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#archiviaperti n.12 | Umbria e Marche

La nuova newsletter della Direzione generale Archivi è un viaggio alla scoperta degli Istituti archivistici dell'Umbria e delle Marche: buona lettura!

Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Umbria

Pianta della città di Orvieto di Francesco Tiroli, 1768

La sede e la storia

La Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria, dal 2016, ha sede nel rione medievale di Porta Sant’Angelo nel centro storico di Perugia all’interno di un complesso demaniale costituito dal Monastero di Santa Caterina e da altri edifici occupati fino al 1964 dalla “Ex SAFFA” (Società Anonima Fabbriche Riunite di Fiammiferi di Milano) e, alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, acquisiti dal Ministero dei Beni Culturali. L’istituto svolge funzioni di tutela e valorizzazione dei beni archivistici e librari degli enti pubblici non statali e degli archivi e biblioteche di natura privata dichiarati di interesse storico particolarmente importante.

A seguito dell’Intesa stipulata tra Mibact e Conferenza episcopale italiana collabora con le istituzioni ecclesiastiche per la tutela e la salvaguardia degli archivi e delle biblioteche dagli stessi detenuti.  >> La Soprintendenza - cosa facciamo

Attività in evidenza

Progetto per la digitalizzazione degli Statuti comunali umbri”. Uno dei più importanti progetti di tutela e valorizzazione che ha elaborato e sta realizzando la Soprintendenza che vedrà nel corso del 2020 il coinvolgimento dell'Archivio storico del Senato della Repubblica, dell'Archivio di Stato di Roma, della Biblioteca nazionale centrale di Firenze e di altri importanti Istituti italiani.
>> Per saperne di più

Durante il periodo di emergenza sanitaria, l'Istituto  ha partecipato alla campagna promossa dal Mibact #iorestoacasa con la rubrica  >> Le storie nella storia

Ormai da anni la Soprintendenza porta avanti con impegno costante l’implementazione del Sistema Informativo Unificato delle Soprintendenze Archivistiche – SIUSA - che costituisce un punto di accesso primario per ricerche ad ampio raggio del patrimonio archivistico pubblico e privato, conservato al di fuori degli Archivi di Stato.
>> SIUSA - Gli archivi dell'Umbria

Inoltre, in SIUSA - Gli archivi dell'Umbria – Inventari è possibile consultare circa 380 inventari redatti in word e in Sesamo, alcuni dei quali già pubblicati a stampa.

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Archivio di Stato di Perugia

Archivio di Stato di Perugia, ex Convento di San Domenico

La sede e la storia

L'Archivio di Stato di Perugia conserva un ampio patrimonio documentario, testimonianza di oltre mille anni di storia, a partire dal X secolo fino ai nostri giorni. Imprescindibile fonte per la ricerca storica sulle vicende politiche, sociali, economiche, culturali e artistiche di Perugia e dell'Umbria, questo prezioso complesso di archivi è oggetto di ricerca e di pubblicazioni da parte di storici e di appassionati di memoria storica. Il patrimonio documentario riflette la funzione che la città di Perugia ha svolto quale capoluogo amministrativo della regione fino al 1927, quando fu istituita la provincia di Terni. Al contempo l'articolazione dell'Istituto sul territorio provinciale, attraverso le quattro sezioni di Archivio di Stato di  Assisi, Foligno, Gubbio e Spoleto, rappresenta una forma di adattamento al policentrismo che ha caratterizzato il territorio di questa regione e di rispetto del ruolo che questi centri urbani hanno svolto nel corso della storia.

>> L'Istituto

>> Il Patrimonio

>> La scuola di archivistica paleografia e diplomatica

Sezione di Assisi

Sezione di Assisi

La Sezione di Archivio di Stato di Assisi, istituita con D.M. 14 gennaio 1984,  ha sede presso un edificio di proprietà demaniale in pieno centro cittadino a poche decine di metri dal palazzo comunale e dalla basilica di S. Chiara, lungo Corso Mazzini. Nei locali sistemati su due piani si trovano oltre ai depositi e agli uffici, una  sala di studio, una biblioteca e una piccola aula didattica.

