Sudamericana
La newsletter sull’America Latina a cura di Camilla Desideri
Terremoto ad Haiti La mattina del 14 agosto un terremoto di magnitudo 7,2 ha colpito il sud di Haiti, il paese più povero delle Americhe. Una scossa più forte di quella che nel gennaio 2010 colpì la capitale Port-au-Prince, radendo al suolo gran parte degli edifici e provocando più di 200mila vittime. Questa volta l’epicentro del sisma è stato a dodici chilometri di profondità, a pochi chilometri dalla città di Saint-Louis du Sud (nel sudovest) e a quasi 150 dalla capitale, dove vive la maggior parte degli undici milioni di haitiani. Il bilancio è comunque gravissimo: secondo i dati della protezione civile in aggiornamento i morti sono almeno 2.207, più di 12mila persone sono rimaste ferite, centinaia risultano disperse, migliaia di abitazioni sono andate distrutte e altrettante sono inagibili. Le città più colpite sono state Les Cayes, Jérémie e Anse à Veau. Il 14 agosto, dopo la scossa, il primo ministro Ariel Henry ha dichiarato un mese di stato d’emergenza e tre giorni di lutto nazionale.
Disastri ciclici Secondo il rapporto dell’Unicef sulla situazione nel paese all’indomani del sisma, 650mila persone hanno bisogno di assistenza umanitaria. Tra queste ci sono 260mila bambini, senza casa né accesso all’acqua pulita e ai generi alimentari. Ad aggravare una situazione già catastrofica, il 16 agosto la tempesta tropicale Grace è passata su Haiti provocando frane e smottamenti e danneggiando ulteriormente la già fatiscente rete di telecomunicazioni. Ad Haiti terremoti e disastri naturali – come uragani e inondazioni – si ripetono con regolarità, ma il paese non è un caso isolato nella regione. Anche Cuba, Giamaica e Repubblica Dominicana sono esposte a rischi sismici e climatici. Le conseguenze sempre catastrofiche di questi fenomeni naturali ad Haiti hanno varie cause, dice a Le Monde il geografo Jean-Marie Théodat: la precarietà delle condizioni materiali, la lentezza dell’economia e la disorganizzazione dello stato, che non riesce a fare fronte alle ripetute crisi sociali e politiche.
Un futuro incerto In questo momento la debolezza istituzionale è particolarmente forte. Il 7 luglio il presidente Jovenel Moïse è stato ucciso da un commando armato nella sua casa a Port-au-Prince. Il primo ministro Ariel Henry il 20 agosto ha promesso d’impegnarsi a organizzare il più rapidamente possibile delle elezioni legislative e presidenziali trasparenti, anche se le energie messe in campo per far fronte alle conseguenze del terremoto rallenteranno con molta probabilità il processo elettorale. Intanto in molte zone del paese gli aiuti umanitari faticano ad arrivare anche a causa delle bande criminali che controllano intere aree dell’isola. In questa situazione caotica il 23 agosto è arrivata almeno una buona notizia: un leader di una potente gang criminale ha annunciato una tregua tra i gruppi armati per permettere ai convogli umanitari in partenza dalla capitale di raggiungere le zone più colpite.
Per approfondire:
- Sul New Yorker un reportage da Saint-Louis du Sud, epicentro del sisma, dove l’ambulatorio medico è al collasso e migliaia di persone vivono per la strada.
- Un appello appassionato del poeta haitiano James Noël, che su Le Monde denuncia il silenzio e il disinteresse dei mezzi d’informazione e invita a fare di Haiti “l’epicentro della speranza”.
Les Cayes, Haiti, 18 agosto 2021 (Richard Pierrin, Getty Images).
