Enoagricola Blog è un progetto di Fabio Ciarla
Podcast, podcast e ancora podcast. La voce sta esplodendo
Newsletter n. 98 del 16 gennaio 2020
In questi ultimi mesi il formato "podcast" sembra in fase di esplosione, nel senso positivo del termine. Nel mondo del vino (I podcast: la nuova tendenza comunicativa del 2020?) ma non solo. In tutti i settori si moltiplicano i canali di comunicazione audio, è facile e comodo, si può ascoltare in tanti momenti diversi della giornata, ci si informa e si fa anche pratica di nuovi argomenti, lingue ecc. Bene, Enoagricola è partito, ormai 7 anni fa, proprio in questa forma, almeno in parte. Ultimamente sto riflettendo sulla necessità di una riformulazione dei contributi audio, in fondo sono rimasti uguali a sè stessi e forse - come sempre quando si parla di tecnologia - da molto innovativi all'inizio ora sono diventati vecchi. La piccola soddisfazione è che proprio oggi mi sono accorto di essere stato inserito nella piattaforma Hubhopper, qualche giorno fa ho ricevuto una proposta di sponsorizzazione da inserire nei miei podcast, insomma qualcosa si muove anche se io sono "fermo" da un po' troppo.
La consapevolezza di aver fatto la scelta giusta a questo punto serve a poco, vediamo se riuscirò a "buttare il cuore oltre l'ostacolo" come dicono quelli bravi e trovare una formula nuova e più accattivante. Innanzitutto c'è bisogno di più impegno, il resto viene da solo di solito.
Se avete suggerimenti o volete sostenermi con un messaggio carino sappiate che il tutto è ben gradito.
A presto!
Fabio
PS: Ah, segnalo sotto, nella lista dei contributi del blog, anche un Post passato un po' inosservato, scritto il 7maggio e dedicato alla presentazione di "Stile Italiano" del Pinot Grigio delle Venezie (visto che poi nei comunicati se ne riparla...).
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RECENSIONI e invio campionature
Ricordo alle aziende interessate alle "Degustazioni Partecipate" (senza pretendere il giudizio positivo...) che possono inviare campionature contattandoci tramite mail a: fabiociarla@gmail.com
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“Senza il contributo dei servizi l’economia italiana sarebbe al limite della deflazione”. Così l’ufficio studi di Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, commenta i dati diffusi oggi dall’Istat sulla dinamica dei prezzi nel corso del 2019.
“In un quadro di grande incertezza – prosegue la nota – un importante impulso ai consumi delle famiglie viene proprio dalle componenti del turismo, in particolare dalla ristorazione. Questo si riflette in modo positivo anche sulla dinamica dei prezzi perché è noto che un po’ di inflazione fa bene all’economia oltre che ai conti pubblici. Nel 2019 la variazione dei prezzi nel settore della ristorazione si dovrebbe chiudere attorno al +1,4%”.
Ho sempre sorriso quando, per l'ennesima volta, sentivo il ritornello: "L'Italia potrebbe vivere solo di turismo". Ora io il disagio di un'econo-mia stagnante - unito ad una effettiva palese incapacità di far fruttare il nostro patrimonio artistico, paesaggis-tico ed enogastronomico - lo capisco bene, solo che l'affermazione è del tutto sbagliata. L'Italia NON può vivere solo di turismo, siamo uno dei primi 10 Paesi industrializzati del mondo, ques-to dato vi dice nulla? Se anche non vogliamo pensare a industrie come l'ex Ilva o alla Fiat pensiamo adi distretti, quello della Val Trompia o uno dei tanti della manifattura di qualità tra Marche, Emilia Romagna ecc. Eppure... eppure questi dati qualcosa ce lo dicono. Ci dicono inanzitutto che ci piace mangia-re fuori, per fortuna aggiungo, e poi che in effetti il turismo può essere un "plus" importante. Ecco, consideria-molo come l'attaccante che ci fa vince-re la partita, mettiamolo in grado di fare gol (con infrastrutture, organiz-zazione del lavoro, burocrazia snella), ma non ci limitiamo a dire che può fare tutto da solo perché oltre a non essere vero diventa a volte anche una scusa...