>> La Sezione di Assisi

Sezione di Foligno

Il Chiostro di Palazzo Deli, sede della Sezione di Foligno

La Sezione di Archivio di Stato di Foligno venne istituita, come Sottosezione di Archivio di Stato, con D.M. 22 gennaio 1957. Attivata la Sezione nel 1963, l'amministrazione comunale, offrì in uso, in prossimità della locale biblioteca, gli ambienti necessari a ospitarla all'interno della prestigiosa residenza dei Trinci, signori di Foligno, finchè nel 1997, l'Istituto si è trasferito nella sede attuale di palazzo Deli.

>> La Sezione di Foligno

Sezione di Gubbio

Sezione di Gubbio

La Sezione di Archivio di Stato di Gubbio venne istituita, come Sottosezione di Archivio di Stato, con D.M. 25 giugno 1957, su richiesta del Comune di Gubbio. In seguito al D.P.R. 30 settembre 1963, n.1409, che stabilì l'abolizione delle Sottosezioni e l'istituzione di 40 Sezioni di Archivio di Stato, con D.M. 31 marzo 1965, la Sottosezione di Gubbio veniva trasformata in Sezione dell'Archivio di Stato di Perugia.    

 La Sezione di Archivio di Stato  di Gubbio  ha sede presso  il complesso conventuale dei padri Minori di S. Francesco.

>> La Sezione di Gubbio

Sezione di Spoleto

Sezione di Spoleto

La Sezione di Archivio di Stato di Spoleto venne istituita, come Sottosezione di Archivio di Stato, con D.M. 7 gennaio 1950. La prima sede della Sezione fu realizzata nel seicentesco palazzo Mauri ma alla  fine degli anni Ottanta, cominciò a porsi in maniera concreta, anche per le aumentate necessità di spazio, il problema di trasferire la Sezione in una sede più ampia. Essa fu individuata, anche con l’ausilio del Comune di Spoleto, nel complesso dell’antico ospedale di S. Matteo dove l'Istituto risiede dal 1991.

>> La Sezione di Spoleto

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Archivio di Stato di Terni

L'Archivio di Stato di Terni

La sede e la storia

L'Archivio di Stato di Terni, nato nel 1957 come Sezione, diventa Archivio di Stato nel 1963, quale organo periferico del Ministero dell'Interno. Dal 1957, per quasi un ventennio, ha occupato il primo piano del palazzo del Governo, poi nel 1973 si è trasferito nell'ala novecentesca dell'antica residenza nobiliare dei Conti Mazzancolli, fatta costruire a metà del XV secolo. L'edificio, avendo avuto nei secoli molteplici destinazioni d'uso e restauri mirati, presenta stratificazioni, peculiarità ed elementi di epoche diverse. Il palazzo è diventato demanio dello Stato dopo la seconda guerra mondiale; dal 2002 è imponente sede dell'Archivio di Stato.

L'Archivio di Stato, per ruolo istituzionale, conserva in primis le carte degli uffici statali: di notevole interesse i documenti giudiziari preunitari del Governatore e Vicario, nonchè del Podestà dal sec. XV al XIX sec., per arrivare agli atti del Tribunale, Questura, Pretura, di epoca contemporanea. Numerose ricerche, a carattere socio-economico, si effettuano sulle preziose fonti notarili, di cui è conservata la completa sedimentazione distrettuale dal XIV sec. al XIX.

Il cortile
In archivio è stato depositato il consistente complesso documentario del Comune di Terni, che consente la ricostruzione della storia cittadina, dal basso medioevo al '900. Alla fine dell' ottocento la città di Terni cambia volto, da zona prevalentemente agricola, diventa un nucleo industriale importante a livello nazionale; si conservano pertanto significativi documenti di attività di imprese. Di frequente consultazione sono le mappe del Catasto gregoriano, inerenti i distretti provinciali e il successivo Catasto terreni e fabbricati. L'Archivio conserva per donazione, o acquisto, numerosi archivi privati di famiglie o persone, che hanno segnato anche la storia nazionale, quali ad esempio, l'architetto Bazzani e l'eroe, nonchè studioso, Elia Rossi Passavanti.

