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Federazione Assemblee
Rastafari in Italia

agosto 2019

Sommario


 

 

Discorso alla Nazione durante il Suo tour

… Dei paesi che abbiamo visitato durante il nostro recente viaggio, ce ne sono alcuni i cui sistemi economici e politici sono diversi dai nostri. Riteniamo che questi siano fatti per soddisfare le esigenze particolari di ciascun paese e siano questioni di interesse interno per ogni nazione, e per questo motivo non crediamo che tali differenze nei sistemi politici ed economici dovrebbero costituire un ostacolo alla comprensione, alla collaborazione e la cooperazione tra le nazioni su questioni importanti che sono di comune interesse ...

 
Nella convinzione che ciò contribuirà a creare comprensione e cooperazione nel mondo, e in particolare considerazione per il benessere della Nostra amata gente e paese, di tanto in tanto negli ultimi cinque anni abbiamo viaggiato per visitare paesi amici nelle Americhe, nel Regno Unito, in Europa e in Estremo Oriente.
               
Dopo aver completato con successo il nostro recente lungo viaggio su inviti che Ci sono stati estesi da paesi amici, vale a dire l'UAR, URSS, Cecoslovacchia, Belgio, Francia, Portogallo e Jugoslavia, ora siamo felici e grati a Dio Onnipotente di trovarci in mezzo alla Nostra amata gente.
 
Al  ritorno dai Nostri precedenti viaggi, vi avevamo reso note le impressioni a Noi  rimaste, dall'accoglienza estesaci nei paesi che poi abbiamo visitato. Poiché crediamo che l'accoglienza davvero ammirevole e l'espressione sincera di amicizia estese a Noi dai popoli e dai leader dei paesi che abbiamo visitato di recente siano stati diretti anche a voi, desideriamo condividere con voi i sentimenti di queste visite.  Faremo ora conoscere i nostri compiti riguardo al nostro futuro programma per lo sviluppo socio-economico del nostro Paese.
               
La Nostra prima tappa del Nostro lungo viaggio è stata l'U.A.R. poichè accettammo l'invito di S.E. Il presidente Gamal Abdel Nasser di visitare la Repubblica Araba Unita , soggiornammo in quel paese vicino dal 24 al 29 giugno. Durante il Nostro soggiorno nell' U.A.R., abbiamo discusso con il presidente Abdel Nasser questioni di reciproco interesse per i nostri due paesi e affari internazionali. Abbiamo anche visitato vari centri e istituzioni nazionali di interesse economico e sociale e di importanza.
               
Dall'inizio della nostra visita all' U.A.R. l'accoglienza calorosa e cordiale e l'espressione spontanea dell'amicizia estesa a Noi dal presidente Gamal Abdel-Nasser e da altri leader del governo e delle persone del paese ovunque andammo, ha creato in Noi un sentimento di grande piacere e soddisfazione.
 

Amicizia millenaria

Come sapete, la relazione tra Etiopia e U.A.R. ebbe i suoi inizi migliaia di anni fa. I popoli dei due paesi, oltre ad essere vicini, hanno aspirazioni e ideali comuni e sono anche legati da un legame comune che è il Grande Nilo Blu. Durante la nostra visita abbiamo discusso di questioni di reciproco interesse per i nostri due paesi, problemi comuni a questa regione, nonché della situazione generale del mondo. In particolare, siamo molto soddisfatti del fatto che siamo stati in grado di fare una conoscenza personale con il presidente Gamal Abdel Nasser e di tenere una discussione sincera e amichevole con lui su questioni di interesse comune per le nostre due nazioni e di essere stati in grado di raggiungere una comprensione completa.
               
Ciò a cui abbiamo assistito durante il Nostro breve soggiorno in U.A.R. per quanto riguarda il progresso dell'industria e dell'economia del paese è stato encomiabile. Siamo rimasti colpiti dal duro lavoro e dalla lotta delle persone per migliorare il loro tenore di vita.
               
Dalle molte importanti conquiste della Nostra visita, una che ci ha dato grandi soddisfazioni è stata la conclusione positiva dell'accordo relativo al rapporto delle nostre due Chiese. Durante il nostro regno non abbiamo risparmiato sforzi per raggiungere la grandezza dovuta alla Chiesa Etiopica che è stata un'isola del cristianesimo nel continente africano. Siamo molto grati a Dio Onnipotente per aver assistito ai frutti dei Nostri sforzi durante il Nostro regno mediante l'elevazione di un etiope al Patriarcato della Chiesa Etiopica.
               
Dopo l'Egitto, abbiamo visitato l'Unione Sovietica. Anche se sono passati alcuni anni da quando abbiamo accettato un invito a visitare l'Unione Sovietica, per vari motivi non siamo stati in grado di andarci prima. Ora siamo felici di aver potuto visitare quel grande paese con cui l'Etiopia ha mantenuto per lungo tempo relazioni amichevoli.
               
Uno dei famosi generali dell'era di Pietro il Grande fu Abraham Hannibal, che era un etiope, e il cui pronipote era il celebre poeta, Alexander Pushkin. Possiamo quindi affermare che abbiamo avuto rapporti continui con l'Unione Sovietica in campo militare e culturale.

 

Non riconosce l'occupazione

 
Oltre all'assistenza medica che l'Unione Sovietica fornì all'Etiopia, durante la battaglia di Adowa e ora nella Nostra era, e, a parte l'assistenza che siamo stati in grado di ottenere da quel paese attraverso i medici della Croce Rossa durante l'invasione fascista, L'Unione Sovietica ha sostenuto la Nostra posizione alla Lega delle Nazioni per la libertà del Nostro Paese, ed è stata una delle poche grandi potenze che non ha riconosciuto l'occupazione del Nostro Paese da parte degli aggressori fascisti.
                 
Dal momento del Nostro arrivo in Unione Sovietica, la grande e calorosa accoglienza accordataci dalle genti e dai loro leader, la cui ospitalità è nota, è andata oltre le Nostre aspettative. Anche se ci vuole molto tempo per visitare l'intera Unione Sovietica, durante le Nostre due settimane di permanenza lì, siamo rimasti molto colpiti nel vedere come i popoli dell'Unione Sovietica sono stati in grado di riprendersi dalle conseguenze di una guerra devastante, portando avanti la ricostruzione completa in un breve periodo di tempo e raggiungendo notevoli progressi in campo economico, industriale, scientifico, tecnico e sociale, affermandosi così, nel giro di quarant'anni, come una delle grandi potenze del Nostro tempo.
                 
Durante i colloqui che abbiamo avuto con i leader dell'Unione Sovietica riguardo ai nostri due paesi in particolare e alla pace mondiale in generale, abbiamo raggiunto la piena comprensione. Inoltre, siamo stati in grado di fare conoscenza personale con il sig. Voroshilov, presidente del Presidium of the Supreme Soviet , e il sig. Khrushchev , primo ministro dell'Unione Sovietica, e abbiamo avuto uno scambio di opinioni franco e amichevole su varie questioni e raggiunto un pieno accordo su tutto. Come risultato dei Nostri colloqui, sono stati firmati accordi tra i nostri due governi per la cooperazione economica e l'ampliamento della portata delle nostre relazioni culturali e commerciali. A parte questo, è una misura di soddisfazione per tutti noi aver ottenuto un prestito a lungo termine di quattrocento milioni di rubli (400.000.000) a basso interesse per finanziare il piano quinquennale dell'Etiopia e i vari altri progetti per lo sviluppo economico del paese e l'innalzamento del tenore di vita del nostro popolo.
               
L'Etiopia ha abbondanti risorse naturali. Tuttavia, a causa della mancanza di capitale, non è stato possibile sviluppare queste risorse naturali a beneficio delle persone. È per sfruttare queste risorse naturali e realizzare il piano quinquennale a beneficio della nostra gente che abbiamo acquisito crediti da paesi amici come gli Stati Uniti, la Jugoslavia, la Repubblica federale di Germania e la Cecoslovacchia.
               
Noi crediamo che l'assistenza che abbiamo ottenuto dall'Unione Sovietica migliorerà notevolmente lo sfruttamento delle nostre risorse naturali e lo sviluppo della nostra economia.