Attualità
Messico Non è stata una settimana facile per il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, come ha ammesso lui stesso nella conferenza stampa del 23 agosto. Il passaggio della tormenta tropicale Grace, la prima della stagione, ha provocato almeno otto vittime e tre dispersi nello stato orientale di Veracruz, causando inondazioni e frane, distruggendo alberi e lasciando molte zone senza elettricità. Il 20 agosto, sempre nello stato di Veracruz, il giornalista radiofonico Jacinto Romero Flores è stato ucciso mentre circolava a bordo della sua auto. Secondo l’organizzazione Article 19, è il quinto giornalista messicano a essere ucciso dall’inizio dell’anno per motivi legati al suo lavoro. Infine il 22 agosto un incendio in una piattaforma dell’azienda petrolifera Pemex al largo del golfo del Messico ha causato la morte di cinque persone. Sei lavoratori hanno riportato lesioni e ustioni gravi. L’incidente ha provocato una riduzione notevole nella produzione di greggio.
Bolivia Il rapporto presentato il 17 agosto a La Paz dal Gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti della Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) ha stabilito che, durante la crisi politica scoppiata nel paese andino alla fine del 2019 in seguito alla rinuncia forzata di Evo Morales, il governo della presidente ad interim Jeanine Áñez (destra) ha commesso gravi abusi e violazioni dei diritti umani. Secondo il rapporto, le forze di sicurezza avrebbero agito con una forza sproporzionata contro i manifestanti favorevoli a Morales soprattutto nelle località di Sacaba, dipartimento di Cochabamba, e nel quartiere di Senkata a El Alto. Il 20 agosto la procura boliviana ha presentato un domanda alla corte suprema per aprire un processo per genocidio contro Áñez. Il 13 marzo l’ex presidente era stata arrestata con l’accusa di terrorismo, cospirazione e sedizione. Aveva guidato il paese per circa un anno fino alle elezioni dell’ottobre 2020, vinte dal socialista Luis Arce.
Colombia È stato ucciso il 23 agosto a Popayán (nell’ovest della Colombia) Esteban Mosquera, leader studentesco dell’università del Cauca. Il suo omicidio ha sollevato l’indignazione di gran parte del paese. Mosquera, 26 anni, era noto per aver criticato apertamente la violenza e l’uso improprio delle armi da fuoco da parte del corpo di polizia Escuadrón móvil antidisturbios (Esmad). Da quel poco che è trapelato finora, due uomini gli si sono avvicinati in moto, gli hanno sparato e sono scappati. Il presidente Iván Duque ha condannato la morte del leader studentesco e ha offerto 50 milioni di pesos di ricompensa a chi darà informazioni utili all’arresto dei responsabili dell’omicidio. Nel 2018, durante una manifestazione a Popayán, Mosquera aveva perso l’occhio sinistro in seguito all’impatto di un lacrimogeno sparato da un agente dell’Esmad. Da quel momento il suo attivismo si era intensificato e aveva cominciato a collaborare con Contraportada, un mezzo d’informazione alternativo e indipendente dove aveva raccontato le recenti proteste antigovernative in Colombia.
El Salvador Il sito indipendente El Faro ha pubblicato il 23 agosto un’inchiesta con nuove prove che documentano i negoziati segreti avvenuti nel 2020 tra alcuni funzionari del governo del presidente Nayib Bukele con le tre principali bande criminali del Salvador: Mara salvatrucha-13, Barrio 18 revolucionarios y Barrio 18 sureños. E dell’inchiesta che era in corso fino a quando il parlamento controllato da Bukele ha rimosso alcuni magistrati e il procuratore generale che seguivano l’indagine. Trattando con gli affiliati delle gang detenuti nelle carceri di massima sicurezza il governo voleva ridurre il numero di omicidi nel paese, uno dei più violenti del mondo. Da parte loro, i membri della bande chiedevano una serie di miglioramenti delle condizioni carcerarie e alcuni benefici per gli affiliati che sono in libertà.
Brasile Migliaia di indigeni di 173 gruppi etnici diversi hanno partecipato il 24 agosto a una manifestazione a Brasília contro la politica del presidente Jair Bolsonaro, accusato di minacciare le loro terre ancestrali per sostenere l’agrobusiness. Gli indigeni contestano in particolare un progetto di legge che tutela in quanto “ancestrali” solo le terre che occupavano nel 1988, quando è entrata in vigore l’attuale costituzione. Molte terre sono state però sottratte ai popoli originari negli anni precedenti, all’epoca della dittatura militare (1964-1985). Secondo l’Articulação dos povos indígenas do brasil si tratta della più grande mobilitazione dei popoli nativi dalla costituente del 1988.