>> Il Patrimonio

La sala studio

Attività in evidenza

L'Istituto, organizza durante l'arco dell'anno, giornate di studio, convegni in collaborazione con diversi atenei, istituti culturali e associazioni oltre a varie mostre documentarie, per divulgare la cultura nelle sue varie sfaccettature, attraverso testimonianze di attività artistiche, musicali, economiche e commerciali. Partecipa, inoltre, agli appuntamenti culturali fissati dal Ministero ogni anno, cercando sempre di realizzare progetti inediti. E' molto attiva nella struttura l'attività di formazione con tutti gli istituti scolastici, di ogni ordine e grado. Annualmente vengono proposti sul portale della Direzione Educazione e Ricerca Mibact, progetti educativi che si intendono espletare durante l'anno scolastico corrente.

L'Istituto, durante la chiusura per l' emergenza Covid 19, ha aderito alle numerose campagne di comunicazione promosse dal Mibact con pubblicazioni di video e documenti sulla pagina Facebook istituzionale.

Sezione di Orvieto

Palazzo Faina, sede della Sezione di Orvieto

La sezione di Archivio di Stato di Orvieto nasce nel 1963. L'Istituto, che dal 1985 ha sede a Palazzo Faina, struttura che si affaccia sulla piazza del Duomo, gioiello dell'architettura gotica italiana, tutela conserva e valorizza documenti molto antichi. Il complesso documentario più rilevante è l'Archivio storico del Comune. Di particolare interesse sono gli Statuti, che dal XIV sec. arrivano al XVII sec., attestanti l'organizzazione della città. Molto studiati sono gli Statuti delle Arti (1370-1596), per capire il sistema delle Corporazioni. Non possiamo non ricordare i Catasti comunali che partono dal 1292 e danno un quadro delle proprietà cittadine fino al XVI sec. Ricco infine, il fondo diplomatico comunale, dove emerge un atto di transazione del 1088. Tale documentazione non può che stimolare attività formative con le scuole ed eventi culturali con il mondo degli storici.

>> La Sezione di Orvieto

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Soprintendenza archivistica e bibliografica delle Marche

La sede e la storia

La Soprintendenza archivistica e bibliografica delle Marche, con sede ad Ancona, è di recente istituzione; infatti risale allo scorso 5 febbraio 2020 con l’entrata in vigore del regolamento di organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (DPCM 2 dicembre 2019). In precedenza aveva competenza sulle regioni Marche e Umbria. La  sede dell'Istituto è in Via Maggini n. 80, dove risiede anche l’Archivio di Stato di Ancona.

La Soprintendenza archivistica e bibliografica delle Marche provvede alla tutela e alla vigilanza sul patrimonio archivistico e librario regionale marchigiano, conservato presso enti pubblici e soggetti privati che costituisce fonte primaria per la conoscenza storica e la ricerca dal Medio Evo all'età contemporanea in ambiti di studio diversi.

>> La Soprintendenza

Attività in evidenza

Le ordinarie attività, che interessano un territorio ricchissimo e variegato dal punto di vista anche socio-antropologico, nonché geografico, si alternano alla gestione di emergenze che purtroppo hanno interessato la regione, come il sisma del 2016, che ha visto gli archivisti operativi

in prima linea per il recupero degli archivi presenti nelle zone colpite. Attività tuttora in corso.

Molte le iniziative di valorizzazione svolte, nel tempo, dall'Istituto tra queste: l’esposizione temporanea “La musica segreta. Incontro con le ricchezze musicali marchigiane” e quella virtuale on-line Tracce di gusto. Fonti per una possibile ricerca sulla storia dell’alimentazione delle Marche, secc. XIII-XXI

Molte anche le pubblicazioni curate dalla Soprintendenza, in cui sono stati presentati i risultati di lavori di ricerca e studio originali, quali “L’architettura negli archivi: guida agli archivi di architettura nelle Marche”,  “Federico II e le Marche” catalogo della mostra documentaria itinerante, “La fabbrica delle meraviglie: il teatro delle Muse nelle carte d’archivio” . Inoltre, sono all’attivo collaborazioni con riviste, quali «Le Cento Città» che promuove la cultura marchigiana in Italia e all’estero.

