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SONO SOLO CANZONETTE
In questo giorni sto leggendo "Gli inconvenienti della vita" di Peter Cameron e mi sono ricordata del suo romanzo di maggiore successo ma soprattutto del film che ne hanno tratto. Diciamolo: "Un giorno questo dolore ti sarà utile", a parte il titolo spettacolare sebbene tradotto letteralmente, non era proprio un capolavoro. Ma la colonna sonora includeva "Love is requited", uno dei pezzi più belli che Elisa che abbia mai interpretato. Ci avrei messo più ukulele, ma tant'è.
A me non importa se Brunori Sas è diventato mainstream, e non me ne frega niente che vada in TV ("sapessi andarci io" direbbe Baglioni). Per me può anche andare dalla d'Urso, purché continui a scrivere pezzi del calibro di "Canzoni contro la paura".
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MANUALE PER RAGAZZE RIVOLUZIONARIE
(ero proprio alla ricerca di motivi per essere incazzata)
Ho finito con grande soddisfazione "Manuale per ragazze rivoluzionarie" di G.Blasi. Con grande soddisfazione significa che non vedo l'ora di andare a letto per accendere l'abat-jour, mettermi sotto il piumone e accendere il Kindle.
Perché leggerlo? Perché è un manuale che spiega il femminismo contemporaneo, la necessità morale di sostenerlo e i benefici che ne otterrebbe la società. Ma prima di arrivare a questo, spiega il maschilismo partendo dal patriarcato e ne smaschera anche le manifestazioni meno evidenti.
Va letto, anche se pensate di non averne bisogno.
Non importa quanto solida sia la base di femminismo&autocoscienza fornitaci dalle nostre mamme, la società troverà comunque tantissimi modi subdoli per inculcarvi preconcetti di stampo maschilista. 
Il femminismo raccontato e predicato da Giulia Blasi è generoso ed ecumenico, eppure è autenticamente italiano. Parte da una esperienza del mondo che è sua, è personale, eppure potrebbe essere mia e vostra. Regalatevelo, fidatevi di me.
#QUELLAVOLTACHE
astenersi persone ipersensibili
Giulia Blasi è l'ideatrice della campagna #quellavoltache, alla quale io non ho aderito a suo tempo perché non mi andava di raccontare una certa storia. Avevo forse paura di infamare una certa persona? Poi ho saputo che questa certa persona è morta e quindi non si può più risentire.
Io ho frequentato le medie in un istituto religioso dove avevo un professione di educazione fisica, sacerdote, ultrasessantenne e claudicante. Ma non è della sua inabilità fisica che dovremmo scandalizzarci (ok, unita all'assenza di un titolo di studio idoneo a insegnare ginnastica, ma che vuoi farci, negli istituti privati è abbastanza comune che materie come religione, musica o educazione motoria vengano insegnate da tipo chiunque), quanto del fatto che per quasi 3 anni costui sia rimasto nello spogliatoio delle ragazze a guardarle in silenzio: seduto su una panca, osservava mentre si svestivano, si lavavano e si rivestivano. Non bambine, ma ragazze con gli slip striminziti, che si piegano per estrarre le scarpe dall'armadietto, che si tolgono il reggiseno per lavarsi le ascelle dopo la lezione. 
O forse del fatto che, non essendo in grado di eseguire gli esercizi, utilizzasse come "cavia" sempre una ragazza (spesso io, che a suo tempo ero atletica): anche se, trattandosi di un istituto a prevalenza maschile, sarebbe statisticamente più rilevante far svolgere gli esercizi a un maschio. L'occasione era sempre gradita per toccarle il sedere, le cosce e alitarle addosso: tutto questo, dinanzi a un pubblico di ragazzi adolescenti che sghignazzavano e si davano di gomito.
Per un motivo che non so spiegare, nessun membro del corpo docenti ha avanzato il sospetto che queste pratiche non fossero ortodosse. Nessun ragazzo e nessuna ragazza, me compresa, ha raccontato a casa di questo comportamento: io sentivo che c'era qualcosa che non andava, ma non ritrovando un atteggiamento scandalizzato negli altri e nelle altre, non ho fatto nulla. Finché, in terza media, una compagna ne ha parlato a casa: il padre ha sollevato il problema, la persona in questione è stata rimossa dal suo incarico e sostituita da un professore di 35 anni diplomato all'ISEF che, nel momento del cambio, stava in corridoio a compilare il registro.
