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Tale Andrea di Buonaiuto, nel 1367, fu autore di un affresco chiamato "La chiesa militante e la chiesa trionfante”, andatelo a googolare gentilmente. Scoprirete mucchi di persone, alcune più in basso altre più in alto: quelle più in basso utilizzano i mezzi materiali per infondere il bene all’umanità, quelli più in alto sono già belli che trapassati, allora glorificano l’umanità con le loro preghiere e sguardo benedetto. C’è un obiettivo preciso e la chiesa distribuisce i compiti a chi sta in terra e a chi in cielo, affinché si impegni con i mezzi propri della condizione in cui si trova, piano materiale e piano spirituale.

✸ ↻ Ellissi temporale, benvenuto secolo ventunesimo e benvenuta domanda: se la chiesa avesse mantenuto oggi i connotati di allora col mega appeal che aveva su quella quantità di persone, il buon Andrea avrebbe forse dovuto aggiungere un terzo mucchio chiamato chiesa digitalizzante? Questa cosa in verità, non è del tutto estranea alla realtà, ma poi il discorso si fa troppo lungo.

Quagliando: il piano digitale è ibrido, ha certamente a che fare con le cose materiali, ma appare evanescente nella maggior parte dei suoi aspetti, come se fosse una cosa invisibile. Ridete certo, perché "ti pare, è una percezione legata ad altre generazioni, i nativi digitali e vicinato, sanno esattamente quale è la forma del digitale, funzionamento, azioni, conseguenze.” 
Una nota sulle conseguenze, per l’appunto, magari ci avevate pensato, magari no, ‘nsi sa mai
☛ esiste un’impronta ecologica digitale e qualcuno ci spiega come impattare low ed essere preparati , un chiaro solco visibile, tutt’altro che evanescente.

Il calderone è sempre lo stesso, quello dove capita si prendano a prestito parole che fanno surf sul trend, utilizzo sbrigativo e controproducente, in barba alla cura e al criterio
.

Per il resto state scialli (mica tanto!), abbiamo commistioni di piani materiale, spirituali e digitali da riportare in vita pure Andrea di Buonaiuto: AAA cercasi alleanza attivista andergraound
; Xenodesign: un modello di progettazione che tiene conto di una cosa piuttosto impo detta nella numero #56 ; come fare il patchwork con i tuoi mobili e fruirne serenamente .

Prendete e leggetene tutti.

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Il digitale è in realtà materiale (ARTICOLO - ENG) 
Forse c’era da aspettarselo, ma in un mondo iper digitale anche app e siti web hanno un’impronta ecologica da non sottovalutare. Il designer francese Gauthier Roussilhe ha sviluppato una guida digitale per il low tech: siti statici, localizzazione consapevole dei propri server, parsimonia nell’utilizzo di immagini e video. Ecco come possiamo limitare il più possibile l’impatto del web sul pianeta.


  ➭ Bassa risoluzione, alte aspettative 


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Cosa vuol dire essere buoni come il pane (ARTICOLO - ENG) 
 “Good” e “design” sono parole insidiose. Il tasso di inflazione è altissimo così come lo spettro di azione, a volte tanto generale quanto banale. Al di là della mancanza di una vera e propria definizione condivisa, i problemi sono altri e nascono a monte, ovvero dai metodi di giudizio. Se anche voi siete confusi ma volenterosi di capire, qua provano a fare il punto della situazione.


  ➭  Buoni o cattivi  


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Comunità, attivismo sociale e pratiche underground since 2012 (ARTICOLO - ITA)
Arriva in Italia e ci rimane fino a domenica il collettivo indipendente americano 8-Ball Community, organizzazione newyorkese indipendente senza fini di lucro. L’obiettivo della residenza è quello di connettere la scena creativa milanese a quella dell’attivismo sociale, mettendo da parte l’atteggiamento elitario, i principi di competizione e la brandizzazione. Ce ne parla il fondatore, Lele Saveri.


  ➭  Up the Punx  


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Verso l’infinito e oltre con lo xenodesign (ARTICOLO - ENG) 
Spesso nello human-centered design si fatica ad andare oltre i bisogni dell’utente immediato, rischiando di portare valore ad alcuni e peggiorare le cose per altri. Lo xenodesign è un approccio che trascende l’essere umano e pone tutte le entità a pari livello: ecologie, batteri, aria, suolo, intelligenze artificiali e così via. La designer Johanna Schmeer ci spiega come questa pratica inclusiva si traduce nella realtà utilizzando esempi concreti.


  ➭  Modi di fare  


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Quando la stampa 3D arriva dritta al punto (PROGETTO - ENG)

IKEA unisce le proprie forze a quelle delle organizzazioni no-profit Milbat e Access Israel, specializzate nel creare soluzioni particolari per persone con bisogni specifici e disabilità. Attraverso il progetto “ThisAbles” è possibile hackerare l’intera collezione di mobili ikea e renderla accessibile anche alle persone con disabilità. Via libera quindi alle maniglie posticce e ai mega interruttori.

  ➭  Frankenstein  


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