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Anche le idee sono giganti. 
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12 mail a tema creatività.
Dentro ognuna trovi:
una piccola riflessione
una parola curiosa
un’illustrazione.

La scorsa settimana sono andata al Giardino delle serre d'Auteuil. Da dove abito io sono circa 50 minuti in metro. Volevo utilizzare il tempo del viaggio per scrivere la didascalia di una foto da pubblicare su Instagram.

Avevo l’argomento e sapevo cosa avrei fotografato ma quando ho aperto l’app Blocco Note del telefono ho provato quel disagio che arriva spesso quando siamo di fronte a una pagina vuota e un cursore che lampeggia. Più che blocco note, blocco e basta.

 

Non aspettare l’idea perfetta:
esercitati con le idee brutte 

 

Contrariamente a come mi immaginano i miei clienti e contrariamente a quanto spero io subito dopo aver letto un brief, non sforno buone idee dalla mattina alla sera, ma trascorro parecchio tempo attraversando idee brutte.

So che per aver una manciata di buone idee ce ne vorranno prima milioni di cattive. 

Più materiale produco, più ho a disposizione varietà: più varietà c’è, più chance ho di incappare in qualcosa di buono. In sostanza, nel processo creativo, la quantità è il sentiero più prevedibile verso la qualità.

La prima “infornata” raramente è perfetta: i risultati migliori spesso arrivano dopo molti tentativi imperfetti. Così mi sono detta ”Al diavolo l’incipit perfetto” e ho scritto sul mio Blocco Note:

Sì, incipit brutti. Lasciando andare le aspettative che avevo nei confronti del risultato, mi sono rilassata e, guarda un po’, ho iniziato a scrivere.

Così sono venuti fuori una decina di incipit: uno banale, uno fuori fuoco, uno tiepido, uno tutto bene ma comunque non mi convince, uno da maestrina, uno senza mordente, uno complesso. 

I creativi hanno un sacco di idee brutte, una marea.
Generare idee brutte o che non funzionano va bene: è un atteggiamento che ci aiuta a sbloccarci. Modificando l’approccio, riduciamo la pressione che a volte si manifesta durante il processo creativo. 

 

Non aspettare l’ispirazione:
fatti trovare pronto 

 

Ho, abbiamo sempre grandi aspettative sui nostri inizi. Aspettiamo l’idea perfetta, la parola giusta per iniziare, l’ispirazione. Ma l’ispirazione non arriva quando le dai un appuntamento.

"L’ispirazione esiste, ma ci deve trovare già all’opera" diceva Pablo Picasso.

È più difficile iniziare a fare qualcosa dal nulla.

Se devo scrivere una newsletter o un post del blog, per esempio, mi aiuta molto arrivarci per piccoli passi; prendere appunti oggi, pensare domani per 5 minuti a dove voglio portare le persone con quel testo, dopodomani dedicare altri 5 minuti a un concetto chiave o alla struttura.

In questa fase non serve definire i dettagli, a quelli ci penserò durante la fase di produzione. Non devo nemmeno seguire per forza quello che ho segnato: lo scopo è entrare nel clima attivo di produzione, permettere al cervello di iniziare a ragionarci intorno, di prendere confidenza e iniziare a costruirci sopra, non trovarmi da sola quando dovrò scrivere il testo vero e proprio. 

La didascalia per quel post di Instagram è finita e la pubblicherò nei prossimi giorni: ha richiesto l’arco di tempo di una settimana e diversi incipit e finali mediocri. 

Curiosità sulla lingua

MERENDA
una cosa da meritare
 

Merenda viene dal verbo latino merere, meritare. 

La merenda è una piccola colazione che si fa generalmente nel pomeriggio. La merenda secondo la sua etimologia è quindi una cosa da meritarsi: è infatti il pasto extra rispetto a colazione, pranzo, cena.

I nostri antenati vedevano la merenda pomeridiana non come un pasto indispensabile ma come un premio concesso solo a chi l’aveva meritata dopo un duro lavoro o intense ore di studio. Oggi non è così meritocratica come quando è nata ma ce la concediamo per gola o per fare una pausa.

In autunno 2 scintillanti corsi in aula 


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Oltre che per pagare le bollette ho utilizzato la scrittura come terapia, per diletto, per pensare meglio, per non dimenticare, per capire, per conoscermi, per farmi capire e per farmi conoscere. Questo è un corso molto coinvolgente e che mi vede molto coinvolta: è un corso per imparare a leggersi e per imparare a scriversi.
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Titoli di coda:
Chiara Gandolfi, testo e voce
Kalamun, illustrazione
Francesco Bonalume, sound design
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