Immaginate di entrare in un negozio, ricevere notifiche in real-time con sconti e promozioni personalizzate sul vostro stile di vita e sulle vostre abitudini, scegliere i prodotti con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e della realtà aumentata, uscire semplicemente appoggiando lo smartphone su uno scanner o addirittura solo sorridendo ad una telecamera.
Fantascienza? No.
Ne abbiamo avuto un assaggio all’inizio di quest’anno quando Amazon ha lanciato a Seattle il suo primo store “Amazon Go” completamente automatizzato dove le persone entrano, compiono i loro acquisti, ed escono. Niente casse, niente addetti. Ci sono sensori che riconoscono la persona quando entra, sistemi che consigliano acquisti e promozioni, sensori che verificano cosa sceglie l’utente dagli scaffali e che chiudono la transazione di acquisto e pagamento una volta che la persona esce dal negozio.
Realtà? Sì.
È lo Smart Retail, realizzabile anche grazie all’Internet of Things (IoT).
Sfide? Tante.
Lo store del futuro dovrà offrire una customer experience all’altezza delle aspettative di un consumatore caratterizzato da una molteplicità di bisogni e di comportamenti. I retailer oggi sono in una posizione privilegiata perché entrano in contatto in modo diretto con i consumatori ma le aspettative di questi ultimi, sempre più elevate, in termini di servizio atteso ed experience, mettono sicuramente “in crisi” questi privilegi.
Velocità, qualità del servizio, esperienza, valori ed efficienza giocano un ruolo determinante indipendentemente dal canale che viene scelto per entrare in contatto con un brand, ma questo richiede, fin da ora, un lavoro di riprogettazione in termini di spazi, tecnologie da integrare, processi e funzionalità.
L'era del "Retail of Things" >>
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