>> Le pubblicazioni edite dalla Soprintendenza Marche

Ormai da anni la Soprintendenza porta avanti con impegno costante l’implementazione del Sistema Informativo Unificato delle Soprintendenze Archivistiche – SIUSA – che costituisce un punto di accesso primario per ricerche ad ampio raggio del patrimonio archivistico pubblico e privato, conservato al di fuori degli Archivi di Stato. >> SIUSA - Gli archivi delle Marche.

 

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Archivio di Stato di Ancona

Archivio notarile di Ancona, Protocolli del notaio Giovanni Francesco Brancadori Venturini

La sede e la storia

Istituito nel maggio 1941 come Sezione di Archivio di Stato sotto la competenza del Ministero dell'Interno, raccolse inizialmente i fondi già facenti parte dell'Archivio provinciale fondato nel 1919. Con il D.P.R. 30 settembre 1963 cambiò la denominazione in Archivio di Stato.  Dal 1970 ha sede in via Maggini 80.

L’Archivio di Stato di Ancona conserva, tutela e valorizza circa diciassette chilometri lineari di materiale documentario. Custodisce gli archivi prodotti dalle istituzioni politiche, amministrative e giudiziarie degli Stati preunitari e dello Stato Italiano, archivi notarili delle varie piazze della provincia di Ancona, nonché fondi pubblici e privati acquisiti a vario titolo. Tra questi ultimi particolare interesse rivestono gli archivi del Comune e della Provincia di Ancona, gli archivi privati di alcuni illustri famiglie, come i Ferretti e i Benincasa, di personaggi della vita politica della città (Oddo Marinelli, Giovanni Conti, Guido Salmoni) e di ingegneri e architetti che hanno operato sul territorio. Da segnalare inoltre l'archivio dell'Ospedale psichiatrico provinciale di Ancona.

Gli utenti possono inoltre usufruire di una ricca biblioteca interna a supporto delle ricerche documentarie.

>> La Storia
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Il patrimonio documentario

>> L’Archivio di Stato di Ancona nel Sistema Informativo degli Archivi di Stato (SIAS)

La sala studio

Attività in evidenza

L'Archivio di Stato di Ancona garantisce la consultazione del patrimonio archivistico conservato attraverso il servizio di sala di studio. Svolge progetti di riordino e inventariazione dei propri fondi, nonché interventi di digitalizzazione, che recentemente hanno riguardato: Digitalizzazione e descrizione delle mappe del Catasto della provincia di Ancona, Digitalizzazione e catalogazione di due album fotografici dell'Archivio Marinelli e Censimento, digitalizzazione e schedatura di documenti sulla Grande Guerra dagli Archivi Marinelli, Marabini e Conti.

L'istituto vanta inoltre un laboratorio di legatoria e restauro che garantisce la conservazione del patrimonio archivistico.

Nell'ambito delle attività di promozione e valorizzazione organizza cicli di conferenze e promuove pubblicazioni di studi relativi ai fondi conservati. L’Archivio ha inoltre curato varie mostre storico-documentarie: tra le iniziative più recenti  Nel luogo della Memoria. Testimonianze della Grande Guerra nei documenti dell'Archivio di Stato di Ancona e Le sigaraie della Manifattura Tabacchi di Chiaravalle, per cui è stata realizzata una guida virtuale.  

Tra le attività dell’istituto grande importanza rivestono infine i servizi educativi, rivolti agli studenti di ogni ordine e grado.

Durante la chiusura dovuta all’emergenza sanitaria l’Istituto ha aderito alla campagna #iorestoacasa promossa dal Mibact, pubblicando sul proprio sito istituzionale e sulla pagina Facebook alcuni dei documenti più significativi conservati dall’Istituto: Campagna social #iorestoacasa sul sito dell’Archivio di Stato.

