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15 agosto 2022

Musicale

La newsletter sul mondo della musica a cura di Giovanni Ansaldo.

I Rage Against The Machine in concerto l'11 luglio 2022 a Chicago. (Rob Grabowski, Invision/Ap/LaPresse)

Il momento di fermarsi I Rage Against The Machine hanno cancellato il loro tour europeo dopo che il cantante Zack De La Rocha si è infortunato a un piede. La band di Los Angeles è stata costretta a interrompere gli show su indicazione dei medici. Le date europee, che erano previste tra la fine di agosto e la prima metà di settembre, includevano una tappa al festival di Reading e Leeds, ma nessun concerto in Italia. I biglietti saranno rimborsati e saranno probabilmente annunciati nuovi appuntamenti, ma per il momento non si sa altro. Zack De La Rocha si è fatto male l’11 luglio a Chicago, durante la seconda data del tour del gruppo, il primo dopo undici anni di pausa. Come ha raccontato un suo amico, il fotografo Glen E. Friedman, il cantante si è rotto il tendine di Achille.

Un morto e diversi feriti durante un festival in Spagna Una persona è morta e altre 40 sono rimaste ferite il 13 agosto durante il Medusa festival a Cullera, vicino a Valencia, dopo che alcune parti del palco principale e altre strutture sono crollate a causa del forte vento. All’evento, secondo il quotidiano El País, erano presenti circa cinquantamila persone. La vittima è un uomo di 22 anni. Tra i feriti ci sono almeno tre persone in gravi condizioni. In seguito gli organizzatori hanno cancellato il resto del festival, che avrebbe dovuto concludersi il 14 agosto. I testimoni presenti sul posto hanno parlato di una “specie di uragano” con vento pioggia, sabbia e molto caldo. È stata aperta un’inchiesta per appurare se il fenomeno era prevedibile dagli organizzatori, e alcuni feriti hanno fatto causa al festival per negligenza. 

Un nuovo album di Bill Callahan Il cantautore statunitense pubblicherà il 14 ottobre il nuovo lavoro Ytilaer (che sarebbe reality, realtà, scritto al contrario). “Volevo fare un disco che affrontasse o riflettesse il clima attuale. Sembrava che fosse necessario risvegliare le persone – risvegliare il loro amore, la loro gentilezza, la loro rabbia, risvegliare qualsiasi cosa in loro. Far funzionare di nuovo i loro sensi”, ha dichiarato il musicista. Per chi non lo conoscesse, Bill Callahan, già dietro all'ottimo progetto Smog, è uno degli autori di musica americana più originali in circolazione. Ha pubblicato dischi solisti meravigliosi, a partire da Dream river, forse il suo migliore in assoluto, uscito nel 2013.

Dall’Italia

Jovanotti in concerto a Lignano Sabbiadoro, il 2 luglio 2022. (Michele Lugaresi Maikid, Ansa)

Spiagge e polemiche Negli ultimi giorni si è parlato molto del Jova Beach Party 2022, il tour estivo sulle spiagge italiane di Jovanotti, per motivi che poco hanno a che fare con la musica: il cantante è stato al centro di diverse polemiche e si è difeso sui social network. Per chi si fosse perso qualche pezzo, provo a fare una breve sintesi: il 3 agosto durante un’ispezione dell’ispettorato del lavoro nel cantiere per l’allestimento del concerto di Lido di Fermo, nelle Marche, sono stati trovati 17 lavoratori non in regola.

Jovanotti ha affrontato la questione durante una diretta su Instagram, spiegando che queste persone in seguito erano state messe in regola dalle tre società responsabili del cantiere. Nel corso della diretta inoltre il cantante è tornato su un altro tema per il quale è al centro delle critiche: l’ambiente. Da tempo infatti alcune associazioni ecologiste italiane sostengono che il Jova Beach Party, che in ogni tappa porta sulle spiagge dalle 40 alle 60mila persone e in alcuni casi si svolge in aree confinanti con parchi naturali, danneggi gravemente gli ecosistemi costieri.

