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📍 MAGGIO 2020 📍

Ciao!

Grazie per far parte di questa piccola community. Nella newsletter di questo mese parleremo di migrazioni nel mondo e sfateremo alcuni miti grazie a numeri e statistiche. Troverai notizie, articoli interessanti, letture stimolanti e molto altro ancora.

Buona lettura!
Alessandra & Valeria

P.S. Bossy ci ha inserito nel suo Progetto Sorellanza! Clicca qui per leggere l'articolo.
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🚶 A safe place to land

Quando si parla di migrazioni, la nostra mente corre immediatamente verso le immagini di persone che cercano di raggiungere le coste italiane e l'Europa in generale. Ma cosa succede nel resto del mondo? La nostra situazione è unica o questo è un fenomeno che condividiamo con altri paesi? 

Il concetto di migrazione non equivale necessariamente a uno spostamento di persone dall'Africa all'Italia o all’Europa, bensì ha ramificazioni ampie e complesse. “Migrazione” vuol anche dire semplicemente spostarsi da una zona all’altra all’interno dello stesso Stato. In questo caso si parla di profugo, o rifugiato, interno, una condizione che, alla fine del 2018, interessava 41,3 milioni di persone in tutto il mondo. Questa mappa mostra come questo fenomeno sia esteso letteralmente ovunque.

Questa tipologia di migrazione, di cui si parla raramente nei media occidentali, è soprattutto presente nei paesi del continente africanoDal 2003, la regione sudanese del Darfur è stata devastata dalla guerra che ha visto massacri etnici e bombardamenti con più di 300.000 morti e milioni di altri sfollati. Nonostante ora la guerra sia ufficialmente terminata e sia stata instaurata una democrazia di transizione, UN News riporta che dal 28 dicembre del 2019 le dispute intercomunali nei campi per rifugiati interni in Sudan hanno lasciato oltre 40.000 civili sfollati. La situazione ha avuto ampia risonanza tra gli esperti del settore, che per sensibilizzare l’opinione pubblica hanno lanciato l’hashtag #StrongerSudan.
 
Una simile situazione si può trovare nella Repubblica Centrafricana, in cui dopo aver ottenuto l'indipendenza nel 1960, ha visto susseguirsi decenni di violenza e instabilità, una situazione che continua tutt'ora. A causa delle violenze che non risparmiano la popolazione civile, il numero di rifugiati interni nel 2019 superava i 600.000, mentre circa 593.000 persone sono state fino ad oggi costrette a chiedere protezione agli Stati vicini, tra cui il Camerun, il Ciad e la Repubblica Democratica del Congo

Il Sudan e la Repubblica Centrafricana sono solamente due dei numerosi esempi della tragica situazione nel continente africano. L’ONU afferma che il numero di persone costrette a fuggire in Burkina Faso è aumentato di 10 volte nel 2019: si parla di oltre mezzo milione di sfollati all'interno del Paese. Nel complesso, è stato registrato che i paesi dell’area del Sahel ospitano più di un milione di rifugiati e sfollati interni

Non è solo in Africa che esistono questi numeri impressionanti, che spesso passano sotto silenzio nei media occidentali. La realtà delle migrazioni è un fattore con cui numerosissimi altri stati devono fare i conti, tra cui gli Stati Uniti , l’America Latina, il Pakistan, l’India.


* Per avere più chiare le differenze tra le definizioni di rifugiati, migranti, richiedenti asilo e altro potete consultare questo sito.

🎥 Tra intrattenimento e denuncia

Vite clandestine (Living Undocumented) è una docu-serie Netflix del 2019. Seguendo le storie vere di otto famiglie, vengono raccontate le estreme difficoltà di chi arriva negli Stati Uniti clandestinamente e per anni, a volte decenni, vive negli USA senza documenti e nel continuo terrore di essere scoperto. Seppure in fuga da situazioni di povertà o imminente pericolo di vita, non è facile ottenere un permesso di asilo o lo status di rifugiato. Anche se si è entrati negli USA a pochi mesi di età o se si è sposi di cittadini americani, se si è clandestini si rischia in ogni momento di essere denunciati, arrestati e deportati. Parallelamente ai racconti toccanti dei protagonisti, avvocati ed esperti di diritto ed immigrazione spiegano le diverse leggi che si sono susseguite negli Stati Uniti, ponendo particolare attenzione ai drastici cambiamenti portati dalle decisioni del presidente Trump. Tra i produttori esecutivi della serie è Selena Gomez: nipote di immigrati messicani, ha deciso di farsi portavoce di chi si trova in situazioni di limbo ed ingiustizia.

