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La newsletter che ha salutato Wimbledon senza aver assaggiato le strawberries and cream: A NOI MANCAVA IL GELATO 🍦


Abbiamo lasciato Wimbledon in una domenica caldissima, d’altronde era arrivato Roger Federer a camminare per i viali quindi ci siamo sentiti abbastanza fuori luogo e siamo tornati a casa.

C’erano le celebrazioni dei 100 anni del Centre Court. Ovviamente pubblico impazzito, Roger azzimato, pareggiava in borghese l’eleganza del campo. Vedendolo, abbiamo pensato che anche a mezzo servizio in questo tabellone gli ottavi li avrebbe centrati. Noi non c’eravamo durante le celebrazioni, abbiamo passato l’ultima giornata a vedere doppi e juniori sui campi ground prima di andare a vedere Goffin con Tiafoe. Sentivamo i boati del centrale in lontananza, le vecchie glorie stavano entrando in campo. Poi ad un certo punto c’è stato un boato più forte, abbiamo sorriso: era chiaramente entrato Roger Federer.

Benvenuti ai nuovi iscritti, tanti, ci presentiamo subito dicendo che questa è una newsletter un po’ particolare, perché è, diciamo, conflittuale. Che in un mondo, quello del tennis e di chi scrive di tennis, tutto pieno di “il più forte degli ultimi 30 anni del suo condominio” o “il più elegante giocatore dell’ultimo week end” pare già originale. Anche noi tifiamo, certamente, ma stiamo con gli ultimi (cit.), e cioè dalle parti di Paire, Kyrgios, Munar, Delbonis e Garin, non di certo di chi ha vinto Slam.

(poi certo, capace che domenica sera dovremmo rivedere anche questo disclaimer 🤞)

Quindi possiamo tranquillamente affermare due cose:
  1. che questo per noi è lo Slam migliore di sempre;
  2. siamo la cosa più sincera che potete leggere sul tennis.
  3. (siamo dei mitomani, ovvio)
E che non sappiamo contare.

Ok, parliamo del torneo e iniziamo celebrando la prima finale Slam di Nick Kyrgios, arrivata ovviamente nel torneo di esibizione di Wimbledon, d’altronde gira gente che parla di essenza dello sport, deve sembrargli un profumo, e che dice è un pagliaccio. Se invece domenica avessimo avuto in finale Djokovic contro Nadal allora sarebbe stato uno Slam vero con degli eroi in campo.
Ripartiamo da mercoledì, quando il nostro Garin soccombeva di fronte al talento di Nick, che ha vinto la sua partita più facile in questo torneo; ricordiamo che nel suo primo match, Nick ha salvato una palla che avrebbe mandato la wildcard inglese Jubb a servire per il match. Questo è Kyrgios.

Fritz invece giocava contro Nadal, il quale si rompeva seriamente dopo un set. Non al piede, che dormiva sonni beati e che forse vive di notte oramai, ma agli addominali. Rafa vinceva il secondo set servendo a 160 orari, Fritz non era in grado di gestire la pressione che, a quel punto, lo vedeva come favorito.

Il match diventava strano, l’americano giocava in 4 metri di campo non riuscendo mai ad angolare a dovere e quindi bastava un Rafa senza metà dei muscoli per vincere al quinto set. “Da infortunato” hanno scritto in molti, fra cui anche Fognini che, come un inviato di una di quelle trasmissioni di Del Debbio o Giordano, ha invitato su Instagram a “non credere a quello che si legge”, con tanto di foto di Nadal nel post.

Però il giorno dopo, quando Rafa si è ritirato, ha scritto che no, “non mi riferivo assolutamente a un campione come Rafa”. Sorpresi? Noi no, d’altronde se ha fatto i soldi lo deve al braccio, non di certo alla testa. 
In molti ci hanno scritto chiedendo un parere su Sinner.
Ne parliamo con eccessiva semplicità avendo sempre seguito con impareggiabile distacco, da antinazionalisti quali siamo, le gesta dei nostri sacri portabandiera.

Jannik non aveva mai vinto un match su erba ed esce dal torneo nei quarti di finale. Diremmo bene, no? Il match contro Djokovic a nostro avviso non è mai stato in discussione: primi due set di pura eccellenza per Jannik, Novak talmente assente da buttare via il secondo set tanto era sicuro che il match fosse aperto e alla sua portata, come con Musetti a Parigi. Lo scarto successivo, quando è iniziata un’altra partita, è stato evidente: il golden boy azzurro ha racimolato 7 game in tre set.

