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Tra i palazzi della Barona


Una periferia dimenticata


“AAA cercasi killer nella tua zona - Per questo arrivo da Ba-Ba-Barona - Così è come la vera Milano suona”, canta in “Popolare” il rapper Marracash, che alla Barona ci è vissuto da quando aveva 10 anni. “Ti sentivi figo se avevi i genitori criminali. La mia faccia da marocchino e poco di buono è servita,” ha raccontato qualche anno fa in un’intervista, quando ormai la sua fama lo precedeva. Bastano queste poche parole ad inquadrare uno dei quartieri più difficili di Milano, posto nella periferia sud-ovest della città, appena prima dei campi coltivati. La Barona è un pezzo di Milano fuori dai quartieri normalmente frequentati da chi vive in città: è collegato male (non ha una metropolitana) ed è meno di passaggio rispetto ad altre zone altrettanto periferiche e difficili, come il Corvetto.


Uno dei punti di riferimento del quartiere è il centro d’aggregazione giovanile Barrio’s. Da sempre “tela” per street artists e writers, le cui bombolette hanno interamente colorato l'ennesimo edificio grigio del quartiere, il Barrio’s nasce nel 1997 grazie all’esperienza di solidarietà di Comunità Nuova onlus e del suo Presidente Don Gino Rigoldi, prete di strada conosciuto per la sua attività per i tossicodipendenti e all'Istituto penale per minorenni "Beccaria". Al suo interno si trova il Barrio’s Cafè, storico locale che ha dato l’opportunità ai giovanissimi artisti di zona di esibirsi e mostrare il proprio talento dal vivo, e che tutt’ora organizza spesso delle “rap battle night” che attirano artisti da tutta la regione.
 

Alla Barona, al contrario di quello che molti pensano quando si parla di periferie, c’è molto verde, sia per i numerosi parchi e giardini fra i palazzi, sia per i molti campetti da calcio e football delle società sportive della zona. Soprattutto nella parte sud del quartiere, svettano però i grandi palazzi di edilizia popolare, alcuni segnati dallo scorrere del tempo e altri invece ristrutturati di recente. Il tema del diritto alla casa, delle case popolari e delle occupazioni rimane però sempre caldo. Dieci giorni fa la Digos di Milano ha imposto il divieto di dimora nel Comune di Milano contro cinque esponenti del Caab, il Comitato autonomo abitanti Barona. I cinque giovani antagonisti sono accusati di aver occupato abitazioni per soggetti in difficoltà, salvo poi chiedere a questi denaro e obbligarli a partecipare alle attività del comitato, distribuendo volantini contro gli sgomberi, facendo da vedette agli stabili occupati o partecipando alle manifestazioni. Il comitato ha invece accusato la Digos di un attacco politico-giudiziario nei propri confronti: polizia e magistratura avrebbero dato credito ad un soggetto violento già allontanato dal Caab.
 

Camminando fra le vie della Barona, di giorno, non si ha la sensazione di trovarsi in quartiere poco sicuro. Sabato e domenica le viuzze tra i campi, oltre i complessi Aler di via Primo Mazzolari, si riempiono di persone che fanno jogging. Pur avendo percorso solo poche centinaia di metri lo scenario cambia totalmente: da un lato si intravedono le cime innevate delle Alpi, dall'altro restano visibili i muri grigi delle case popolari e in mezzo la piccola Chiesa di San Marchetto, fra prati e campi arati. Di notte il quartiere ha però spesso un'altra faccia. Spaccio e furti diventano spesso un problema per gli inquilini degli oltre 1200 alloggi Aler dei caseggiati in via Mazzolari. I muri grigi di questi palazzi sono anche stati la scenografia del videoclip di "Badabum Cha Cha", altro singolo di successo di Marracash, vero re della Barona e unico volto noto di questo lembo di periferia dimenticato.
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