📚 Il libro del mese

Malala Yousafzai, attivista pakistana Premio Nobel per la Pace nel 2014, ha pubblicato nel 2019 un libro il cui titolo è incredibilmente esplicativo: Siamo tutti profughi. I miei viaggi e i miei incontri con le ragazze di tutto il mondo in fuga dalla guerra (We Are Displaced: True Stories of Refugee Lives). Cominciando con il raccontare brevemente la propria esperienza, Malala Yousafzai usa il suo privilegio di persona influente per dar voce a chi altrimenti non sarebbe mai stata ascoltata. Bambine, ragazze e giovani donne che hanno dovuto lasciare il loro paese d’origine con la speranza di trovare un luogo che le accogliesse. “Rimango sempre molto colpita quando la gente considera la pace come qualcosa di scontato. […] Milioni di uomini, donne e bambini […] se vogliono salvarsi non resta loro che partire”, scrive Malala nelle prime pagine del libro. “La loro è una scelta tra vivere e morire. E, come ha fatto la mia famiglia dieci anni fa, hanno scelto di vivere”. Ognuna delle persone che ha accettato di raccontare la propria storia ha ricevuto un compenso e i proventi delle vendite del libro sono stati interamente destinati al Malala Fund, in favore dell’istruzione femminile.

🏆 Personalità da premiare

A soli 24 anni, Farah Abdi Abdullahi rappresenta le speranze di numerosi minori e giovani adulti che chiedono asilo in Europa. Originaria della Somalia, Farah ha vissuto sulla sua pelle cosa voglia dire essere richiedente asilo transgender in Europa. Questa esperienza l’ha motivata a diventare attivista per i diritti dei richiedenti asilo LGBTQ+ in Europa, arrivando ad incontrare i principali membri della Commissione Europea per raccontare la propria storia e dare la propria visione sul sistema di accoglienza in Europa nel 2014. Ha documentato le sue vicende, partendo dalla Somalia, passando per Malta e arrivando finalmente in Germania, nel libro Never Arrive. È stata inoltre nominata da Forbes nella lista dei 30 under 30 (30 personalità di spicco sotto i 30 anni).

Profili Instagram da seguire 

Martina Cera (@martine.ce) è laureata in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali ed è content creator responsabile del progetto "Un'altra rotta". Sul suo blog e su Instagram parla in modo preciso e dettagliato di migrazioni e delle situazioni sociopolitiche dell’area MENA.
Per notizie in pillole su migrazioni in Europa e in America Latina consigliamo il profilo Instagram dell’organizzazione con base a Berlino Migration Hub (@migration_hub). 

 📝 Solo un appunto...

“L’Italia non può accoglierli tutti, fa già molto più degli altri!”
 
A dispetto di quanto credeva il 36% degli italiani intervistati da UNHCR nel 2018, nel nostro Paese non ci sono 20 milioni di rifugiatiSecondo l’UNHCR, agenzia ONU per i rifugiati, nel 2018 Il numero totale delle persone costrette a spostarsi nel mondo era 70,8 milioni.
Tra questi ci sono: 
  • 25,9 milioni rifugiati
  • 41,3 milioni profughi interni
  • 3,5 milioni erano richiedenti asilo (questo gruppo richiede di avere status di rifugiato, che può essere confermato o meno dallo Stato di arrivo)
Dal 2014, la Turchia è il Paese che ospita la più grande popolazione di rifugiati, con 3,7 milioni alla fine del 2018. Alla fine del 2018, il Pakistan ha ospitato 1,4 milioni di rifugiati, quasi esclusivamente dall'Afghanistan.  Al terzo posto si trova l’Uganda, che ha ospitato popolazioni di rifugiati provenienti in particolare dal Sud Sudan. Solamente al quarto posto si trova un paese europeo, la Germania, che ha registrato 1.063.800 rifugiati nel 2018. Troviamo poi l'Iran, il Libano e il Bangladesh: quest’ultimo  ha continuato ad ospitare circa un milione di rifugiati alla fine del 2018, quasi interamente provenienti dal Myanmar. Seguono Etiopia, Giordania, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Kenya, Camerun ed infine la Francia, quest'ultima con circa 368.400 rifugiati nel 2018. In conclusione, l’Italia non rientra nemmeno nella top 10Nel 2018, in Italia si contavano infatti solamente 131.000 rifugiati (comprese le persone che hanno ricevuto protezione internazionale e non status di rifugiato). UNHCR e Carta di Roma hanno ipotizzato che se tutti i rifugiati e tutti coloro che hanno protezione internazionale si riunissero nello stesso momento a Roma nel Circo Massimo, ne riempirebbero a malapena la metà. 

