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A oggi sono stati segnalati 105.792 casi positivi in Italia.
Sono le 18 e 30.

Quinzano d’Oglio è un paese di circa 6mila abitanti nella provincia di Brescia. Poco distante dal centro, e prima di incontrare il fiume Oglio, c’è un edificio abbastanza moderno: “Villa G. Padovani”, una residenza sanitaria assistenziale (RSA, una di quelle che comunemente e genericamente chiamiamo “case di riposo”). Nella struttura, che ha 80 posti letto, in media muoiono uno o due ospiti al mese, ma nelle ultime settimane le cose sono andate molto diversamente.

Dal 7 marzo a oggi, nella RSA sono morte 33 persone. L’aumento anomalo si è registrato in concomitanza con la diffusione dell’epidemia da coronavirus, ma ufficialmente solo una delle persone ospitate è morta di COVID-19: era stata ricoverata in ospedale e dopo il decesso era emerso dai test che era stata contagiata. Gli altri 32 ospiti sono morti invece nella casa di riposo, senza che fosse possibile trasferirli in ospedale. Nel momento di massima emergenza, nella struttura sono morte cinque persone in un solo giorno. 

La storia di Quinzano d’Oglio è comune a quella di numerose altre RSA nel Nord Italia, come abbiamo verificato dalle testimonianze di diversi responsabili e operatori nelle strutture. Gli ospiti, persone molto anziane e già con problemi di salute, sviluppano sintomi che fanno sospettare la COVID-19, si aggravano e poi muoiono senza poter essere ricoverati o sottoposti al test. I loro decessi passano inosservati alla sorveglianza sulla diffusione del coronavirus e non compaiono nei bollettini ufficiali, come quello comunicato ogni giorno dalla Protezione Civile.

Accade spesso che le RSA si occupino degli ospiti fino alla loro morte, senza prevedere trasferimenti in ospedale e ricoveri, per persone ormai oltre gli 85 anni, con quadri clinici compromessi. È un problema che i loro decessi non siano valutati nell’ambito dell’epidemia da coronavirus, e che non siano conteggiati. In alcuni casi le rilevazioni dei positivi restano incomplete, per non sottrarre tempo e risorse ai laboratori già impegnati su altri fronti per i casi nella comunità.

Il 4 marzo, la Residenza Borromea di Mombretto (Milano) ha registrato il primo caso di COVID-19 e ha disposto l’isolamento di una ventina di ospiti con sintomi sospetti, che potevano aver subìto il contagio. Vista l’altissima percentuale di contagiati emersa dai primi test, l’azienda sanitaria locale ha deciso di interrompere i prelievi, considerando tutti gli ospiti come positivi. Dal 4 marzo presso la Residenza Borromea sono morte 62 persone, ma non è possibile stabilire con precisione quanti decessi siano stati causati dalla COVID-19.

Intorno alle storie degli ospiti nelle RSA ci sono il lavoro degli operatori, talvolta costretti a lavorare senza protezioni adeguate e indicazioni precise, così come le sofferenze dei familiari che per ridurre il rischio del contagio non si possono avvicinare alle strutture e vedere un’ultima volta i loro familiari. Abbiamo raccontato questo e altro sulle case di riposo qui, un pezzo importante di questa storia.

Una casa di riposo a Roma in cui è stata allestita una tenda per i malati di COVID-19
(Mauro Scrobogna /LaPresse)

Oggi, in Italia
Secondo i dati diffusi oggi dalla Protezione Civile, dall'inizio dell'epidemia in Italia i casi positivi totali sono 105.792, quindi 4.053 in più di ieri, quando erano stati 4.050 rispetto al giorno precedente. L'incremento di oggi è paragonabile a quello di ieri e indica per il secondo giorno consecutivo livelli di nuovi casi totali paragonabili a quelli di un paio di settimane fa. È un dato incoraggiante, ma occorreranno ancora diversi giorni prima di comprendere quanto sia significativo nell'ottica di contenimento dell'epidemia. I morti sono 837 in più di ieri, per un totale di 12.428, mentre nei reparti di terapia intensiva sono ricoverate 4.023 persone, 42 in più rispetto a ieri.

Incremento giornaliero dei casi totali

Quanti sono davvero i contagi?
L’Imperial College London, tra le più importanti università pubbliche del Regno Unito, ha pubblicato un nuovo rapporto sull’epidemia da coronavirus in Europa, molto ripreso e discusso nelle ultime ore. Utilizzando alcuni modelli statistici, i ricercatori hanno stimato che a oggi le infezioni da coronavirus abbiano interessato tra il 2 e il 12 per cento della popolazione in 11 paesi europei, una quantità di persone ben superiore rispetto ai casi positivi rilevati tramite i test. Secondo le loro stime, in Italia le persone già contagiate potrebbero essere il 9,8 per cento della popolazione. Il rapporto ipotizza che le misure restrittive applicate nel nostro paese abbiano evitato 38mila morti per il coronavirus (il dato è compreso in una valutazione più pessimistica di 13mila e in una più ottimistica di 84mila). Negli 11 paesi europei analizzati, si stimano fino a 120mila decessi in meno grazie alle misure restrittive.

