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La newsletter dei creativi digitali.
Un progetto di Francesco Oggiano | Archivio | Browser

Ciao carissimi/e, 
oggi tanta roba, e una riflessione su come stanno cambiando alcuni social. 

 

I social diventeranno meno social?

 

La notizia è che anche Youtube avrà la sua pagina For You. Si chiamerà «New to you» e funzionerà esattamente come la quasi omonima pagina di TikTok: suggerirà all’utente nuovi video da guardare. Ma video veramente nuovi: che sono stati pubblicati da canali con cui non ha mai interagito e che trattano temi legati ad altri di suo interesse. Insomma, allarga il ventaglio dei suggerimenti, per favorire la viralità di nuovi contenuti, incoraggiare nuovi Creators a produrre e stimolare ancora di più l’esperienza dell’utente.

Perché chi usa TikTok lo sa: lo strumento micidiale del social, quello che più contribuisce a indurre dipendenza, è la maledetta «For You».

È la pagina iniziale (e direi anche finale) dell’app, la cui unica preoccupazione è suggerirti nuovi video da guardare, in uno scrolling verticale (e stato di semi-trance) senza soluzione di continuità che si spera il più durevole possibile. 

Funziona. Grazie a un sistema di raccomandazione che ha fatto saltare una logica, forse l’unica, che pareva consolidata tra quasi tutti i social: l’importanza degli amici. Il sistema di raccomandazione di TikTok ti suggerisce continuamente video che pensa ti piaceranno, mica video di amici tuoi o di persone a cui sei iscritto.

Certo, l’iscrizione a un canale è un fattore che contribuisce a far salire le probabilità di vedersi suggerito un video appena pubblicato da quel canale, ma è solo un fattore che influenza l’algoritmo. 

Uno dei tanti, e neanche il più importante, che si affianca a metriche molto più raffinate come le tue interazioni con ogni video passato, i tuoi tempi di visione per ogni video o le caratteristiche tecniche di ogni contenuto che hai visto - ancora più facili da ricavare visto l’uso diffuso del sistema di editing interno a TikTok: lunghezza testi in video, dettaglio colori, volume musica, stile canzoni, incrocio degli hashtag e così via. 
 
Il risultato è ovviamente una pagina For You unica per ogni utente, in cui - secondo un mio banalissimo e non attendibile calcolo empirico - il numero di video creati dai nostri amici che ci vengono suggeriti non superano il 10%

Ora, l’algoritmo di TikTok può creare il precedente più di successo di un social che diventa di successo proprio perché diversamente social: che punta a farti scoprire nuovi contenuti di valore, piuttosto che intensificare i tuoi rapporti già esistenti o promuovere le interazioni più profonde.

Su TikTok i commenti non li legge quasi nessuno, come del resto le caption, e le ricondivisioni dei contenuti, che di fatto hanno reso possibile la viralità su Instagram, non sono contemplate.
Una strategia intelligente, che per ora ha messo al riparo TikTok dall’inacidirsi di altri social, sempre più pieni di livore e interazioni violente: vedi prima Twitter, poi Facebok e ora Instagram, che hanno invece privilegiato le amicizie sui contenuti, le interazioni sulla performance, le ricondivisioni come elemento della viralità. 
Ora, ovviamente è presto per dirlo. Ma mi chiedo se la pagina For You di TikTok possa rappresentare in futuro un nuovo standard, per i social che verranno e per quelli esistenti che cercano di abbassare il livello delle proprie interazioni e di rendere più appagante l’esperienza utente. Dei social che diventano meno social. E diventano più piattaforme di scoperta e intrattenimento, in cui le interazioni sono possibili ma piazzate a moderate dosi. 

La certezza invece, è che la via per la viralità e la sperimentazione per i Creators si è fatta più facile anche su Youtube, dove anche chi ha zero iscritti ha ora molta più probabilità di veder diffuso il suo video tra i suggerimenti. Insomma, è il momento di creare. 

Una nuova newsletter (per fare consulenze)

 
Come ho scritto più volte, una delle mie newsletter preferite al mondo è Quartz daily brief (che salutiamo calorosamente rendendoci disponibili a uno scambio di visibilità). Ora, per la serie giornalisti che lasciano testate e fanno cose loro, i due co-fondatori si sono messi in società con un veterano del New York Times, per lanciare una nuova azienda: «Charter», che sarà centrata sul tema del lavoro. Le cose più interessanti del progetto (8 collaboratori, uffici a New York) sono due. 

1) L’ascesa del tema del «lavoro»
Specie durante la pandemia, sempre più testate hanno parlato di ambiente di lavoro, dinamiche organizzative, produttività, smart working. Abbiamo tutti scoperto un mondo, in continua evoluzione e cambiamento, che vale la pena di continuare a essere raccontato nei prossimi mesi e anni. Sia in neonate sezioni specifiche delle testate, sia in prodotti nuovi (newsletter e podcast) sia soprattutto in eventi, come del resto fatto da Nyt, Wall Street Journal e Bloomberg.

2) Il modello di business basato sulle consulenze
I fondatori hanno spiegato ad Axios che il fatturato verrà da tre fonti. 

• Sponsor per la newsletter. Si chiamerà «Charter» e sarà la continuazione della newsletter specifica sul lavoro che già avevano in Quartz, con 20 mila iscritti.  Negli scorsi mesi hanno già raccolto un po’ di investimenti dai brand, tra cui Goldman Sachs.

• Abbonamenti. Per servizi premium della newsletter.

• Servizi alle aziende. Ecco la cosa più importante. La società non soltanto organizzerà un bel po’ di eventi sul mondo del lavoro post-pandemico (uno già sponsorizzato da McKinsey & Company), ma vuole fare un pacco di soldi offrendo consulenze alle aziende su quel mondo là. Tra le cose che verranno lanciate nei prosimi mesi, dei corsi online a pagamento e la certificazione di un sistema del lavoro ibrido (metà smart metà classico), che sarà rilasciata da Charter alle aziende in collaborazione con una società di training B2B. I contenuti della newsletter saranno la commodity: il vero business saranno le consulenze con le società ottenute attraverso quelli.  
A quale piattaforma di streaming mi iscrivo?
Un interattivo del New York Times parecchio utile.
Come sono i primi 18 mesi di una startup
 
«Finisci ogni conversazione con un esperto del tuo campo chiedendogli: “Perché pensi che fallirò?”». La vita e la gestione di una startup in 22 punti
50 idee che mi hanno cambiato la vita

«Logic is the key to scientific truths, but paradoxes are the key to psychological ones». Una più bella dell'altra.

 
Indovina la location del film!

Lui ti mostra le case, tu devi indovinare di quale film sono. Un altro capolavoro dei miei amici di Ceros.

Uno dei siti di viaggi virtuali meglio fatti che abbia mai visto. Ti permette customizzare tutto: la radio, il rumore e anche il mezzo (a piedi, in auto, sui mezzi, pubblici, ecc.) 
Ma rendiamo un buon pitch un pitch grandioso

50, dico 50, hack per Google Calendar

Programma di note per nerd.

Softr ti fa creare al volo siti da fogli di calcolo.

Come si cura una pagina su Linkedin.
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