Lettera mensile Bilanci di Giustizia

Care bilanciste e cari bilancisti,
il bel logo che è diventato l’emblema della realtà un po’ magmatica, dai confini permeabili, che abbiamo costruito insieme in – ormai – tanti anni e che prende il nome di Bilanci di Giustizia, oltre al matitone rosso e blu che diventa l’asse terrestre e al nostro nome in grande ha anche una scritta in piccolo, che a volte non si riesce nemmeno più a leggere: “Beati i costruttori di pace”.
È bene ogni tanto fare memoria delle proprie radici per guardare avanti. L’idea che quando capiamo di essere parte di un’economia che uccide dobbiamo fare qualcosa per cambiarla a partire da noi stessi, dal nostro modo di vivere, viene da lì, da quel movimento di “beati” un po' visionari che a cavallo fra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso (fa impressione scriverlo!) fece della ricerca della pace e della lotta nonviolenta per conseguirla la propria bandiera. Non ci può essere pace se non c’è giustizia e anche chi ha solo attraversato la nostra esperienza sa quanto abbiamo lavorato per declinare pratiche di giustizia nelle dimensioni ecologica, sociale ed economica. Anche l’incontro annuale 2020 che stiamo progettando, e di cui parleremo nella prossima assemblea, è sotto il segno di come declinare la giustizia nelle scelte da compiere dopo la pandemia, perché non si ritorni al “business as usual” che ne è la causa remota. E tuttavia non ci può essere nemmeno giustizia se non c’è pace, perché un vivere giusto non si impone, può solo essere scelto e progettato insieme.

C’è un tema che unisce fortemente il desiderio di una società in pace e di un’economia giusta: quello del contrasto alla produzione e al commercio delle armi. Fabbricare e vendere armi è un lucroso affare e le spese per armamenti sottraggono risorse a quelle sociali e sanitarie non solo nei paesi poveri, ma anche da noi, come denuncia don Fabio Corazzina nel suo video. La “terza guerra mondiale a pezzi” che Papa Francesco smaschera è resa possibile e spesso fomentata proprio da questo turpe commercio, che come ogni attività economica attinge risorse dal mondo bancario e finanziario. Da qui, a causa della presenza tra i soci di Etica sgr di banche “armate”, nasce l’apertura di un’interlocuzione chiarificatrice con Banca Etica, decisa nello scorso incontro annuale, dei cui sviluppi diamo conto nella lettera.
Non vi sfugga l’importante elemento di novità dall’assemblea del 18 aprile: stiamo avendo un ricambio generazionale che porta idee ed energie fresche alla nostra esperienza (a partire dal sito: avete visto com’è bello e funzionale? …e non è ancora finito, ci stanno lavorando…)
A proposito di radici, è stato finalmente ufficialmente pubblicato lo studio su BdG frutto della ricerc-azione partecipata da bilanciste e bilancisti, dalla quale abbiamo tratto il documento politico approvato nell’IA del 2018 a Calambrone. In una prossima lettera ad hoc lo metteremo a disposizione.
Buona lettura.

Fausto Piazza

Durante l'incontro annuale di Prato (29 agosto - 1 settembre 2019) ci siamo confrontati su diversi temi, tra cui la questione relativa alla compagine sociale di Etica Sgr, società che gestisce fondi di investimento controllata da Banca Etica, che vede tra i suoi soci, oltre a Banca Etica, altre banche di cui tre su quattro fanno parte delle cosiddette "banche armate" (si veda a questo proposito la campagna “Banche armate” e le tabelle incluse nella relazione al Senato sulle “Operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”).

Alle banche socie Etica Sgr distribuisce utili (3,3 ML di Euro nel 2018), per cui il risparmiatore etico che decide di investire nei fondi gestiti da Etica Sgr per non finanziare l'esportazione di armi, si trova a finanziare le banche cosiddette "armate" attraverso la distribuzione degli utili, in aperto contrasto con i valori ed il manifesto della finanza etica.

Nelle conclusioni dell'incontro di Prato abbiamo deciso di sostenere la richiesta a Banca Etica di risolvere questa contraddizione, ed invitare i Bilancisti soci di Banca Etica ad attivarsi per sostenere questa richiesta all’interno della banca attraverso queste azioni:
    • sostenendo la richiesta pubblicata sul forum per la partecipazione di Banca Etica (vedi a questo link: http://partecipazione.bancaetica.it/it/forum/1/topic/882, per pubblicare sul forum occorre registrarsi con il codice socio NDG);
    • scrivendo al coordinatore del proprio GIT di Banca Etica per chiedere chiarimenti rispetto alla partecipazione delle banche cosiddette “armate” alla compagine sociale di Etica Sgr;
    • tramite altre azioni di richiesta o sensibilizzazione all’interno della banca (ad esempio attraverso una mozione da portare in assemblea) o verso Etica Sgr.

Andrea Saroldi

ATTENZIONE ATTENZIONE!!!!

Con Antonella T. hanno sviluppato una proposta per invitare i giovani ad avvicinarsi a BdG, prospettando loro le pratiche a noi usuali. In particolare, in occasione dell'I.A. si impegnano a dare maggiore attenzione ai nuovi partecipanti, predisponendo momenti di accoglienza e spiegazione, ma anche cercando di mantenere l'aggancio con loro durante il resto dell’anno con la creazione di gruppi locali. E' necessario promuovere l'incontro facendo pubblicità, per raggiungere sia realtà di cui siamo già parte, ma anche realtà che non conosciamo, ad esempio tramite il canale dei relatori. Per la pubblicità si è pensato ad una pagina Instagram che gestiranno Sara e Cristina.
Chiedono collaborazione ai bilancisti, con l'invio di articoli, storie, esperienze.

La proposta di apertura di Cristina e Sara è in linea con l'esigenza comunemente espressa di uscire dall'autoreferenzialità e di confrontarci con altri, e la arricchisce perché ci consente di aprire un dialogo in termini intergenerazionali, andando anche oltre l'intento stesso."