IL MONDO DEL RESTAURO: Intervista a KYOKO NAKAHARA
APPROFONDIMENTI
QUANDO LA DIAGNOSTICA CAMBIA LA STORIA DELL'ARTE, IL PERIODO BLU DI PICASSO
IL MARAT DI DAVID: CHE FINE FANNO I RIVOLUZIONARI?
KANDINSKY PER IL DONBASS?
UNA TAVOLA SI FA CROCE: ART-TEST AL SALONE DEL RESTAURO 2022:
NON PERDETEVI FLORENCE HERITECH
PORTFOLIO: CARLO DOLCI: UN GRANDE FIORENTINO DEL SEICENTO
KYOKO NAKAHARA
interviste al mondo del restauro
I restauratori fanno un lavoro bellissimo. Un po’ come il nostro, difficile ma bello. Condividono con noi la passione per la materia che si traduce in arte. E conoscono la materia, in modi che a volte si sovrappongono, a volte sono complementari a quelli dei diagnosti.
Il loro punto di vista aggiunge sempre qualcosa di nuovo e importante.
Kyoko Nakahara è arrivata a Firenze dal Giappone, seguendo una passione coltivata sin da bambina.
E qui si è specializzata, realizzando il sogno di lavorare con i restauratori che ammirava da sempre
Quando la diagnostica rimette in discussione le certezze dell’arte. Le opere del Periodo Blu di Picasso
In mostra a Washington i risultati di indagini scientifiche su 3 importanti dipinti di Picasso: un vero e proprio tripudio di informazioni che conferma come le analisi possono cambiare il corso della storia dell’arte
Fino al 12 giugno 2022 la Phillips Collection di Washington DC ospita la mostra Picasso: Painting the Blue Period, che riunisce oltre novanta opere fra dipinti, disegni, sculture e interventi su carta, realizzate da Picasso a inizio carriera, nel suo Periodo Blu.
La rassegna americana regala al pubblico interessanti punti di vista sul processo creativo di Picasso, svelando alcuni dettagli “nascosti” sotto la superficie pittorica. La mostra infatti porta alla luce studi e indagini iniziati nel 2014 e poi proseguiti fino a oggi su tre diverse opere del pittore spagnolo datate tra il 1901 e 1903, tutte e tre realizzate da Picasso su tele di riciclo, operazione che l’artista compie tantissime volte.
Si tratta della “Stanza blu” del 1901, de “La mendicante accovacciata” datata 1902 e infine de “La zuppa” del 1903.
Le analisi scientifiche svelano come David compose il celebre dipinto “La morte di Marat” e come lo nascose durante il suo esilio a Bruxelles
In questi tempi di guerra, il Museo Reale di Belle Arti di Bruxelles dedica una mostra alla tela di David che inscena l’assassinio di Jean Paul Marat nel 1793, dipinto solo pochi mesi dopo il fattaccio. Si tratta di un’opera politica, commissionata dal comando rivoluzionario al pittore, che era stato suo amico, come omaggio ai martiri della Rivoluzione Francese.
David ha inteso con questa immagine contribuire alla santificazione di un attivista sovversivo che viene rappresentato quasi fosse un Cristo -ispirandosi alle composizioni del Michelangiolo, Raffaello, Caravaggio-, che per tenere fede ai propri ideali sceglie di sacrificare la propria vita.
Criptovalute, NFT e un (falso?) Kandinsky in vendita su un sito russo “per aiutare i soldati del Donbass”
È apparso on line il progetto Terricon, Art for Victory, che propone arte (NFT e un Kandinsky) in vendita “per aiutare i bisognosi” a causa della guerra, cioè i russi, cercando di cogliere le opportunità offerte dalle criptovalute: “in Russia, oltre ai russi che vivono all’estero, c’è più del 30% della criptovaluta totale mondiale. Ora che molti si trovano ad affrontare il problema del blocco degli account, e dell’impossibilità di inviare denaro. (…) è questo il modo di aiutare in modo assolutamente anonimo il popolo russo”.
Tuttavia, sebbene firmato e datato 1909, è probabile che il Kandinsky in vendita sul sito sia un falso. Il dipinto in realtà è noto, ed era già stato messo in discussione nel 2005 quando fu pubblicato in un catalogo ragionato “alternativo” che provocò uno scandalo e le aspre critiche alla Kandinsky Society.
Niente di sorprendente dal momento che il mondo dell’autenticazione dell’Avanguardia Russa è un disastro, dove i falsi sono più numerosi dei dipinti autentici. In effetti, il mercato nero dei dipinti ascrivibili a questo periodo è iniziato con la caduta del comunismo, ma è stata la successiva crisi economica a generare un’inondazione di falsi.
Dialoghi al Salone lunedì 16 maggio dalle ore 17.15 alle ore 18:30 – Sala Brambilla
Due anni fa, proprio in questi giorni, ci era data la possibilità, timidamente ma finalmente, di riprendere il nostro lavoro. Firenze era silenziosa e solitaria
Adesso, dopo mesi di incontri virtuali è finalmente arrivato il momento di vedersi di persona: torna a Firenze, dal 16 al 18 maggio, il Salone del Restauro, in una nuova sede, al centro della città, nel Palazzo della Borsa della Camera di Commercio, accanto a Ponte Vecchio, con ingresso libero.
Durante il Salone verra' anche annunciato il vincitore del Premio Friends of Florence e presentati i lavori di restauro e valorizzazione realizzati nelle edizioni passate.
Come annunciato, Art–Test ci sarà e presenterà le prime evidenze della campagna diagnostica sulla trecentesca “Croce dipinta”, opera ad oggi attribuita al Maestro di San Lucchese ma la cui paternità è ancora da confermare o riscoprire.
Dopo un’ultima edizione “solo online” e con l’obiettivo di creare sinergia tra Beni Culturali e Nuove Tecnologie, il convegno Florence Heritech si svolgerà a Firenze dal 16 al 18 maggio 2022, nello stesso luogo e in contemporanea alla Biennale di Firenze Fiera dell’Arte e del Restauro, con ingresso libero.
Firenze è da secoli un polo culturale riconosciuto e vanta una tradizione impareggiabile nel campo della conservazione e del restauro, oltre che in quello della diagnostica, con numerosi centri privati e pubblici.
Carlo Dolci, detto Carlino, artista amato e osannato dai critici del suo tempo, ritenuto il più grande pittore fiorentino del seicento, conteso dalla nobiltà europea, (anche se quasi mai uscito dalle terre toscane), è stato nuovamente sotto i riflettori grazie alla mostra monografica del 2015 presso la fiorentina Galleria Palatina di Palazzo Pitti. L’esposizione ha raccolto opere provenienti da numerosissimi musei europei: il British Museum a Londra, il Musée du Louvre a Parigi, gli Staatliche Museen a Berlino, il Nationalmuseum a Stoccolma, il Cleveland Museum of Art a Cleveland, l’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, il Fitzwilliam Museum a Cambridge, l’Ashmolean Museum a Oxford, la Burghley House a Stamford, il Musée des Beaux-Arts a Brest, la Collezione Thyssen Bornemisza a Madrid e la Royal Collection inglese, a testimonianza del respiro internazionale della sua pittura.