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4 novembre 2019
Hai perso una lettera per strada? La ritrovi qui!
E pianteremo alberi, nel nostro rifugio, e li guarderemo crescere da oltre le tende aperte;
E ci sporcheremo le mani, nel nostro rifugio, con le dita annerite scriveremo preghiere inventate da donare alla terra;
E troveremo riparo, nel nostro rifugio, ristoro e tepore dalle cose tristi e brutte e difficili che non potremo cancellare ma che, insieme, sapremo certo alleggerire.
Io e te, io e te, io e te.
Nel nostro rifugio sulla Collina.

Qualche giorno fa sono salita sul pullman nell'orario di punta.

Ho ripreso, dopo tantissimo tempo, la linea che prendevo ogni giorno per tornare a casa dall'ufficio in cui lavoravo come segretaria quando avevo ventitré anni.
    Il traffico delle 18.00, le persone stipate, le espressioni stanche -o accigliate- dovute a chissà quali pensieri, chissà quali preoccupazioni.
    Chissà quali speranze.
    Chissà quali sogni.
    Mi sono rivista lì, più giovane eppure più ingrigita, aggrappata al passamano con gli auricolari nelle orecchie nell'ingenuo tentativo di cancellare con un po' di musica un'altra giornata passata a fare cose di cui non mi importava per persone di cui non mi interessava, lo sguardo un po' più accigliato degli altri.
    Non so come mi sia riuscito di scrollarmela di dosso, quell'insoddisfazione, non so come mi sia riuscito di dare un calcio ai buoni consigli, alla prudenza, per andarmelo a riprendere, l'entusiasmo.
    Ma tant'è: sembra impossibile, finché non è fatto.
    E poi mi sono vista, oggi, lì nel riflesso del vetro, con i vestiti un po' meno ricercati e le scarpe sportive ai piedi, aggrappata al passamano con gli auricolari nelle orecchie per assaporare assieme a un po' di musica quella sensazione di felicità che la consapevolezza di star inseguendo un grande sogno regala.
    É un viaggio che costa fatica, certo, anche perché il mio sogno -o meglio, il mio richiamo- per lungo tempo mi è apparso come un miraggio sfaccettato in mille possibili declinazioni, in mille strade tutte percorribili.
    Mi sono armata di coraggio, mi sono buttata -senz'altro ho sbandato un po' in certe curve difficili- ma alla fine ho compreso che quello che ho sempre cercato di costruire, nella sua vera essenza, non è mai stato altro che un luogo in cui trovare un riparo per l'ispirazione e un rifugio per ciò che conta davvero.
    Ho capito che la creazione di questo luogo è l'intento più profondo che anima ogni mia storia e ogni mia illustrazione; che c'era questo dietro a quel primissimo tentativo di trasformare un piccolo negozio a Milano in un posto in cui prendersi cura della propria creatività; che questo è ciò che c'è sempre anche quando dò voce ai progetti degli altri impastando tra loro esiti di cammini diversi (ma che guardano nella stessa direzione).
    Mi è accaduto di sperimentare che, quando si abbraccia ciò che sta sotto, le quotidiane lotte contro il tempo o le infinite preoccupazioni per gli esiti delle singole azioni perdono di rilevanza perché tutto diventa un flusso leggero in cui ciò che viene plasmato, semplicemente, siamo noi.

Non so cosa accadrà in futuro, quali nuove strade mi ritroverò a percorrere.
    Però, ecco: se mai mi ricapiterà di prendere quel pullman tra dieci anni, non mi dispiacerebbe vedere riflessa nel finestrino l'impronta di un sorriso ad illuminare il volto di una donna aggrappata al passamano con gli auricolari nelle orecchie e le scarpe sportive ai piedi.
   Forse avrà ricevuto una bella notizia, forse avrà avuto una bella giornata o, forse, sarà soltanto intenta a godersi, con un po' di musica, il pensiero felice del rifugio che le sarà riuscito di costruire inseguendo con fiducia il proprio richiamo. 

Del resto sembra sempre impossibile, finché non è fatto.

Grazie per essere qui con me a intiepidire questo primo lunedì di novembre (forse il freddo sta arrivando per davvero!).
Come stai?

Io sono felice per diversi motivi, ma in testa c'è questo: oggi su Instagram è ufficialmente iniziata la Folktale Week, cioè la Settimana delle Fiabe.
Ne hai sentito parlare? Si tratta di un challenge, di una sfida, rivolta agli illustratori di tutto il mondo per mettersi alla prova per sette giorni consecutivi su sette temi legati al mondo dei racconti e delle favole.
Quello di oggi è home, casa, e quella che trovi in cima a questa newsletter è la mia illustrazione (però ti consiglio di non perderti i lavori pazzeschi dei miei colleghi raccolti all'hashtag #folktaleweek2019!).

Le altre arriveranno nei prossimi giorni sul mio profilo (e sì, ho postato poco nelle scorse settimane perché mi stavo preparando per questa maratona!).

Come sempre, t
i ricordo che sono qui e che ti leggo (e rispondo) sempre volentieri!
Un abbraccio grande!
Clarissa


Note a piè di pagina
 

Mi chiamo Clarissa Cozzi ma il mio alias online è Segui le briciole.
Mi occupo di identità e comunicazione visiva e questo per me significa solo una cosa: raccontare storie che invoglino le persone a prenderne parte.

(Vuoi scoprire come lo faccio? Puoi iniziare da qui).


Che storie racconterò questa settimana?
 
Della Settimana delle Fiabe ti ho già parlato, mentre per quanto riguarda il lato lavorativo sono nel vivo di un bel po' di storie:
consegnerò l'illustrazione finale a Beekman 1802 (qui a fianco vedi una delle bozze che è stata scartata) e mi dedicherò all'analisi dei questionari che ho ricevuto indietro per la realizzazione di due identità visive.

Della prima ti ho già accennato -l'etichetta per il nuovo vino dell'azienda vitivinicola Marchesini- mentre della seconda non ti avevo ancora detto niente... Si tratta del nuovo logo per la cara Lucia Locatelli, in arte @impressioni.it

Insomma, non mi annoierò!
 
 
E tu, che storia mi racconti?
Segui le briciole
www.seguilebriciole.com - Instagram Segui_le_briciole
Clarissa 329.0381.388 


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