Il bello arriva quando sviluppi l'idea che ti è venuta, snoccioli i concetti, accosti verbi, soggetti e predicati, ceselli le parole, scegli immagini, slogan, titoli.
Poi leggi, rileggi e fai rileggere nel contesto visuale nel quale il tuo scritto sarà fruito e valuti come sta la lunghezza del titolo con la lunghezza del paragrafo.
Perché anche l'occhio vuole la sua parte.
E un a capo improvviso...
...aiuta.
E pensi "cavolo, dovrei rivedere la grafica del sito (o della newsletter) perché il testo è un po' troppo sacrificato dalla colonna destra. Si fa leggere ma non respira, non ha aria...".
Ti ricordi le virgole, che non le paghi, quindi torni all'inizio e ne piazzi qualcuna, a volte a caso.
Poi ricontrolli i da, da', dà, fa e fa', qui e lì....
Ripassi i vari "un'altro", "qual'è", "e pettinate (è) ed e spettinate (é)".
Rivedi i congiuntivi perché non è bello che qualcuno si "accorge" che hai sbagliato.
Consideri la consecutio temporum e gli eventuali cambi di soggetto schizofrenici.
Rileggi a voce alta e quando arrivi senza fiato capisci che è il momento di mettere un punto e spezzare la frase.
Ecco, su questo ci aiuterà Valentina nel suo corso "Scrivere per il web e per i social" del 28 ottobre, quindi:
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