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Settembre. Piccole cose gentili

Ciao <<Nome>>.

Pensi mai a quanto la scelta quotidiana di essere gentile verso chiunque incontri sul tuo cammino, può cambiare se non la vita, almeno la giornata di più persone? Non atti eroici, necessariamente, anche piccole azioni gentili come cedere il posto nella fila a qualcuno che è più carico di te, tenere aperta la porta, condividere del cibo, prestare la tua bicicletta, offrirti di scattare una foto.

Quanto influisce su una vacanza, arrivare al b&b per il check-in e trovare ad aspettarti il proprietario con una mappa della città e una fetta di torta già pronta nei piattini?
Può anche succedere che si creino equivoci relazionali: a volte la gentilezza viene scambiata per altro, o si ha paura che ciò avvenga. E si scambia, o si teme sia scambiata, per un modo per sottolineare la debolezza altrui ('ti aiuto, perché da solo non ce la fai' ), per mettere in evidenza la propria educazione ('sono educato, io, diversamente da te') o per debolezza di cui approfittare.
Forse influisce il contesto in cui ci troviamo a vivere e lavorare, a dir poco complesso quando non, in qualche modo, addirittura aggressivo. E così, nel mondo dei confini e dei confronti, trovandoci ad essere destinatari di un gesto di gentilezza, potremmo addirittura riceverne un piccolo choc.

Quando siamo gentili, facciamoci caso

Chissà se siamo davvero consapevoli di quanto impatto abbia sull'altra persona un nostro gesto gentile.
Lo sappiamo - lo abbiamo registrato, almeno inconsapevolmente - che la gentilezza ha il potere di propagarsi e ai nostri atti gentili probabilmente sarà risposto con altrettanta gentilezza, oppure innescheranno ulteriori gentilezze per qualcuno. Insomma, come il cerchio che fa una goccia che cade nel mare.
Sapevi che esistono delle fondazioni dedicate a questo? Come Gentletude, che ha come scopo promuovere azioni per migliorare le relazioni tra le persone 'con materiali e progetti, perchè si crei uno scambio di buone pratiche finalizzate a creare un mondo più gentile'.

Connessioni e conseguenze

Essere consapevoli della reazione dell'altro è un passo fondamentale, non farlo è probabilmente una delle cause che fanno proliferare tanti discorsi d'odio, ad esempio, su internet.
Proprio da questo presupposto parte la campagna della casa editrice Tlon, provocatoriamente chiamata "Odiare ti costa" il cui scopo è portare alla coscienza la consapevolezza che un atto che compi, anche se è solo digitare parole su una tastiera e premere invio, è indissolubilmente legato a te e all'azione che produci nel mondo.
In effetti, non c'è un contesto più adatto o più importante degli altri, per applicare questo principio, questo atteggiamento. Come influenza le relazioni 'private' e familiari, così può farlo in quelle 'pubbliche', nell'ambiente dell'apprendimento e certamente in quello del lavoro, come nell'esempio che racconta Simona.

Costruire ponti

Non è affatto banale interrogarsi su cosa sia effettivamente la gentilezza, spesso confusa con le buone maniere e l'educazione. Peccato che, una volta ristretta a questo ambito, perda valore e rischi di perdere anche efficacia.
Essere gentili è, appunto, per prima cosa un modo in cui stiamo al mondo, una postura dell'anima, prima ancora di tramutarsi in atto - e senza cercare necessariamente il grande gesto -, è uno stile di vita e di relazione, con noi stessi, con gli altri e con la Terra.
Comprende solidarietà, cooperazione, cura per sè e per gli altri che sentiamo vicini e anche per chi ci appare distante e differente.

Frutto del sentire che tutto è connesso, è la consapevolezza che tutto mi appartiene e a tutto appartengo, quindi con tutto posso impegnarmi per avere una relazione morbida e accogliente.
È soprattutto ascolto: l'attitudine alla gentilezza è molto legata all'empatia, all'ascoltare per com-prendere l'altro. Riconoscerne lo spazio e contemporaneamente costruire punti e ponti di comunicazione.
Salutare quando incontriamo qualcuno, scambiare due chiacchiere anche tra estranei, cedere il posto sul bus, ringraziare, chiedere scusa e permesso. Non ha niente a che fare con l'affettazione, ma piuttosto con il pensare 'se fossi io dall'altra parte?'

Per superare muri, confini e barriere che rendono il nostro mondo ancora più complesso, possiamo costruire ponti, una gentilezza alla volta.

A Global Week for Future appena chiusa, dedichiamo la rubrica  #sdgspertutti all'obiettivo 13 per ricordarci che ogni risultato richiede una pratica costante e una disciplina rispetto alle quali non si può abbassare la guardia, come a dire: non siamo mai salvi una volta per tutte.
Be Kind è un film autoprodotto che racconta il viaggio gentile di una persona diversa all'interno della diversità, intesa non come differenza, ma come ricchezza nella varietà, in punta di piedi e senza retorica. Ne è nato anche un progetto, gentile quanto il film, lo trovi qui.
Pamela ci racconta Wonder, il libro di R.J. Palacio immaginato per i ragazzi ma che fa bene a tutti, e propone di essere sempre un po’ più gentili del necessario, affinché si percepisca chiaramente che la gentilezza è una scelta consapevole di vita, non un episodio incidentale.
Al prossimo mese e, se hai bisogno, siamo qui.
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