativo. Christina ci ricorda che oltre alla sofferenza fisica esiste quella psicologica e spirituale, forse più difficile da cogliere ma non meno importante. Tante volte è più comodo concentrarsi sui sintomi, dare una terapia farmacologica piuttosto che sedersi davanti al paziente e chiedere che cosa è che non va.
Spesso è un problema meccanico, altre volte il paziente ci da dei “ganci” per parlare di aspetti più profondi.
Integrare la Spiritualità (nel senso più ampio possibile) nel modello di cura centrata sulla persona è un dovere, sia per i pazienti che si trovano ad affrontare il fine vita sia per tutti i pazienti cronici che sono a rischio di sviluppare un distress spirituale che deve essere diagnosticato, codificato e trattato alla pari di ogni problema sanitario. L’ approccio EBM documenta outcomes positivi.
Se l’argomento vi interessa, sentite il bisogno di alcuni strumenti potete trovare il pdf integrale e il video cliccando il link
http://academiavita.org/_uploads/article_file/puchalski_report.pdf
Per maggiori informazioni sul progetto PALL- LIFE
http://www.news.va/it/news/gli-obiettivi-del-programma-pal-life-cure-palliati

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