Figuriamoci se uno che ha vinto 6 titoli a Londra e 20 Slam in totale avrebbe continuato a subire passivamente l’iniziativa di Sinner. Noi abbiamo smesso di seguire a inizio quarto set, quando era evidente come sarebbe finita. Mentalità, forza interiore, motivazioni: di questo si tratta in questi casi. Se proprio dobbiamo individuare un fattore tecnico-tattico che ha cambiato la partita diciamo che quando Djokovic è diventato efficace al servizio, assente nei primi due parziali, non c’è stata più partita. La varietà e la forza di questo colpo del serbo, mai troppo apprezzato, ha fatto la differenza negli ultimi tre set. Quello infatti è il colpo che fa da abbrivio al suo martellante e insostenibile ritmo da fondo campo.

E parliamo anche di Carlos Alcaraz. Lo spagnolo è più giovane di Sinner, ha quindi meno esperienza sul Tour, e deve ancora capire come giocare su erba. Sinner ha vinto la prima partita quest’anno, al suo secondo Wimbledon. Carlos ha giocato male, ha subito psicologicamente Sinner, che tirava più forte di lui, e non è stato capace di riprendersi. Solo la sua tigna gli ha consentito di allungare di un set la partita. Ci saranno altre occasioni in cui i due giocheranno più o meno alla pari.

Ad ogni modo un gran torneo di Sinner, si vedono i miglioramenti al servizio soprattutto. Ma era prevedibile, francamente non capiamo questa pretestuosa rottura di scatole verso questo ragazzo prodigio, dopo che per 20 anni ci siamo sorbiti Bolelli, Fognini, Volandri e compagnia bella (con rispetto parlando). Cioè ora un quarto slam ci lascia con l’amaro in bocca, prima contavamo chi superava le qualificazioni. Rilassiamoci.

Ah vabbè, oggi c’è stata la semifinale tra Djokovic e Norrie, una roba da 200 sterline minimo e della quale abbiamo apprezzato la celerità dell'archiviazione pratica da parte del serbo, questo ci ha permesso di arrivare puntuali all'area cani anche oggi. D'altronde Warning, quando lavora col tennis, tifa sempre per chi si sbriga.

Ah, c'è anche la finale femminile, fra Jabeur e Rybakina, che è nata a Mosca 
😎.  Abbiamo seguito poco, abbiate pazienza, sotto vi diciamo perché siamo stati impegnati (sarebbe stato meglio vedere le semi femminili).

Ah, nel doppio Metkic e Pavic hanno raggiunto la finale. D'altronde la vittoria al primo turno contro Paire e Ramos Vinolas li ha caricati.

 

RASSEGNA STAMPA


Era da un po' che non facevamo rassegna stampa, c’è capitato davanti qualcosa di meritevole. Partiamo dal primo giornale sportivo in Italia, che ha giornalisti talmente bravi che possono scandagliare l’account instagram di Kyrgios come quello di Cristina D’Avena con la stessa competenza. Un plauso speciale quando seguono la regola aurea delle Social Media Guidelines in tema fotografico: se la tipa ha le zinne facciamole vedere.

Il PASSATO OSCURO di Nick, per la regia di Cristopher Nolan, poi basket e sushi, queste passioni così esotiche da rendercelo francamente umano, e poi il nuovo amore - qui forse ci stava l’emoji ammiccante.

Cristina invece è una ragazza eterna, nello spirito quanto nella carne presumiamo, un po’ come Gesù. In forma anche col Botox ci pare, però riempie le piazze, non sappiamo se di paese o di città. Ah, Cristina va in palestra, come noi! Ma pensa te.

Ecco, questo è uno di quei casi in cui tocca dare retta a Fognini.

Ora veniamo ai giornalisti integerrimi.
Eccolo il tweet che “gioca sul brivido” del like facile, che “gioca sui sentimenti”, una superficie come sappiamo tutti molto sconnessa, e che quindi “tocca le corde del cuore”, non si capisce se più chitarra o racchetta, e quindi da il là al retweet facile. Rafa rimane, anche a 36 anni, “uno degli esempi più belli della storia dello sport”, perché non bisogna arrendersi mai, neanche se c’è bisogno di addormentare un piede o strapparsi gli addominali, perché solo così si diventa eroi, di Twitter ovviamente.

