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VETRO

Numero 7 del 20/05/2018

I Villaggi Elettrici


I villaggi elettrici. Disabitati, isolati e silenziosi, i villaggi Enel abbandonati hanno come unica colonna sonora il ronzio elettrico persistente e invasivo: una specie di acufene esteso che riempie gli edifici vuoti e il cielo grigio. 

È come un sussurro, o un'eco permanente di una presenza ormai invisibile che si mescola al sottofondo naturale di vento, foglie, uccelli.

L'abbiamo sentito (ma c'era davvero: non abbiamo problemi di udito) anche nell'ultimo villaggio Enel visitato, anzi tre villaggi, nel Flumendosa, che trovate nella nostra nuova scheda, l'Opera da Tre Salti.

Ma siccome abbiamo deciso di dare a questo numero di VETRO il tema dell'Elettricità, recuperiamo anche gli altri villaggi elettrici di cui abbiamo parlato in passato. Ovvero:



Villaggio Enel Taloro.
Uno dei piccoli agglomerati sorti intorno ai templi della Luce, ovvero le centrali idroelettriche collegate alle dighe sarde. Qua c'era la scuola, il cinema la chiesa, le abitazioni che ospitavano i tecnici e le loro famiglie. Oggi ci sono contenitori vuoti, restano le scritte sui muri e qualche giornale d'epoca. E il ronzio.


Santa Chiara del Tirso. Il villaggio che ospitava i dipendenti della Società Elettrica Sarda, proprio sopra la vecchia diga dell'Omodeo. Una trentina di edifici, anche qui un cinema e una chiesa, ma niente ronzio se non quello di api e vespe. Recentemente si è parlato delle necessità di un recupero. 


Villaggio Enel Coghinas
. Uno dei più grandi e senza dubbio quello con il panorama più bello. Si trova sul lago del Coghinas, nostro personale Regno dell'Abbandono, ed è stato prima abbandonato, poi recuperato, poi di nuovo abbandonato. Il ronzio però era un privilegio del capocentrale, che abitava proprio di fronte alla diga, a circa un chilometro dal villaggio. 


Colonia Enel di Bau Muggeris. Ci spostiamo sulle rive del lago dell'Alto Flumendosa, nella colonia Enel di Bau Muggeris, dove alloggiavano i figli degli operai della vicina diga omonima e dell’annessa centrale Enel. Oggi restano le capre, scale che non portano da nessuna parte e altri misteri architettonici ormai irrisolvibili. 


Centrale elettrica Santa Caterina. La monumentale centrale elettrica a due passi da Sant'Antioco è uno siti più importanti di archeologia industriale della Sardegna. Qui si produceva energia elettrica con il vapore. Attiva dal 1938 al 1965, durante la seconda guerra mondiale forniva energia anche alla città di Cagliari. Noi ci siamo entrati. 


Il villino. E infine torniamo sul Coghinas, per chiudere con uno dei luoghi che più ci hanno colpito in questi anni di esplorazioni. Proprio di fronte alla casa del capo centrale della diga del Coghinas c'era infatti una sorta di chalet in legno costruito negli anni '20 del Novecento, un posto molto grazioso con un bel panorama (sulla diga) come si può vedere dalla foto.

Dopo 80 anni siamo andati a cercarlo e, con un po' di fatica, facendoci strada tra l'intricatissima vegetazione, l'abbiamo trovato. Non solo: qualche tempo dopo la pubblicazione sul sito ci ha contattato un anziano signore che da bambino ha vissuto là, dicendosi sorpreso di vedere il villino ancora in piedi. Qui la storia e le foto.


Per oggi è tutto. Alla prossima. 

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Vetro n.7 - 20/05/2018 - Sardegna Abbandonata

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