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Certo che gli esordi del 2020, anno “bisesto” che fa rima con “funesto” non sono stati dei migliori. Non commento gli ultimi eventi interna-zionali, non avendo alcun ruolo per farlo, se non con un senso di preoccupazione tutto personale che penso sia condiviso da molti di voi. Nel nostro mondo vinoso, invece, i commenti e le previsioni li posso fare, credo, e le prospettive non sono per nulla incoraggianti.
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Stereotipi condizionanti (Doctor Wine)
Negli ultimi 30 anni il vino italiano ha cambiato pelle sotto la spinta della ricerca, dell’innovazione, del volere dei mercati o per ottenere maggiore consenso. Una denominazione che ben si è mossa in questi cambiamenti è stata quella del Brunello di Montalcino; da denominazione piccola e ghettizzata negli appassionati del sangiovese, ha scalato i vertici nazionali e internazionali diventando il punto di riferimento dell’enologia italiana con prezzi elevatissimi delle uve, dello sfuso, un grande incremento dei prezzi dei terreni e un’attenzione mediatica internazionale molto rilevante. Questo successo non è frutto del caso ma di continui aggiustamenti del tiro da parte dei produttori. Negli anni a cavallo del secolo passato cambiarono tre volte il disciplinare di produzione senza alterarne il concetto di fondo: sangiovese in purezza e uscita al 5° anno dopo la vendemmia.
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Daniele Cernilli si era in parte già espresso sulla questione, o almeno io vedo un collegamento netto con l'editoriale dal titolo emblematico de "L'invenzione della tradizione" introdotto così: Attenti a non parlare di “tradizione” sulla base dei propri desiderata senza che ci sia un riscontro con le evidenze storiche. Se in quel caso si sottolineava come alcune cose che reputiamo, ingenuamente, "storiche" per il mondo del vino sono in realtà piuttosto recen-ti. In questo articolo invece affronta il tema sull'altro lato della medaglia, ov-vero il fatto che quello che reputiamo spesso frutto di secolari usi e costumi, magari è stato negli anni modificato, aggiornato, reinterpretato. Quello che in cucina è ormai assolutamente richi-esto, la rivisitazione della tradizione, e che nel vino invece deve essere taciuto, nascosto. Insomma bisogna far finta che non siano sopravvenuti cambiamenti. Ma così non è, per fortuna.
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Era il 2008 quando, a suon di “Yes, we can”, Barack Obama diventava il primo Presidente afroamericano degli Stati Uniti: nella cabina di regia della campagna elettorale che di fatto ha segnato l’ingresso nell’era dell’internet 2.0, c’era Tom Cochran. Che, a WineNews, lancia qualche “dritta” per il mondo del vino sul web: “focalizzatevi sul pubblico a cui volete rivolgervi, cercate di capire con chi state cercando di instaurare un rapporto. E in questo, la tecnolo-gia è un mezzo indispensabile: i social media e i siti internet, ma anche i data, forniscono informazio-ni utili”.
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COMUNICAZIONE E FORMAZIONE - I SUGGERIMENTI DI FABIO
TENDENZE WINE
I podcast: la nuova tendenza comunicativa del 2020?
Morto Georges Duboeuf, il re del Beaujolais
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Una storia sbagliata (ancora sullo spot del Tavernello)
Pinot grigio delle Venezie, nasce lo “stile italiano”
Natale, tempo di… fitofarmaci. Eccovi dati molto interessanti
Il 2020 del vino visto dalla lattina
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TENDENZE
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10 canali YouTube per imparare e formarsi
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DATI
Le esportazioni mondiali di vini spumanti – aggiornamento 2018
Ecommerce di vino in Italia – dati 2018 dei principali operatori
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Quando: venerdì 17 - sabato 18 - domenica 19 gennaio
Orari: venerdì 18:00-01:00 / sabato 12:00 - 01:00 / domenica 12:00 - 22:00
Dove: Teatro TuscanyHall, via Fabrizio De André - Firenze
Oganizzatore: Fermento Birra
Prezzo: Giornaliero 10 Euro (più costo birra), Abbonamento 15 Euro (3 giorni, più costo birra)
A Firenze da venerdì 17 a domenica 19 gennaio 2020 andrà in scena al teatro TuscanyHall l’evento Birraio dell’Anno: ideato e organizzato dal network Fermento Birra, il festival ruota attorno ad un ambito premio nazionale che da 11 anni riconosce il miglior produttore di birra italiana.