L' Archivio ha inoltre partecipato all'edizione straordinaria della Biennale Arteinsieme - cultura e culture senza barriere, promossa dal Museo Tattile Statale Omero, inserendo nel proprio sito i file audio corrispondenti ai documenti presentati per la campagna #iorestoacasa.

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Archivio di Stato di Ascoli Piceno

La sede dell'Archivio di Stato di Ascoli Piceno

La sede e la storia

Istituito inizialmente come Sezione di Archivio di Stato è diventato Archivio di Stato nel 1963 ma   ha iniziato a svolgere, di fatto, la sua attività nel maggio 1962, dopo il completamento dell’attuale sede. Nel 1965 vi fu associata la Sezione di Fermo, poi soppressa nel 2007, a seguito dell’istituzione dell’Archivio di Stato di Fermo (d.m. del 28 dicembre 2007).

La sede, inaugurata nel 1961, è stata la prima in Italia appositamente realizzata per ospitare un Archivio di Stato secondo soluzioni tecnico-archivistiche innovative elaborate da Elio Lodolini, allora direttore, consistenti nell’articolazione in due edifici separati e indipendenti, collegati da un corpo intermedio, con differenti criteri edilizi, l’uno per i depositi, l’altro per uffici e servizi. I depositi, la cui capienza totale e di ca. 12.000 ml sono attualmente occupati per ca. 11.000 ml.

>> La sede

La documentazione conservata è costituita dai fondi preunitari, dal ricco fondo notarile, dall’antichissimo patrimonio, in gran parte pergamenaceo, delle corporazioni religiose soppresse, risalente al sec. XI, e dai fondi degli uffici statali, dall’Unità alla seconda metà del sec. XX.

Di rilevante importanza l’Archivio storico del Comune di Ascoli Piceno, con l’apporto di un prezioso fondo pergamenaceo e dei pregiati codici del liber iurium e del catasto trecentesco, e quello della Provincia di Ascoli Piceno, cui si aggiungono archivi di famiglie e di persona (famiglia Caucci, famiglia Sgariglia, Riccardo Gabrielli, Renato Tozzi Condivi). Da segnalare la presenza di documentazione di interesse iconografico costituita dall’archivio fotografico Cavicchioni di Ascoli Piceno, acquistato nel 2003 dal Ministero, e dall’archivio dell’architetto ascolano Vincenzo Pilotti (1872-1956), depositato dagli eredi nell’aprile 2009.

>> La Storia

I depositi

Attività in evidenza

L'Istituto, durante il periodo di emergenza sanitaria, ha proseguito le attività ordinarie ed essenziali tra cui, ricerche per corrispondenza, consulenza tecnico-scientifica ed ha partecipato alle varie campagne Mibact attraverso il sito internet istituzionale, la pagina Facebook (pubblicazione settimanale di documenti e curiosità storiche) e il profilo Instagram (pubblicazione di immagini digitalizzate e fotografie di documenti conservati).

Inoltre, il personale dell’Istituto ha svolto un intenso lavoro di digitalizzazione degli inventari cartacei di prossima pubblicazione sulla pagina SIAS dell’Archivio.
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Archivio di Stato di Fermo

Archivio di Stato di Fermo

La sede e la storia

L’Archivio di Stato di Fermo si trova nel cuore del centro storico di Fermo.

Nel 1959 fu la prima Sezione d’Archivio di Stato in Italia a essere aperta con un accordo tra l'Archivio di Stato di Ascoli Piceno e il Comune di Fermo.

A seguito dell'istituzione della Provincia di Fermo nel 2004, la Sezione fu elevata a istituto autonomo nel 2009.

Tra i fondi maggiormente significativi si segnalano una delle più consistenti raccolte di pergamene di tutte le Marche e alcuni registri tra cui l’importante Liber Iurium del comune di Fermo, il Codice 1030, l’Archivio storico comunale con i registri delle sedute dei Consigli cittadini dal XIV secolo all’Unità d’Italia e un ricco Fondo Notarile che in quattro secoli tra il 1401 e il 1870 ha raccolto migliaia di atti notarili da tutto il territorio fermano.

