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SONO SOLO CANZONETTE
Spero che i tormentoni di agosto non vi abbiano fatto sanguinare le orecchie. A me un po' sì, allora ho pensato di riesumare due canzoni che secondo me possono, in modi diversi, riportarvi alla vita di città. La prima è "Invece tu", di Dente, mio antico sogno erotico: è un tipo trasparente e si capisce subito se, nei mesi precedenti l'uscita dell'album, la sua ragazza l'ha scaricato. Mi ricorda un settembre in cui c'erano alcune cose da sistemare e io non mi rassegnavo affatto come invece hai fatto tu.
Il secondo pezzo è dedicato a una mia ex vicina di casa, matta fino al midollo, che seduta a gambe larghe sul balcone intesseva lunghe invettive telefoniche ai danni di un tizio che l'aveva lasciata e intanto ascoltava "Loud" di Rihanna a volume altissimo. Quando partiva "Man Down", il suo tono si faceva più lamentoso ed tutto l'intero cortile piangeva con lei a ritmo di reggae e urlava RUM BUM BUM BUM, RUM BUM BUMB.
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PENSIERINO SULL'INVIDIA
che non è sana ma umana, diciamolo
Spiace annunciare con nonchalance che anche io sono invidiosa.
La mia invidia si alimenta di immagini e video che vedo online, che raccontano la vita di soggetti che spesso conosco personalmente. Non celebrities, ma persone nomali che hanno una esposizione sul web simile alla mia. Perché l'invidia per la Ferragni non è invidia, capite? È una sorta di fantasticheria, di simulazione what if.
L'invidia secondo me è un sentimento realistico, tangibile: è il desiderio di qualcosa che è potenzialmente alla nostra portata ma che non ci appartiene. Perché non ce la siamo guadagnata, perché abbiamo fatto altro, perché la vita è stronza e a volte la sorte non ci assiste.
La mia invidia è priva di cattiveria: mi limito a constatare che nella vita degli altri ci sono cose belle che nella mia mancano. Non desidero togliere niente a nessuno, raramente penso che le fortune altrui siano immeritate e seguo pochissime persone che non stimo (cioè sì, un manciata sì, ma è per ridere, si sa).
Semplicemente, un sabato mattina in cui ero stanca dopo una settimana lavorativa infernale, brutta come un barboncino rasato e demoralizzata perché mi ero tolta il semipermanente dai piedi con l'ausilio di uno scalpello da carpentiere (true story), mi sono imbattuta in immagini di Festival del Cinema, di weekend in spiaggia, di anniversari di matrimonio pieni d'amore, di pedicure perfette, di figli finalmente senza pannolino e mi sono sentita un'inetta e una sfigata. La sensazione è quella di condurre una vita scialba, in cui non accade nulla di emozionante, di aver scelto un compagno che non asseconda il mio bisogno di avventura, di avere un lavoro tradizionale che non lascia spazio alla mia necessità di evasione e di grandezza ma anzi mi priva di tutte le energie.
Inizio a pensare come starei se mi fossi seriamente impegnata in un percorso di studi più ambizioso, se i miei genitori mi avessero educata al rischio e alla scommessa, se avessi sposato un altro uomo più supportive (ovviamente ho già in mente chi), se non avessi avuto un figlio, e via dicendo. Non serve che io elenchi minuziosamente tutte le cose belle su cui posso contare, le mie fortune -alcune delle quali immeritate e puramente casuali-, le doti che ho coltivato e fatto fruttificare: in questi momenti io voglio solo autocommiserarmi, piangere e urlare al cielo.
Come se ne esce? Come dalla maggior parte dei patemi, non si esce ma si aspetta semplicemente che passino.
VENITE ALLA PRESENTAZIONE DI "SE TU LO VUOI?"
ma solo se lo vorrete, eh
Mercoledì 19 settembre alle 18 presso il Circolo dei lettori di Torino si terrà la prima presentazione di "Se tu lo vuoi". Immagino che, oltre alla mia presenza, servano altri validi motivi per convincervi ad esserci quindi:
-la sede del Circolo è Palazzo Graneri della Roccia, un gioiello del 1600 torinese nella cui cornice potrete farvi delle foto della Madonna
-il Circolo del Lettori ci ha creduto e mi ha dato la Sala Grande
-se vi portate la vostra copia, vi faccio una dedica personalizzata e svolazzante
-se non avete una copia, la potete acquistare lì
-ci sarà Enrica Tesio a farmi delle domande e stimolare la conversazione
Se non potete esserci, vi do subito la data successiva: sabato 29 settembre alla Libreria "La Gang del Pensiero", sempre a Torino. Padrona di casa, quel fiore di Bea.
