continuiamo il cammino alla scoperta delle Donne nelle terre Bibliche in collaborazione con l'Associazione Presenza Donna in occasione del suo 25°
MATRONE ROMANE A BETLEMME PAOLA E LE ALTRE (Roma 347 – Betlemme 404)
A Betlemme, accanto alla grotta della Natività, ce n’è un’altra che porta il nome di san Girolamo, asceta e erudito del IV secolo, che fu autore della Vulgata, la revisione dei testi latini delle Scritture, derivati dal greco e dell’ebraico. La grotta di san Girolamo, che qui trascorse in studio quasi 35 anni, fa parte di un reticolo di cavità abitate fin dai primi cristiani e istoriate, come un paramento, da iscrizioni e incisioni. Fra queste, oltre all’ indicazione del luogo della prima sepoltura di Girolamo, è ben visibile su uno stipite di roccia un elenco di nomi di donne: Paola, Eustochio, Paolina e Fabiola. Chi erano? Innanzitutto una madre, una figlia e una nipote, e una loro amica. Poi, non semplici pellegrine di passaggio, ma ricche matrone che, intorno al 385, avevano deciso di lasciare la capitale dell’impero e gli agi del loro rango, per vivere nei luoghi santi, povere e penitenti. Tutte, ad eccezione di Fabiola, che dopo nove anni rientrò a Roma, morirono a Betlemme e almeno le prime due, oggi sante della chiesa, furono sepolte in queste grotte, vicino a Girolamo. In vita ne erano state allieve, figlie spirituali, sostenitrici economiche e colte collaboratrici nella revisione delle Scritture. La vicenda era iniziata con Paola, che a Roma frequentava un gruppo di vedove cristiane, che pare conoscessero, oltre al greco che parlavano correntemente, anche l’ebraico. All’arrivo di Girolamo, chiamato come segretario di papa Damaso, il gruppo lo aveva scelto come guida spirituale. Maldicenze e sospetti, diffusi dal clero più conservatore ostile al lavoro di revisione dei testi sacri, indussero Girolamo, alla morte del papa, a tornare verso oriente. Lo seguì poco dopo Paola, che lasciò a Roma beni e figli, e portò con sé la sola terzogenita Eustochio, mentre sua nipote Paolina la raggiunse qualche anno più tardi. Il gruppo si mosse in pellegrinaggio nelle terre bibliche e prese infine sede a Betlemme, all’epoca piccolo borgo di campagna non lontano da Gerusalemme, ormai troppo affollata di devoti. Qui Paola e Eustochio edificarono un ostello per pellegrini e due monasteri, uno maschile e l’altro femminile, le cui comunità si riunivano nelle ore di preghiera. Censore severo, talvolta perfino misogeno, così almeno ci appare nelle sue Epistole, Girolamo ebbe sempre per Paola e Eustochio, che gli premorirono, parole di stima e gratitudine, dedicando loro anche alcune traduzioni. Ricordandole in una lettera alla nipote delle due, Paolina, aveva scritto: “La tua nobiltà è dovuta più alla santità che in te ridonda per le virtù della nonna e della zia, che non al tuo casato”. (A.L.)
Per saperne di più:
Beatrice Girotti, Paola.Omnium Romae matronarum exemplum, BraDypUS Editore, Bologna, 2014
Francesca Allegri, Donne e Pellegrine dall’antichità al medioevo, Jaca Book, 2012
Puoi chiederli in prestito alla biblioteca di Presenza Donna (www.presdonna.it)
Francisco de Zubaran (1598-1664), San Girolamo con le sante Paola e Eustochio,(part.) National Gallery, Washington
Anche quest'anno abbiamo il piacere di collaborare con la Libreria San Paolo di Vicenza che ha organizzato gli eventi "E-state in Chiostro", rassegna di incontri e presentazioni di libri presso il Chiostro del Tempio di San Lorenzo, Vicenza
Lasciamoci ispirare... Dall'Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco
"L’inganno è nel cuore di chi trama il male, la gioia invece è di chi promuove la pace» (Pr 12,20). Tuttavia, c’è chi cerca soluzioni nella guerra, che spesso «si nutre del pervertimento delle relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dell’altro e della diversità vista come ostacolo». La guerra non è un fantasma del passato, ma è diventata una minaccia costante. Il mondo sta trovando sempre più difficoltà nel lento cammino della pace che aveva intrapreso e che cominciava a dare alcuni frutti. Poiché si stanno creando nuovamente le condizioni per la proliferazione di guerre, ricordo che «la guerra è la negazione di tutti i diritti e una drammatica aggressione all’ambiente. Se si vuole un autentico sviluppo umano integrale per tutti, occorre proseguire senza stancarsi nell’impegno di evitare la guerra tra le nazioni e tra i popoli". Dal capitolo: Percorsi di un nuovo incontro
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