Amico davvero

 Dopo la fine del nostro soggiorno negli Stati Uniti, abbiamo visitato la Cecoslovacchia dal 13 al 17 Luglio. Le relazioni tra Etiopia e Cecoslovacchia sono di lunga data. Fu da questo paese che l'Etiopia fu in grado di acquisire la maggior parte delle armi e delle munizioni necessarie per difendere la sua gelosamente protetta indipendenza contro gli invasori fascisti. La Cecoslovacchia era tra le pochissime nazioni che hanno coraggiosamente alzato la voce nel denunciare l'invasione fascista e nel darci sostegno nel Nostro appello alla Lega delle Nazioni. Si dice spesso che "Un amico nel bisogno è davvero un amico". Per questo motivo, tra gli altri, le relazioni etio-cecoslovacche si basano su fondamenta solide e comprovate. Nella prima parte del dopoguerra, quando i nostri mezzi di difesa erano limitati, ci siamo rivolti alla Cecoslovacchia per l'acquisto di armi moderne e l'istituzione di una fabbrica di munizioni. Siete tutti a conoscenza del credito concesso al nostro governo dal governo cecoslovacco per l'acquisto di attrezzature per i nostri ospedali e altri servizi di sanità pubblica.
               
La calda, cordiale e grande accoglienza che ci è stata accordata dai leader e dal popolo di questa nazione amica ci ha dimostrato ancora una volta l'esistenza di un'amicizia genuina e sincera tra le nostre due nazioni. Durante il nostro soggiorno in Cecoslovacchia, siamo stati in grado di visitare grandi stabilimenti industriali, centri agricoli, istituti di istruzione superiore e altri luoghi storici famosi. Siamo rimasti molto colpiti dagli enormi progressi compiuti nel settore industriale e in quello economico generale dal popolo cecoslovacco, in particolare nel dopoguerra.
               
Proprio come abbiamo discusso e scambiato opinioni con altri leader dei paesi che abbiamo visitato, abbiamo avuto un proficuo scambio di opinioni con il presidente Antonin Novotny su questioni di interesse comune per le nostre due nazioni, nonché su questioni generali che riguardano la pace nel mondo. Le discussioni e lo scambio di opinioni sono stati condotti in un'atmosfera amichevole e cordiale e siamo stati in grado di raggiungere una comprensione completa. Abbiamo concordato di concludere accordi di assistenza economica e tecnica, nonché un accordo culturale in vista dell'ulteriore sviluppo e rafforzamento dei legami economici e culturali tra i nostri due paesi. Il governo cecoslovacco ha espresso la sua disponibilità ad aiutarci nei Nostri sforzi per sviluppare l'economia della Nostra nazione e per aumentare il tenore di vita della Nostra gente, permettendoci di acquistare da quel paese attrezzature industriali e agricole a titolo di credito, che ci assistono notevolmente nell'attuazione dei Nostri piani economici.
                 
Dopo la fine della Nostra visita in Cecoslovacchia, abbiamo visitato per tre giorni il Regno del Belgio con il quale l'Etiopia ha intrattenuto relazioni amichevoli per lungo tempo. L'amichevole accoglienza che ci è stata concessa da Sua Maestà il re Baudouin, i funzionari del governo e il popolo belga, è stata cordiale. Siamo lieti di aver avuto l'opportunità di incontrare il re Baudouin di persona e di aver potuto scambiare opinioni su vari argomenti. Abbiamo potuto constatare che il popolo belga ha riposto grandi speranze nel re e che il re Baudouin è una persona gentile e comprensiva. Durante il nostro breve soggiorno in Belgio, abbiamo visitato moderni stabilimenti industriali e vari luoghi di interesse. Così facendo, siamo stati in grado di vedere da soli i progressi compiuti in campo economico e in altri settori dal Belgio dalla nostra prima visita lì trentacinque anni fa. Riteniamo che la nostra Recente visita abbia ulteriormente rafforzato le relazioni tra i nostri due paesi.
               
Dopo la conclusione della Nostra visita in Belgio, siamo stati a Parigi per due giorni. Tutti voi siete consapevoli delle relazioni lunghe e amichevoli che sono esistite tra Etiopia e Francia. L'accoglienza cordiale accordataci dal popolo e dal governo francese, sia recentemente che quando visitammo ufficialmente la Francia quattro anni fa, è stata una manifestazione dei sentimenti amichevoli che il popolo francese nutre nei confronti del popolo etiope.
 

Rinnovata amicizia

               
Non solo abbiamo rinnovato la Nostra amicizia con il generale de Gaulle, presidente della Francia, che avevamo coltivato durante il periodo in cui i nostri due paesi erano sottoposti a prove difficili, ma abbiamo anche condotto discussioni fruttuose sulle relazioni economiche, commerciali e culturali esistenti tra l'Etiopia e la Francia. Abbiamo anche raggiunto una comprensione reciproca in ampie discussioni su questioni di reciproco interesse per i nostri due paesi e, in generale, abbiamo scambiato opinioni sulla pace internazionale. Il generale de Gaulle, la cui grandezza è ben nota in Etiopia, ha una stima amichevole nei confronti del Nostro paese.
               
Su invito del Presidente del Portogallo, abbiamo visitato la Repubblica portoghese dal 26 al 31 Luglio. Il Portogallo è uno dei paesi amici con cui l'Etiopia ha avuto contatti dalla fine del XV secolo.
               
L'accoglienza spontanea e amichevole accordataci durante la Nostra visita da parte del governo e del popolo portoghese ci ha lasciato una profonda impressione. Abbiamo discusso con il presidente ammiraglio Amerigo Thomas e il noto primo ministro Salazar, in merito alle relazioni tra i nostri due paesi e alla pace internazionale. È stato firmato un accordo culturale tra i nostri due governi al fine di sviluppare i legami culturali che erano stati stabiliti per la prima volta nel XVI secolo e di studiare e far conoscere la storia dei due paesi.
               
Durante il Nostro breve soggiorno nella Repubblica Federale Tedesca, siamo stati lieti di aver avuto l'opportunità di incontrare il presidente, il professor Huess, e di discutere con lui questioni di interesse comune.
               
Continuando la nostra visita in paesi amici, su invito del nostro grande amico S.E. Maresciallo Tito, Abbiamo visitato la Repubblica popolare federale di Jugoslavia dal 15 al 23 agosto.


Esempio di cooperazione

Come sapete, durante cinque anni abbiamo visitato la Jugoslavia due volte e H.E. Il maresciallo Tito, in circa lo stesso periodo di tempo, ha visitato l'Etiopia due volte. Questa è la prova dei legami saldi e amichevoli che esistono tra i nostri due paesi. La Jugoslavia non solo ha concesso all'Etiopia un prestito per la realizzazione del programma avviato per lo sviluppo economico dell'Etiopia, ma ha anche esteso l'assistenza sotto forma di esperti nel campo della medicina e di altre varie questioni tecniche. Questi aiuti hanno mostrato risultati fruttuosi con la massima soddisfazione di entrambe le parti. Sebbene i due paesi abbiano sistemi politici interni ed economici diversi, queste differenze non sono state ostacoli alla comprensione reciproca, alla cooperazione e alla collaborazione in uno spirito amichevole. Questo, crediamo, è esemplare.
                 
Durante il Nostro soggiorno in Jugoslavia, mentre visitavamo varie regioni e centri industriali, siamo rimasti molto colpiti e toccati dalla vera e cordiale accoglienza e benvenuto accordatoci dal Nostro grande amico maresciallo Tito, dai suoi collaboratori e dai popoli della Jugoslavia. Le opere di sviluppo e i centri industriali che abbiamo visitato sono stati i simboli degli incredibili progressi compiuti dalla Jugoslavia nel campo socioeconomico negli ultimi cinque anni da quando abbiamo visitato la Jugoslavia. Nel corso del nostro recente soggiorno in Jugoslavia, abbiamo discusso con il maresciallo Tito questioni relative alle relazioni dei nostri due paesi e esplorato modi e mezzi per rafforzare ulteriormente i legami economici e commerciali tra le nostre due nazioni. Abbiamo anche discusso ampiamente degli affari internazionali generali. Nel corso delle nostre discussioni abbiamo raggiunto, come in passato, la piena comprensione e identità delle opinioni.
               
È innegabile che abbiamo ottenuto un grande vantaggio e assistenza per il nostro paese e ne abbiamo aumentato il prestigio grazie alle Nostre visite in paesi amici in varie occasioni negli ultimi cinque anni. Allo stesso modo, dalla Nostra recente visita, oltre al fatto che ha rafforzato le Nostre relazioni con i paesi amici, ha conseguito grandi risultati politici e ci ha permesso di ottenere credito per consentirci di attuare i progetti di sviluppo economico che aumenteranno lo standard di vita della Nostra gente amata.
 