Significativi per la storia della città e del territorio tra età moderna e contemporanea i fondi di alcune importanti famiglie del territorio (Vinci, Gigliucci, Pascucci Righi) con documentazione eterogenea. 

>> Il Patrimonio

La sala studio

Attività in evidenza

L’Archivio di Stato di Fermo è attivo sui social con una pagina Facebook e Instagram e tra le attività promosse si segnala la recente adesione a Archivissima con la realizzazione di un podcast relativo ad alcune donne dell’importante famiglia fermana dei Gigliucci.

La didattica con le scuole del territorio è effettuata per tutte le classi di ogni ordine e grado con seminari tenuti anche per l’Università. I percorsi sono sempre personalizzati e concordati con i docenti
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Archivio di Stato di Macerata

Bolla di Sisto V con la quale istituisce a Macerata il Tribunale della Rota, a. 1589 [ASMC, Priorale di Macerata, perg. III-Z]

La sede e la storia

L’Archivio di Stato di Macerata, inizialmente istituito come Sezione di Archivio di Stato, divenne Archivio di Stato con D.P.R. 30 settembre 1963.  Iniziò la propria attività nel luglio 1941, ricevendo alcuni dei più importanti fondi archivistici maceratesi conservati presso la Biblioteca comunale Mozzi Borgetti. Il carattere peculiare dell’Istituto è quello di conservare documentazione relativa non solo alla città e alla sua provincia, ma anche a tutta o gran parte dell'attuale regione marchigiana. Per la sua natura istituzionale l’Archivio di Stato di Macerata rappresenta quindi da oltre mezzo secolo il punto di riferimento obbligato per le ricerche sulla storia dell’antica Marca di Ancona e dell’attuale provincia maceratese. L'attuale sede dell’istituto è in Corso Fratelli Cairoli n. 175.

>> L'Archivio di Stato di Macerata

Attività in evidenza

L’Archivio di Stato di Macerata ha aderito alle varie campagne social promosse dal MiBACT, per valorizzare il proprio patrimonio documentario e favorirne la fruizione online durante il periodo di chiusura al pubblico. In particolare, per la campagna #iorestoacasa è stata curata la pubblicazione con cadenza quotidiana, sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram, delle immagini dei documenti più preziosi e significativi prodotti nel territorio maceratese e conservati presso l’Istituto.

>> #iorestoacasa sul sito dell'Archivio di Stato di Macerata

Sezione di Camerino

Sezione di Camerino

Dall’Archivio di Stato di Macerata dipende la Sezione di Archivio di Stato di Camerino. Istituita nel 1967, ha iniziato la propria attività nel 1971. Conserva materiale documentario di pertinenza statale relativo a Camerino e a località della sua antica circoscrizione politico-amministrativa. Alla Sezione di Archivio di Stato di Camerino è annessa l’ex chiesa di Santa Caterina, complesso monumentale del sec. XVII.

>> La Sezione di Camerino - Patrimonio documentario
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Archivio di Stato di Pesaro-Urbino

La biblioteca della sede di Pesaro

La sede e la storia

L’Archivio di Stato di Pesaro-Urbino, è articolato in una sede principale a Pesaro e in due Sezioni a Fano e ad Urbino.

La sede di Pesaro fu istituita come Sezione di Archivio di Stato con D.M. 22 marzo 1955, entrò in funzione il successivo 2 maggio. Divenne Archivio di Stato ai sensi del D.P.R. 1409/1963. Dal 1978 ha sede in via della Neviera, in attesa di trasferirsi nel complesso monumentale di Rocca Costanza, in corso di ristrutturazione.

Tra i fondi archivistici si segnalano: una parte  dell’archivio dei duchi di Urbino  (1526-1633) ,   quello della Legazione apostolica di Urbino (1631-1808), un gruppo di fondi di uffici del Regno d’Italia (1808-1814), il fondo della Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro (1814-1860), i fondi notarili e i fondi giudiziari della città e di altre località della provincia. Prezioso è il materiale documentario delle Corporazioni religiose soppresse del distretto di Pergola. Dal dicembre 2019 è online il sito Sias dell’Archivio di Stato per la Sede di Pesaro in cui vengono progressivamente inserite le schede dei complessi archivistici conservati in Archivio di Stato. 

