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Care compagne, cari compagni,

Speriamo innanzitutto che stiate bene in questo periodo difficile. Di seguito trovate le ultime novità del Partito Socialista Ticino:

Chiusura delle attività produttive: un bilancio chiaroscuro

Grazie anche all'importante lavoro di mediazione tra il Consiglio federale e il Consiglio di Stato portato avanti da Marina Carobbio, presidente della deputazione ticinese alle Camere federali, l'esecutivo nazionale ha riconosciuto la straordinarietà della situazione del nostro Cantone e ha quindi modificato la propria ordinanza in modo da permettere ai Cantoni di chiudere le attività produttive non indispensabili. Siamo soddisfatti del compromesso trovato, che avevamo fortemente auspicato anche pubblicamente come si può leggere in questo comunicato stampa

Allo stesso tempo però il Consiglio federale ha deciso di non fare il passo di chiudere tutte le attività produttive non indispensabili a livello nazionale: una decisione che sembra mettere il profitto sopra la salute pubblica! Nel resto della Svizzera la diffusione del virus è in ritardo rispetto a Ticino, ma ovunque la situazione peggiora giorno dopo giorno: la chiusura immediata di tutte le produzioni non indispensabili sull'intero suolo nazionale è quindi un passo necessario!

Nel frattempo a livello ticinese la chiusura è stata giustamente prolungata, introducendo però anche la possibilità per le aziende di fare richiesta di riaprire l'attività e spiegarne perché questo sarebbe indispensabile. Pur comprendendo l'idea di principio di permettere la richiesta, questa possibilità non deve diventare un escamotage per le aziende che pensano unicamente ai propri profitti piuttosto che alla salute dei dipendenti! 

Rafforziamo il sistema sanitario

La Svizzera deve affrontare grandi sfide per rispondere in modo efficace alle conseguenze di questa crisi. Attualmente, molte persone sono impegnate in operazioni straordinarie su molti fronti, non da ultimo nel settore sanitario, che è sempre più sotto pressione. Negli ultimi anni i Partiti borghesi hanno fatto tagli e privatizzazioni, quando serviva l'esatto opposto: una forte sanità in mano statale e maggiori investimenti. 

Nella nostra strategia a tre pilastri per affrontare il coronavirus e la crisi che rischia di seguire, chiediamo anche misure urgenti per rafforzare il settore sanitario. Trovate i dettagli nel comunicato stampa del Partito Socialista Svizzero

Il "dopo coronavirus"

"Quando ne saremo fuori, poi, la grande tragedia - dopo quella umana della conta dei morti e quella economica della conta dei fallimenti - sarebbe però l’aver subito tutto questo e non aver imparato nulla". Ecco quanto Luca Berti scriveva qualche giorno fa in questo commento su LaRegione. 

Anche noi pensiamo che bisognerà trarre degli insegnamenti da questa pandemia, implementando rapidamente dei correttivi politici ad errori del passato. Rafforzare il sistema sanitario? Introdurre un reddito di base? Rendere meno dipendente dall'estero la nostra produzione?

Le riflessioni da fare sono molte. Come direzione del PS Ticino pensiamo che bisogna discuterne tutti assieme - compagne e compagni - e trovare delle proposte comuni. Prevediamo quindi di fare verosimilmente a settembre una conferenza cantonale dedicata al "dopo coronavirus" e agli insegnamenti da trarne, preparando un documento d'analisi con proposte concrete da sottoporre alle sezioni in un processo di consultazione. Vi teniamo informati su come intendiamo procedere. 

Nel frattempo #restiamoacasa! 

La solidarietà non può fermarsi ai confini nazionali!

L'emergenza del Coronavirus colpisce in modo particolarmente duro le persone in fuga, che non hanno accesso a servizi igienici e medicine, vivendo a strettissimo contatto. Se il virus si diffonde in queste circostanze un disastro umanitario è imminente!

La situazione umanitaria dei rifugiati in Grecia - soprattutto a Camp Moria, a Lesbo - è gravemente peggiorata. Il campo deve venir evacuato immediatamente! La Svizzera deve accogliere rifugiati ed esigere lo stesso dagli Stati dell'UE: la solidarietà non può fermarsi ai confini nazionali e ogni Stato deve fare la sua parte per evitare un disastro umanitario.

Crisi del Coronavirus e gli «invisibili»

In questo periodo di crisi sanitaria con importanti conseguenze sul piano economico, assistiamo a uno sforzo notevole dell’Ente pubblico per salvaguardare la vita delle cittadine e dei cittadini, per garantire il funzionamento delle strutture sanitarie e per aiutare l’economia, imprenditori come lavoratori, ad affrontare questa sfida senza gravi conseguenze.

Purtroppo ci sono persone «invisibili» nella nostra società - sans papiers, persone in carcere, richiedenti d'asilo, personale ad ore - che proprio per la loro situazione verosimilmente non possono godere, o solo in minima parte, delle misure sanitarie ed economiche previste. Il nostro gruppo parlamentare ha tematizzato la questione con una lettera al Consiglio di Stato, che potete leggere qui. Come spiegato nell'ultima newsletter, si è rinunciato a fare un'interrogazione formale che non verrebbe trattata dato che l'attività parlamentare è sospesa. 

Azioni di solidarietà nei comuni

Incoraggiamo le sezioni a sentire i propri iscritti e le proprie iscritte, in particolare le persone anziane e a rischio, per offrire loro aiuto e manifestare la propria vicinanza in questo momento difficile. 
In accordo con il PSS, possiamo mettere a disposizione il tool della campagna telefonica di base per le sezioni che volessero procedere in questo modo. Vi invitiamo a segnalare il vostro interesse alla segreteria rispondendo a questa mail. 

Gli applausi non bastano - petizione

L'emergenza del coronavirus evidenzia come lavori precari e poco riconosciuti siano invece fondamentali per il funzionamento della nostra società: pensiamo in primis a chi lavora nelle cure infermieristiche, ma anche al commercio di dettaglio, agli addetti di pulizia e dei trasporti. Nelle scorse settimane ci sono stati dei flashmob per applaudire l'enorme lavoro di queste persone: un bel gesto al quale anche noi ci siamo uniti, ma ad emergenza finita sarà necessario offrire un riconoscimento concreto a tutte queste persone. Salari dignitosi al posto delle attuali retribuzioni da fame e contratti a tempo indeterminato al posto di lavoro su chiamata solo per citare due esempi. 

Saremo in prima linea a batterci per questo meritato riconoscimento, ricordando alla maggioranza borghese che gli applausi non bastano!  Potete firmare qui la petizione del Partito Socialista Svizzera che invita le autorità pubbliche e i datori di lavoro privati, una volta superata la crisi, a premiare gli sforzi straordinari di queste persone che sono ora in prima linea per tutti noi.
Cari saluti,
Laura e Fabrizio
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