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Ideaitalia 2018/20
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Notizie e comunicazioni dall’Alleanza Evangelica Italiana
Nuova serie, Anno II · n° 20 · 26 giugno 2018


“Fui straniero e mi accoglieste”

Celebrata la Domenica del Rifugiato
 
Roma (AEI), 25 giugno 2018 – Diverse chiese evangeliche italiane hanno colto l’occasione della Domenica del Rifugiato, indetta dall’Alleanza Evangelica Europea, in concomitanza con una giornata di sensibilizzazione dell’ONU, per pregare e riflettere sulle responsabilità cristiane nei confronti del tema dell’accoglienza. In Abruzzo, rappresentanti di 7 chiese locali della Val Pescara si sono trovati insieme il 24 giugno. L'incontro si è tenuto presso i locali del Centro Cristiano Il Buon Samaritano con un programma ricco al fine di coinvolgere, attivamente, tutti i presenti e di confermare la comunione fraterna che già da diversi anni si va consolidando in questa regione. Lo scopo è stato quello di trascorrere un tempo di riflessione, condivisione e preghiera sul tema dello straniero e dell'accoglienza, insieme, per raccogliere le sfide e conoscere le opportunità che la Chiesa vive riguardo al tema immigrazione.
 
La predicazione della Parola è stata affidata ad Antonino Memme che, partendo dal testo di Deuteronomio 10:12-22, ha ribadito la necessità di sviluppare una teologia dell'accoglienza: “Accogliamo, perché Dio ci ha accolti”. Giacomo Ciccone ha proseguito subito dopo, leggendo il documento AEI del 2008 Immigrati e Confini responsabili ed uno stralcio da un altro importante documento AEI del 2017 Riformare l'Europa, ma come?  per far conoscere ciò che l'Alleanza da anni svolge per sensibilizzare una coscienza evangelica su un tema così sfidante. Avvalendosi del materiale anche fornito dall'AEE, c'è stata la visione del cortometraggio The Peace Between al quale ha fatto seguito una profonda discussione in gruppi. Pietro Evangelista  ha condiviso la sua personale testimonianza sul ministrare tra i migranti avendo alle spalle esperienze profonde di amicizia e collaborazione con credenti stranieri in Italia. Bridget Epiph, originaria della Nigeria, ha testimoniato, in italiano, della sua integrazione nel nostro Paese dove si è costruita una famiglia e si è pienamente inserita nella chiesa locale. Mosé Ciccone e il fratello Jesus, sudamericano di origine, hanno condiviso l'uno, la sfida che la chiesa deve affrontare nell'accoglienza che comprende sempre il rinunciare a qualcosa, e l'altro che non deve esistere la differenza tra il Rifugiato e il Migrante Economico perché Dio non fa queste distinzioni nella Sua Parola. Mario Fanelli, responsabile per 30 anni di un patronato/caf, ha spiegato le difficoltà burocratiche che gli stranieri incontrano in Italia, ricordando che, come credenti, siamo chiamati a far conoscere le leggi a coloro che sono ignari dei propri diritti e doveri. L'intervento di Joshua Evangelista (Compassion) sullo sfruttamento del lavoro  minorile in Ghana, ha indicato come si possano eseguire azioni concrete là nei paesi di origine per evitare di dover fuggire dalla propria nazione. Dopo un tempo di preghiera per i leader, la comunità e gli sfollati, l'incontro si è concluso con un pasto solidale (riso e fagioli) per ricordare che sono tanti nel mondo coloro che soffrono per la mancanza di cibo e che dobbiamo essere grati a Dio per quello che ci provvede ogni giorno.
 
A Roma, ad esempio in una chiesa del centro, la Domenica del Rifugiato è stata introdotta da Valeria Marzano che, sulla base di una mappa elaborata dall’Alleanza Evangelica Mondiale, ha ricordato come le persone in movimento a causa di guerra o situazioni di conflitto siano 65 milioni e che tra i primi dieci Paesi che accolgono i rifugiati solo uno è europeo (la Germania). Si è pregato per le opportunità e le sfide alla testimonianza dell’evangelo che questo fenomeno comporta ed anche per le varie attività di sostegno ai profughi in cui le chiese italiane sono coinvolte. 
 
