LA BONIFICA CHE VERRÀ:
TRE DOMANDE A FRANCESCO CAZZARO,
IL NUOVO PRESIDENTE DI ANBI VENETO
Presidente, quali saranno le sfide principali che la bonifica si troverà ad affrontare nei prossimi anni?
I Consorzi di Bonifica dovranno sempre più far fronte alle sfinde ingenerate dai mutamenti climatici, sfide che ormai devono essere affrontate con programmazione e investimenti continui in opere e manutenzione, non si può più ragionare solo con l'approccio emergenziale. Ci troviamo infatti sempre più a dover affrontare lunghi periodi siccitosi che richiedono una gestione sempre più attenta della risorsa idrica nelle campagne per non compromettere la qualità della produzione agricola. L’altra faccia della medaglia è costituita da violenti temporali che riversano sui centri abitati enormi quantità d’acqua in breve tempo mettendo sotto stress la rete idraulica e causando allagamenti. Chiaramente la forte urbanizzazione che ha caratterizzato la nostra regione in questi ultimi decenni complica lo scenario visto che si è ridotta la superficie del suolo con capacità di assorbimento.
Irrigazione e sicurezza idraulica rappresentano i due principali ambiti di operatività dei Consorzi, quanto conterà nei prossimi anni l’aspetto ambientale?
Sono convinto che nei prossimi anni gli aspetti legati alla tutela dell’ambiente e del paesaggio diventeranno sempre più importanti. La gestione dei corsi d’acqua si collega ad aspetti fondamentali come la salvaguardia delle risorgive e le attività di ricarica delle falde acquifere, ma penso anche alla realizzazione di bacini di fitodepurazione che spesso hanno anche valenza di bacini anti-allagamento per preservare i centri abitati e al contempo fungono da oasi naturalistiche fondamentali per la biodiversità. Altri aspetti che verranno ulteriormente sviluppati sono la produzione di energia idroelettrica nei comprensori pedemontani e, nei consorzi costieri, il contrasto alla risalita del cuneo salino. I Consorzi di Bonifica saranno, insomma, sempre più custodi del territorio, ricordiamoci del resto che il Veneto è una regione fragile e che il suo paesaggio attuale è frutto di un plurisecolare lavoro di regimentazione delle acque.
Nel suo discorso d’insediamento ha fatto molto riferimento all’importanza della collaborazione tra consorzi, associazioni agricole ed enti di rappresentanza e portatori di interessi.
I Consorzi di Bonifica hanno al proprio interno ottime professionalità: 1.400 dipendenti per 11 Consorzi, a cui si aggiungono gli stagionali, che svolgono il proprio lavoro con senso di responsabilità e orgoglio, consapevoli dell'importanza che ha per qusto territorio meraviglioso. Ma tra i motivi per cui la bonifica veneta ha raggiunto punte di eccellenza a livello nazionale vi è anche la capacità di fare squadra, operando in stretto contatto con la Regione del Veneto - a partire dall’assessorato all’Agricoltura -, le organizzazioni agricole, i comuni, le due autorità di Bacino fino alle Università. Le sfide che ci troviamo a dover affrontare impongo infatti ai consorzi di ragionare sempre più in un’ottica di sistema, con un’attenzione che vada anche oltre i confini del proprio comprensorio. Dobbiamo proseguire in un percorso di apertura verso l’esterno, ampliando anche le occasioni di confronto con la società civile visto che i cittadini sono i destinatari ultimi del nostro lavoro. È una linea sulla quale insiste molto anche l’Anbi nazionale con la quale i Consorzi Veneti hanno sempre lavorato in coordinamento e con la quale continueremo a confrontarci con spirito collaborativo.
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