Per fortuna che il preside e il direttore erano troppo impegnati a insabbiare questo scandalo! Così non ebbero il tempo di accogliere la mozione di una professoressa (una donna, ripeto) che proponeva, proprio in quei giorni, di sospendermi perché mi aveva vista limonare con un ragazzo nello spiazzo antistante la scuola. Meno male, eh.
L'ESPRIT DE L'ESCALIER
lo sto usando a mio servizio, anche se è frustrante
L'esprit de l'escalier è una espressione coniata dall'illuminista Diderot e identifica quella spiacevole sensazione di inadeguatezza che ti coglie quando la battuta che sarebbe stata arguta -o semplicemente opportuna -in una certa situazione ti viene in mente quando ormai sei sulle scale, cioè quando ormai è troppo tardi.
A volte l'esprit dell'escalier è figlio della buona educazione o della timidezza, altre è semplice assenza di tempismo. Io ne soffro soprattutto nelle situazioni in cui subisco attacchi privati o pubblici senza avere una reazione accettabile. O mi incazzo come una biscia, oppure taccio e mi faccio calpestare come un verme. 
Da qualche tempo mi sto infliggendo una piccola violenza: visualizzo e ripercorro alcuni momenti imbarazzanti vissuti di recente ed elaboro a posteriori delle risposte che mi tornino utili in simili circostanze future. Perché, questa è la buona notizia, le occasioni di riciclare queste risposte intelligenti non mancano mai.
Ci sono alcuni casi in cui però non riesco a concepire una risposta brillante. Ad esempio qualche giorno fa una collega mi ha detto (in pubblico, tra l'altro) che le mie scarpe sono brutte. Non che non le piacciono o che sono vistose, ma che sono brutte e dovrei vergognarmi.
Io sono stata zitta e ho abbozzato. Avrei potuto rispondere seccamente che avrei svariati motivi e occasioni per commentare il modo in cui lei si veste eppure ehi non lo faccio: ma sarebbe stata una risposta veramente vincente, educativa e risolutiva? Io dico di no. Esiste secondo voi una terza via, che non sia né passiva né stizzita? Che faccia riflettere l'interlocutore o che almeno ristabilisca la parità? 
Lo so che non è body shaming e sono solo delle stupide scarpe, ma vorrei sapere cosa dite voi per difendervi da questo tipo di commenti.
REGALA "SE TU LO VUOI" A NATALE
Piccolo Spazio pubblicità
Purtroppo a dicembre non sono riuscita a organizzare la presentazione ad Alessandria, ma il 2019 è lungo e che ce la farò. Nel frattempo,per portarvi avanti, potreste regalare "Se tu lo vuoi" ai vostri amici e amiche. Ha un costo ragionevole, è interamente made in Italy ed è fatto col cuore. Vi dico di più: se dopo averlo comprato volete una dedica per il destinatario, ditemelo! La scrivo di mio pugno, la scansisco e ve la mando via email: potete stamparla e dire è un pezzo unico.
C'è anche la remota possibilità che tra qualche anno valga qualcosa, chi lo sa. Se non avete tempo o voglia di recarvi in una libreria indipendente, ecco i tre link per procurarvelo online.
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WONDER WALL
beneficienza ma di quella figa
Wonder Wall è la maratona di illustrazione benefica organizzata da Zandegù per sabato 22-12. Dalle 12 alle 17:30 gli illustratori Ilaria Urbinati, Davide Bonazzi, Fernando Cobelo, Nicolò Canova produrranno opere originali che verranno battute all'asta fino alle 20. I denari vanno dritti dritti alla Fondazione Paideia, che si occupa dei bambini e delle famiglie in difficoltà. Ci vediamo il 22-12 in via Exilles 18 bis a Torino? Dai, così ci conosciamo!
LA POSTA DEL CUORE 2019
proviamo a cambiare un po'
Anche nel 2019 continuerà la rubrica dedicata alle vostre richieste. Lungi da me denigrare la gravità delle sofferenze di chi mi scrive, ma spesso mi vengono raccontate vicende simili: un tira&molla del quale si intuisce il finale, le cui redini stanno in mano a un maschio.
Portiamo il discorso un po' oltre? Parliamo delle disparità di coppia che vi fanno soffrire? Delle discriminazioni che subite, anche da parte di altre donne? Di desiderio o non-desiderio di maternità? Regalatemi l'opportunità di conoscere storie femminili forti e anche anomale, ve ne sarò grata e farò del mio meglio per offrirvi un punto di vista originale. Scrivete a gynepraio@yahoo.it.
Buon Natale a tutti, a gennaio andrà meglio
SONO PRATICAMENTE DAPPERTUTTO
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Gynepraio · Vanchiglia · Torino, TO 10124 · Italy

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