Poi il giorno dopo, quando si è ritirato Rafa, il torneo “è diventato sempre più spuntato”, però se c’era Sinner o Nadal era ok. Insomma giornalismo à la carte, sempre più dominante. Guai a fare analisi serie, magari si arrabbia qualcuno e poi ti guardano in cagnesco perché dai fastidio, perché controlli, ti interroghi, fai domande scomode. Che poi sarebbe proprio lo scopo del giornalismo.

Non ci risultano prese di posizioni severe come avrebbero dovuto essere quelle dopo la cafonata di Nadal a Sonego, un comportamento “da terza categoria”, per quanto Warning prende una posizione ufficiale e risponde a Lorenzo Sonego:  noi siamo nella terza categoria e una cosa del genere non l’abbiamo mai fatta.

Rafa è così, gode di ottima stampa, perché lui è umile, non si sbilancia mai, lui dà il massimo, affronta un 3.3 al secondo turno di un torneo e dice “dovrò dare il massimo perché lui è fortissimo” e tutti ci credono; sta male? Eccolo: “spero di poter recuperare al meglio per il prossimo match” e tutti si preoccupano, poi lui corre per 8 ore pieno di antidolorifici ed ecco arrivare i tweet che sottolineano quanto è EROE. Onestamente, non se ne può più di questo giornalismo asservito (in generale eh).

BONUS CONTENT: A chi assomiglia Sinner?

 


LA SCUOLA DI ATENE


Gli ultimi due tweet di Stefanos Tsitsipas:

La mia abilità e capacità di riconoscere quando sbaglio è determinata largamente dall’attitudine della persona con la quale sto discutendo.

Una scala mobile e uno spazzolino elettrico sono due cose che pur smettendo di funzionare consentono comunque di raggiungere l’uso originale.  

Ora noi capiamo che è greco, ma in Grecia c’è gente che si guadagna il pane anche impastandolo e cuocendolo, non è che devono essere tutti filosofi. Stefanos già da un po’ fa questi tweet alla Marzullo, questa volta ne ha dedicato uno a Nick Kyrgios. Quindi in sostanza non riconosce lo sbaglio perché è Nick? Boh, se lo capite voi fatecelo sapere. Poi vabbè, sull’altro niente da dire: ineccepibile.

 

GALEOTTO FU WIMBLEDON

 
Un nuovo episodio di Rimbalzi, il podcast sportivo di Angelo Carotenuto, che questa volta racconta della storia d'amore fra Andre Agassi e Steffi Graf, nata a Wimbledon of course.


NOW: L’UNICO MODO PER SEGUIRE IL TORNEO DI WIMBLEDON IN DIRETTA STREAMING


9,99 euro al mese: sono forse tanti per seguire il torneo di tennis più importanti del mondo?

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Ai tanti che ci hanno domandato perché la newsletter ha smesso di uscire sabato: avevamo detto che saremmo usciti ogni giorno per UNA settimana, poi ci hanno cancellato volo al lunedì, quindi siamo dovuti ripartire domenica dopo un set di Sinner VS Alcaraz, quindi ci siamo un po’ riposati. Non avevamo in mente di rimanere più di una settimana a Wimbledon, e manco facciamo gli snob dicendo che ci stufiamo dopo 4 giorni di tennis a tempo pieno (vero però), più che altro avevamo gli IRON MAIDEN a Bologna. Ma come avrete letto, o forse no, il maltempo ha costretto gli organizzatori a cancellare il concerto a 5 minuti dall’inizio. Potete immaginare la delusione di trentamila persone arrivate da mezza Europa. Noi ci siamo fatti 12 ore di autobus nelle ultime 18 ore, zero sonno e tanto stress, alla fine siamo andati a Bologna a bere birra. Siamo devastati, ma almeno i Maiden li abbiamo visti diverse volte. Up the Irons! (E Up Nick!).

Vi lasciamo con questa foto di Rafa, noi ci sentiamo venerdì, a meno che non vinciamo uno Slam domenica 😎
Warning è a cura di Claudio Giuliani
Persona non grata. Romanista, l'heavy metal mi ha salvato la vita. Diplomato con fatica all'ITIS, ho studiato aggiustaggio e fatto il militare. Tennista di periferia dal rovescio rigorosamente a una mano, campione in carica 2022 della Coppa Gabbiani a squadre limitata 3.3 (grazie alla panchina fatta in finale), "uno degli Over 40 più belli di Roma", persona modesta.
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