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Archeide Magazine #62/2016:
Un anno… bisestile.
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Magazine n.62
del 27 dicembre 2016

Un anno… bisestile.


 

Ci sono delle credenze ben radicate nella cultura popolare veneta che vedono gli anni bisestili come anni strani, colmi di eventi inattesi ed imprevedibili. Tuttavia neppur il più superstizioso dei “veci” veneti avrebbe mai immaginato che il 2016 sarebbe stato un anno così particolare.
 
Tutto è iniziato in Gennaio, quando i mercati azionari di mezzo mondo hanno ripreso le contrattazioni dopo la pausa natalizia con ondate di vendite. Gli operatori temevano una crisi finanziaria in Cina, un crollo del prezzo delle commodity e un ondata di fallimenti nel comparto energetico americano causato da un petrolio in caduta libera sotto i 30 USD a barile. Risultato: l’indice azionario americano S&P500, in circa 15 giorni, è crollato di oltre 200 punti (10%), facendo segnare la peggior partenza d’anno della sua storia, trascinando con se tutte le altre principali piazze mondiali.
 
Tuttavia, l’aspetto più buffo di questo episodio è che poi, nonostante la peggior partenza d’anno della storia dell’indice azionario americano, è  risultato essere l’evento più “normale” di tutto il 2016. Infatti, dopo 3 mesi di calma apparente, dove le banche centrali di USA, EU e Giappone, il governo Cinese e l’Opec, sono riusciti a stabilizzare la situazione, è iniziato un "lungometraggio" di eventi veramente particolari e inediti.
 
Il 23 Giugno, il popolo britannico è stato chiamato a votare per decidere se rimanere o meno nell’Unione Europea. I sudditi di sua maestà dovevano decidere se uscire dal mercato unico, limitando e controllando i flussi migratori al proprio interno pur subendo dall’Europa un’imposizione di misure restrittive alla libera circolazione dei capitali, oppure preservare lo status quo. Secondo molti osservatori, l’uscita dalla UE,  avrebbe esposto le banche della City a potenziali deflussi di capitali, creando instabilità finanziaria e eventuali crisi immobiliari.
Non servirebbe nemmeno ricordare come la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica era più che convinta che, alla fine dei conti, la ragione avrebbe prevalso sull’orgoglio britannico ed i “Remain” avrebbero vinto. Ebbene, contro ogni pronostico, il 23 Giugno vincono i “Leave” con il 52% dei voti, sancendo di fatto la volontà dei britannici di uscire dall’Europa.
 
I mercati finanziari reagiscono alla notizia in modo violento, come da attese peraltro. I mercati azionari mondiali aprono le contrattazioni in caduta libera, la sterlina scende ai minimi di oltre 30 anni nei confronti del USD e in particolare, alcune azioni bancarie (sia inglesi che europee) perdono oltre il 10% in un solo giorno.
 

Tuttavia, come se l’esito del voto non fosse sufficientemente strano già di per se, dopo pochi giorni di volatilità, la situazione si stabilizza senza apparente motivo e molti mercati azionari (USA in primis) riescono a recuperare in breve tempo tutte le perdite subite. Per capire la stranezza del rapporto di casualità tra l’evento e la reazione dei mercati basta pensare al fatto che in sostanza (escludendo la sterlina, l’Euro e il comparto bancario europeo), l’evento più inatteso delle storia dell’Unione Europea, capace potenzialmente di far partire il processo di dissoluzione della stessa Area Euro, ha avuto un effetto negativo sui mercati che è durato circa una settimana ed è poi stato pienamente riassorbito. Only in 2016!
 
Passata la partenza orribile di inizio anno e la Brexit con il suo NON-effetto sui mercati finanziari, molti pensavano di aver visto già tutto per l’anno in corso ed invece si sbagliavano di grosso perché lo spettacolo era appena cominciato. Senza dubbio infatti il “Main Event” del 2016 sono state le elezioni presidenziali americane, non tanto per la portata politica dell’evento in sé, quanto per il fatto che uno dei candidati in corsa per la Casa Bianca era un imprenditore eccentrico e contro l’establishment.
Ebbene, con una cavalcata incredibile e contro ogni pronostico, l’8 Novembre 2016 il candidato Repubblicano Donald Trump non solo è riuscito a vincere con ampio margine le elezioni ma ha portato il suo partito ad avere la maggioranza sia alla camera che al Senato con un risultato elettorale che solo i Simpson nella puntata “Bart to the Future” erano riusciti a prevedere. Only in 2016! Di nuovo!
 
Detto questo, seppur l’elezione di Trump sia stata inattesa e sia decisamente ricca di incognite, pensiamo che a differenza della Brexit, la reazione dei mercati post-voto sia stata più che razionale e giustificabile. Trump ed i Repubblicani hanno ottenuto il massimo del risultato ottenendo il pieno controllo di ambo le camere il che gli consentirà di far approvare, nei prossimi mesi, anche delle leggi scomode, ma necessarie. Nei suoi obiettivi, il presidente americano ha promesso delle politiche fiscali (minori tasse all’imprese ed investimenti in infrastrutture) e una forte liberalizzazione di alcuni settori chiave dell’economia che avranno probabilmente un effetto positivo sulla crescita e sull’inflazione. Inoltre, cosa che spesso si tende a dimenticare, queste politiche potrebbero risvegliare gli “spiriti animali” degli agenti economici portandoli a vedere con ottimismo al futuro ed a consumare ed investire di conseguenza. Non è quindi un caso che il Dow Jones stia chiudendo l’anno sui massimi di sempre, in area 20.000 punti.
 
 

Anche l’Italia, nel suo piccolo, ha avuto 5 minuti di gloria in questo strambo 2016. Ad inizio dicembre infatti siamo stati chiamati a votare un importante referendum costituzionale che è poi diventato, a tutti gli effetti, un voto di fiducia sul governo Renzi. La stranezza di questo evento non è stata tanto l’esito del Referendum stesso, già da molti preannunciato come una vittoria del NO, quanto piuttosto la reazione dei mercati finanziari alla caduta del governo Italiano e l’apertura di un potenziale pericolo di stallo politico. Molti infatti, dopo una nuova crisi politica, si sarebbero attesi un crollo delle azioni bancarie ed un rialzo dello Spread tra Bund e BTP; tuttavia così non è stato e la crisi ha altresì portato ad un forte rally di Borsa, aiutato in parte dal buon andamento di Wall Street. Only in 2016! Di nuovo e di nuovo!

Dopo questo lungo excursus, usciamo da un anno decisamente “indimenticabile” ancor più decisi che l’attuale congiuntura economica sia molto incerta e difficilmente prevedibile; in funzione di queste considerazioni, rafforziamo la nostra convinzione che un investitore avveduto non deve mai fare operazioni sugli investimenti organizzati in base alle previsioni (proprie o altrui) circa l'andamento dei mercati finanziari. Le operazioni di acquisto o di vendita dei prodotti finanziari devono essere guidate principalmente dai propri flussi finanziari, da una seria pianificazione degli obiettivi futuri e da regole che non coinvolgono l’aspetto emotivo. Bisogna costruirsi un portafoglio resistente agli shock e ampiamente diversificato in classi di attivi tra loro de-correlati.
Ora, l’anno bisestile è quasi al termine e se ci fosse qualcuno che crede sia una liberazione, noi non siamo certamente tra quelli, perché i mercati finanziari, se frequentati nel breve termine, continueranno imperterriti a darci gioie e dolori, ansie e certezze, indipendentemente dalla cabala che gli si vuole attribuire.
 

Ufficio Studi Finanziario
Archeide Srl

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