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# 042 — 07/01/2020 • Vai alla versione web

Stai leggendo un numero di Dispenser.Design, una newsletter domenicale su design, tipografia, web e dintorni.

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Il report di Dribbble dice che il Product designer è la tipologia di designer più richiesta. Il censimento dell’AIGA dice che negli Stati Uniti il settore dove sono più impiegati i designer, dopo il marketing, è quello dei servizi e prodotti digitali. In questo numero si parla del ruolo del Product designer e delle differenze (non troppe) con lo UX designer. 

Per questioni di spazio non ho inserito la rubrica dedicata ai magazine indipendenti, ma vi segnalo qui due nuove uscite interessanti. Il nuovo numero di Offscreen, magazine sul mondo della tecnologia, con lunghe e interessanti interviste; il terzo numero di TypeNotes, magazine della type foundry inglese Fontsmith, su font e tipografia.


È possibile lasciare un feedback a questo link, oppure scrivendo a email@dispenser.design, o su Twitter o su Facebook.

Product Design


Nello scorso numero abbiamo segnalato alcuni report sul design. Tra questi c’era il Global Design Survey di Dribbble, una ricerca condotta tra più di 17.000 designer. Alla domanda “che tipo di designer stanno cercando di assumere le aziende” è venuto fuori che il tipo di designer più richiesto è il Product designer (38%), seguito dal Graphic designer (30%) e dallo UX designer (28%).

Un tempo con Product design si definiva la progettazione di prodotti industriali (e in generale prodotti fisici), da qualche anno ormai con Product design ci riferiamo anche alla progettazione di prodotti digitali.

La maggior parte del tempo che trascorriamo davanti a uno schermo lo trascorriamo usando un prodotto digitale. Ce ne sono per tutte le nostre attività, lavorative o meno.

Un vecchio numero di questa newsletter, dove abbiamo già affrontato il tema, iniziava così:

Per inviare questa newsletter uso Mailchimp. Molti di voi per leggerla stanno usando Gmail, o qualcosa di simile. Alcuni di voi sono arrivati qui attraverso un link visto su Facebook (o Twitter). Qualcuno non potrà leggere subito e salverà il link su qualcosa tipo Pinboard e Google Bookmark, o Instapaper e Pocket. Qualcuno non leggerà niente e andrà direttamente al link dell’illustratore sotto e salverà le sue immagine su Pinterest.

Mailchimp, Gmail, Pinboard e tutti gli altri citati nel paragrafo precedente rientrano nella categoria di “prodotti digitali”. Alcuni funzionano solo sul web, altri hanno anche un’app.


Product Design, UX Design e UI Design

Tempo fa ho assistito a una presentazione introduttiva allo UX design, per i non addetti ai lavori. Nelle slide erano presenti due immagini molto usate per evidenziare le differenze tra UX e UI design. Nella prima immagine (sotto) si vede una persona che preferisce camminare su un’aiuola, per accorciare il tragitto, piuttosto che seguire il percorso pavimentato. La strada pavimentata è contrassegnata con la parola “Design”, il passaggio sterrato nell’aiuola con “User Experience”.

Nell’altra (sotto) si vedono due bottiglie di ketchup, una con il tappo in alto, contrassegnata con “UI” e l’altra con il tappo in basso, contrassegnata con “UX”.

A fine presentazione un signore dal pubblico ha chiesto se lo UX design oltre ad essere funzionale sia anche “bello” ed “educativo”, cogliendo così uno dei problemi delle due immagini. L’idea dietro le due immagini è che se si lavora solo al design, senza considerare le esigenze degli utenti, non si sta facendo un buon lavoro. Quello che però passa a un primo sguardo è un’idea sbagliata. Si ha la sensazione che qualcosa di molto curato dal punto di vista estetico non sia funzionale, mentre qualcosa di usabile e pratico non necessariamente debba essere bello.

Un’immagine che spiega meglio la differenza tra UX e UI è la sequenza della colazione, che introduce anche il concetto di prodotto. Nella prima immagine vediamo sparsi sul tavolo tutti gli elementi coinvolti nella colazione (il nostro prodotto): cereali, tazza, latte, cucchiaio. Nella seconda vediamo gli elementi organizzati in modo da permettere all’utente di utilizzare al meglio il prodotto (UX design): latte, cereali e cucchiaio sono nella tazza. Nella terza vediamo solo il cucchiaio, l’elemento che permette all’utente di interfacciarsi con il prodotto (UI design).

Differenza tra Product design e UX design

Quello che non emerge da queste immagini è il ruolo del Product design. Dov’è? Cosa si fa? Che differenza c’è con lo UX design?

In un post sul suo blog, Adobe prova a fare una sintesi e una semplificazione. Lo UX designer si preoccupa di come un prodotto digitale viene usato e percepito, al feel. Lo UI designer si preoccupa del come sembra, del look. Il Product designer in genere è coinvolto sia nel feel che nel look. Il Product designer ha una visione del prodotto dall’alto, si chiede se una certa funzione abbia senso rispetto al posizionamento che dovrà avere il prodotto tra sei mesi. Ha anche una visione sul campo, dal punto di vista esecutivo, dove si chiede ad esempio che impatto avrà il design di un bottone sull’utente e sulla sua percezione del prodotto.

