Il 1° luglio 2018 è la data precisa di quella che si paventava al pubblico come la rivoluzione nella fruizione televisiva e da casa del calcio, ovvero il giorno in cui in Italia diventava disponibile la piattaforma streaming di DAZN, già in auge in nazioni come la Germania o addirittura gli Stati Uniti.
DAZN cominciava a trasmettere il calcio in Italia grazie all’acquisizione del pacchetto triennale di 3 partite a turno di campionato di Serie A.
Una scelta che almeno il primo anno non pagò grossi dividendi, dato che la squadra più trasmessa fu il Frosinone retrocesso quell’anno, un club con un bacino di utenza ridotto rispetto ad altri. Inoltre, le diverse problematiche tecniche durante la trasmissione delle partite non aiutarono la piattaforma ad entrare nel cuore degli abbonati che all’epoca pagavano 9,99€ al mese.
Col tempo DAZN ha migliorato il servizio, costruito una comunicazione digitale degna del nome del brand e del network editoriale a cui fa capo e soprattutto preso i diritti di tutte le 10 partite della Serie A (3 di queste in co-esclusiva con Sky), affiancandoci la Serie BKT e diverse competizioni internazionali come l’Europa League, LaLiga, la Ligue 1 e la FA Cup inglese.
Fino ad arrivare a triplicare il prezzo di partenza dell’abbonamento mensile, come comunicato poche settimane fa.
DAZN offrirà 2 tipologie di piano abbonamento dal 2 agosto: il piano STANDARD (29€ al mese) e il piano PLUS (39€).
Le centinaia e centinaia di polemiche arrivate da parte di abbonati e riversate sul web si sono concentrate sul prezzo ma non solo. A rendere poco pratico e “poco vicino alle esigenze dei tifosi” il servizio proposto da DAZN è la volontà da parte del broadcaster di eliminare la doppia utenza e quindi lo split dell’abbonamento tra due persone (chi non lo condivideva con un altro vi sta mentendo).
Entrambi i piani delimitano l’utilizzo a persone dello stesso nucleo di famiglia, escludendo la visione condivisa con amici o colleghi. A dirla tutta il piano PLUS permette il doppio utilizzo in contemporanea senza il vincolo di utilizzo della stessa rete internet.
Come farà DAZN che lo spettro di utilizzo previsto sia rispettato dagli abbonati, questo non lo sappiamo, ciò che sappiamo solo le cifre raddoppiate rispetto al passato che rappresentano una tutela economica da questo punto di vista.
DAZN ha moltiplicato anche il numero di format e contenuti esclusivi sulla piattaforma e anche gli show post match che prima non c’erano. Da una parte c’è l’obiettivo di tenere sempre più tempo le persone all’interno della piattaforma, rubando tempo ad altri competitor, dall’altra c’è la necessità di arricchire la proposta e livellarla con la cifra richiesta agli abbonati.
Tornando alla protesta accesa degli utenti, bisogna domandarsi in maniera oggettiva se effettivamente la cifra richiesta da DAZN sia eccessiva.
Per farlo ho voluto dare un’occhiata ai prezzi dei broadcaster internazionali che permettono di guardare il calcio in altri paesi. Un’altra premessa necessaria da fare riguarda la distribuzione delle varie competizioni di interesse. Una divisione tra varie piattaforme che costringe il calciofilo ad effettuare più di un abbonamento tra i vari Sky, Prime Video, Canone RAI e DAZN, senza escludere il fatto che in futuro se ne potrebbero aggiungere altri.