Copy

Febbraio. Nel cuore dell'inverno

Siamo nel cuore dell'inverno e, mentre tanti esseri viventi sono in letargo, ci viene da pensare che forse vorremmo andarci anche noi. Soprattutto in quei giorni che sembrano fatti di complicazioni, in cui le cose che dovrebbero andare in un modo non ci vanno affatto.

Capita che ci sentiamo giusto in mezzo a processi, dinamiche e situazioni di cui ormai non vediamo più l'inizio ma della cui fine non c'è ancora nemmeno l'ombra. Lavoro, famiglia, relazioni e cose da fare: una neutral zone che sembra infinita. Magari siamo lì a guardarci intorno, a chiederci come ci siamo arrivati e, soprattutto, come ne usciremo?

Può darsi che sentiamo forte la tentazione a chiuderci dentro definitivamente: in fondo ci stiamo bene e poi guarda fuori che caos!

Allora, apro

Eppure, ammesso che una cosa del genere possa mai essere possibile, sappiamo bene che far finta che ciò che ci porta questo disagio non esista non lo farà sparire come per magia.

Così, invece di chiuderci come in una corazza, proviamo a trovare strategie alternative. Prima di tutto, cercando di fare l'opposto: aprirci, ampliare gli spazi della nostra vita, farci entrare più cose.

Anche se non siamo nella condizione di poter davvero mollare tutto e partire per un viaggio - nella natura o in un luogo altro che ci permetta di interrompere il circolo vizioso del pensiero o della situazione, possiamo comunque compiere piccole azioni che possono aiutarci a riallinearci con noi stessi.

Come alzarsi - metaforicamente o anche fisicamente - dalla scrivania, uscire dalla stanza e dedicarsi ad una occupazione diversa. Trascorrere qualche ora all'aperto, esposti alla luce naturale, che in questi giorni - almeno a Roma - riscalda dolcemente viso e spalle. Scegliere di percorrere dei tragitti a piedi. Ritagliarsi del tempo per stare nella natura, magari approfittando del fine settimana.

Nella natura

Secondo il filosofo e psicoterapeuta Erich Fromm gli uomini avrebbero, impresso nel loro codice genetico, un legame con gli esseri viventi con i quali condividono la vita sul pianeta facendo parte essi stessi dell’ambiente naturale. Così, noi che ne viviamo in parte avulsi, tornando in un ambiente più naturale proviamo un senso di rigenerazione.

'In questi spazi  - spiega - i nostri sensi si aprono ai rumori del vento tra le piante, al cinguettio degli uccelli e al ronzio degli insetti, al rilassante colore del verde in tutte le sue sfumature, all’odore della terra, al profumo dei fiori, al contatto dei nostri piedi scalzi con l’erba umida, con la terra dura, con gli avvallamenti del terreno, con le radici degli alberi.' E qui è soddisfacente compiere camminate meditative anche perché, semplicemente 'il corpo e la mente si sentono "più a casa".

Secondo la nostra natura

Ognuno di noi probabilmente conosce già diversi modi grazie ai quali riesce a superare la sensazione di sopraffazione che, di tanto in tanto, tutti sperimentiamo.

Possono essere delle azioni più piccole, come leggere un libro o cucinare qualcosa, o impegni più grandi come dedicarsi ad aiutare qualcun altro. Dormirci sopra.

Oppure possono essere atteggiamenti del pensiero. Possiamo provare a sdrammatizzare la questione, per ridimensionarla. Ad esempio, guardando le cose in modo paradossale, trovare delle soluzioni esagerate e non praticabili che però ci fanno concentrare sulla possibilità di trovare comunque una soluzione, dandoci la sensazione di non esserne dominati.

Attenzione all'attenzione

Delle volte si tratta - senza volerne affatto banalizzare l'impatto - di una scelta di attenzione e di priorità, in un momento in cui ci sentiamo soverchiare, dalle contingenze o dalle responsabilità, non avendo ben chiaro il percorso che stiamo compiendo, finiamo per vedere l'insieme un po' appannato.
D'altra parte, come ci insegna Paul Watzlawick, se concentriamo la nostra attenzione abbastanza a lungo sulle dita di un piede, cominceremo a sentire dettagli prima impercettibili, come il tocco della cucitura laterale del calzino, una piccola piega fastidiosa, un lato della scarpa che preme sulla pelle e tanto altro da pensare che anche la scarpa che ci sembrava perfetta in quel momento sembra la più scomoda del mondo.
Più diamo energia a uno stato d'animo, infatti, più lo alimentiamo.

Esplorare, non crogiolarsi

Non stiamo dicendo di mettere la testa sotto la sabbia e fingere che il fuori non ci sia, anzi il contrario: è giusto esplorare il problema, ma bisogna resistere alla tentazione di crogiolarcisi dentro e incanalare le energie verso una soluzione o, almeno, una visione più chiara della situazione. E allo stesso modo, l'obiettivo non è fare sparire le emozioni o la frustrazione, che sono risposte naturali, ma non lasciarsene condizionare del tutto.

Per questo ha senso aprirsi: se la nostra vita è ristretta come una tazzina di caffè, una qualunque goccia di inchiostro tingerà tutta l'acqua che contiene, ma se invece è ampia come una vasca, una goccia di inchiostro avrà il peso che deve avere.

Probabilmente, il modo migliore per ridimensionare la situazione è partire ascoltandosi dentro per capire di cosa sentiamo di aver bisogno proprio in questo momento. Forse abbiamo bisogno di riconnetterci con le ragioni per cui stiamo facendo quello da cui ci sentiamo sopraffatti, magari ritrovare la motivazione nelle aspettative.

Facile a dirsi, vero?

Fortunatamente, anche non troppo difficile a farsi. Delle volte basta rallentare o accettare di fermarsi. Riposarsi, per rompere il circolo vizioso in cui siamo intrappolati. Dormire, ad esempio, permette di staccare fisicamente e mentalmente, riposando il corpo e riorganizzando i pensieri, e di ripartire sfruttando l'energia nuova del risveglio.

Cammini di consapevolezza si apre raccontandoci come la differenza tra camminare e meditare camminando sia nell'intenzione con cui lo si fa e da una disponibilità a sperimentare. Il testo da cui abbiamo tratto l'inciso di Erich Fromm.
A proposito del concentrare le energie mentali, Istruzioni per rendersi infelici di Paul Watzlawick è uno specchio ironico e mai offensivo di comportamenti e atteggiamenti del pensiero che tutti, almeno ogni tanto, sperimentiamo.
 
#sdgspertutti Riflettiamo sull'obiettivo 5: cambiare il linguaggio ci fa cambiare il modo di vedere il mondo, anche in un ambito sempre rilevante come l'eguaglianza di genere perché noi pensiamo attraverso il linguaggio. L'articolo completo è qui.
Al prossimo mese e, se hai bisogno, siamo qui.
Spazi dell’anima
Continuiamo a chiacchierare su Instagram Facebook. Se Pausa. ti è piaciuta, puoi inoltrarla ai tuoi amici o a chi vuoi, grazie!

TI hanno inoltrato la newsletter e vorresti iscriverti? Puoi cliccare qui.
Spazi dell'anima è l'ambiente di Bottega Filosofica dedicato alle persone.
Bottega Filosofica è Società BenefitB-Corp.
Copyright © 2020 Spazi dell'anima, Laboratorio di sviluppo personale.
Corsi e workshop, in sede e online: una cassetta degli attrezzi per vivere più felice.



Email Marketing Powered by Mailchimp