Politica estera

Tutti voi siete consapevoli che la politica estera dell'Etiopia si basa sui principi della Carta delle Nazioni Unite, nonché sulle dichiarazioni di Bandung e Accra. Questi principi che abbiamo a lungo custodito e per i quali abbiamo combattuto sono, tra l'altro, sicurezza collettiva, coesistenza pacifica e attiva, non interferenza negli affari interni di altri paesi, rispetto della sovranità e integrità territoriale di altre nazioni e risoluzioni pacifiche di tutte le controversie tra le nazioni.
               
Dei paesi che abbiamo visitato durante il Nostro recente viaggio, ce ne sono alcuni i cui sistemi economici e politici sono diversi dai nostri. Riteniamo che questi siano fatti per soddisfare le esigenze particolari di ciascun paese e siano questioni di interesse interno per ogni nazione, e per questo motivo non crediamo che tali differenze nei sistemi politici ed economici dovrebbero costituire un ostacolo alla comprensione, alla collaborazione e cooperazione tra le nazioni su questioni importanti che sono di interesse comune. Pertanto, l'interpretazione errata, che è stata posta da alcune cerchie durante le riunioni e le discussioni che abbiamo avuto con i leader dei paesi che abbiamo visitato, non fu perché non erano pienamente consapevoli del fatto che la politica estera dell'Etiopia si basa sui principi sopra menzionati, ma, piuttosto, sembra, che questa interpretazione errata avesse lo scopo di creare un'atmosfera che servirà  i loro precisi interessi.
 

Responsabilità dei leader

In questa epoca in cui l'uomo, attraverso la sua conoscenza della scienza, ha creato armi pericolose per distruggere se stesso, la responsabilità delle grandi potenze per il mantenimento della pace nel mondo è nota a tutti. Riteniamo che lo scambio di visite da parte degli statisti per discutere di questioni su cui differiscono i loro punti di vista aiuterà notevolmente a rimuovere i malintesi e la diffidenza prevalenti tra gli Stati. Uno degli obiettivi della Nostra visita in paesi amici è quello di attuare e rafforzare questa convinzione nei Nostri confronti. Dopo la Nostra visita in Unione Sovietica, siamo stati felici di conoscere l'imminente scambio di visite tra il sig. Kruscev, presidente del Consiglio dei Ministri del U.R.S.S. e Eisenhower, Presidente degli Stati Uniti d'America. Si ritiene che l'incontro dei due leader eliminerà la pericolosa situazione ormai prevalente nel mondo e creerà un'atmosfera di pace. Abbiamo espresso la nostra speranza, i nostri migliori auguri e quelli della nostra gente che i colloqui che terranno durante l'incontro siano fruttuosi.
               
In tutti i paesi che Abbiamo visitato Abbiamo sentito che tutti i popoli sono fortemente preoccupati per il mantenimento della pace nel mondo.
               
I popoli del mondo oggi, come in passato, desiderano lavorare per migliorare il loro tenore di vita e vivere in pace. Non siamo d'accordo con il punto di vista che l'attuale situazione instabile è il risultato di differenze nei sistemi politici, economici e sociali tra le nazioni.
                 
Anche se non è possibile citare nella storia un'era in cui tutti i popoli del mondo erano in completo accordo su tutte le cose, tuttavia non è stato loro impedito di lavorare in cooperazione per il loro reciproco vantaggio.
 

Scopo delle visite

Gli scopi e  gli obbiettivi della Nostra visita sono ben noti a tutti voi. Tuttavia, desideriamo condividere con voi gli obiettivi principali della Nostra visita. Questi obiettivi principali erano i seguenti: trovare modi e mezzi per innalzare il tenore di vita del Nostro popolo e lo sviluppo economico del Nostro paese; discutere con i leader dei paesi amici e acquisire aiuti per l'attuazione del programma che abbiamo avviato per il progresso del Nostro paese; osservare personalmente i loro progetti di sviluppo e scegliere tra questi quei progetti che crediamo aiuteranno a innalzare il tenore di vita della Nostra gente e che non solo mostreranno risultati fruttuosi nel Nostro tempo, ma saranno anche una ditta e fondamento irremovibile per generazioni affinché tutti lavorino e lottino in uno sforzo unito per il benessere e la prosperità della Nostra nazione. Desiderosi che tutti gli etiopi seguano fedelmente e forniscano pieno supporto ai programmi di sviluppo da noi avviati per l'ulteriore progresso della nostra nazione, vorremmo citare come esempio alcune delle cose che, durante le nostre precedenti e recenti visite, abbiamo strettamente esaminato e testimoniato personalmente e che abbiamo scelto come utile per il progresso del Nostro popolo. In tutti i paesi che abbiamo visitato, abbiamo osservato che le grandi  belle arti fin qui raggiunte sono state precedute da molte migliaia di anni di sviluppo delle belle arti conseguito dallo sforzo umano. Ad esempio, durante il nostro soggiorno abbiamo visto cattedrali, edifici pubblici, edifici e monumenti costruiti e decorati con oro, diamanti, marmo e pietre preziose. Siamo rimasti anche colpiti dalla collezione di belle arti realizzata dai grandi maestri del passato.
 

Chiamata al popolo

In connessione con questi risultati, quando indaghiamo sulle origini del tentativo da parte dell'uomo di utilizzare questa conoscenza e andare oltre per estendere senza limiti le direzioni della sua indagine, troviamo la ragione per cui tutto ciò è il desiderio dell'uomo di essere diligente e di allargare l'orizzonte della sua conoscenza.
               
Sebbene gli inizi della civiltà di ciascun paese variano nel tempo, i fattori fondamentali che hanno dato slancio a ciascun paese per risvegliarsi e intraprendere la strada del progresso per raggiungere il loro attuale livello di sviluppo sono quelle qualità che sono racchiuse nella natura dell'uomo, vale a dire , desiderio e coraggio.
               
L'attuale elevato standard di sviluppo è stato raggiunto attraverso l'accumulo di conoscenza da tempo immemorabile. Vorremmo che la Nostra gente si rendesse conto che questo non è qualcosa che è stato realizzato in una tappa  né per coincidenza, né questo stadio è stato raggiunto in una generazione, ma è il risultato della fatica, della forza d'animo e dei sacrifici di generazioni vincenti. Ci è stato chiesto di fare brevemente riferimento alla storia della civiltà perché è Nostro costante impegno che tutti gli etiopi, nel loro tentativo di soddisfare i loro bisogni materiali, di rinvigorire la loro energia, sradicare la pigrizia e generare un desiderio incessante di migliori  e più cose, elevare il loro tenore di vita a quello delle persone che abitano altre parti del mondo ed essere in grado di dare agli altri.

È un dato di fatto che la conoscenza e la ricchezza che avevamo ereditato dai Nostri antenati che sono state saccheggiate e perse, potrebbero essere portate alla luce e scoperte. Ma ciò che possediamo oggi è stato accolto e stabilito nella Nostra vita.
 

Politica vibrante

È attraverso la comprensione delle difficoltà passate che possiamo lasciare delle linee guida fondamentali che sarebbero di orgoglio per le generazioni future. Pertanto sollecitiamo il Nostro popolo a lottare e fare sacrifici per quelle cose che consentiranno loro di migliorare le proprie condizioni di vita e di lasciare un'eredità più ricca.
               
Desideriamo ricordare al Nostro popolo ciò che San Paolo disse: “La notte è lontana, il giorno è vicino; quindi scacciamo le opere delle tenebre e indossiamo l'armatura della luce. Camminiamo onestamente, come il giorno. ”Il popolo etiope è ora consapevole del proprio destino e può sforzarsi di raggiungere i propri ideali. Nel Nostro studio sui vari sistemi sociali durante il nostro prolungato tour, abbiamo scoperto che la ragione del loro progresso positivo sta nel fatto che hanno accumulato abbastanza capitale che, a loro volta, ha permesso loro di svolgere una migliore agricoltura, finanziare progetti minerari per servire la loro industria, sfruttare i loro fiumi e, in generale, sfruttare le loro risorse naturali.

È solo attraverso i loro successi e non a causa della differenza nella loro innata abilità né nella loro superiorità numerica che alcuni paesi hanno raggiunto un alto grado di progresso mentre quelli che non hanno sviluppato completamente e utilizzato le loro capacità innate sono quindi rimasti indietro nel sfruttare le loro risorse naturali sono state etichettate come "sottosviluppate". Queste ultime sono diventate la discarica dei costosi manufatti della prima.
 