Simili obiezioni vengono fatte già dal 2019, quando si è tenuto il primo tour del Jova Beach Party. Il cantante, che già in passato era stato abbastanza polemico nei confronti di una parte del mondo ambientalista italiano, è tornato sulla questione, definendo “eco-nazista” chi critica i suoi concerti senza, secondo lui, conoscere bene la situazione. La sua presa di posizione, oltre ad aver innescato nuove critiche da parte degli ambientalisti, ha spinto il geologo e divulgatore Mario Tozzi a scrivere una lettera al cantante, pubblicata il 9 agosto sulla Stampa, nella quale Tozzi ha chiesto a Jovanotti di fermare il Jova Beach Party. Il geologo ha spiegato che simili eventi sulla spiaggia hanno degli impatti “dirompenti” e “non sostenibili da alcun sistema naturale”.

Il cantante gli ha risposto con un messaggio su Facebook, nel quale ha ribadito che il tour non mette in pericolo nessun ecosistema. Tuttavia gran parte delle associazioni ambientaliste e animaliste italiane – come Italia Nostra, la Lipu, l’Enpa e la Sea Shepherd Italia – restano fortemente contrarie al Jova Beach Party. Alcune di loro inoltre hanno lanciato una petizione online contro i grandi eventi su spiagge e siti naturali. Ma il tour andrà avanti: la prossima tappa è prevista per il 19 e 20 agosto a Vasto.

Economia e industria musicale

Dallo streaming al palco Spotify ha lanciato un nuovo sito per vendere agli utenti i biglietti dei concerti direttamente dalla sua piattaforma invece di reindirizzarli a siti come Ticketmaster ed Eventbrite. L’azienda svedese ha creato un sito chiamato Spotify Tickets, che permette di acquistare i biglietti con la carta di credito. Gli utenti, ovviamente, devono avere un account Spotify per comprare i tagliandi. Attualmente, il sito elenca solo i concerti di artisti come Limbeck, Crow, Annie DiRusso, Four Years Strong e TOKiMONSTA, che si esibiranno negli Stati Uniti nei prossimi mesi.

Da vedere

Un'immagine del documentario Trainwreck: Woodstock '99. (Netflix)

Storia di un disastro Ho appena visto Trainwreck: Woodstock '99, il documentario di Netflix dedicato al festival che si tenne nel 1999 a Rome, nello stato di New York. Un evento organizzato da Michael Lang, uno dei fondatori dello storico festival di Woodstock del 1969.

Il film di Netflix racconta in tre puntate il modo in cui l’evento del 1999, nato apparentemente con le migliori intenzioni, diventò in realtà la nemesi di quello degli anni sessanta. Se nel 1969 ci furono tre giorni di pace e musica, nel 1999 andarono in scena tre giorni di follia e violenza (soprattutto nei confronti delle ragazze presenti tra il pubblico, visto che furono segnalati diversi capi di stupro). La musica passò in secondo piano rispetto a quello che succedeva in mezzo al pubblico.

Come fu possibile un disastro simile? Il documentario punta neanche troppo velatamente il dito contro gli organizzatori, che per massimizzare i profitti decisero di tagliare i costi su alcune cose fondamentali: i bagni chimici, la sicurezza, le fontane per l'acqua potabile, la pulizia, trasformando il luogo del festival (una base aerea dismessa, un’idea che da sola spiega quanto fosse lontano dallo spirito del 1969) in un luogo inospitale, una specie di gigantesca pozza di fango maleodorante senza zone d'ombra in giorni in cui la temperatura raggiungeva i quaranta gradi. Il fatto che molte band sul palco, a partire dai Limp Bizkit, non fossero proprio il simbolo del “peace and love” e sembrassero quasi complici del clima ostile non aiutò di certo. Il risultato? Alla fine del festival scoppiò una rivolta e gli spettatori distrussero e bruciarono tutto. Per fermarli ci volle un intervento massiccio della polizia.

Dentro la vicenda di Woodstock '99 ci sono tante cose, dal fallimento dell’utopia del movimento giovanile al pericolo della mascolinità tossica, dall’avidità dell’industria della musica dal vivo (una lezione sempre valida) alla crisi del rock, un genere destinato a non rappresentare più la controcultura come un tempo. Il documentario in realtà si limita a raccontare la storia di questo disastro annunciato, senza andare troppo a fondo delle questioni sociali che l'hanno innescato, ma nel complesso è molto interessante.

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