La differenza tra UX design è Product design è sottile, le attività che si svolgono sono quasi le stesse. Ci sono però due discriminanti. Per esserci Product design ci deve essere un prodotto, lo UX design esiste a prescindere. Dal momento che c’è un prodotto, il Product designer non si pone solo problematiche di “esperienza”, ma anche di prodotto. Si interroga su come evolverlo e su come una certa funzione — magari sensatissima dal punto di vista UX — impatti sul posizionamento e la percezione del prodotto nel lungo periodo.


Requisiti per diventare un Product designer

Alex Muench, Product designer dell’app Todoist, in un documento condiviso su Paper ha elencato quelle che secondo lui sono i requisiti per diventare un Product designer. Quasi tutti sono applicabili sia al Product designer che allo UX designer.

  • Esperienza nella creazione, comprensione delle esigenze degli utenti e capacità di tradurle in decisioni di design del prodotto.
  • Attenzione ai dettagli in tutto ciò che si fa.
  • Processo iterativo di progettazione e sviluppo: la soluzione temporanea potrebbe essere quella permanente. Sapere quando scendere a compromessi e muoversi attraverso decisioni a beneficio dell’azienda e dell’utente.
  • Capire come identificare un problema e come risolverlo con una soluzione di design.
  • Essere in grado di creare roadmap di prodotti.
  • Conoscenza di tutte le linee guida comuni dello Human Interface, sia quelle di piattaforme (iOS, Android, Windows, che quelle relative al Responsive Web Design.
  • Capire quando rispettare le convenzioni della piattaforma e quando progettare qualcosa di nuovo.
  • Capire come applicare determinati stili a un prodotto, per mantenere l’esperienza, l’aspetto grafico e il marchio familiari alla piattaforma, ma anche coerente tra le altre piattaforme.
  • Conoscenza della progettazione visiva e della progettazione editoriale: come applicare la tipografia, come organizzare un layout, la gerarchia visiva, l’uso del colore.
  • Capacità di dare forma, prototipare e presentare idee con fiducia.
  • Sempre interessato a come aiutare a semplificare il lavoro degli altri. Avere una mentalità orientata alla soluzione.
  • Conoscere il valore dello UX copy e della sua applicazione.
  • Essere in grado di lavorare con i gli UX copywriter, guidarli nella direzione giusta per il tuo design in modo che sia conciso e raggiunga l’obiettivo.
  • Capire come usare l’illustrazione, collaborare all’interno di un team di design: incoraggiare gli altri, supportare le loro idee, andare avanti come team.
  • Esperienza nel marketing design (branding, web design, come commercializzare un prodotto o funzionalità e presentarlo su vari canali).
  • Essere orientati al flusso end-to-end degli utenti: non si creano solo schermate e un semplice flusso, è necessario conoscere l’intero contesto, da dove proviene l’utente, il loro stato emotivo, quali attività vogliono svolgere e come dovrebbero ottenerle in maniera intuitiva.
  • Conoscere il valore di transizioni, animazioni, obiettivi del click/tap, stati di tap/click/hover, in modo da progettare esperienze coinvolgenti.
  • Acquisire familiarità con le pratiche di ricerca degli utenti, come le interviste e il saper filtrare le loro esigenze per trasformarle in soluzioni di design.
  • Conoscenza dell’accessibilità: cosa è importante sapere quando si usano i colori in un prodotto, come fanno le persone a navigare attraverso un prodotto (scorciatoie da tastiera?), come funziona il contrasto, chi utilizza il prodotto (comprese le persone daltoniche).
  • Essere in grado di utilizzare e impostare un intero sistema di design: librerie che possono essere utilizzate da tutto il team. Vale la pena leggere questo articolo del team di design di Airbnb.
  • Saper dare feedback specifici e produttivi. Una buona risorsa: howtocrit.com.
  • Essere in grado di lavorare all’interno di un team, perché dovrai sempre comunicare i tuoi progetti a uno sviluppatore che dia vita al tuo lavoro.
  • Conoscenza di base di altre discipline nel settore.
  • Saper dare priorità al tuo lavoro e comunicare i tuoi ragionamenti e le tue decisioni.
  • Scrivere specifiche relative al progetto: documentando le tue decisioni di design e di flusso in forma scritta, con i media che aiutano a visualizzare il tuo design, in modo che siano comprensibili da chiunque nel team: sviluppatori, esperti di marketing, team di supporto. Esempio.
  • Scrivere casi di studio. Esempio.
  • Essere gentile, riflessivo, comunicativo ed empatico.

Per approfondire

Una sintesi delle differenze tra UX e UI design tratta da un post del blog di Prototypr, dal titolo “UX Vs. UI — Similarity & Differences

Whyte di Dinamo →

Whyte è un carattere tipografico della type foundry svizzera Dinamo. È disponibile in 20 pesi (da light a super) in due versioni, una standard e una ink trap.

La versione ink trap di un font prevede la rimozione di angoli e dettagli, per poter essere stampati a dimensioni molto piccole. A quelle dimensioni l’inchiostro si diffonde negli spazi vuoti senza creare sbavature.

Whyte è stato di recente adottato da Figma per il suo rebrand. Figma usa anche la versione ink trap, non per i testi piccoli, ma per i titoli. La usa sia nella home page che in un mini sito dedicato a una loro conferenza.

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Newsletter curata da Ciro Esposito — tra Catania e Gragnano.


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