Esercitare un maggiore sforzo


L'unico modo per salvaguardare l'indipendenza politica ed economica dell'Etiopia è che lei faccia progressi e si alzi in piedi esercitando uno sforzo maggiore. Quando confrontiamo il Nostro Paese con gli altri, possiamo dire che le foreste, i fiumi, le montagne e le pianure costituiscono ricchezza. Dovremmo essere tutti orgogliosi di queste fortunate benedizioni, di cui Dio Onnipotente ha dotato il Nostro Paese.
               
Preparatevi per il duro lavoro e riunite le vostre risorse per competere con gli altri nelle attività economiche e commerciali della vostra madrepatria. Ognuno di noi sia consapevole delle proprie responsabilità e assolva saldamente i propri obblighi, diventando così padrone del proprio destino. È meglio coltivare la terra piuttosto che litigare su questioni banali. È meglio sfruttare efficacemente un piccolo tratto di terra piuttosto che proclamare il proprietario di una vasta terra inattiva.
               
Le nostre cascate sono fonti di immensa potenza ed energia se correttamente sfruttate. Usate queste acque per irrigare la vostra terra e sarete in grado di avere due raccolti ogni anno. Le montagne e le colline nude sono utili quanto le pianure sottostanti. Piantatevi abeti, teak, eucalipti e altri alberi e in breve tempo aumenterete le risorse forestali del  vostro paese.
                 
Curate il vostro bestiame. Proprio come non si può raccogliere se non si coltiva la propria terra, così non ci si può aspettare buoni risultati dal proprio bestiame se non se ne occupa con cura.
               
Avete una terra ricca che produce una varietà di prodotti. Non accontentatevi della soddisfazione dei vostri nudi bisogni, ma coltivate la vostra terra tra l'altro con piante oleogene, i cui semi potrete esportare a vostro grande beneficio. Usate i boschi della foresta per creare mobili e attrezzi e scambiarli con denaro. La vostra maestrìa sarà un monumento al vostro nome.

Valore della parsimonia

Bisogna rendersi conto che la parsimonia è la base per l'accumulo di ricchezza e la crescita economica di una nazione. Raramente si minimizza il valore del denaro guadagnato dal sudore della fronte per quanto piccolo possa essere, ma per lo stravagante anche una grande quantità di denaro è inutile. Sappiate come usare i vostri soldi con saggezza ed efficacia. Un'abitudine, una volta formata, diventa una seconda natura incurabile. Pertanto utilizzate la vostra ricchezza per cose utili ed evitate di impiegarla per scopi dannosi e per piaceri monetari.
                 
Quali sono le cose che possiedete? Quali sono i vostri obiettivi per acquisirli? Scoprite come spendere saggiamente e l'aumento della vostra ricchezza alla fine sarà la vostra guida.
                 
Usate i vostri risparmi dove vi ripagherà di più. L'accumulo di denaro non produce dividendi! Se desiderate che i vostri risparmi vi paghino dividendi più elevati, unitevi a quelli dei vostri concittadini. È attraverso il duro lavoro, il know-how e la pazienza che sarte in grado di aumentare il vostro capitale. Il fondamento e le caratteristiche essenziali di una società sana sono la fiducia reciproca. A meno che l'uomo non intraprenda il miglioramento della sua società in cooperazione con gli altri, la sua lotta per la ricchezza diventa un semplice desiderio. Non siate vittime di contentezza temporanea e piccole soddisfazioni. Aspirate a scopi meritevoli che devono essere ideali per le generazioni successive.

 

Individuo e nazione

               
La prosperità di ogni individuo costituisce la ricchezza della Nostra nazione che alla fine Ci consentirà di espandere le scuole e gli ospedali che abbiamo istituito per il benessere della Nostra gente. L'espansione dei servizi sanitari pubblici ridurrà il tasso di mortalità e aumenterà la nostra popolazione.
               
Proprio come un'azienda agricola non curata non può essere libera da erbacce, così è anche lo sviluppo di una società. Non si può negare che ci sono alcune persone che hanno tentato scrupolosamente o senza scrupoli di acquisire ricchezza. Se la ricchezza di una persona non può essere per il benessere generale, cosa guadagnerebbe per se stesso e per la sua progenie se non rancore e odio? I frutti del sudore e del lavoro mentale sono sempre gratificanti, non solo per se stessi ma anche per le generazioni successive. Siate risoluti nel lavoro e cercate di completare qualunque cosa intraprendiate. In caso di insuccesso, riprovate e perseverate nella vostra determinazione per raggiungere il vostro obiettivo. Sviluppate una sana ricerca della vita e non limitate i vostri sforzi per soddisfare desideri egoistici.
               
In particolare, la nostra gioventù deve essere risoluta e trarre vantaggio dai benefici della civiltà moderna. Non cadete in preda all'ozio perché sarà una maledizione per voi e per le generazioni successive. Devete prepararvi come esempi di determinazione e duro lavoro. Pianificate il vostro tempo e usate la vostra forza fisica e mentale in modo intenzionale e produttivo.
               
Dobbiamo ricordare che i successi dell'uomo nel campo delle comunicazioni wireless, dell'aviazione, delle scienze mediche e molti altri sono stati raggiunti nel corso dei secoli da pazienza e duro lavoro, diligenza, perseveranza e tenacia. È alla luce di questi che sollecitiamo i nostri giovani a lottare costantemente e incessantemente per raggiungere i loro obiettivi.
                 

Capitale e lavoro


Il fatto che medici, ingegneri, piloti, cadetti, nelle varie accademie militari, infermieri, insegnanti e molti altri professionisti, siano stati addestrati con successo nelle varie scuole che abbiamo istituito, servirà come illustrazione di ciò che abbiamo affermato sopra. Convinti che il capitale e il lavoro sono ingredienti necessari per la ricchezza e la prosperità e che questi due fattori sono elementi essenziali per lo sviluppo economico del Nostro Paese e credendo che la nostra amata gente si applicherà al compito del suo progresso economico, abbiamo acquisito prestiti da paesi amichevoli.
               
D'ora in poi, il prossimo passo per ogni etiope, ovunque egli sia e qualunque siano i suoi sforzi, è seguire le nostre indicazioni e dedicarsi assiduamente all'esecuzione del Nostro piano per il miglioramento del Nostro paese. Se non riusciamo a utilizzare proficuamente il credito che abbiamo acquisito per lo sviluppo del Nostro sistema di comunicazione, le strutture portuali e la creazione di industrie, avremo comportato una grave responsabilità non solo su noi stessi ma sulle generazioni successive.
               
Etiopi, abbiate coraggio e preparatevi. A meno che non miglioriate il vostro destino con il sudore della vostra fronte nessuno si assumerà le vostre responsabilità. A condizione che voi perseguiate il vostro compito con dedizione incrollabile, da parte nostra faremo tutto il possibile per aiutarvi nella vostra marcia in avanti.
 

Aiuto reso disponibile

               
Come abbiamo fatto in passato, metteremo a vostra disposizione attraverso vari esperti, direttive che serviranno da guida nel vostro lavoro.
               
Abbiamo incaricato i comuni di preparare e rendere disponibili a voi a basso costo vari tipi di piantine. Organizzeremo team di esperti che forniranno consulenza e consulenza nei settori dell'agricoltura e della salute pubblica. Istituiremo anche gruppi di esperti che forniranno consulenza e assistenza in agricoltura e commercio cooperativi.
                 
Al fine di coltivare piante oleogene e al fine di poter avere migliori possibilità di marketing, metteremo a vostra disposizione esperti.
               
Organizzeremo per voi un team di esperti per studiare le vostre esigenze e le modalità e i mezzi per migliorare la qualità delle colture e dei sistemi commerciali in relazione alle attuali condizioni economiche e di marketing.
               
Mentre teniamo il Nostro popolo in grande affetto, anche loro provano grandi sentimenti di affetto nei Nostri confronti. Come un padre dovrebbe lasciare in eredità non solo la ricchezza ai suoi figli, ma anche fornire loro un'istruzione adeguata in modo che possano avere una vita più ricca e più piena, così dovrebbe essere il dovere di coloro per i quali è stato fatto molto di mostrare gratitudine. Pertanto, uniamo i Nostri sforzi per mostrare nelle opere ciò che professiamo a parole.
               
In conclusione, poiché le idee che abbiamo concepito e i progetti che sono stati pianificati per lo sviluppo del paese possono concretizzarsi al meglio con gli sforzi incessanti del Nostro popolo e l'applicazione delle capacità di tutti in una cooperazione armoniosa, facciamo appello al Nostro popolo essere decisi in questa impresa nobile e stimolante. Possa Dio Onnipotente sostenerci per realizzare questi alti ideali.

