In questi giorni di tensione sospesa, di attesa e di paura, in questi giorni di emozioni che non trovano passi liberi ad accoglierli, di respiri che temono di interrompersi, occhi e orecchie che cercano spiegazioni, non c'è spazio per facili ricette o soluzioni o presunte verità ma c'è l'occasione, straordinaria, di sperimentare una corale verità del sentire. In questo tempo "speciale" mi prendo uno spazio personale di condivisione di un elemento che sento essenziale anche per dare consistenza al legame che ci unisce oltre al semplice essere parte di un elenco.

E' facile dire "voglio che tutto questo finisca". Non è esattamente così, per me, perché se c'è il desiderio di smettere di sentire questo dolore e la preoccupazione per chi rischia di star male, per chi soffre, per chi muore, il desiderio di potersi di nuovo abbracciare, fare passeggiate, viaggi, andare a scuola, che nessuno si debba preoccupare di come arrivare a fine mese, del lavoro da ricominciare o ritrovare, mi sorprendo anche a pensare all'aria pulita, alle balene libere di muoversi nei mari, ai canali di Venezia limpidi e sento una gioia che si infrange col pensiero del prezzo che è stato, è ancora e sarà così alto.

Un modo deve esserci.

In conclusione della giornata "Prendiamola con filosofia" organizzata da Tlon che ti invito ad ascoltare, è stato letto un estratto de La Strada di Cormac McCarthy in cui si dice che dobbiamo resistere perché portiamo il fuoco. Sì, resisteremo perché portiamo il fuoco ma portiamo anche l'acqua, l'aria, la terra e lo spirito e loro portano noi.

Mi definisco strega perché sento e coltivo una connessione spirituale, fisica e sensibile con tutto ciò che vive intorno a me, quello che i buddisti chiamano gli esseri senzienti. Nei prossimi giorni invito ogni donna a sentire il proprio stare in questo momento, in questa condizione, a dare parole al proprio desiderio, cosa porta e come resiste e a condividerlo in scritti, video o registrazione anche solo sonora. Prendiamoci lo spazio, in questo tempo, per le parole magiche che vadano oltre il semplice "basta". Ci hanno tolto il nostro ruolo nella storia, riprendiamocelo, anche solo perché altre si riconoscano nel nostro raccontare e non si sentano sole.

Bastano cinque minuti, bastano sguardi, canti e parole. Anche noi, qui ed ora, forse più di chiunque altro nella storia, abbiamo la possibilità di lasciare una traccia che serva da guida, esperienza e sostegno perché stiamo vivendo una possibilità che non è mai stata data ad altre prima.

Niente appuntamenti stavolta, niente ricette (se non il bellissimo invito a tenere "morbido" che ho ricevuto poco tempo fa), niente fai così o colà ma "mi sento", resisto e porto (il fuoco, l'aria, l'acqua...) perché desidero...
Raccoglierò tutti i racconti che arriveranno a casa@lacasadellestreghe.it e porterò (o potrai portarli) intorno al primo fuoco sotto il cielo che potremo accendere insieme.

Un abbraccio forte,

Annalisa