In principio era il profumo.
No, non il caos, il buio o la luce.
Proprio il profumo, quello che ti saluta quando esci dall'aereo per darti un assaggio di tutto il nuovo e l'inesplorato che stai per incontrare, quello che per primo ti accoglie quando poggi il piede su un terreno -noto o sconosciuto che sia-, quello che ritrovi quando fai ritorno a casa, che tu non ricordavi né così verde né così buono.
In fondo è questa la mia genesi personale, quella che puntualmente rivive nell'incipit di ogni nuova storia in cui mi imbatto o che mi viene affidata.
A discapito della natura visiva di ciò che faccio, è il sapore delle cose ciò che da sempre mi interessa di più, l'olfatto il senso che vorrei avere più sviluppato.
Ho respirato per giorni un sentore selvaggio di ocra e di mare striato di salsedine e di buganville fucsia e, anche se poi ho ritrovato l'odore fresco e dolce della mia amata Collina -con già una nota d'autunno a pizzicare la punta della lingua-, so che il profumo dell'Egeo mi è rimasto addosso.
L'estate che sta per finire mi ha regalato una leggerezza in più con cui affrontare l'inverno: mi ha ricordato che esistono luoghi speciali in cui l'energia fluisce spontanea e in cui ogni connessione ritrova i propri perché.
Va detto che la natura di questa energia ha molto in comune con la natura impalpabile del profumo, sicché entrambe non necessitano della vista per essere esperite ma solo di un olfatto -o di un istinto- ben allenato a riconoscere ciò che può fungere da rifugio.
Ecco: durante il mese appena concluso è capitato che molti perché abbiano ripreso il loro posto, molti desideri abbiano ritrovato la giusta dimensione, molto cuore abbia immagazzinato sensazioni e aromi grazie a cui dare vita a nuove storie e che, soprattutto, molto futuro si sia scoperto un po' meno insicuro mentre attende dietro l'angolo di essere raggiunto.
Settembre, sento forte il tuo profumo.
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