29 agosto 1959

 


Estratto e tradotto da Selected Speeches of Haile Selassie I,  pp.441-458

a cura di Bro Manuel e Tino


 

Abba Ape Samuel -Tafari un bambino speciale


(Questa rubrica è dedicata al tutore di Tafari Makonnen, Abba Samuel, definito da Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I simile all’ape, cioè capace di raccogliere il meglio da ogni tipo di cultura e renderlo “buon nutrimento” per coloro ai quali offriva il servizio del suo insegnamento).

Il Comitato Educativo di F. A. R. I.
presenta
“Tafari, un Bambino Speciale” *

Un Re è Incoronato
 
Tafari cresceva nel palazzo di suo padre e veniva accudito da sua madre, fino a quella notta quando ella scomparve, prima che Egli compisse l’età di due anni.
Egli aspettava di sentire le sue braccia calde e amorevoli che lo abbracciavano, ma non sarebbe avvenuto mai più. Dopo un poco, non l’avrebbe più ricordata.
 
Quando Tafari era abbastanza cresciuto andò alla scuola a Palazzo insieme a suo cugino Imrù. Loro due erano come fratelli gemelli, e il loro insegnante preferito era Abba Samuel.
         Abba Samuel un giorno disse a suo padre: «Sono veramente felice di istruire Tafari. Non ho mai incontrato un fanciullo così intelligente!».
         «È nato per essere un Re, - diceva Ras Maconnen – sono felice che Egli ci sia nato in quella notte tempestosa. È un dono di Dio».

 
         Mentre Tafari diventava grande, molte storie meravigliose si raccontavano di Lui. Una volta, era stato accusato di aver colpito alla fronte un ragazzo con una pietra. Egli allora sussurrò qualcosa all’orecchio di quel ragazzo; immediatamente il giovane sollevò il capo e indicò un altro ragazzo che aveva scagliato la pietra, prima di aver di nuovo chiuso i suoi occhi. E quando disegnava la forma di un uccello, questo si librava in volo dal foglio, proprio come fosse una magia.
Ben presto tutti rimasero affascinati da Tafari. Era saggio come un re, e i suoi occhi scuri e profondi erano misteriosi come le stelle. A scuola era quello che studiava più di tutti! Quando le sue lezioni erano terminate, ritornava in classe per studiare ancora.

 
Un meraviglioso giorno, Ras Maconnen trovò Tafari nel suo palazzo a discutere con dottori, sacerdoti e uomini di potere. «Oh che bravo figliolo che avete», disse un nobiluomo a Ras Maconnen.
Ma gli uomini indegni si precipitavano fuori dal palazzo, quando Tafari li fissava nei loro occhi crudeli. Lui conosceva ciò che era buono e ciò che era cattivo.
Nessuno rimase sorpreso quando suo Padre lo fece Capo del distretto di Gara Mulleta.
Improvvisamente, un giorno cupo, tutti furono molto tristi. L’Imperatore piangeva, il popolo gemeva e le lacrime a Tafari scendevano dai suoi occhi e sulle sue guance.  Ras Maconnen era morto.
         «Non sarà più lo stesso, senza mio padre», diceva singhiozzando alla sua nonna. «Lo amavo caramente, con tutto il mio cuore».
  Povero Tafari! Ora era un orfano, e il suo Nome segreto era sepolto, come un tesoro in uno scrigno.
         Così andarono a vivere, insieme a suo cugino Imrù, al Palazzo imperiale con l’anziano e saggio Imperatore, che si chiamava Menelik II. Lui adorava Tafari e lo teneva sempre con sé al suo fianco.
         I nobili alla corte di Menelik erano molto esagitati quando Tafari arrivò. Lui parlava Francese, Inglese, Amarico e Ge’ez. «È meraviglioso!», dicevano a gran voce. Questi nobili erano anche curiosi. «È diverso!», asseriva un nobiluomo. «Egli non è come un ragazzo qualsiasi. Vuole solo studiare! Ah, Ah, Ah», diceva ridendo forte.
All’interno del Palazzo molti nobili gelosi si sentivano frustrati e non consentivano a Tafari di unirsi a loro quando prendevano congedo dall’Imperatore.   Questi mormoravano alle sue spalle. «Non c’è posto per un ragazzo brillante, in special modo per il figlio di Ras Maconnen. Se Lui resta qui, vorrà diventare Imperatore». «Non vi preoccupate», disse un altro uomo, «ho un piano per essere sicuri che Lig Iasu divenga il prossimo imperatore».
             Sfortunatamente, Tafari dovette lasciare l’Imperatore ed il Palazzo. Dovette compiere un lungo viaggio. Con i suoi uomini viaggiò in città lontane e divenne il loro Capo. Era coraggioso come un leone, affascinante come un Principe e cortese come suo padre.
         Quando venne il momento, Tafari sposò una bellissima e gentile Signora che si chiamava Weizero Menen. Vivevano felicemente insieme ad Harar, finché ci furono delle difficoltà al Palazzo dell’Imperatore.
Lig Iasu fu nominato nuovo imperatore, ma cominciò a comportarsi male e non vollero incoronarlo. Allora i nobili buoni andarono a trovare un giovane e saggio Uomo. «Sarai tu il nostro Principe?», chiesero a Tafari. Tafari si rifiutò. Era indeciso e rifletteva. Poi, col tempo, infine accettò. Divenne il Principe della Corona d’Etiopia e gli venne insignito il titolo di Ras, che vuol dire Capo. Tafari era chiamato ora RasTafari!   
         Qualche anno dopo, Tafari venne incoronato una seconda volta. Questa volta fu incoronato Negus. Negus significa Re.

 
     
Nel secondo giorno del mese di novembre dell’anno 1930, Tafari, il Re RasTafari, venne incoronato per la terza volta, nella Cattedrale di San Giorgio ad Addis Abeba.
         L’Arcivescovo Cirillo, a capo dei sacerdoti, pose sulla testa di Tafari una corona d’oro. Quindi chiamò Lui «Haile Selassie I», che poi era il nome segreto di Tafari!
         Ora tutti conoscono il Nome Haile Selassie I. Non è stato nascosto troppo a lungo. È un Nome etiopico. In Italiano il Nome significa Potenza della Trinità.
         Lo stesso giorno venne incoronata anche l’Imperatrice Menen, e divenne Imperatrice d’Etiopia.


            Dopo l’Incoronazione il Nuovo Imperatore invitò tutti ad una splendida festa. Aveva trionfato per divenire Imperatore. Da quando si sedette felicemente sul suo trono circondato dalla sua famiglia, rimase a guardare il popolo etiope, che celebrò l’evento per molti giorni e molte notti.
         Perciò Tafari era un Bambino speciale, che è divenuto Imperatore d’Etiopia, Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I, Leone Vittorioso della tribù di Giuda, Re dei re, l’Eletto di Dio. E Lui ha governato saggiamente il suo popolo per molti, molti anni.

 

* da un racconto di Beverley Wilson, illustrato da Sheila Marie Alejandro. Stampato in Polonia da “Amazon Fulfillment, 2012.


Tradotto e curato da: ghebreSellassie e bro. DonAto


 

Anqäzä Haymanot RasTafari

 

(La Porta della Fede RasTafari)
 

Reasoning e letture tenute in occasione del 113.mo anniversario del genetliaco di Sua Maestà Imperiale Qadamawi Haile Selassie, Luce di questo mondo, il 23 luglio 2005
(documento n. 14)


Nel Nome di Dio Padre che vede tutto e non so fa vedere, e nel Nome di Dio Figlio, Vittima per la redenzione dell’umanità, che è resuscitato, è salito al cielo ed è venuto di nuovo con un Nome nuovo, Potenza della Trinità; a Lui il Trono, l’onore e la gloria, e nel Nome di Dio Spirito Santo, che ci fortifica per compiere il combattimento spirituale. Un solo Dio, Vincitore, Creatore del mondo dal nulla, l’Esauditore della preghiera dei puri e il Soccorritore e Benefattore degli afflitti, per i secoli dei secoli. Amen.
        
Oggi umilmente celebriamo 1l 113.mo compleanno del nostro Signore, l’anniversario del giorno eccelso del suo Avvento. Al Leone Vittorioso della Tribù di Judah, l’Eletto di Dio, Luce del mondo, Qadamawi Haile Selassie, il Messia, sia resa gloria ed onore per i secoli dei secoli. Amen.
        