🌍 Un luogo significativo

Sull’isola di Lampedusa si trova un monumento di quasi cinque metri di altezza e di tre metri di larghezza, inaugurato nel 2008, chiamato “Porta d’Europa”. Si ispira alla drammatica vicenda delle migliaia di migranti che tentano di raggiungere l’Europa via mare ogni anno. Il monumento di Mimmo Paladino, promosso da Amani e Arnoldo Mosca Mondadori, vuole essere simbolo per non dimenticare chi ha perduto la propria vita in mare tentando di arrivare alle coste europee. 

📆 Save the date!  

  •  5 maggio: Giornata Mondiale dell’igiene delle mani
  •  8 maggio: Giornata Mondiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa
  • 11 maggio: Giornata Mondiale del commercio equo
  • 12 maggio: Giornata Mondiale dell’infermiere
  • 16 maggio: Compleanno di Valeria 🎉
  • 17 maggio: Giornata internazionale contro l’omofobia
  • 21 maggio: Giornata della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo
🍁Non dimentichiamoci del Kashmir e delle ingiustizie che avvengono ogni giorno nella regione. Vi consigliamo di leggere questo report dell'organizzazione Stand with Kashmir sui detenuti nella regione, spesso accusati di protestare in modo pacifico contro l'occupazione o perché si trovavano semplicemente per strada durante una protesta. Tra i detenuti ci sono minorenni e bambini, alcuni dei quali hanno meno di 10 anni 🍁

📢 Call to Action 

Anche questo mese vi invitiamo, se vi è possibile, a donare anche solo una piccola offerta ad una delle molte raccolte fondi istituite per far fronte all’emergenza Covid-19. Noi vi suggeriamo quelle della Protezione Civile e della Croce Rossa.

💡 Questo mese consigliamo anche... 

Per ricordare che anche l'Italia ha una storia ricca di migrazioni alle spalle, la rivista Italics Magazine ha scritto due articoli che trattano della seconda generazione di italiani in Australia e delle relazioni tra parenti italiani emigrati in Argentina e chi è rimasto in Italia. 
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Appunti è un progetto nato e curato da Alessandra Tosi e Valeria Rapa, compagne di università diventate amiche scambiandosi proprio degli appunti: ciò che mancava ad una lo aveva l’altra, rimanendo sempre sulla stessa linea d’onda. Dalle lezioni ai temi sociali e culturali il passo è stato breve: anche se a distanza, Alessandra e Valeria non perdono mai occasione di scambiarsi idee, consigli e opinioni sul mondo che le circonda.
ALESSANDRA TOSI
Nata e cresciuta nella nebbiosa provincia di Asti, scopre un mondo nuovo grazie alla laurea in Lingue e all'Erasmus in Inghilterra. Si trasferisce a Berlino e frequenta l'università Humboldt, ma non dimentica l'Italia, in cui torna ogni due mesi. Scrive la propria tesi magistrale sui richiedenti asilo e il sistema di accoglienza in Europa. Sogna di cambiare il mondo, ma ha sempre sonno.

VALERIA RAPA
Nasce a Torino nel 1995, con due mesi d'anticipo. Si laurea in Lingue e comincia subito a lavorare in un contesto internazionale, grazie a cui ogni giorno si relaziona con persone di tutto il mondo. Viaggia molto, legge di continuo ed è sempre alla ricerca di notizie e curiosità. Femminista e attenta all'ambiente, va al cinema più che può e canta in un gruppo rock.
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