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Newsletter dicembre 2019

Notte di Natale 
"Dì a qualcuno che io sono qui"
(di Eduardo Galeano, da Il libro degli abbracci)

“Fernando Silva dirige l'ospedale pediatrico La Mascota di Managua.
Una vigilia di Natale rimase a lavorare fino a tardi.
Si sentivano già gli scoppi dei razzi, e i lampi dei fuochi d'artificio illuminavano il cielo, quando Fernando si decise ad andarsene a casa, dove lo aspettavano per la festa.
Mentre stava facendo un ultimo giro attraverso le corsie per vedere se tutto era in ordine, sentì d'un tratto un lieve rumore di passi alle spalle.
Passettini di bambagia.
Si volse, e vide uno dei piccoli pazienti che lo seguiva.
Nella penombra, lo riconobbe, era un bambino che non aveva nessuno.
Fernando riconobbe quel viso già segnato dalla morte e gli occhi che chiedevano scusa, o forse chiedevano permesso.
Fernando gli andò vicino e il bimbo lo sfiorò con la mano:
«Diglielo...» sussurrò. «Di' a qualcuno che io sono qui.»"

È così che 35 anni fa nasceva il progetto La Mascota. Noi ci siamo fatti portavoce di quel piccolo bimbo e grazie alla solidarietà internazionale e a tutti voi, sono ora migliaia le bimbe e i bimbi ammalati di cancro in Nicaragua che si sono potuti curare e le famiglie che hanno ricevuto un aiuto per seguirli durante la loro terapia.

Oggi il reparto di onco-ematologia pediatrica dell'Ospedale La Mascota ha però ancora bisogno di aiuto. Dopo tutti questi anni la sua struttura ha bisogno di un rinnovamento, che abbiamo già iniziato lo scorso anno terminando la costruzione di un nuovo laboratorio e di una nuova farmacia di oncologia. La grande sfida di AMCA ora è raccogliere i fondi per il nuovo padiglione dei piccoli pazienti.

Abbiamo aperto una possibilità di sostegno per questo importante progetto attraverso l'azione "Un mattone per la Mascota" per raccogliere ulteriori Fr. 50'000.- che andranno a contribuire alla costruzione e alla formazione del personale. Sottoscrivete  l'acquisto di "Un mattone per la Mascota" a questo link, anche per i vostri regali di Natale! 

Grazie a tutti coloro che finora hanno già acquistato mattoni e mattoncini e hanno contribuito ai nostri progetti, la solidarietà è davvero  la tenerezza dei popoli!

Inviamo un caro augurio a tutti voi e alle vostre famiglie per un sereno periodo di festa. 

www.amca.ch

"Mi sono sentita bene" ...

...ci racconta una mamma di 21 anni che ha trascorso varie settimane nell'ostello di maternità dell'Ospedale Regionale San Juan de Dios di Santa Ana in El Salvador, per stare vicino alla sua piccola appena nata prematuramente e che sta recuperando il peso per essere dimessa....(continua a leggere l'articolo con foto)

 
Il paraquat uccide
Aggiunta all'articolo Ein tödliches Rätsel ist gelöst (WOZ 20.6.2019) https://www.woz.ch/-9d09
 
I pesticidi paraquat e glifosato possono causare malattie renali incurabili e spesso fatali alle persone che usano questi veleni nei lavori agricoli. Questo è il risultato di uno studio pubblicato recentemente sulla rivista "Kidney International", l'organo dell'Associazione Internazionale di Nefrologia. Woz, che ha presentato in anticipo i principali risultati del lavoro di ricerca, ha già riferito in merito lo scorso giugno. Sebbene il paraquat sia vietato in Svizzera, è prodotto dal gruppo agrochimico Syngenta, con sede a Basilea, prodotto con il marchio Gramoxone e distribuito principalmente nei paesi più poveri del mondo.L'uso del glisofato è stato combattuto per anni. In America centrale e Sri Lanka, molte migliaia di contadini e contadine sono morti per la malattia da esso causata.
Lo studio si è svolto su dieci anni di lavoro di ricerca con il monitoraggio in serie di oltre un migliaio di pazienti. Più recentemente 17 scienziati partecipanti, supportati da 13 istituti universitari in Belgio, El Salvador, Francia, India, Slovenia, Sri Lanka e Stati Uniti, hanno utilizzato le ultime tecnologie per studiare i cambiamenti cellulari resistenti alle malattie grazie a biopsie renali di 34 pazienti. Il risultato: una causa tossica della malattia chiamata Cinac (Chronic Interstitial Nephritis in Agricultural Communities) è ovvia: i pesticidi, soprattutto paraquat e glisofato, sono i fattori scatenanti più evidenti. Finora, nella letteratura specializzata, si sospettava che lo stress da calore fosse una causa. Secondo questa teoria, i pazienti sarebbero stati in ultima analisi i colpevoli, perché, nonostante il duro lavoro, non hanno bevuto abbastanza sotto il sole tropicale. Due terzi delle pazienti le cui biopsie renali sono state esaminate in modo non invasivo, non avevano però mai avuto stress da calore.

"L'ipotesi del calore è così risolta" dice l’oncologo ed ex Consigliere nazionale Franco Cavalli, che lavora in America Centrale attraverso l’ONG  AMCA da lui fondata, da tempo consapevole del problema dell'epidemia renale. Lo studio qui presentato copre relativamente pochi casi, ma questi sono stati studiati molto approfonditamente e con tutte le possibilità tecniche oggi disponibili, compresa la microscopia elettronica. Le conseguenze per lui sono chiare: "I pesticidi, in particolare il paraquat, devono essere vietati a livello internazionale". Le vittime e le loro famiglie dovrebbero essere risarcite: "come per l'amianto, bisogna chiedere alle aziende di pagare".
Toni Keppeler, WOZ 28.11.2019
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