A tutti i fratelli e le sorelle convenuti in questo luogo, in questo che è un giorno santo, rivolgo il più caro benvenuto a nome dell’A.P.R.I.  e dell’Associazione Exodus–Etiopian Cultural Service, e prego nostro Signore affinché la nostra celebrazione sia degna della Sua Santità e i nostri cuori siano lavati da ogni pensiero superfluo e ci conceda l’Onnipotente di elevare le nostre menti alla riflessione spirituale secondo le nostre capacità e non per i nostri meriti ma per la sua misericordia e bontà infinite.
        
Rivelazione di Giovanni 5, 5-6:
“Ma uno sei Seniori mi disse: «Non piangere, ecco: ha vinto il Leone della Tribù di Judah, il Rampollo di Davide, per cui può aprire il libro e i suoi sette sigilli». Vidi infatti in mezzo al trono, con i quattro Viventi e i Seniori, un Agnello ritto, ma come immolato, con sette corna e sette occhi, che sono i sette spiriti di Dio inviati per tutta la terra”!
        
Il messaggio contenuto nel libro della Rivelazione può riassumersi, a nostro avviso, in questa frase: “Dio porta a compimento nella realtà cristiana il piano di salvezza preparato e preannunciato nell’Antico Testamento, piano che abbiamo visto attuarsi in una duplice fase: la salvezza messianica con l’inaugurazione del Regno di Krestos, e la salvezza escatologica, che sarà realizzata dopo la vittoria definitiva di Dio su tutte le forze avverse, cioè con l’avvento di un cielo nuovo e di una terra nuova”.
        
Il Krestos, insieme alla sua Chiesa sono i protagonisti di tutta l’azione fortemente drammatica dell’opera di Giovanni, suo discepolo prediletto.
        
È comunque certo, per quanto gli esegeti di tutti i tempi si sono sforzati di comprenderne i segni e il significato, come Giovanni stesso afferma, nessuno era in grado in cielo e in terra di aprire questo libro misterioso e di leggervi, come si ricorda in Riv. 5, 5-6 riportato in precedenza.
        
Ricordiamoci anche che l’annuncio della nascita di Lig Tafari non ha avuto bisogno di precursori. Da quell’evento misterioso e da quel momento, mi riferisco alla Sua Nascita, cominciano ad apparire meno oscure le Scritture e meno misteriosa la comprensione della Rivelazione stessa perché, con la sua opera e la sua parola, nostro Signore ha fatto comprendere, anche a noi stolti, chi Egli sia, perché sia venuto e come le cose rivelate in forma oscura divengono così esplicite, poiché ne vediamo il compimento grazie alla sua misericordia. Parafrasando il canto di nostro fratello Berhane Sellassie possiamo dire: «Life of our Redeemer is a big road with a lot of signs»; basta che volontariamente non ci complichiamo la vita con la dissolutezza e, di conseguenza, le menti.
        
Ras Tafari, Signore nostro, Tu sei la chiave di interpretazione di tutta la Sacra Scrittura!

        
Oggi, come la Sposa del Cantico dei cantici, in Sua Maestà Imperiale Qadamawi Haile Selassie, noi suoi servitori, liberati dal velo che ci ricopriva, abbiamo visto il «nostro Diletto che salta per i monti», e cioè i libri della legge, «che balza per i colli», e cioè gli scritti dei profeti; e questa manifestazione è così, così priva di ogni illusione, che dello Sposo, nostro Signore, non si dice solo che apparve, ma che balza e salta (Cantico 2, 8). Ciò avviene quando sfogliando gli scritti dei profeti vediamo RasTafari spuntare da ogni punto e slanciarsi verso di noi, e manifestarci una presenza che non possiamo assolutamente più mettere in dubbio.
        
Ma aver avuto la grazia della “chiamata” in nostro Signore e l’aver creduto in Lui non è sufficiente se non lo dimostriamo poi coerentemente con nostri pensieri, parole ed opere, cioè, uniformando la nostra vita ai dettami e allo spirito del Regno che è stato inaugurato e che è attualmente vigente ed operante, e di cui noi ci accingiamo ad esserne modesti impiegati, dipendenti e servitori, al Re piacendo.
        
Nostro Signore, come è solito fare, ci visita durante le nostre occupazioni, il nostro Capo continuamente ci ispeziona e ci giudica con benevolenza ma con fermezza, e non fosse mai, a degradarci o a espellerci dai suoi domini.
        
Così, cercando di essere un poco degni del suo affetto e della sua fiducia, dimostriamoci veramente fedeli e veraci e possessori di tutte quelle virtù che ci sono state insegnate e che siamo in grado di imitare.
        
Prepariamoci fratelli, perché al nostro Regno viene dichiarata continuamente guerra da parte del nemico spirituale; prepariamoci quindi alle tribolazioni e alla lotta, ed anche al sacrificio. Perché al nostro progresso spirituale, spesso seguirà l’inasprimento dell’assalto delle forze del male; l’esempio del sacrificio dei giusti, dei santi e dei martiri ci sia sempre davanti, nel cuore e nella mente.
        
Non si tratterà di combattere contro gli uomini, ma contro le potenze spirituali [malefiche e deliranti che vogliono coinvolgere gli uomini.] E, soprattutto, confidare nella vittoria del Bene sul male.


a cura di ghebreSelassie
 


 

Commento al Vangelo di San Giovanni

di Yohannes Afeworq
Discorso cinquantunesimo

 L’ultimo giorno poi, il più solenne della festa, Iyasus era lì e gridò: «Chi ha sete, venga da Me e beva. A chi crede in Me, come dice la Scrittura, sgorgheranno dal seno fiumi di acqua viva» 1.

1. – Coloro che si sono accostati alla predicazione divina e conservano la fede, debbono dimostrare il desiderio degli assetati ed accendere in sé medesimi una bramosia altrettanto grande. Così potranno infatti custodire gelosamente le cose che vengono dette, come gli assetati bevono con grande avidità al calice, appena lo hanno preso, e così calmano la loro sete, parimenti, coloro che si abbeverano alla parola divina, se sorbiranno alla maniera degli assetati, non smetteranno finché non ne avranno esaurito tutto il contenuto. Che bisogni sempre essere assetati ed affamati, viene detto espressamente: «Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia» 2. E qui il Krestos dice: «Chi ha sete, venga da Me e beva». Io non costringo nessuno con la forza o la violenza, ma chiamo solo chi ha l’animo pronto e chi è fervoroso nei suoi pii desideri.
           
Ma perché l’Evangelista si espresse così: «L’ultimo giorno poi, il più solenne»? Perché il primo e l’ultimo erano effettivamente i più solenni, mentre quelli di mezzo venivano trascorsi soprattutto in banchetti e divertimenti. Perché dunque precisa che si tratta dell’ultimo? Perché in quel giorno tutti si davano convegno colà. Nel primo giorno, Egli non venne e ne spiegò il motivo ai fratelli. Ma neppure nel secondo e nel terzo prese la parola, per non predicare infruttuosamente, mentre la gente era intenta a fare baldoria. Ma nell’ultimo giorno, quando tutti stavano per tornare a casa, Egli diede loro le provviste per il viaggio verso la salvezza e parlò ad alta voce, sia per mostrare fiduciosa sicurezza e franchezza nel parlare, sia per far capire al popolo che Lui aveva parlato della bevanda spirituale. E aggiunse: «A chi crede in Me, come dice la Scrittura, gli sgorgheranno dal seno, fiumi di acqua viva». Chiama il cuore «seno», come dice anche altrove: «La tua legge è in mezzo al mio seno» 3. Ma dove la Scrittura dice: «gli sgorgheranno dal seno fiumi di acqua viva»? in nessun passo. Che cosa significa dunque la frase «chi crede in Me, come dice la Scrittura»? Qui occorre mettere la punteggiatura in modo che le parole «gli sgorgheranno dal seno» risultino pronunciate dal Krestos. Siccome molti dicevano: «Lui è il Krestos», e: «Il Krestos, quando verrà, farà forse più prodigi di quelli che ha fatto Lui?» 4, egli mostra che occorre avere in proposito un’idea giusta e che non si deve credere tanto ai miracoli, quanto alle Scritture. Molti infatti, pur vedendolo nell’atto in cui operava prodigi, non lo accoglievano come il Krestos, anzi, diranno più tardi: «Non affermano forse le Scritture che il Krestos verrà dal seme di Davide?». Egli tornava spesso a trattare questo argomento, per dimostrare di non rifuggire da questo genere di dimostrazione rinviandoli ancora una volta alle Scritture. Prima aveva detto: «Scrutate le Scritture», poi: «Sta scritto nei profeti», e: «Saranno tutti istruiti da Dio» 5; e ancora: «Mosè vi accusa»6; qui poi: «Come dice la Scrittura, gli sgorgheranno dal seno fiumi», alludendo all’abbondanza e alla ricchezza della grazia, così come altrove dice: «Una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna» 7, cioè, riceverà in abbondanza la grazia.
           
