Sì, incipit brutti. Lasciando andare le aspettative che avevo nei confronti del risultato, mi sono rilassata e, guarda un po’, ho iniziato a scrivere.
Così sono venuti fuori una decina di incipit: uno banale, uno fuori fuoco, uno tiepido, uno tutto bene ma comunque non mi convince, uno da maestrina, uno senza mordente, uno complesso.
I creativi hanno un sacco di idee brutte, una marea.
Generare idee brutte o che non funzionano va bene: è un atteggiamento che ci aiuta a sbloccarci. Modificando l’approccio, riduciamo la pressione che a volte si manifesta durante il processo creativo.
Non aspettare l’ispirazione:
fatti trovare pronto
Ho, abbiamo sempre grandi aspettative sui nostri inizi. Aspettiamo l’idea perfetta, la parola giusta per iniziare, l’ispirazione. Ma l’ispirazione non arriva quando le dai un appuntamento.
"L’ispirazione esiste, ma ci deve trovare già all’opera" diceva Pablo Picasso.
È più difficile iniziare a fare qualcosa dal nulla.
Se devo scrivere una newsletter o un post del blog, per esempio, mi aiuta molto arrivarci per piccoli passi; prendere appunti oggi, pensare domani per 5 minuti a dove voglio portare le persone con quel testo, dopodomani dedicare altri 5 minuti a un concetto chiave o alla struttura.
In questa fase non serve definire i dettagli, a quelli ci penserò durante la fase di produzione. Non devo nemmeno seguire per forza quello che ho segnato: lo scopo è entrare nel clima attivo di produzione, permettere al cervello di iniziare a ragionarci intorno, di prendere confidenza e iniziare a costruirci sopra, non trovarmi da sola quando dovrò scrivere il testo vero e proprio.
La didascalia per quel post di Instagram è finita e la pubblicherò nei prossimi giorni: ha richiesto l’arco di tempo di una settimana e diversi incipit e finali mediocri.
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