Diversi esperti hanno invitato a prendere con molta cautela i risultati del rapporto, considerato che a pochi mesi dall’inizio dell’epidemia non ci sono ancora statistiche solide per fare previsioni affidabili. Gli stessi autori segnalano nella loro ricerca che i risultati sono fortemente condizionati da Italia e Spagna, i paesi con il maggior numero di casi positivi rilevati e di decessi. Qui lo raccontiamo più estesamente.

Il famoso modello italiano ✍️

Quello che ci aspetta
Cina, Hong Kong e Singapore in questi giorni sono osservati con grande attenzione dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dai governi occidentali: il loro graduale ritorno alla normalità dopo due mesi di restrizioni ci dirà se sia possibile continuare a contenere l'epidemia, tornando al tempo stesso a una vita un po' più vicina alla normalità. Valutando la situazione a Hong Kong, possiamo dire che le premesse non sono ancora incoraggianti: è successo quello che molti scienziati ritengono sia uno scenario probabile per i prossimi mesi anche in Europa e in America; sono stati registrati nuovi contagi, con un picco di 82 casi rilevati soltanto domenica, raggiungendo così un livello tale da richiedere nuove misure restrittive. Diversi esperti non escludono che attraverseremo diversi cicli di misure restrittive, modulate diversamente e con restrizioni non necessariamente così severe, prima di uscirne veramente.

100 milioni di dollari
Sono i fondi che gli Stati Uniti hanno promesso per l'Italia, per aiutarci ad affrontare l'emergenza sanitaria in corso, sotto forma di mascherine e altri strumenti sanitari. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, l'ha spiegato a modo suo dicendo che "sono cose di cui non abbiamo bisogno".

«Giuseppe was very very happy» 👱‍♂️🇺🇸



I giorni peggiori
I contagi da coronavirus nello stato di New York hanno superato i 66mila casi rilevati, di cui 38mila solamente nella città di New York; i morti sono oltre 2mila. Gli ospedali della città sono sotto pressione e stanno attraversando le stesse difficoltà delle zone europee più colpite dal coronavirus: stando agli ultimi dati, a New York sono state ricoverate 9.517 persone, di cui 2.352 in terapia intensiva. All’interno di Central Park, il famoso parco cittadino, è stato costruito un ospedale da campo con 68 posti dedicati alla terapia intensiva, tutti per i malati gravi di COVID-19. Lunedì è arrivata una nave ospedale della marina, la Comfort, che dispone di mille posti letto e di un laboratorio medico. Con la nave sono arrivati anche un migliaio di ufficiali della marina militare. I posti letto saranno messi a disposizione degli altri malati per liberare posti negli ospedali e concentrare lì i pazienti con la COVID-19.

Gli effetti del coronavirus sul traffico aereo ✈️

Spagna
Dopo l'Italia, la Spagna è il secondo paese in Europa per numero di contagi totali registrati dall’inizio dell’epidemia di COVID-19: più di 85mila, di cui 12mila sono persone che lavorano nella sanità. I morti, secondo i dati del 30 marzo, sono 7.340 e la regione più colpita è quella della capitale Madrid, con più di 24mila casi accertati e quasi 3.500 morti, seguita dalla Catalogna, con più di 16 mila casi accertati e 1.410 morti. La situazione sanitaria è critica, nel fine settimana è stato approvato un decreto che limita ulteriormente le attività produttive, che entrerà in vigore oggi e sarà valido fino al 9 aprile. Tra i principali problemi di gestione dell’emergenza c'è la mancanza di coordinamento delle comunità autonome, che sono simili alle nostre Regioni, ma con più poteri anche in materia di sanità. 

Giustiniano, Varufakis e la peste ✍️

Brasile
Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha detto in tv che non è possibile imporre al paese ulteriori restrizioni per contenere il coronavirus rispetto a quelle già in vigore, perché altrimenti gli effetti della pandemia sull’economia sarebbero maggiori di quelli del virus in sé. Bolsonaro è tra i pochi leader mondiali a minimizzare la malattia e a opporsi alle misure di contenimento, sostenendo che sia un «piccolo raffreddore» e che «le nostre vite devono continuare, il lavoro deve andare avanti». Bolsonaro ha criticato l’isolamento e la chiusura delle scuole imposti da alcuni governatori di stati brasiliani, definendo i governatori “ammazza-lavoro”. In Brasile i casi positivi rilevati finora sono stati 4.600 circa, ma ci sono dubbi circa l'affidabilità dei dati e del numero di test eseguiti.

Joan Baez ha cantato “Un mondo d’amore” per l’Italia 🎶

Animali
I documentari naturalistici, come lo spettacolare Il Nostro Pianeta di Netflix, possono essere un buon compromesso per ricordarsi com'è fatto il mondo là fuori, e sentirne meno la mancanza durante questo lungo soggiorno in casa. Ci sono però alternative in diretta altrettanto (se non più) affascinanti per scoprire cosa fanno panda, pinguini, aquile e gorilla mentre nessuno fa loro visita nei parchi naturalistici o in natura: abbiamo messo insieme alcune delle migliori webcam di animali in circolazione per un po' di pet therapy, nell'epoca della sua riproducibilità tecnica.

Ci sentiamo domani, aquilini. Ciao!
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