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Oggi parlerò di un argomento di cui in Italia si discute sempre tantissimo: la legge elettorale. Proverò a spiegare cos'è un sistema elettorale e quali sono i modelli principali. Nella prossima puntata, invece, mi soffermerò sul Rosatellum.

(Tempo di lettura stimato: 4 minuti circa).

Cos'è un sistema elettorale.

Un sistema elettorale è l'insieme di quelle regole adottate per definire la trasformazione dei voti in seggi. Se, in un determinato collegio, il Pd ottiene 350.000 voti, il M5s 178.000 e Forza Italia 331.000, il sistema elettorale stabilisce (anche) in che modo questi voti si tramuteranno in seggi. 

Cos'è un collegio.

Alt, fermi tutti, cosa sono i collegi? Si tratta di ciascuna delle parti in cui è suddiviso il territorio per l'elezione di un'assemblea rappresentativa. Esempio: uno dei collegi uninominali in cui si votò nel 1994 con il Mattarellum era il collegio Rho, all'interno del quale votavano 8 comuni: Cornaredo, Nerviano, Pero, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Rho, Settimo Milanese e Vanzago.

Per le grandi città, come Milano, si ha invece una divisione interna del territorio. La città viene cioè divisa in tante parti (composte da vie, piazze, etc.), ognuna delle quali costituirà un collegio. Ecco i collegi, sempre in riferimento al Mattarellum, di Milano 1, Milano 2 e Milano 3:

    

Questi, invece, furono i risultati elettorali del collegio uninominale Milano 8 (se sei curioso, ecco la lista delle vie che componevano il collegio).

Tipi di collegi e "gerrymandering".

Un collegio è uninominale se elegge un solo membro (quindi nel caso del Parlamento, un solo parlamentare), mentre è di tipo plurinominale quando ne elegge più di uno (più parlamentari). La suddivisione dei collegi può alterare notevolmente l'esito delle elezioni.  

Sull'argomento, potresti sentire in giro il termine "gerrymandering": l'arte di ridisegnare i collegi elettorali, spostando il presunto elettorato favorevole o sfavorevole nel collegio in cui fa più comodo, come riassunto efficacemente in questa immagine.

In sostanza: vota lo stesso elettorato, nello stesso modo, ma il risultato finale è totalmente opposto. L'inventore di questo sistema di ridisegno fu il Governatore del Massachusetts Elbridge Gerry, che disegnò un collegio elettorale a forma di salamandra (mander è la seconda parte, in inglese, di salamander, da qui "gerrymandering"). Di seguito un'immagine satirica dell'epoca (eravamo nel lontano 1812):

Maggioritario e proporzionale, governabilità e rappresentanza.

Il problema che ci si pone da secoli, al momento della scrittura di una nuova legge elettorale, è il seguente: conviene dare maggiore priorità alla governabilità o alla rappresentanza? Esistono due grandi famiglie: il sistema maggioritario e quello proporzionale. Al loro interno, le articolazioni sono molteplici.

Nel primo caso (maggioritario), tendenzialmente, ci si basa sul first past the post. L'espressione "il primo oltre il palo" è utilizzata nel mondo dell'ippica, in cui vince il primo cavallo che oltrepassa un particolare punto della pista, mentre tutti gli altri cavalli perdono. Tradotto: viene proclamato eletto in un collegio il candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti (quindi un voto in più degli altri).

Nel secondo caso (proporzionale), il criterio di base è quello di riproporre in Parlamento (o in Consiglio Regionale, o in un qualsiasi organo di rappresentanza) le proporzioni delle diverse parti dell'elettorato. Questo in teoria, perché nella pratica i sistemi proporzionali sono spesso modificati da correttivi maggioritari che favoriscono la cosiddetta disproporzionalità: la distribuzione dei seggi diventa cioè sproporzionata rispetto al voto popolare. Accade cioè che un partito con il 30% dei voti si porti a casa il 42% dei seggi. Ovviamente si hanno anche disproporzionalità negative (prendo il 30% dei voti e ottengo il 24% dei seggi). Il ragionamento è ovviamente valido anche per i sistemi maggioritari, distorsivi per loro natura.

I fattori che generano distorsività sono molteplici, ma ne indicherò quattro: la soglia di sbarramento, e cioè la percentuale di voti necessaria per avere accesso a un organo di rappresentanza (se è fissata al 3% e io ottengo il 2% dei voti, non entro in Parlamento). Il premio di maggioranza: raggiunta (o meno) una determinata soglia, una lista (o coalizione) si aggiudica un premio in seggi. La grandezza delle circoscrizioni: più una circoscrizione è piccola, più aumenta il costo di un seggio per i partiti. Essendoci meno seggi a disposizione, diventa più complicato per un piccolo partito accedere alla distribuzione dei seggi. Il metodo matematico di attribuzione dei seggi: ne esistono di tanti tipi, come il D'Hondt, o l'Hare o il Sainte-Laguë, ognuno dei quali con effetti distorsivi differenti. Per la misurazione della disproporzionalità esistono diversi indicatori, come il Lijphart o il Gallagher.

Altro fattore importante nella formulazione di una legge è il numero di turni elettorali, sia in presenza di sistemi maggioritari che proporzionali. Alcune competizioni si svolgono in una sola tornata (in Inghilterra o in Germania), in altre è previsto il doppio turno (in Francia). Anche qui, con tutte le varie peculiarità, a partire dalle maggioranze richieste di volta in volta.

Un altro importante tassello nella scrittura di una legge è quello della selezione dei parlamentari. In alcuni casi si utilizza il voto di preferenza: l'elettore ha la possibilità di scrivere il nome e il cognome del proprio candidato preferito. Esistono decine di sistemi diversi basati sulle preferenze, come ad esempio l'Alternative vote, in cui l’elettore deve classificare i candidati in ordine di preferenza. 

In altri sistemi sono invece previste le cosiddette liste bloccate: l'elettore trova già sulla scheda un listino, più o meno lungo, di nomi. Tracciando una x sul simbolo del partito collegato al listino, si esprime un voto per tutti i candidati presenti. Non si ha cioè la possibilità di selezionarne uno in particolare. Anche in questo caso, esistono sistemi misti.

Conclusione

Come vedi, l'argomento è molto vasto. L'obiettivo era quello di fornire una panoramica generica, ma non troppo, sui sistemi elettorali. Spero di esserci riuscito. Nella prossima puntata parlerò nello specifico del Rosatellum: funzionamento, schede, collegi, pregi e difetti. Nel frattempo, per qualsiasi dubbio, puoi rispondere a questa mail.

Ti ricordo che se questa puntata ti è piaciuta, puoi inoltrarla a un amico/a, o segnalargli/le questo semplicissimo modulo di iscrizione.

Grazie per l'attenzione e alla prossima!

Pietro

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