- Intanto dall’Amazzonia, il polmone verde del nostro pianeta, non arrivano notizie incoraggianti. Un recente rapporto pubblicato dall’istituto Imazon ha rivelato che, nonostante le preoccupazioni sollevate a livello internazionale dalla politica del presidente Bolsonaro, dall’agosto del 2020 al luglio del 2021 la foresta ha perso un’area grande più di diecimila chilometri quadrati.
La protesta dei popoli nativi davanti alla corte suprema di Brasília, 24 agosto 2021 (Carl De Souza, Afp).
Venezuela Freddy Guevara, uno dei principali oppositori del presidente venezuelano Nicolás Maduro, è stato rilasciato il 15 agosto dal centro di detenzione El Helicoide. Il dirigente del partito Voluntad popular era stato arrestato il 12 luglio a Caracas con le accuse di terrorismo, attentato contro l’ordine costituzionale e tradimento. Guevara ha riferito ai giornalisti di non essere a conoscenza dei dettagli sulla sua scarcerazione.
- Il 13 agosto, dopo anni di tensioni e tentativi falliti e nel pieno della crisi sanitaria per il covid-19, è cominciato a Città del Messico il dialogo tra i rappresentanti del governo di Nicolás Maduro e quelli dell’opposizione guidata da Juan Guaidó (che nel 2019 si era proclamato presidente ad interim del Venezuela) per uscire dalla crisi sociale e politica che vive il paese. Al tavolo dei negoziati parteciperà anche il governo della Norvegia, come paese mediatore. Secondo alcuni analisti politici, l’opposizione venezuelana si presenta molto indebolita e divisa, senza una guida chiara e forte. Ma dalla sua ha una carta importante, forse la sola che può far valere: il sostegno degli Stati Uniti. Per i critici di Maduro l’obiettivo principale è ottenere elezioni trasparenti e regolari. Mentre il governo vuole mettere il punto finale all’esperienza politica di Guaidó, chiede la sospensione delle sanzioni economiche e l’accesso agli aiuti umanitari.
Cuba Il 17 agosto, a poco più di un mese dalle proteste antigovernative che si erano svolte all’Avana e in altri quaranta centri minori grazie a internet e all’uso dei social network, le autorità cubane hanno pubblicato un decreto legge – il cosiddetto Decreto ley 35 – che regola le telecomunicazioni e alcune attività identificabili come “delitti cibernetici”, e sono quindi penalmente perseguibili. Le nuove norme, scrive su Twitter il direttore per le Americhe di Human rights watch José Miguel Vivanco, autorizzano il governo dell’Avana a bloccare internet se si pubblicano notizie che considera false, offensive e diffamatorie per il prestigio del paese. L’ufficio speciale per la libertà d’espressione della Commissione interamericana per i diritti umani ha ricordato allo stato cubano che “la regolazione della rete deve comunque salvaguardare la sua natura aperta, plurale e decentralizzata, e promuovere la diffusione di notizie di ogni orientamento, non solo di quelle subordinate all’interesse nazionale”.
- Il 19 agosto il governo statunitense ha annunciato delle sanzioni economiche contro tre alti funzionari cubani accusati di essere coinvolti nella repressione delle recenti manifestazioni antigovernative sull’isola. Si tratta di due funzionari del ministero della difesa e di uno del ministero dell’interno.