La Domenica del Rifugiato e la necessità della chiesa di coltivare nel proprio calendario riflessione e preghiera in tema di migrazioni ed accoglienza sono una risposta alla Parola di Dio: così come la festa della Capanne ricordava al popolo d'Israele l'aver dovuto peregrinare in Egitto e nel deserto (Lev. 23,42-43) proprio in virtù di suscitare responsabilità verso gli stranieri (Es. 23,9), allo stesso modo celebrare questo appuntamento stimola il popolo di Dio ad un atteggiamento responsabile verso i migranti nel contesto contemporaneo. (CF)
 
 
Rise-up Now: per un risveglio in Europa e nel Mediterraneo
L’intervento del presidente AEI
 
Roma (AEI), 22 giugno 2018 – Lo scorso 16 giugno il presidente AEI ha partecipato a Rise-Up Now, una conferenza giunta alla sua quarta edizione e tenuta a Roma, che ha come obbiettivo quello di pregare per un risveglio in Europa e nel Mediterraneo, e dove partecipano numerosi egiziani, siriani, e nord africani convertiti risiedenti nei propri paesi o in Europa. Circa 400 i partecipanti. Tra i relatori italiani Paul Schafer (Cristo è la Risposta) ha dato informazioni sulla popolazione evangelica in Italia evidenziando anche l’ostilità dell’istituzione cattolica a raggiungere una legge sulla Libertà religiosa. Samuele Pellerito, presidente delle chiese Elim, ha incoraggiato i presenti a pregare assieme per il risveglio, mentre Roselen Faccio, leader del movimento Sabaoth, ha fornito la sua esperienza della missione in Italia evidenziandone alcuni principi spirituali.
 
Il presidente AEI Ciccone, nel suo intervento ha portato una meditazione sulla preghiera e la spiritualità partendo da Nehemia 9:2-3. La preghiera suscitata dallo Spirito Santo e che sale al cospetto di Dio ha tre caratteristiche imprescindibili. Prima di tutto per pregare dobbiamo essere passati per nuova nascita e conversione. Pregare con altri che non si sono arresi pienamente a Cristo, o indistintamente con altri cristiani o ebrei o musulmani che non hanno riconosciuto Gesù Cristo come Signore e Salvatore, è un grave errore perché corrisponde a presentarsi davanti al cospetto di Dio da noi stessi. In seconda analisi la preghiera deve essere alimentata da una relazione organica e centrale con la Parola di Dio: una spiritualità che si discosta dalle Verità del Vangelo è falsa. Infine la preghiera deve essere accompagnata da responsabilità ed azione coerenti con quanto si prega. Pregare ad esempio con persone non nate di nuovo, denota una fuga dalla nostra responsabilità per la testimonianza. Alla conclusione della serata si è pregato specificamente per l'Italia e affinché possa sorgere una legge che accordi libertà religiosa nel nostro paese. (GC)
 
 
Per un’analisi evangelica del cattolicesimo romano
Successo del Rome Scholars Network
 
Roma (AEI), 25 giugno 2018 – Dal 19 al 22 giugno si è tenuta la terza edizione del Rome Scholars Network, una settimana intensiva di formazione all’analisi evangelica del cattolicesimo romano. Presso l’Istituto di Cultura Evangelica e Documentazione di Roma, ventisette studiosi e leaders evangelici da molti Paesi del mondo (Italia, Francia, Portogallo, Spagna, Austria, Slovenia, Repubblica Ceca, Polonia, Svezia, Australia, USA) hanno animato questa quattro giorni di seminari, relazioni e dibattiti, con momenti dedicati specificamente a partecipanti del primo anno e del secondo/terzo anno e momenti congiunti.
 