Una sorta di Pallone d’oro della birra che grazie al voto di 100 esperti italiani riunirà 20 produttori candidati al premio Birraio dell’Anno e 5 giovani artigiani candidati al premio Birraio Emergente, che si troveranno fianco a fianco pronti a spillare 150 birre artigianali all’interno di un lungo bancone circolare (vedi lista birre).
La novità di quest’anno sarà il corner Best Pub! dedicato ai migliori publican individuati da una classifica ottenuta sempre dal voto dei giudici: cinque locali considerati i migliori d’Italia per offerta, servizio, ambiente e professionalità, interverranno all’evento arricchendo ulteriormente la beer list con 30 eccellenze italiane e straniere.
L’appuntamento per la premiazione è domenica 19 alle 16.30, quando dal palco del teatro sarà pronunciato l’atteso nome del vincitore, sia del premio Birraio dell’Anno che del Birraio Emergente, riconosciuto al produttore con meno di due anni di esperienza. Non mancheranno inoltre i momenti culturali: degustazioni gratuite realizzate nell’area Beer Show sul palco del teatro, e incontri tematici esclusivi nell’area Beer Match (prenotazione obbligatoria), in uno spazio a porte chiuse. Vedi programma completo degli incontri.
In nome della qualità anche la selezione dei banchi dell’area street-food, per un menu variegato capace di celebrare nel migliore dei modi il matrimonio tra birra e cibo. Vedi menu.
Una evento tributo nato per celebrare un settore, quello della birra artigianale italiana, oramai riconosciuto e apprezzato a livello internazionale. Un appuntamento imperdibile per chi ama la buona birra, per chi vuole conoscerla e festeggiarla con un brindisi lungo tre giorni!
Birraio dell’Anno è un evento realizzato da Fermento Birra con la collaborazione di Mr Malt, Lallemand, PolyKeg e J-Software, con il supporto di Rastal, TicTac e Ferrarelle. Media partner: Fermento Birra Magazine.
INGRESSO
Il biglietto giornaliero costa 10 euro comprensivo di bicchiere serigrafato, tracollina portabicchiere personalizzata, libretto informativo sui birrifici partecipanti e lista birre, 1 penna, 2 gettoni del valore di 2 euro, 1 buono valido per una bottiglia di acqua da mezzo litro.
L’abbonamento per i tre giorni costa 15 euro comprensivo di bicchiere serigrafato, tracollina portabicchiere personalizzata, libretto informativo sui birrifici partecipanti e lista birre, 1 penna, 1 buono valido per una bottiglia di acqua da mezzo litro (NO GETTONI).
I biglietti sono acquistabili direttamente in biglietteria durante l’evento o tramite prevendita attraverso i canali Box-office e Ticket One.
COSTO BIRRA
Il pagamento avviene mediante gettoni. 1 gettone = 1 euro
0,15l costa 2 gettoni (3 per alcune birre speciali).
0,30l costa 4 gettoni (6 per alcune birre speciali)
ORARI
venerdì 17 gennaio 2020 dalle 18.00 alle 01
sabato 18 gennaio 2020 dalle 12 alle 01
domenica 19 gennaio 2020 dalle 12 alle 22
SOCIAL E FOTO
Evento facebook
Pagina facebook
Galleria fotografica
DOVE
Il teatro TuscanyHall si trova in Via Fabrizio De André a Firenze
(vedi Google Maps)
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