Buongiorno maestra Mary, ci potrebbe dire da dove viene? quali sono le sue origini e il suo cammino di studi?
Ciao a tutti, mi chiamo Maria Concetta, nome da cui si possono quasi chiaramente intuire le mie origini. Nata e cresciuta in Sicilia, ho da sempre avuto la curiosità di guardare oltre i confini della mia terra interessandomi alle culture, lingue e tradizioni straniere.
Mi sono diplomata al liceo linguistico e ho conseguito la laurea magistrale in lingue e letterature comparate presso l’università di Catania.
Ho deciso di studiare lingue proprio perché mi è sempre piaciuta l’idea di non avere limiti nella comunicazione; per questo ho frequentato una scuola di lingue per stranieri in Inghilterra, grazie alla quale ho potuto rafforzare ancora di più la mia passione per la lingua inglese e per tutti gli altri idiomi e culture differenti dalla mia.
Stare con i bambini e con i ragazzi è più faticoso di quello che sembra, lei quali esperienze ha con questo mondo? perché ha scelto di lavorare nella scuola?
Essere a contatto con bambini e ragazzi più che faticoso ritengo sia una grande responsabilità. È impegnativo ma senz’altro stimolante e gratificante..il segreto per arrivare alle loro orecchie e ai loro cuori credo si racchiuda in due parole: Empatia e Comunicazione.
La mia prima esperienza a contatto con i ragazzi inizia all’età di 13 anni in qualità di animatrice e poi educatrice presso il centro giovanile ricreativo del mio paese di origine.
Crescendo e studiando ho iniziato a muovere i primi passi come insegnante di lingua inglese, prima ai piccolissimi e poi ai più grandi, opportunità che hanno consolidato in me la consapevolezza che la mia “vocazione” fosse appunto quella di “comunicare” e la scuola è il luogo migliore per farlo.
Nella scuola, tradizione o innovazione?
La comunicazione, filo conduttore di questa mia presentazione, può avvenire in tanti modi. Il vecchio e il nuovo non vanno necessariamente in contrasto.
Ritengo fermamente che sia necessario riuscire a mantenere saldi alcuni aspetti tradizionali, lasciando spazio a nuovi modi di fare scuola, innovativi e sempre più stimolanti.
Sta per iniziare un anno nuovo al Pio XII... quali difficoltà pensa di trovare e quali speranze vorrebbe costruire? Paure ed attese...
Questo per me sarà il secondo anno al Pio XII, è un nuovo inizio, una nuova scommessa.
Mi sono sempre piaciute le sfide, mettersi in gioco credo sia il primo motore del miglioramento.
Mi aspetto quindi di continuare un progetto già iniziato e di allargare i miei orizzonti, affrontando le eventuali difficoltà e considerandole un’occasione di crescita.
Ci dice un “in bocca al lupo” alla scuola?
Non posso che augurare “buona fortuna” per questo nuovo inizio in inglese quindi… “Break a leg!”