Copy
Apri questa mail nel tuo browser

Ciao <<Nome>>, come stai?

Ti scrivo una newsletter del tutto inusuale, perché stiamo attraversando un momento straordinario. Ho fatto alcune riflessioni, che volevo condividere con te. Spero non abuserò della tua pazienza, ma scrivendole mi è sembrato di trovare una maggiore lucidità, ho sentito che certe considerazioni mi scaldavano il cuore e che forse questo effetto potevano averlo anche su di te. Quindi eccomi qui a parlare di viaggio e di questo viaggio del tutto imprevisto. 

Viaggiare è diventato in questi ultimi anni parte delle nostre abitudini, la possibilità di prendere un aereo e trovarci dall’altra parte del mondo in poche ore non ha eguali rispetto alle epoche passate, quando ad esempio si partiva per lunghe traversate transoceaniche, come i nostri nonni o bis-nonni emigrati in America. Anche i costi ormai sono bassi e tanti di noi possono permettersi, in questo mondo globalizzato, di raggiungere luoghi lontanissimi, una volta sconosciuti al turismo di massa.

La libertà di circolazione, che le nostre carte costituzionali consacrano a diversi livelli, sono diritti democratici e fanno parte delle nostre libertà acquisite. Talmente acquisite che se un nemico sconosciuto, intangibile come un virus ce le limita, noi reagiamo con incredulità e, a volte, con aggressività. Dimenticandoci che la nostra libertà finisce, dove inizia quella degli altri.

Viaggiare è affrontare la paura dell’ignoto, uscire dalla zona di comfort

Penso in questi giorni quanto viaggiare sia parte della nostra cultura, penso ai nostri antenati grandi viaggiatori, avventurieri, esploratori come Marco Polo o Cristoforo Colombo.

Penso a tutti noi che per breve o lungo tempo siamo partiti, affrontando il viaggio – quel cammino che ti porta completamente fuori dalla routine, dalle cose note, dalla nostra confortante quotidianità – per il puro piacere della libertà di assaporare nuovi mondi, nuovi percorsi in terre sconosciute e lontane.

E viaggiare è l’essenza dell’uomo, è la libertà di affrontare le incognite di una partenza, il dubbio di un arrivo, la paura di non tornare uguali a se stessi. Sono questi i sentimenti che accomunano chi parte.

Un altro viaggio e…del tutto imprevisto

In Cina, in Corea del Sud si è propagato il covid-19. Parliamo di terre tanto lontane da farci (s)considerare l’eventualità che un evento del genere potesse ripercuotersi su di noi: approdare in Italia, a casa nostra, nel nostro salotto. Tuttavia, nell’incredulità collettiva ed individuale, il covid-19 è diventato parte della nostra quotidianità, ci ha coinvolto in primissima persona, sotto tutti gli aspetti e con tutte le conseguenze.

Photo by Eric Prouzet on Unsplash

Non è facile trovarsi in un viaggio che non ci siamo scelti, ma alla fine la vita è un ciclo, fatta di momenti di espansione seguiti da altri di restrizione: ogni passaggio porta ad un nuovo equilibrio.Che poi verrà sconvolto per portarci ancora ad un livello di consapevolezza più alto.

Certi cambiamenti spesso li percepiamo come negativi: sconvolgono le nostre abitudini, il nostro status, scuotono la nostra zona di comfort, la nostra normalità e ci obbligano a nostra volta a cambiare, a trasformarci. Abbiamo nostalgia delle nostre abitudini, anche di quelle che non ci facevano stare bene. Diciamo “Come erano belli quei tempi…” Anche quando, in realtà, non lo erano.

Momenti come questo, che stiamo attraversando, sconvolgono le nostre sicurezza, mettono alla prova la nostra capacità di sopravvivenza. Sopravvivenza non tanto fisica ma morale: nell’affrontare le nostre paure, nel resistere alle incertezze del futuro, ai cambiamenti climatici e ad un ospite – un virus che sembra stupido ma è insidiosissimo. Esso colpisce la nostra vita, i nostri amati confini geografici e neanche lo vediamo, neanche ha un volto, neanche possiamo prenderlo a schiaffi. È così impalpabile che qualcuno di noi pensa ancora che non esista.

È la frustrazione di noi gente dell’Occidente, che ci sentiamo colpiti nel nostro status, nella nostra ricchezza, in quello che noi riteniamo sia la nostra integrità. Penso che questo momento sia una grande occasione per tornare alle nostre radici, alla nostra essenza, per tornare ad un’esistenza fatta di bisogni primari, atavici: alla consapevolezza della natura, della bellezza, ai rapporti umani caldi e solidali. È l’occasione per tornare alla purezza nostra e del Pianeta in cui viviamo, martoriato dai cambiamenti climatici, di cui noi stessi siamo artefici. Un Pianeta in cui noi stessi siamo causa dell’estinzione di tante specie animali.

È l’occasione per rivedere l’Africa finalmente con la lente giusta: un continente enorme da 1,400 miliardi di persone, contro i 700 milioni dell’Europa. Un continente in cui la malnutrizione, la sovrappopolazione, le malattie sono all’ordine del giorno ma parliamo dell’unico continente con risorse, ricchezze, potenzialità di crescita smisurata che nessun altro continente ha.

Il futuro si chiama Africa

Ed è proprio lì che penso che ci ritroveremo quando ritorneremo protagonisti della nostra vita, dei nostri veri bisogni come individui e collettività. Ritorneremo in Africa. 

Il futuro sta lì a portata di mano in un cielo più blu, quello che si osserva dopo i temporali. Il futuro è a primavera, quando tutto si risveglia. E quando ci risveglieremo torneremo a casa in Africa, nella terra più antica del Mondo. Umana, primitiva, unica.

Coltivo la speranza e l’ottimismo tutti i giorni e tutti i minuti e continuerò a farlo perché so che la primavera arriverà e quando ci abbracceremo e baceremo di nuovo per le strade e davanti al prossimo aperitivo, festeggeremo non solo la nostra rinascita, il ritrovarci più belli, più forti, consapevoli e resilienti, festeggeremo anche la nostra appartenenza al mondo tutto.

Dunque la primavera è vicina e ci vediamo nel segno della libertà, del viaggio vero, della sicurezza, di una rinnovata speranza anche nella nostra specie. I miei collaboratori , Katia Donato e Giancarlo Rapetti che ringrazio, e io continuiamo a lavorare alacremente proponendo nuovi viaggi. Come promesso potete trovare:

Entrambi sono della linea Safari tour, in gruppi internazionali con guide esperte, che parlano inglese.

A giorni uscirà il Sudafrica di gruppo aggiornato che è previsto nella prima quindicina di agosto, e subito dopo il Mozambico di gruppo nella seconda quindicina di agosto. Ho in mente altre novità, che però non vi svelo adesso. 💙

Dunque ti aspetto, ci vediamo a primavera, rinnovati, più forti, più consapevoli nel segno del rispetto, del turismo responsabile.

A presto allora. In Africa con Soultravelling
Chiara Spitaleri

Facebook
Instagram
Email
Copyright ©2020 Soultravelling
 All rights reserved

Ricevi questa mail perché sei registrato sulla newsletter di soultravelling.it


Il mio indirizzo è:

Soultravelling
Santa Rita
10136 Torino,
Italy



 Modifica i tuoi datiDisiscriviti dalla newsletter

Email Marketing Powered by Mailchimp