Altrove aveva parlato di «vita eterna»; qui parla di «acqua viva». La chiama viva perché è perennemente attiva, la grazia dello Spirito, la quale, una volta entrata e stabilita nell’anima, sgorga più abbondante di qualsiasi sorgente, e non viene mai meno, non si esaurisce e non finisce mai. Per denotare dunque, sia che non viene mai meno, sia che è attiva in sommo grado, la chiama «sorgente» e «fiume»; e non solo fiume, ma innumerevoli fiumi, dicendo che zampillava, nel senso che inondava tutto. Proprio questo comprenderà chiaramente chi avrà riflettuto sulla saggezza di Stefano, sulla eloquenza di Pietro, sulla forza di Paolo, comprenderà cioè che nulla riuscì a distoglierli e a resistere ad essi, non il furore dei popoli, non la violenza dei tiranni, non le insidie dei demoni, non i quotidiani pericoli di morte, ma, quasi fiumi che scorrono con grande impeto, così trascinarono con loro ogni cosa. Questo lo disse dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che credevano in Lui. Difatti lo Spirito non era ancora venuto 8.
           
Come mai allora i profeti fecero profezie e compirono innumerevoli miracoli? Gli apostoli infatti scacciarono i demoni non grazie allo Spirito, ma, come Egli stesso dice: «Se Io scaccio i demoni in nome di belzebù, nel nome di chi li scacciano i vostri figli?» 9. Diceva questo per far capire che, prima della sua crocifissione, non tutti avevano scacciato i demoni grazie allo Spirito, ma alcuni lo avevano fatto in virtù della sua potenza. Quando dunque si accingeva ad inviarli per il mondo, disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo», e ancora: «Scese su loro lo Spirito Santo e allora operarono miracoli» 10.
           
2. – Ma quando inviò gli apostoli non disse: «Diede loro lo Spirito Santo», ma: «Diede loro la potestà», aggiungendo queste parole: «Mondate i lebbrosi, scacciate i demoni e risuscitate i morti: avete ricevuto gratuitamente e date gratuitamente» 11. Tutti poi riconoscono che ai profeti venne dato lo Spirito Santo: ma tale grazia era limitata e sporadica e sulla terra essa venne a mancare da quel giorno di cui fu detto: «Ecco, la vostra casa vi sarà lasciata deserta»12. Già prima di quel giorno, tuttavia, aveva cominciato a farsi sempre più rara. Nessun profeta era più tra loro, e la grazia non veniva propiziata dai loro sacrifici. Essendo dunque stato tolto a loro lo Spirito Santo, esso venne poi profuso abbondantemente, e questa donazione ebbe inizio dopo la crocifissione, non solo con maggiore abbondanza, ma anche accompagnata da carismi più grandi (più stupefacente fu infatti il dono, come quando dice: «Non sapete di quale spirito siete» 13; e di nuovo: «Non avete ricevuto lo spirito della servitù, ma lo spirito dell’adozione» 14). Infatti anche quegli antichi avevano lo Spirito, ma non lo trasmettevano agli altri, gli apostoli invece avrebbero riempito di Lui innumerevoli fedeli, e poiché essi avrebbero ricevuto quella grazia (giacché ancora non era stata data), dice: «Non c’era ancora lo Spirito Santo. Di questa grazia dunque l’Evangelista diceva: «Non c’era ancora lo Spirito», cioè non era stato ancora dato perché Iyasus non era ancora stato glorificato, chiamando gloria la croce.
           
Siccome eravamo nemici, peccatori, privi della grazia di Dio, avversari di Dio, mentre la grazia era il segno della riconciliazione e poiché, d’altra parte, un dono non viene dato ai nemici ed a quelli che ci sono odiosi, ma agli amici di cui abbiamo messo alla prova la fedeltà, era necessario che prima venisse offerto il sacrificio per noi, che l’inimicizia venisse dissolta nella carne e che noi diventassimo amici di Dio. Solo allora avremmo ricevuto il dono. Se, infatti, questo avvenne nella promessa fatta ad Abramo, a maggior ragione avverrà nella grazia. Questo appunto spiega Paolo con le parole: «Se gli eredi sono quelli che si attengono alla legge, la fede sarebbe svuotata: la legge infatti produce l’ira» 15, e cioè, Dio ha promesso ad Abramo e alla sua discendenza che avrebbe dato loro la terra, ma i suoi discendenti si resero indegni di tale promessa e con le loro fatiche non riuscirono ad essere graditi a Dio. Per questo sopravvenne la fede, con la quale potevano facilmente attirare su loro la grazia, in modo che le promesse non venissero frustrate. «La promessa, quindi, viene dalle fede, affinché sia gratuita, in modo che l’eredità resti confermata» 16. Dice «gratuita» perché essi non potevano ottenere ciò col loro lavoro e con i loro sudori. Ma perché, dopo aver detto: «secondo le Scritture» non aggiunse la testimonianza? Perché il giudizio di costoro era corrotto. Alcuni dicevano: «Questo è davvero il Profeta!». Altri invece: «Che forse il Krestos viene dalla Galilea?». Altri ancora: «Il Krestos non viene dalla Galilea, ma dal villaggio di Betlemme» 17; altri infine dicevano: Il Krestos, quando verrà, nessuno sa di dov’è», e diverse erano le opinioni, come accade di solito in una folla confusa. Non prestavano infatti attenzione alle sue parole e non erano desiderosi di apprendere. Per questo, Egli non rispose niente anche udendoli dire: «Forse il Krestos viene dalla Galilea?». Aveva lodato invece come un vero Israelita Natanaele, che aveva detto più crudamente e duramente: «Può forse venire qualcosa di buono da Nazareth?». Questi infatti e quelli che dicevano a Nicodemo: «Scrutate e vedete che dalla Galilea non sorge profeta», non dicevano così per apprendere, ma soltanto per rigettare l’opinione sul Krestos. Ma quegli, che amava la verità e conosceva in maniera approfondita tutta l’antichità, diceva questo, mentre gli altri miravano ad un solo scopo, cioè a convincere che Egli non era il Krestos. Per tale ragione Egli non rivelò loro niente. Del resto, coloro che affermavano cose contrarie tra loro, e ora dicevano: «Nessuno sa di dov’è», ora «viene da Betlemme», anche se lo avessero saputo, senza dubbio lo avrebbero contraddetto. Ammettiamo pure che ignorassero il luogo, perché, quantunque fosse nato a Betlemme, aveva dimorato poi a lungo a Nazareth (anche se una cosa simile sarebbe imperdonabile, dato che non era nato lì), ma potevano forse ignorare anche la sua stirpe, cioè che Egli era della casa e della progenie di David? Come avrebbero potuto dire allora: «Il Krestos viene forse dal seme di David»? In realtà essi volevano tenere celato proprio questo e dicevano tutto con intenzione ingannatrice. Perché poi non gli si avvicinarono per dirgli: Dato che ti ammiriamo per tutte le altre cose che fai e dato che Tu ci ordini di crederti secondo le Scritture, dicci perché le Scritture affermano che il Krestos verrà da Betlemme, mentre Tu sei venuto dalla Galilea», non dissero niente di tutto questo, e andavano in cerca di cavilli con animo maligno. Subito dopo, l’Evangelista spiega infatti che essi non cercavano e non volevano apprendere: Alcuni volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso 18. Se non altro, almeno questo avrebbe dovuto condurli alla resipiscenza; ma essi non si ravvidero, come dice il profeta: «Si sono dissipati e non si sono ravveduti» 19.
           
3. – La malvagità ha proprio queste caratteristiche, non vuol cedere a nessuno e si propone un solo scopo, cioè rovinare colui al quale tende le sue insidie. Ma che cosa dice la Scrittura? «Chi scava la fossa al prossimo, vi precipiterà lui stesso» 20. Proprio questo accadde allora. Costoro volevano ucciderlo, per porre fine alla sua predicazione: ma accadde proprio il contrario.
           