I temi affrontati hanno cercato di  mettere a fuoco una teologia evangelica del cattolicesimo in grado di rendere conto della natura sistemica della visione del mondo cattolica. Le assi del rapporto natura-grazia e della relazione tra Cristo e la chiesa hanno fornito la cornice entro la quale sono stati poi approfonditi temi storici, dottrinali, devozionali e culturali del cattolicesimo romano. Nell’ambito del RSN una sessione è stata dedicata al dialogo con un teologo cattolico dell’Angelicum che ha confermato la plausibilità dell’analisi del cattolicesimo come sistema integrato. Nell’ambito del RSN, si è tenuta anche una conferenza pubblica con il prof. Gregg Allison su “Una finestra teologica sullo Spirito Santo”.
 
In contemporanea col RSN si è tenuta la visita di Papa Francesco al Consiglio Ecumenico delle Chiese a Ginevra. I suoi discorsi sono stati oggetto di analisi per un esercizio di discernimento evangelico. Al di là di un linguaggio apparentemente amichevole ed ecumenico, ciò che ha colpito è stata la violenza con cui il papa, nel corso dell’intervista sul volo di ritorno, si è scagliato contro il “proselitismo”. “Bisogna togliere la parola proselitismo dal vocabolario: o si è ecumenici o si fanno proseliti”, ha detto Francesco. E’ stata sottolineata la crescente stigmatizzazione del “proselitismo” da parte dell’ecumenismo ufficiale ed il tentativo di trasformarlo in una caricatura di quello che invece è al cuore della testimonianza evangelica: la passione per l’annuncio dell’evangelo in vista di conversioni a Gesù Cristo. (CK)
 
 
Conosciamo le Dichiarazioni evangeliche II (16)
In questa rubrica presentiamo una scheda su ciascun documento contenuto nel volume Dichiarazioni evangeliche II. Il movimento evangelicale 1997-2017, a cura di Pietro Bolognesi, Bologna, EDB 2017.
 
Ciascuna scheda descrive i principali contenuti delle singole dichiarazioni, nella consapevolezza che esse esprimono una varietà di sensibilità evangeliche su cui vi possono essere valutazioni diverse (ndr)
 
Dichiarazione di Manhattan (2009)
Una chiamata alla coscienza cristiana
 
Roma (AEI), 23 giugno 2018 –  La difesa della vita prenatale, in stati di vulnerabilità e in via di spegnimento, così come del matrimonio eterosessuale e della libertà di dissentire pubblicamente dal pensiero “politicamente corretto” sono al centro di questa Dichiarazione sottoscritta da esponenti di chiese ed istituzioni culturali USA provenienti da ambiti evangelici, cattolici ed ortodossi. Sempre più spesso, il confronto della cultura cristiana di orientamento conservatore col pensiero secolarizzato si accende sui temi etici per sfociare sul diritto per tutti di stare sulla pubblica piazza con le proprie idee, anche quelle che confliggono con la maggioranza.
 
La Dichiarazione contiene dei capitoli densi sulla vita, il matrimonio e la libertà religiosa e li argomenta in modo ampio e profondo. Il presupposto del discorso è che tutti i firmatari condividono la medesima cornice cristiana di fondo. Punto che alcuni nel mondo evangelico (come R.C. Sproul, ad esempio) hanno criticato per dare per scontato quello che invece deve essere dimostrato: e cioè che esista un consenso cristiano trasversale così profondo da permettere di parlare ad una voce su questi temi.
 
La Dichiarazione di Manhattan è figlia di quel dialogo informale ma influente che nel 1994 portò alla stesura del documento Evangelici e cattolici insieme che confuse la convergenza morale su alcuni temi con l’esistenza di una “missione comune” in senso cristiano. Questa ambiguità continua ad essere presente nell’evangelicalismo nordamericano. (LDC)

 

A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
Tel. redazione: (+39) 333 8558174
e-mail: ufficio.stampa@alleanzaevangelica.org
www.alleanzaevangelica.org
Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.

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