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2 maggio 2022

Musicale

La newsletter sul mondo della musica a cura di Giovanni Ansaldo.

Wilco. (Annabel Mehran)

Riecco i Wilco La band statunitense ha annunciato un nuovo album. S’intitola Cruel country e uscirà il 27 maggio. Il primo singolo estratto, Falling apart (right now), si può ascoltare qui. Come si intuisce dallo stile di questo brano (e ovviamente dal titolo dell’album), il dodicesimo lavoro del gruppo di Chicago sembra abbracciare in modo ancora più evidente rispetto al passato il country tradizionale. “Ci sono stati elementi di musica country in tutto quello che abbiamo fatto finora”, ha dichiarato il cantante e chitarrista Jeff Tweedy, “non siamo mai stati particolarmente a nostro agio nell'accettare quella definizione, l'idea che stessimo facendo quel genere. Ma ora, dopo un po’ di anni, ci sembra esilarante dire che suoniamo country”. Cruel country è stato registrato al Loft, lo studio di Chicago dei Wilco, quasi tutto in presa diretta, un metodo già usato per il bellissimo Sky blue sky (non si può non amare Impossible Germany, giusto per dirne una). Tra l’altro i Wilco hanno da poco festeggiato il ventennale del loro disco più importante, Yankee Hotel Foxtrot, che verrà ristampato a settembre in un’edizione speciale. Per dirsi soddisfatti, a questo punto, manca solo il tour in Italia: ci sono già delle date in Europa tra giugno e luglio, chissà che non arrivi presto un annuncio.

Un nuovo documentario su Brian Eno Il regista statunitense Gary Hustwit è al lavoro su un film biografico dedicato al musicista e produttore britannico, una delle figure più importanti nella storia della musica occidentale. Hustwit (regista già di diversi documentari musicali, tra cui I am trying to break your heart sui Wilco) ha avuto accesso a centinaia di ore di filmati, brani inediti e arte visiva provenienti dall’archivio dell’artista di Melton. Secondo la casa di produzione il documentario, intitolato semplicemente Eno, verrà pubblicato in più versioni e si adatterà a forme diverse a seconda della piattaforma e del modo in cui verrà visto.

Gli Yeah Yeah Yeahs scaldano i motori La band newyorchese ha firmato un contratto con l’etichetta indipendente Secretly Canadian e ha promesso che in autunno pubblicherà del nuovo materiale. Il trio guidato dalla cantante Karen O ha anche annunciato una serie di nuovi concerti, inclusi alcuni spettacoli a New York e Los Angeles.

Le uscite del weekend

Future. (Epic Records)

Terapia del dolore Ogni volta che esce un nuovo disco del rapper di Atlanta Future mi tornano in mente le parole del critico Simon Reynolds: “Future ha reinventato il blues per gli anni duemila, riaffermandolo non solo come timbro (aspro e ruvido) e stile d’enunciazione (tra il parlato e il cantato), ma anche come modalità emotiva. ‘La mia musica è dolore’, ha spiegato Future, ‘io conosco il dolore, ecco perché lo senti nella mia musica’. Il rapper parla del suo passato, di un’infanzia in povertà in mezzo alla droga. Ma questo discorso vale anche per il presente, come dimostra il flusso di coscienza disarticolato dei suoi testi, dai quali emerge il ritratto di un’opprimente routine fatta di sesso privo di emozioni e torpore tossico, una vita di trionfi e splendore materiale stranamente desolata”.

È difficile trovare delle parole migliori per raccontare lo stile di Future. La sua musica è stata uno spartiacque per la trap statunitense, e il suo impatto sulla scena viene spesso sottovalutato. Non è certo un grande pensatore né il primo dei femministi – nel brano che apre il nuovo disco I never liked you ricorda compiaciuto quando una ragazza gli ha allacciato una scarpa per strada – ma dal punto di vista musicale Future ha tanto da dire. Come il blues, il suo rap è sempre uguale a sé stesso eppure sempre diverso. Per questo il paragone di Reynolds, per quanto avventuroso, è meno blasfemo di quello che potrebbe sembrare.

I never liked you è un classico album di Future, con i soliti pregi e difetti. I beat sono sempre di alto livello: per esempio il già citato pezzo iniziale, 712PM, campiona il brano di trance giapponese, D.A.T.A. 2.0., registrato dal giapponese Aura Qualic insieme alla cantante virtuale Hatsune Miku. Come al solito ci sono ospiti di spessore (solo Future e pochi altri possono far finire sullo stesso disco due nemici giurati come Drake e Kanye West) e Future dimostra la solita personalità e capacità di scrivere anche pezzi malinconici come The way things going. Il difetto principale, come sempre, è la lunghezza estenuante: 22 pezzi e più di un’ora di musica, ma visto il contenuto cinque o sei pezzi si potevano tagliare. Personalmente, tra le cose recenti di Future, resto più affezionato a Future Hndrxx Presents: The WIZRD. Ma anche stavolta ci sono tre o quattro ottimi pezzi e siamo ampiamente sopra la sufficienza.

Nel fine settimana è uscito anche Blue water road, terzo disco della cantante rnb Kehlani, e Profound mysteries, il nuovo album del duo elettronico norvegese Röyksopp.

Come sempre trovate tutte le ultime uscite discografiche nella mia playlist su Spotify.

Economia e industria musicale

Un concerto nel metaverso Il 30 aprile nel metaverso (un ambiente virtuale dove le persone possono interagire attraverso degli avatar) creato all’interno del videogioco Roblox si sono tenuti dei premi musicali chiamati Logitech song breaker awards. Durante spettacolo, condotto dall’influencer statunitense di origine filippina Bretman Rock, si è esibita anche la cantante Lizzo, al suo esordio nel mondo virtuale. Roblox è il videogioco più popolare del mondo: all’inizio del 2021 ha fatto registrare 199 milioni di utenti al mese. Lizzo non è la prima a fare questo passo: quello dei concerti all’interno dei videogiochi ormai è un filone consolidato. Nell’aprile 2020, per esempio, il rapper Travis Scott si era esibito su Fortnite di fronte a 27 milioni di persone e nel novembre del 2020, sempre su Roblox, ad ascoltare Lil Nas X erano collegati 33 milioni di utenti.

Dall’Italia

Carmen Consoli e Marina Rei al concerto del Primo maggio a Roma. (Zumapress/Agf)

Il potere del duo Ieri ho guardato un po’ il concerto del Primo maggio di Roma sulla Rai (in contemporanea, va ricordato, c’era anche l’Uno maggio libero e pensante a Taranto, insieme a tanti altri eventi in tutta Italia). La cosa che mi è piaciuta di più, al netto di tutti gli artisti rap e nuovi cantautori che ormai si sono presi la scena del concertone, è stata l’esibizione di Carmen Consoli. La cantautrice siciliana si è presentata sul palco di piazza San Giovanni in “formato White Stripes” insieme a Marina Rei (Consoli alla voce e alla chitarra, Rei alla batteria) per suonare un medley semiacustico di alcuni suoi vecchi successi, da Per niente stanca a Besame giuda. La versione punk-folk di Geisha è stata straordinaria. Pochi elementi, e tanta classe. In una categoria a parte metterei Valerio Lundini, che insieme ai Vazzanikki ha fatto quello che negli anni scorsi era riuscito solo a Elio e Le Storie Tese: suonare al concerto del Primo maggio prendendo in giro il concerto del Primo maggio.

Questa settimana su Internazionale

Sul sito ci sono i dischi da salvare di Daniele Cassandro. Sul settimanale Claudia Durastanti parla del nuovo album di Stefano Pilia.

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