Confinamento
#ostajamdoma
Vipava, SLOVENIA
14 aprile 2020
Hanno collaborato a questo numero:
Dori Agrosì
Patrizia Raveggi
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Carissimi,
prosegue la rubrica Confinamenti, la settimana scorsa abbiamo letto l’articolo da Bruxelles di Ana López-Yuste. Questa settimana leggiamo Patrizia Raveggi da Vipava, in Slovenia.
Nel frattempo in Italia i risultati ottenuti dalle restrizioni anticontagio migliorano, l’andamento della curva migliora, ma adagio e non dappertutto. La lettura dei grafici non è sempre incoraggiante, per esempio, a Milano la situazione rimane critica. Tuttavia riaprono alcune attività, tra cui le librerie, e con le dovute misure di distanziamento. C’è chi già pensa a come trascorreremo l’estate e se sarà possibile andare al mare... sarebbe bello, ma resistiamo! per non vanificare quanto fatto finora. Una cosa è certa, la mascherina sarà l’accessorio must have 2020 e certamente anche più in là nel futuro prossimo.
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Un risvolto immediato però c’è ed è molto buono, ce lo racconta il pianeta, silenziato dalla produzione di emissioni di ogni sorta, respira finalmente; l’atmosfera è meno inquinata. Sono diminuite le emissioni di diossido di azoto e le emissioni di particolato da traffico automobilistico che fino a soltanto due mesi fa superavano crudelmente ogni limite consentito dalla legge.
Questa settimana quindi il Confinamento arriva dalla Slovenia, e a raccontarci come si vive nell'#ostajamdoma a Vipava, è Patrizia Raveggi che traduce letteratura dallo sloveno e dall’inglese. Patrizia ha girato il mondo e da diversi anni le capita spesso di soggiornare tra le colline della Slovenia occidentale.
Buona lettura a tutti,
Dori Agrosì
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Confinamento
#ostajamdoma
Vipava, Slovenia
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Tradurre al tempo del colera
Patrizia Raveggi
da Vipava, Slovenia
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Vipava, 5 marzo 2020
Domenica delle Palme
Cornice da Decameron dell’isolamento nel Litorale sloveno, una vallata attraversata da un affluente di sinistra dell’Isonzo, il fiume Vipava (Vipacco in italiano) – al momento è tutta in fiore, si sono svegliate anche le api che pascolano sui bocci dei tantissimi ciliegi e dei peschi e sulle corolle gialle del tarassaco, e non badano all’odore (in Toscana il tarassaco viene detto anche pisciacani... et pour cause).
Qui le limitazioni sono inferiori a quelle sofferte dai miei connazionali ormai da settimane, d’altro canto probabilmente il virus ha fatto la sua visita a fine gennaio, a Caput Mundi, arrivato da chissà dove e ripartito dopo una decina di giorni di pesante malessere. Lo avevo dimenticato, ma confrontando i sintomi di gennaio con quelli che ormai ci stanno stampati in mente come i dieci comandamenti, vedo che ci siamo, con variazioni sul tema, se non era proprio LUI, gli assomigliava molto.
Svanito senza che pensassi a dargli un nome, e chissà – ma non ci conto – che non mi abbia regalato una qualche parziale immunità...
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Intervista a Patrizia Raveggi
Traduttrice editoriale dallo sloveno
a cura di: Dori Agrosì
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Nata a Siena, Patrizia Raveggi si è laureata alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Residente a Roma e temporaneamente in Slovenia. Già diplomatico dell'Area della Promozione culturale del Ministero degli Affari Esteri italiano, consigliere culturale e direttore di Istituti italiani di cultura all'estero, traduce e cura testi letterari classici, moderni e contemporanei dallo sloveno e dall'inglese.
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Buongiorno Patrizia, quando hai scelto di imparare la lingua slovena e a tradurne la sua letteratura?
Buongiorno Dori, una questione di sopravvivenza, per cantarla con Gino Paoli; all’epoca vivere in Slovenia non sapendo né il tedesco né lo sloveno poteva rendere agra la vita, lassù. Il tradurre è passato a poco a poco da esercitazione nel laboratorio linguistico, a pratica sulle opere di...
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La Nota del Traduttore è una rivista online di traduzione letteraria, fondata nel 2004 da Dori Agrosì, traduttrice editoriale dal francese. Da allora l’obiettivo è ancora la visibilità del traduttore letterario. Per questo motivo la nota del traduttore è intesa nel significato di microgenere letterario, un articolo scritto dal traduttore con il suo punto di vista da primo lettore dell'opera che ha tradotto.
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