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Anche le idee sono giganti. 
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12 mail a tema creatività.
Dentro ognuna trovi:
una piccola riflessione
una parola curiosa
un’illustrazione.

Phil Hansen mentre sta frequentando la scuola d’arte scopre di avere un problema neurologico che gli fa tremare le mani. Adora il puntinismo, quella tecnica pittorica in cui milioni di piccoli punti di colore compongono delle forme. Più cerca di controllare il tremore, più sente dolore, più sente dolore, più non riesce a tenere in mano nulla. Così smette di disegnare e ripone in un cassetto il sogno di diventare un artista, fin quando non incontra un neurologo che gli suggerisce di abbracciare il tremore. Hansen ci riflette su, ci prova, lascia che la sua mano tremi mentre disegna. I risultati sono sorprendenti. 
 

I limiti stimolano la capacità creativa

 

Quello che fino a poco prima Phil considera un limite, la mia mano trema non posso fare mille puntini, ora è il motore che lo stimola creativamente, non posso fare i puntini quindi cosa posso fare?

Così inizia a imporsi altri vincoli, sperimentando diverse forme d’arte, una più sorprendente dell’altra. Dipinge con la suola delle scarpe, con i vinili spezzati, a colpi di karate, opere senza opere - quelle che appena terminate si distruggono -, opere realizzate con meno di un dollaro di materiali, opere senza tela (si dipinge sul petto). Racconta questo suo percorso in un Ted Talk che dovresti proprio guardare. 
 

Il panico delle infinite possibilità

 

Non so com’è per te, ma quando mi dicono “fai tu” io vado in crisi. Ci sono infinite possibilità e queste infinite possibilità mi paralizzano.

Molti pensano, interpretando l’out of the box che viene spesso associato al pensiero creativo, che la creatività abbia bisogno di una condizione di libertà assoluta. Eppure, in questi anni ho sperimentato proprio il contrario: la troppa libertà mi blocca, faccio fatica a gestire troppe strade potenziali, ho bisogno di confini, di limiti, di rimanere dentro la scatola e trovare dall’interno modi nuovi e connessioni.

In più, il limite rende il processo creativo più produttivo: il cervello nella difficoltà o nel limite non può ricorrere a soluzioni standard, già pronte, ma si ingegna per trovare alternative performanti. Te lo ricordi Mac Gyver? Era proprio nelle situazioni più disperate che riusciva a trovare una soluzione. 

Come dice Annamaria Testa “È come se il cervello, per superare un ostacolo, prendesse la rincorsa.
 

Negoziare una soluzione

 

Quando studio un naming ho molti vincoli: il nome che creo non deve esistere, non deve essere stato registrato, il suo dominio internet non deve appartenere a nessuno. Ci sono anche tutti quelli che mi faccio dare dal cliente: per esempio deve essere di una parola sola, deve risultare la fusione di 2 concetti, non deve contenere la lettera J.

Quando scrivo uno spot radio o TV ho il limite della sua durata, quando scrivo un annuncio ho lo spazio della pagina, la lunghezza della frase, il formato codificato di headline, visual, bodycopy.

Negozio continuamente con i vincoli. E anche tu lo fai, ne sono sicura.

Sei un'illustratrice? Ti confronti in ogni occasione con 2 dimensioni invece che 3, con i confini del foglio di lavoro, con le caratteristiche dei colori, con i limiti del gesto della mano, del tratto della tavoletta grafica. Ogni giorno devi superare ostacoli, ricreare i confini, negoziare con tutto quello che c’è in mezzo tra il punto di partenza e il punto di arrivo.

Ma i vincoli puoi anche importeli: avere dei tempi stretti (lo sai che quando hai meno tempo a disposizione per fare una cosa diventi più efficiente?), richiedere e guidare un brief dettagliato e univoco, darti un obiettivo preciso ma ragionevole, tipo “devo fare un dolce senza uova”.

Quante cose siamo riusciti a inventare con 3 colori primari, 7 note musicali, 118 elementi chimici e 26 lettere dell’alfabeto? Non avere paura di soccombere nella scarsità: mescolando pochi elementi conosciuti possiamo ottenere infiniti risultati. 

Curiosità sulla lingua

ALFABETO
il bue e la casa
 

La parola Alfabeto nasce dall’unione delle prime 2 lettere dell’alfabeto greco, alfa e beta. Ma alfa e beta da dove arrivano?

Alfa, dal fenicio aleph, che significa bue. La A maiuscola del nostro alfabeto in passato era rappresentata rovesciata: in questa posizione ricorda il muso di un bue con la sua forma triangolare.

Beta invece deriva dal fenicio beth, che significa casa. Era rappresentata come un rettangolo diviso in 2 piccole stanze.

Cosa è successo a settembre:
  • Ho raccontato il lavoro dietro a Cambiamentor, il payoff che ho studiato per Silvia [portfolio]
  • È andato sold out il corso di Copywriting Pubblicitario [Digital Update]
  • Ho fatto un giro nel mio quartiere parigino e ho messo in fila quello che c'è di bello [stilo]
  • Sono stata in Tunisia ed è stato impegnativo
  • Ho incontrato di persona 3 persone che ho conosciuto sul web
  • Ho ripreso a scrivere #baletter
  • Mi sono raccontata nel podcast di Ljuba Daviè e ho pure fatto l'imitazione di Carmen Lasorella [intervista]
Titoli di coda:
Chiara Gandolfi, testo e voce
Kalamun, illustrazione
Francesco Bonalume, sound design
BalenaLab
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