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Torino, 25/05/2018
Forse l'ho già detto: da piccolo, da ragazzo, ho giocato molto a tennis, soprattutto tra i sei e i sedici anni. A un certo punto è venuto fuori che c'era un po' di farina nel sacco, allora mi hanno messo ad allenarmi con la squadra agonistica del circolo. Facevo i tornei, facevo le competizioni per club, passavo i pomeriggi sul campo, mi allenavo almeno tre volte la settimana, a volte anche il fine settimana, facevo palestra, facevo preparazione atletica.

Ero molto bravo a giocare ma facevo schifo a vincere, quindi non ho mai vinto niente, ma la strada per provare a farmi vincere, per mettermi nelle condizioni di provare a farlo era quella: pratica, allenamento, costanza. Per mesi, per anni, tutti i giorni o quasi.

Qualche anno fa poi ho anche provato a riprendere a giocare, dopo quindici anni, e a riprendere a giocare da adulto ho scoperto che è così anche per chi non ha speranze né desideri di successo, per chi vuole soltando diventare bravo abbastanza da reggere una partita divertente con gli amici ogni tanto. Per imparare a reggere una partita divertente con gli amici ogni tanto, per imparare a giocare una versione davvero molto più semplice e parziale dello sport che gioca chi gioca a tennis di mestiere ti devi mettere lì e allentarti: con costanza, per mesi, per un anno almeno, a volte un po' di più, almeno una volta la settimana, se riesci due è meglio.

Ci ho pensato a questa cosa l'altro giorno mentre parlavamo con Enrica di quanto il tempo, la pratica, l'allenamento e la costanza siano fondamentali per chi lavora in proprio: e di quanto invece succede spesso di scordarsene e trascurarle, di desiderare di chiudere gli occhi, riaprirli e trovarsi lì dove si vuole essere, d'incanto.

È successo a me: di desiderare che i risultati arrivassero senza sforzo, rapidamente, da oggi a domani, per placare la paura di non farcela. Succede a molte persone che lavorano in proprio e con cui ho parlato di questa cosa negli ultimi anni. Ho paura di non farcela, ho paura che non funzioni, ho paura di non avere clienti, ho paura di non avere più clienti.

Anch'io. E ogni volta che mi succede tengo a mente la nuda, noiosa, faticosa banalità di quello che per noi ha funzionato – non sempre, non automaticamente e non ogni caso: ma spesso a sufficienza e sempre senza controindicazioni – per aprirci e iniziare a percorrere la strada che vogliamo percorrere: tempo, pratica, allenamento, costanza. Se uno ha bisogno a tutti i costi una formula magica da trasformare in pozione: eccola qui. Se non sembra immediata e seducente a sufficienza: è perché non lo è. 
Questa settimana. Sto guardando Wild Wild Country e The Americans, giocando a The Witcher 3: Wild Hunt, guardando le foto che Maša Ivašincova ha scattato in Unione Sovietica. Non possiamo escludere con certezza che ci sulla Terra ci siano state altre civiltà prima della nostra, la noia bellissima di essere adulti, perché dormiamo?

Abbiamo fatto. Una diretta Facebook con Simona Sciancalepore e parlato di copywriting e copywriters, su Guido c'è una raccolta su MailChimp e come mandare le email giuste alle persone giuste curata da me. Enrica risponde: come faccio a fare esperienza se non ho esperienza? 
Guido è la mia libreria di risorse per imparare il marketing online al tuo ritmo.
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