Musica dal Brasile
Aveva cominciato la carriera imitando Beyoncé. Poi nel 2012, usando il suo vero nome, Ludmilla Oliveira da Silva ha lanciato su YouTube la canzone Fala mal de mim, che ha avuto un successo clamoroso. Da allora Ludmilla, nata nel 1995 nella periferia carioca di Duque di Caxias, con un misto di funk e ritmi pop si è imposta come uno dei nomi più seguiti della musica brasiliana attuale. Come altre artiste brasiliane nere e omosessuali, che non si risparmiano intervenendo nel dibattito pubblico, Ludmilla ha unito alla forza della musica una grande visibilità dei diritti lgbt+. Ora è arrivato su YouTube Lud Session, un esperimento riuscito di accorpare in un mini concerto dal vivo alcune sue canzoni più note insieme alla drag queen Gloria Groove, cantante, attrice e presentatrice. Sono dieci minuti di musica (visti da 14 milioni di follower in pochi giorni) che si allontanano dal funk e si avvicinano al black soul. Tra i loro fan c’è Caetano Veloso: sulla sua pagina Facebook ha scritto che nella loro medley live, Ludmilla e Gloria “sono la più coesa, ricca e intensa espressione di musicalità e buon gusto che si possa incontrare in questo momento”. E ha concluso: “Vedendole insieme, si è certi che il Brasile supererà la meschinità in cui si trova attualmente”. È il consiglio di ascolto di Alberto Riva, giornalista e scrittore.
Ludmilla (Dr)
Consigli
- Oreja Peluda è un podcast in spagnolo lanciato nell’aprile del 2021 per parlare di mascolinità, ragionarci e ripensarla, in un’epoca segnata dalla violenza contro le donne e in una regione, l’America Latina, dove i leader politici fanno molto poco per affrontare il problema. C’è un episodio al mese, che esce ogni primo giovedì. Un esperimento interessante per sottolineare che il femminismo non riguarda solo le donne.
- Tra i podcast più interessanti in America Latina c’è sicuramente El hilo, che ho segnalato spesso in questa newsletter. Sempre puntuale nel seguire l’attualità politica del continente, non tralascia temi importanti come i diritti di alcune minoranze, l’ambiente, l’istruzione. In uno degli ultimi episodi, La epidemia interior, affronta una questione di cui non si parla abbastanza: la salute mentale di bambini e ragazzi durante la pandemia. Migliaia di giovani hanno sofferto di ansia e depressione nei mesi dell’emergenza sanitaria, ma in alcuni paesi la situazione è stata più grave che in altri. La giornalista Mariana Zúñiga racconta la storia di Keiner, un ragazzo venezuelano di 17 anni che si è trovato a vivere una doppia crisi: umanitaria e sanitaria.
- Cinque lavori giornalistici selezionati dalla Fundación Gabo per approfondire tematiche lgbt+ in America Latina. Un video su Santuario, in Colombia, un paese che è diventato un rifugio per un gruppo di donne native transgender; un ritratto di Angelia Fellove, donna nera, lesbica e povera a Cuba; la storia di una bambina trans argentina che a 8 anni è stata la prima a cambiare genere nel suo documento d’identità; un documentario sul deputato brasiliano Jean Wyllys (lo abbiamo presentato al Festival di Ferrara nel 2017) e infine un testo cubano scritto da Jorge Carrasco e intitolato “Historia de un paria”.
- Anche chi non è appassionato di calcio quest’estate avrà sicuramente seguito la vicenda del giocatore argentino Lionel Messi, che dopo più di vent’anni ha lasciato il Barcellona. In un articolo pubblicato sul New Yorker lo scrittore peruviano Daniel Alarcón spiega come mai questa decisione ha sconvolto migliaia di tifosi in tutto il mondo, non solo in America Latina, e quanto secondo lui la scelta del giocatore abbia poco a che vedere con lo sport e molto con i soldi.
Questa settimana su Internazionale
Sul sito Un reportage da Haiti dopo il terremoto firmato da Tom Phillips, corrispondente del Guardian dall’America Latina. Un articolo dell’Economist sui tagli ai finanziamenti per i laboratori e le università operati dagli ultimi governi brasiliani, che stanno creando un deserto di saperi e tecnologie.
Sul settimanale Un reportage di Le Monde da Rio de Janeiro, dove i culti religiosi di origine africana sono perseguitati dagli evangelici e dai narcotrafficanti.
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