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16 marzo 2020
Hai perso una lettera per strada? La ritrovi qui!
Ho scritto una piccola storia.
L'ho scritta inseguendo un'ispirazione improvvisa, scaturita dalla curiosità di sapere come staranno reagendo gli animali della Collina alla momentanea assenza dell'Uomo...
In fondo, sono giorni di esercizi creativi e di spazi recuperati per l'immaginazione.
Giorni di paura in cui, però, potrebbe nascondersi anche molta grazia... chissà.
Aspettiamo e speriamo.
La Volpe parlò per prima.
   
"Io dico di cominciare dai pollai!"
    "No! Dobbiamo partire dalle strade!" le fece eco il Riccio.
    "Perché non dai campi?" borbottò il Cinghiale.
    "Sì! Riprendiamoci le vigne!" proposero in coro Lepri e Conigli.
    Presto la radura si riempì col gracchiare e col frinire delle voci concitate di tutti gli animali, i quali non riuscivano proprio a mettersi d'accordo sul da farsi per riprendersi la Collina.
    "Rivogliamo i prati!"
    "Basta col baccano!"
    "Il bosco sarà di nuovo nostro!"
    Anche gli Alberi e i Fiori contribuivano alla confusione, contemplando l'ipotesi di allungare le radici sino a rompere l'asfalto, o di spargere semi e spore per colonizzare i tetti delle case.
    La Civetta, eletta a Mediatore di quella variegata assemblea, ascoltava in silenzio il battibecco sottostante ma, a dire il vero, era anch'ella indecisa sui pesci da pigliare.
    Il fatto era che gli Uomini, per chissà quale motivo, tutt'un tratto avevano smesso di fare quello che facevano ogni giorno sin dall'alba dei tempi, e questa improvvisa assenza aveva scatenato nelle creature il desiderio di reclamare gli spazi e i territori a lungo sottratti.
    Le più audaci si erano spinte ancora più in là, arrischiandosi a immaginare un Mondo Senza Uomini.
    "Tanto a che servono?"
    "Sì! Stiamo tutti meglio senza di loro!"
    "Cacciamoli via!"
    La Civetta svolazzava senza sosta da un capo all'altro della radura per raccogliere voci e opinioni e, dopo giorni di frenetico lavoro, stava per risolversi che avrebbero potuto cominciare dalle strade (come suggerito dal Riccio), quando si accorse che una giovane Magnolia, rimasta in disparte in un angolo, non aveva ancora proferito parola.
   "Amica Magnolia, che ne pensi tu? La Legge stabilisce che tutti dobbiamo esprimerci prima di prendere una decisione e, dunque, parla!"
    "Io... Io penso che..."
    "Cosa pensi?"
    "Coraggio!"
    "Dì la tua!"
    La Magnolia si fece coraggio, e qualche petalo dei suoi fiori cadde per terra.
    "Io penso che ogni anno, a Primavera, mi dò davvero un gran daffare per ricoprirmi di fiori. Sono un albero ordinario, non posso vantare la forza della Quercia né la maestosità dell'Abete, però ecco, per almeno un attimo, durante l'anno, anche io faccio qualcosa di speciale... e gli unici che se ne sono accorti sono proprio gli Uomini. Mai ho visto il Cinghiale arrestare la sua ricerca di ghiande per guardarmi, né il Lupo interrompere la sua caccia perché colpito dai miei fiori. Persino le Api mi cercano esclusivamente per il polline. L'Uomo, invece, l'ho visto fermare la sua corsa quotidiana per rivolgermi uno sguardo compiaciuto, soltanto lui".
    Inutile descrivere il silenzio greve in cui piombò l'intera radura.
    Poi, dopo un lungo momento pesante come il piombo, il Narciso parlò.
    "É vero: io sboccio in Primavera e ho vita breve, ma l'Uomo quando mi incontra rimane estasiato"
    "Anche per noi è così!"
    Erano il Pesco, il Prugno e il vecchio Ciliegio.
    "L'uomo ci ammira!"
    Nel frattempo un brusio di voci aveva cominciato a sollevarsi, pronto a esplodere come il temporale d'Estate.
    "Questi arbusti vanitosi!" esclamò il Capriolo.
    "Io dico che senza gli Uomini a darci la caccia staremmo tutti meglio!"
    "Già! É proprio così! Mandiamoli via tutti!"
    "Epperò, un Uomo una volta mi ha curato!"
    "A me ha fatto trovare erba fresca nel cuore dell'inverno!"
    "Per noi ha costruito uno stagno in cui poterci riposare durante i nostri lunghi viaggi!"
    Il vociare nella radura era ora un caos di cori dissonanti: chi sì, chi no, chi forse, e la Civetta dovette fare tre o quattro giri picchiettando sulle teste dei presenti prima di riuscire a richiamare l'ordine.
    "Fate silenzio!"
    Si posò sul ramo più alto, per meglio farsi udire da tutti i compagni. 
    "La questione è annosa, amici, e vedo che ci divide. Ma urge prendere una decisione, così partirò oggi stesso per cercare una risposta. Tra sette giorni sarò di ritorno: allora, quello che avrò stabilito si farà. Così vuole la Legge".
   Poi, senza attendere oltre, spiccò un salto e volò via.
    