Se in preparazione agli eventi volete colmare la lacuna, ecco dove comprare il mio romanzo d'esordio.
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UN COSA BELLISSIMA
che mi ha riempito di felicità
Nel 1988 conobbi al mare una mia coetanea della provincia di Bergamo, ci scambiammo gli indirizzi e ci scrivemmo delle lettere. A mano, sulla carta di Barbie o di Poochie, che mi veniva regalata a Natale e al compleanno. Io e quella bambina, poi ragazza e quindi adulta ci siamo scritte regolarmente per 18 anni: le nostre lettere adolescenziali erano così spesse che non bastava il francobollo classico da 750 lire. Ci spedivamo anche audiocassette dei nostri gruppi punk preferiti, fotografie, disegni. Via email e non più su carta, ci siamo raccontate i nostri Erasmus, i nostri fidanzati, i nostri progetti.
Con poche persone della vita reale ho comunicato con la trasparenza che ho riservato a lei e ricevuto altrettante confidenze, tempo e attenzioni. Le sue lettere illuminavano le mie giornate: quando ce n'era una nella cassetta, iniziavo a leggerla per le scale, senza nemmeno entrare in casa. 
Ad un certo punto, intorno al 2008, si è sposata con un ragazzo libico, si è trasferita in Inghilterra, ha avuto dei figli e non ci siamo più scritte. Ci limitavamo ogni tanto a mandarci qualche riga su Messenger, poi lei ha chiuso il suo account e non ho avuto più modo di scriverle. Le email mi tornavano indietro; avevo scritto a sua sorella per chiederle un indirizzo alternativo ma non mi aveva detto niente.
Finché qualche settimana fa, in un merdoso giorno di luglio, ho trovato una serie di suoi commenti sul mio blog, e un messaggio con il quale mi informava su come sta e cosa fa, che è fiera di me, che mi (e ci) ritrova in quello che scrivo. Mi sono messa a piangere dalla commozione, le ho risposto dicendole che ricevere sue notizie era una doccia di felicità.
Chissà, forse un giorno mi scriverà di nuovo.
I MIEI ULTIMI POST
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FUMO DI SIGARETTA
più o meno dalle parti di Ancona, o poco prima
Mi spiace dire che io sono una persona poco spirituale. Ho i piedi piantati per terra e sono visceralmente attaccata alle cose di questo mondo. Non ho mai sognato un antenato che mi comunica i numeri, se avvertissi una presenza penserei di aver lasciato qualche finestra aperta.
Mentre andavamo in Calabria, poco prima di Ancona credo, si è diffuso nell'auto un forte odore di sigaretta. Non l'odore generico di sigarette, ma l'odore delle Gauloises Caporal, le sigarette ormai fuori mercato che mio padre fumava quand'ero bambina, abbandonate nei primi anni 2000 in favore delle Gitanes Filtre.
È un odore che da sempre collego ai viaggi lunghi: mio padre non riteneva disdicevole fumare in presenza dei bambini ed era solito farlo anche in auto. So che in molte state rabbrividendo, ma mi sono confrontata con molte amiche coetanee e posso giurarvi che i loro genitori facevano la stessa cosa.
Ho pensato che fosse lui, che forse voleva augurarmi buon viaggio, o dire che avrebbe voluto esserci, o solo salutarmi.
Mi sono ricordata di un articolo che aveva scritto Denise un po' di tempo fa, e la mia reazione è stata la stessa. 
WORK IN PROGRESS
Non mi sento di promettere niente, amici, perché purtroppo sto lavorando come una pazza. Sto blaterando poco su Stories e scrivo nei miniritagli di tempo. Mi sforzerò di non far saltare le rubriche e di non fare troppi errori grammaticali.
Ma se avete idee, mandatele pure a gynepraio@yahoo.it e vediamo.
Buona ripresa a tutti, ci vediamo a metà ottobre!
SONO PRATICAMENTE DAPPERTUTTO
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Gynepraio · Vanchiglia · Torino, TO 10124 · Italy

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