>> Il Patrimonio

>> SIAS - Archivio di Stato di Pesaro

Attività didattica con la scuola primaria, momento laboratoriale con le tavolette cerate

Attività in evidenza

L’Archivio di Stato di Pesaro-Urbino collabora con diverse istituzioni del territorio in progetti di ricerca e valorizzazione: la Biblioteca Oliveriana di Pesaro (Giornate europee del Patrimonio, mostre, giornate di studio e convegni come quello dedicato al pittore pesarese Pietro Tedeschi di Pesaro nel 2017); l’Istituto di storia contemporanea della provincia di Pesaro Urbino (corsi di aggiornamento per insegnanti, ad esempio La Shoah in provincia, nel 2017-2018, mostre storico-documentarie, quali quelle in occasione del Centenario della Grande Guerra); la Biblioteca Federiciana di Fano (esposizioni storico-documentarie, eventi legati alle manifestazioni del Grand Tour Cultura Marche); l’Università degli Studi di Urbino (ad esempio per il progetto Textus invisibilis).

Annualmente si organizzano percorsi di alternanza scuola lavoro cui partecipano diverse scuole del territorio con l’adesione di numerosi studenti sia di area umanistica che di area tecnica. L’Archivio accoglie inoltre  studenti universitari per tirocini e stage di approfondimento.

In occasione delle Giornate europee del Patrimonio, a Pesaro, da diversi anni, ha riscosso successo la formula del Walkscape, passeggiata cittadina alla scoperta di tratti inediti della città, grazie alla collaborazione con associazioni culturali del territorio quali Etra.entranell’arte.

Sezione di Fano

Complesso monumentale di San Pietro in Valle a Fano, presso i cui locali ha sede la Sezione di Archivio di Stato

La sede della Sezione Archivio di Stato di Fano occupa alcuni locali di un edificio monumentale appartenente all’ex monastero dei Padri dell’Oratorio di San Filippo Neri, congregazione fondata a Fano nei primi anni del 1600 da Girolamo Gabrielli, esponente di una nobile famiglia fanese.

>> La Sezione di Fano

La Sezione di Fano conserva materiale documentario di grande pregio risalente al 1173: il nucleo principale è costituito dall’archivio storico del Comune di Fano, ordinato nel 1882 da Monsignor Aurelio Zonghi che ne compilò un repertorio pubblicato a dispense nel 1888.

Di grande importanza, non solo regionale, sono i 113 Codici Malatestiani (a. 1367-1463) registri della Corte dei Malatesti,  Signori di Fano e per circa 16 anni anche di Brescia e Bergamo.  Conserva, inoltre, un ricco archivio notarile composto dai protocolli di Fano, di Mondolfo, di San Costanzo e di Cartoceto, 7 archivi di famiglie e persone e una collezione membranacea composta da 801 pergamene.

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Sezione di Urbino

La Sezione di Urbino

La Sezione di Archivio di Stato di Urbino fu istituita come Sottosezione di Archivio di Stato, con decreto ministeriale del 19 agosto 1955, trasformata poi in Sezione di Archivio di Stato con decreto ministeriale del 10 luglio 1965. L’istituto, dal 2007, ha sede in Piano Santa Lucia, nel complesso che ospita la Scuola primaria G. Pascoli di Urbino.

Nucleo fondamentale del patrimonio archivistico è il ricco Archivio notarile (1407-1923), cui si aggiungono i fondi giudiziari (a partire dal secolo XVI), il Tribunale civile e criminale di Urbino (secc. XIX-XX), il ricco archivio del Monte di Pietà di Urbino (1474-1940) e degli Istituti di assistenza e beneficenza di Urbino (secc. XVI-XX), l’archivio dei Gruppi universitari fascisti (1926-1943). Nella separata sede di via Oddi è conservato l’Archivio storico comunale, a partire dall’anno 1799, e l’Archivio dell’Asilo Lorenzo Valerio (1861-1982).

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