La Civetta sorvolò campi e prati, e vide quello che l'Uomo aveva creato. 
    Dove prima c'erano boschi, ora c'erano distese coltivate, pascoli, allevamenti.
    Era vero quello che dicevano i Lupi e i Caprioli: mancava spazio per cacciare e per nascondersi; ma era vero anche quanto dicevano i Corvi, che ora era più facile sopravvivere all'inverno perché i semi si trovavano più facilmente.
    La Civetta superò le montagne, e vide come l'Uomo le aveva trasformate.
    Era vero quello che raccontavano i Cervi e gli Orsi: per lunghi tratti, le foreste avevano lasciato il posto ad alberi di acciaio che si spingevano fin sulle cime, ma era vero anche quello che aveva riportato lo Scoiattolo, che dove il bosco era bruciato, gli Uomini si erano affrettati a seminare nuove piante.
    La Civetta si spinse ancora più lontano, oltre il mare e oltre il deserto.
    Vide orrori indicibili: guerre, carestie, grandi migrazioni e sofferenze, tragedie che accadevano anche nel mondo animale e a cui, evidentemente, nemmeno gli Uomini riuscivano a sottrarsi.
    Ma vide anche cose meravigliose ed impensabili: battaglie al fianco degli alberi per strappare la terra al deserto, fiumi creati per dissetare le terre aride, creature di ogni tipo strappate a morte certa. 
    Vide, infine, ciò di cui parlava la Magnolia.
    Che gli Uomini, spesso e volentieri, si prendevano cura delle cose solo perché le trovavano belle. Che qualunque cosa stessero facendo, potevano interromperla per ammirare il cielo.