La predicazione infatti fiorisce tuttora per la grazia del Krestos, mentre di essi tutto è finito ed è andato distrutto, è stata loro tolta la patria, la libertà e il culto, e, privati di ogni felicità, sono stati fatti schiavi e prigionieri. Conoscendo dunque tutte queste cose, non tendiamo mai insidie agli altri, sapendo che così affiliamo contro noi stessi la spada e ci infliggiamo una profonda ferita. Ma qualcuno ti ha offeso e tu vuoi vendicarti? Rinunzia alla vendetta e così potrai vendicarti. Non credere che questo sia un enigma e un paradosso, ma è la pura verità. In che senso e per quale ragione? Perché, se non ti vendichi, rendi Dio suo nemico, se invece ti vendichi, non avviene altrettanto. «A Me la vendetta: Io darò la retribuzione», dice il Signore 21. Infatti se abbiamo dei servi che litigano tra loro e non lasciamo a noi il compito di far giustizia, ma si arrogano il diritto di farsela da loro stessi, noi, anche se poi vengono a pregarci insistentemente, non solo non interveniamo per dirimere la lite, ma ci sentiamo indignati e li chiamiamo fuggiaschi e furfanti. «Tu dovevi – diciamo – deferire a noi ogni tua questione, ma poiché ti sei vendicato da solo, non darci altro fastidio». A maggior ragione Dio, che ci ordina di rimettere tutto a Lui, ci dirà così. Non sarebbe forse assurdo il fatto che, mentre noi esigiamo dai nostri servi un corretto comportamento e questo rispetto, non concediamo al Signore ciò che vogliamo che i nostri servi ci concedano? Dico questo anche perché voi siete sempre pronti a cercare la vendetta. Comportarsi così, non è degno di chi vuol vivere veramente da filosofo, rimettendo e condonando i peccati, anche se non si aspettasse una grande ricompensa, cioè la remissione dei peccati propri.
           
Se tu condanni il peccatore, perché, di grazia, tu stesso pecchi e cadi nelle stesse mancanze? Qualcuno ti ha insultato? Non restituire l’insulto, se non vuoi farlo a te stesso. Ti ha percosso? Non rispondere con le percosse, perché non ne ritrarrai alcuna utilità. Qualcuno ti ha arrecato un dispiacere? Non arrecargliene un altro, perché non solo non ne avrai alcun vantaggio, ma diverrai simile a quello. Così forse lo indurrai a vergognarsi del suo atto, se sopporterai tutto con mansuetudine, così lo farai arrossire, tanto che la sua ira si calmerà. Nessuno guarisce il male con il male, ma il male con il bene. Taluni fra i greci pagani fanno tali ragionamenti. Vergogniamoci dunque se tanta saggezza ispira la condotta della vita presso i greci, che noi reputiamo sciocchi, mentre noi mostriamo di essere inferiori a loro. Molti di essi, offesi, hanno sopportato con serenità l’insulto; molti non hanno respinto le calunnie, hanno fatto del bene a chi tendeva loro insidie. E dobbiamo temere che alcuni di essi non vengano giudicati migliori di noi quanto a condotta di vita, e che per tale motivo ci aspetti un più grave castigo. Giacché se noi, che abbiamo ricevuto lo Spirito, che aspettiamo il regno, che dobbiamo regolare la nostra condotta in vista del premio celeste, che non temiamo la geenna, che veniamo comandati di vivere come angeli, che siamo partecipi dei misteri, non raggiungiamo neppure la virtù di costoro, quale perdono otterremo? Se siamo tenuti a superare i Giudei («se la vostra giustizia – dice – non sarà più abbondante di quella degli Scribi e dei Farisei, non entrerete nel regno dei cieli» 22), a maggior ragione siamo tenuti a superare i pagani; se dobbiamo essere migliori dei Farisei, a maggior ragione dobbiamo esserlo degli infedeli. A noi sarà chiuso il regno dei cieli, se non supereremo costoro, se poi siamo peggiori dei pagani, come potremo raggiungere questo regno? Scacciamo dunque da noi ogni durezza, l’ira e il furore.
           
«Ripetere le stesse cose, per ma non è molesto, ma per voi è vantaggioso» 23. Spesso i medici prescrivono con insistenza la stessa medicina. Quanto a noi, non smetteremo mai di proclamare queste verità ad alta voce, di ricordarle, di insegnarle, di esortarvi a metterle in pratica. Innumerevole è infatti la quantità delle cose terrene che può farvi dimenticare queste verità e occorre ascoltare spesso la dottrina. Affinché, dunque, noi non ci troviamo radunati qui invano, dimostriamo di compiere opere buone, se vogliamo conseguire la felicità futura, per la grazia e la bontà del Signore nostro Iyasus Krestos, per mezzo del quale e con il quale sia gloria al Padre, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Così sia.

 


Note: 1 Gv. 7, 37-38; 2 Mt. 5, 6; 3 Sal. 39, 9; 4 Gv. 7, 26. 31; 5 Gv. 5, 39; 6, 45; 6 Gv. 5, 45; 7 Gv. 4, 14; 8 Gv. 7, 39; 9 Mt. 12, 27; 10 Gv. 20, 22; 11 Mt. 10, 1. 8; 12 Mt. 23, 38; 13 Lc. 9, 55; 14 Rom. 8, 15; 15 Rom. 4, 14-15; 16 Rom. 4, 16; 17 Gv. 7, 40-42; 18 Gv. 7, 44; 19 Sal. 34, 15; 20 Pro. 26. 27; 21 Rom. 12; Deut. 32, 35; 22 Mt. 5, 20; 23 Fil. 3, 1.


a cura di ghebreSelassie


 

Report Celebrazione 127° anniversario della Nascita di S.M.I Haile Selassie I 

Gloria nel Santo Nome della Luce del Mondo, Qedamawi Haile Sellassie, Inizio senza fine, Leone Conquistatore della Tribù di Giuda e Benedizioni sui suoi figli riflesso della Santità dei Padri della Fede i primi a vedere il Volto del Padre.
    
Anche quest’anno, grazie alla Misericordia del Padre, abbiamo avuto modo di glorificare il Suo Nome in unità e cantare le lodi alla Sua magnificenza; i giorni 21 e 22 luglio alcuni fratelli e sorelle raggiungevano le alture dolomitiche del Feltrino per iniziare a preparare tutto il necessario per la Celebrazione. 

Il giorno 23 in mattinata gran parte dei fratelli e delle sorelle (di cui poco più della maggioranza appartenenti alla nuova generazione) si ritrovano nella struttura del centro sportivo di Facen comune di Pedavena per allestire la sala ed aspettare gli ultimi fratelli e sorelle; 

Subito dopo il pranzo inizia la Celebrazione con la presenza di circa 15 tra fratelli e sorelle e 16 fratellini e sorelline i quali hanno gioito e santificato il gathering giocando e stando in unità per tutta la sua durata;

Al termine dei canti e letture carichi della Grazia del signore si è passati alla cena a base di injera per poi riunire tutta l’assemblea, fare il resoconto delle attività della Federazione e votare il nuovo consiglio esecutivo.
    
Ringraziamo tutti i fratelli che hanno curato l’organizzazione nei minimi dettagli garantendo una magnifica riuscita del Gathering. Che il Signore possa benedire questi umili gesti fatti per Lui. 

Luce e Pace in HIM.


Bro Manù


 

Ethiopian Library

“H. I. M. Haile Selassie I, King of Kings, Elect of God”
Ethiopian Library – Rome
presents
ethiopian Library

Roots an’ Progress - Collection

Introduction
        
Dear reader, I’am very glad to present you this new survey dedicate to the ethiopian friends that follow this newsletter. It’s a pleasure to introduce inside our review some literary original works in the official language of Ethiopia, the Amharic.
        
For this first publication, it was choosen one little book published by the Artistic Printing Press, in Addis Abeba in the 1949 Et. Cal.. It is an theatre dramma text, the story of the young ethiopian patriot Zeray Deres, an hero that was killed in Rome where He was deported by the fascists, during the years of the italian innvasion of Ethiopia. The autor of the work is an ethiopian writer named Anteneh Alemu.
        
In this number of the newsletter we published the first part of the original book. The others two parts of this dramma will published in the next two newsetters.

I wish that this humble gift be pleasant to our brothers and sisters of the ethiopian communities of the whole world.
        
Our special desire and a good hope is to find an ethiopian friend of good will that work at the translation of the amharic text in English or italian languages.
 

Your Carmelo gebreSellassie
(Chaplain of the Federation of the Assembly of the Ras Tafari in Italy)
Il contenuto di questa newsletter è a cura della Federazione Assemblee Rastafari in Italia, 2019
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