Il settimo giorno tornò alla radura.
    Gli animali la accolsero con sincero sollievo: era stata una settimana di liti e di baruffe, nell'incapacità di arrivare a un'unanime sentenza.
    "La Civetta è tornata!"
    "Fate silenzio!"
    "Ascoltiamola tutti!"
    La Civetta si concesse tre giri solenni sul capo degli astanti, poi volò a posarsi sul ramo più alto.
    Gli animali la osservavano col fiato sospeso.
    "Amici..." disse finalmente, dopo un lungo silenzio che aveva riempito l'aria di elettricità, facendo aizzare i mantelli ispidi.
    "Ho volato in lungo e in largo per entrambi gli emisferi, e ciò che ho visto mi ha portato a giudizio. Non vi mentirò: ho visto grandi orrori. Ho visto gli Uomini cacciarsi con pugnali e fucili, uccidersi tra fratelli, tra madri, padri e figli. Li ho visti soggiogare noi creature in modi atroci e brutali, rubarsi il cibo, spingersi gli uni gli altri alla fame, negarsi aiuto..."
    Dalla radura si sollevò un mormorio di assenso.
    "É così!"
    "Liberiamocene!"
    La Civetta fece una pausa per richiamare l'ascolto, poi trasse un profondo respiro e continuò.
    "....Ma non è questo il frutto più severo di quelle Leggi Antiche che dominano allo stesso modo ciascuno di noi?
    Difatti, mai ho visto alcuno tra noi offrire aiuto deliberato all'altro, scambiarsi il cibo. Questo l'ho visto fare solo all'Uomo. Ognuno per sé e per la propria prole, così è la Legge. Noi vi ubbidiamo, e anche l'Uomo, eppure, allo stesso tempo, lui solo tra noi tutti vi disubbidisce.
    É così che rompe l'equilibrio, che scardina il sistema.
    Così facendo genera il male.
    Così facendo genera il bene.
    Amici, ho molto riflettuto e sono giunto col risolvermi: accordo il mio favore alla Magnolia"
    Con un boato, gli animali esplosero in un vocio di commenti ed esclamazioni sconcertate tanto che la Civetta dovette fare ben cinque giri picchiettando sulla testa di ognuno.
    "Amici, quietatevi! C'è dell'altro: qualcosa di molto strano sta accadendo agli Uomini. Ovunque io sia stato non li ho visti camminare per le strade, né accalcarsi nelle piazze. Vuoti erano i mercati, spente le luci di notte.
    Ho fiutato, solo, tanta paura nell'aria, come mai era successo a memoria di creatura. Qualcosa di eccezionale sta accadendo, vi dico, e così, nel nome della Legge che rappresento, la mia decisione è questa: aspettiamo e speriamo.
    Riprendiamoci pure le strade.
    Allunghiamo le radici e le spore circondando le case.
    Ma non cacciamo l'Uomo, non allontaniamolo.
    Poiché, giacché lui solo può vedere la bellezza, lui solo può ribellarsi alla Legge.
    Così io, Civetta Mediatrice di questa Assemblea, ho deciso, e così si farà".
    Poi, ignorando deliberatamente lo scompiglio sottostante, spiccò un lungo balzo e volò via prendendo la strada del cielo.
    
Non ci è dato sapere se gli Animali accettarono di buon grado il giudizio della Civetta: di certo, anche se in molti ebbero da ridire e lamenti e borbottii riempirono il bosco nei giorni a venire, nessuno osò sfidare quanto deciso dal rappresentante della Legge e, piano piano, la vita tornò a fluire come sempre. 
    La Civetta aveva ragione: questo coraggio è appannaggio dell'Uomo... E allora chissà che non ci avesse visto giusto; chissà che, almeno stavolta, non sarebbe arrivato per davvero qualcosa di buono per tutti.

Del resto, la Magnolia era sinceramente felice: avrebbe continuato ad esserci qualcuno, nel Mondo, in grado di apprezzare il suo dono migliore.
Grazie per essere qui.
Come stai?
Io affronto l'incertezza cercando di coltivare prospettive più ampie: non sempre ci riesco, ma ritagliarmi ogni giorno un piccolo spazio in cui creare e basta mi aiuta molto. 
...E a proposito, domani pubblicherò un nuovo tutorial di disegno (se non hai visto quello di venerdì scorso, lo trovi qui!).

Come sempre, t
i ricordo che se ti va di condividere un pensiero, una riflessione o anche solo un saluto, io sono qui e ti leggo (e rispondo) sempre volentieri!
Un abbraccio!
Clarissa


Note a piè di pagina
 

Mi chiamo Clarissa Cozzi ma il mio alias online è Segui le briciole.
Mi occupo di identità e comunicazione visiva e questo per me significa solo una cosa: raccontare storie che ispirino le persone a prenderne parte.

(Vuoi scoprire come lo faccio? Puoi iniziare da qui).


Che storie racconterò questa settimana?
 
...Sai che, per una volta, non lo so?
Questa settimana posso permettermi di allentare le maglie del lavoro, così ho deciso di lasciare carta bianca all'ispirazione.

Chissà dove mi porterà!
E tu, che storia mi racconti?
Segui le briciole
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